sabato 26 dicembre 2009

Il ribaltone lo ha fatto il PDL

Sicilia, Paternò - Considerazioni di un riservista



I  pochi giorni di vacanze di Natale, come consuetudine ci porta ad una attenta lettura dell’anno che è passato. E come spesso accade, appena ci addentriamo a leggere i fatti e a farne un esame critico ecco che c’è qualcuno che “mormoria “.

Anonimo ha detto...  “ehi riservista ricominci...tu ed i tuoi accoliti,noi ti seguiamo attentamente e dopo un anno ti ribadiamo noi al potere e tu a......stai a vedere!”
Che noi ci consideriamo riserva indiana rispetto al potere, o pseudo tale, che affligge la città lo abbiamo detto in tutte le lingue (anche con quella della Guinea Bissau), per cui ci sembra ultroneo ripeterlo in maniera costante, noi ne siamo fieri che voi siate al potere e noi a vedere, e vediamo, eccome, tutto quello che accade. Ne siamo fieri ad essere fuori dalla giostra dei voti di scambio che a Paternò sono l’unico indotto politico-elettorale.
Paternò la città dei call-center, che da un lato rappresentano un ammortizzatore sociale per tanti giovani, ma dall’altro anche un condizionamento del voto che non è più libero per tanti cittadini che ci lavorano.
Paternò la città dei tanti “frisenna” (finora ne è stato scoperto solo uno) che pur di fare carriera non disdegnano scorciatoie tanto facili quanto delittuose e mettono questa loro arte al servizio dei potenti che se ne servono per acquisire consensi salvo poi dichiarare che non ne sapevano nulla, che non conoscevano la qualità del loro accolito, ma che nel contempo concordavano posti in cambio di voti per le regionali e per le nazionali che venivano celebrate contestualmente.
Paternò la città degli “amici degli amici”, prima con la Ligresti che favoriva solo quelli non compromessi con l’ancienne regime, e adesso che vengono solamente favoriti quelle che stanno attorno la corte pidiellina. Sfortunato chi non si è mai ritrovato né nell’una né nell’altra compagine.
Paternò la città dei servizi sociali che cambiano registro ma sono peggio di prima, con bandi irregolari, con nicchie di privilegi, con gare monopartecipanti … insomma la stessa solfa da anni di cui nessuna autorità se ne occupa seriamente.
Ma il fatto politicamente nuovo di fine anno  è l’uscita del MpA dall’amministrazione e dalla maggioranza. Potrebbe essere un nuovo riposizionarsi della politica cittadina.
Vi sono ancora più di due anni per le elezioni, ma se tutte le forze politiche che non si ritrovano in questo PdL, pistacchiero-faraonico toccato sempre da eventi discutibili che indignano una società evoluta e democratica, iniziassero una azione capillare di comunicazione alla città di ciò che di mostruoso, aberrante e criminale ha prodotto questo regime tirannico che da sette anni e mezzo governa questa comunità … chissà se il nero possa per miracolo diventare bianco cacciando i malfattori dal tempio.
Lombardo c’è riuscito in Sicilia, anche se ancora c’è molto da fare, rompendo gli schemi e riposizionando l’amministrazione regionale, troncando le fonti di interesse personali per tutti questi oscuri personaggi che adesso gli danno la caccia , Sanità, Termovalorizzatori, Formazione professionale, Energie rinnovabili, Ricerca, questi i temi più caldi ove si annidavano le vere attenzioni dei satrapi di Berlusconi compreso Cuffaro.
Avrebbe potuto governare con tranquillità per cinque anni, Raffaele Lombardo, voltandosi dall’altra parte e facendo finta di nulla, e invece no ha voluto rivoluzionare il sistema assumendosene in prima persona la responsabilità, adottando lo spoil system e nominando quei direttori che rispondessero a lui come vera assunzione di responsabilità senza alibi alcuno. Presentando dei punti programmatici da realizzare, sottoponendoli all’attenzione dell’Assemblea legislativa ed al popolo siciliano, alla ricerca di un consenso sulle cose da fare e non sulle coalizioni elettorali di maniera.
Bene se anche nel microcosmo paternese che definimmo l’ombelico del mondo ma che adesso è il buco del c….. del mondo, promotore il Movimento di Lombardo si adottasse lo stesso criterio, qui non si ha il potere per farlo, così come dicono i berluscones-boy, ma usando come metodo la comunicazione di massa, adottando una politica di protesta ma anche di proposta, denunziando la mala amministrazione, la malapolitica, la ricerca drogata del consenso,  facendo capire per poi fare partecipare il cittadino che non deve solamente e segretamente lamentarsi ma essere attivo, forse si potrebbe sperare nel miracolo. E si potrebbe anche sperare nel miracolo di vedere sciolto per mafia questo comune nel quale vi sono tutte le condizioni di legge per essere sciolto.

domenica 20 dicembre 2009

Sicilia, Paternò: Raffaele Lombardo ritira il MpA dall' amministrazione comunale e va all'opposizione




L'occasione era per gli auguri natalizi, i quadri dirigenti del Movimento per l'Autonomia della Sicilia Orientale si sono ritrovati al Palatenda del Centro Ulisse per stringersi attorno al proprio leader. Ma come sempre in queste occasioni, poi, si finisce di parlare di politica. E Raffaele dal palco si rivolge alla folla di adetti ai lavori parlando dell'amministrazione regionale, di ciò che ha fatto il Governo in questo ultimo anno, dalle riforme messe in campo, alla rivoluzione burocratica regionale, alle proposte di legge governative ferme all'ARS (compresa la riforma degli ATO), al fuoco amico che ha dovuto subire sin dall'inizio dell'esperienza, alle minacce subite, agli insulti di chi vedendo lesi i propri interessi personali e familiari non bada al bene del popolo siciliano e alla rivoluzione del sistema ma è attenta solamente alle posizioni di rendita. E fin qui tutto normale. Improvvisamente e con piglio veemente il Presidente parlando dell'emergenza rifiuti e delle soluzioni messe sul tavolo, affronta il caso Paternò, affermando che dopo gli ultimi attacchi  ha compreso che la strategia di un certo PdL paternese/catanese ha finalmente acclarato i sentimenti di grandissima avversione ed inimicizia verso se ed i suoi amici.


"Ho subito insulti da settimane dal Sindaco - tuona Lombardo-  come se fossi io il responsabile del dissesto ecologico cittadino e quando mi sono recato a parlare con gli operatori ecologici di Paternò, il solo comune ove non si raccoglievano i rifiuti da settimane in avversione al sindaco che con supponenza trattava i  lavoratori, insultandoli e denunciandoli, anzicchè convincerli che la soluzione sarebbe arrivata da lì a poco, ha visto la mia visita come un atto di avversione, anzicchè ringraziandomi per lo sforzo di risolvere il problema, sol perchè non lo ho avvertito di tale incontro. L'ho fatto solo per evitargli un linciaggio da parte degli operai che lui stesso aveva esasperato. E per finire ha defenestrato l'assessore al ramo, Vito Rau, che mi ha accompagnato in questa azione compiuta nell'esclusivo interesse della città di Paternò. Ora visto che da questa amministrazione e da questa maggioranza mi arrivano da sempre segnali di inimicizia è ora di dire basta. Il Movimento per l'Autonomia esca dalla maggioranza e da una amministrazione che lavora ogni giorno contro di me e contro i miei amici. Ringrazio l'amico Rau per il senso di responsabilità nei confronti del Partito e della città e spero che tale atteggiamento sia seguito anche da coloro che hanno responsabilità amministrative all'interno dell'amministrazione comunale di Paternò".

Il giocattolo si è rotto. Ceramente la maggioranza bulgara del PdL potrà amministrare come vuole (non ne siamo del tutto convinti), come ha fatto finora fottendosene e fottendo gli alleati, ma la situazione politica non sarà certamente la stessa. Il clima siciliano muta complessivamente in virtù degli equilibri nuovi ispirati dal Presidente della Regione, e Paternò non ne potrà che esserne influenzato.
Non ci si poteva aspettare altro in una città come questa che conta un ministro, La Russa, ed un deputato, Torrisi, tutti del PdL e di quella frangia (la stessa di Firrarello e Castiglione) che ha odio nei confronti  di Raffaele Lombardo e che è fuori dall'alleanza regionale, ma che vuole essere totalizzante. Paternò è la "summa" di questo PdL deleterio, lo abbiamo detto tante, troppe volte, stigmatizzando tra l'altro la malaamministrazione e la malapolitica che ne consegue, mettendo la città alla nefasta ribalta delle cronache nazionali.
Così il MpA si libera da legacci innaturali e pericolosi potendo finalmente rendere una azione politica nuova e qualificata nell'interesse dei cittadini.
L'ultima curiosità, ma solamente a livello di gossip e non certo di alto spessore politico, è constatare se l'altro assessore presente in giunta, Alfio Virgolini ieri assente alla convention augurale del MpA,  rimanga al suo posto rompendo col partito e consegnandosi a questo PdL oppure segua ancora le idee del proprio leader Lombardo.
A nostro avviso questa storia all'ombra dell'Etna non è ancora finita.

mercoledì 16 dicembre 2009

Sicilia: Paternò e la monnezza - Failla ed il PdL sfidano Lombardo




Un leit-motif  oramai perpetuo, l’attacco di Pippo Failla al Presidente Lombardo, dall’esibizione in mutande per le vie della città fino alle contumelie scritte nei giornali e alle interviste televisive di attacco politico durante tutta la settimana passata.
“ Ringrazio il Presidente della Regione per  i rifiuti sparsi nella città, - afferma Failla- ma lo avrei ringraziato molto di più se fosse intervenuto ad eliminare l’emergenza rifiuti per la festa di S. Barbara, tutti sapevano che vi era l’emergenza e tutti sapevano dei festeggiamenti e lui non dico che è stato sordo ma distratto ma lo ringrazio ugualmente perché ha disposto l’intervento ma coi soldi del comune. Non ringrazio il Presidente Lombardo in quanto se c’è un responsabile è proprio lui, perché in due anni non ha fatto nulla per risolvere il problema”. Molta ironia nelle parole del Sindaco che nella giornata di ieri ha defenestrato l’assessore Rau reo di avere accompagnato Lombardo nell’incontro con gli operatori ecologici.
Un episodio non certo estemporaneo quello della revoca di Rau, ma preparato e concertato  tra il PdL, Udc, e il gruppo degli indipendenti con documento di attacco al Presidente della Regione e al MPA locale, ma non tutto, vengono salvati Virgolini e Lo Faro che ritengono collaborazionisti.  Il documento stigmatizza l’incontro tra Raffaele Lombardo egli operatori ecologici definendolo populista e demagogico,  un blitz fatto senza preavviso in dispregio verso Failla e la sua amministrazione sempre attenta a questi problemi (sic), questo si legge nel comunicato. E quindi Rau dimissionato senza preavviso per mancanza di rapporto fiduciario.
Come andrà a finire questo strappo tra il PdL e gli Autonomisti di Lombardo? Certo è che il MpA è con una gamba dentro e tre fuori una situazione risibile ed irreale. Si bastona Rau non potendo bastonare Lombardo.
I lavoratori sono ritornati al lavoro solo dopo l’intervento credibile del Presidente della Regione, mentre di Failla non si fida più nessuno, ed hanno comunicato solidarietà al revocato assessore Rau.
Noi siamo certi che le Faillate non sono ancora finite e l’ ipotesi di una “sucata” della determina di revoca dell’assessore è nell’aria. Non sarebbe la prima volta. Di fatto quest’episodio rimane solo una questione di “monnezza”.

martedì 15 dicembre 2009

Sicilia, Miccichè: "Da qui inizia il partito del Sud"



«Ma davvero qualcuno ancora crede che Lombardo possa tornare indietro? Chi lo fa, davvero, non ha capito niente». Gianfranco Micciché «blinda» il governo di minoranza. E guarda già all´approdo: «Non può che essere il partito del Sud. Mi costerà qualcosa? Io la mia carriera l´ho fatta, non sono incollato alla poltrona e non ambisco a diventare presidente del Consiglio, come un paio di miei colleghi... «.

Siete partiti, dunque.
«E non poteva essere altrimenti. Al punto in cui eravamo arrivati, o si faceva un governo di minoranza o si andava a nuove elezioni che, dopo l´anno di stop in seguito alla vicenda Cuffaro, significavano - e significano - una sciagura».

Il Pdl ufficiale si augura ancora una ricomposizione della frattura con Lombardo.
«Sì, e ci pensano ora. Con quale credibilità? Hanno fatto girare le voci più incredibili negli ultimi giorni, hanno detto che c´era un accordo per farmi rientrare nei ranghi in caso di elezione alla presidenza dell´Upi di Castiglione e di sue successive dimissioni dalla carica di coordinatore regionale. Nulla di più falso. E con questa motivazione, peraltro, hanno convinto Potestà a ritirare la candidatura per la guida dell´Unione Province. Per me il Pdl in Sicilia andava commissariato da tempo: ora siamo fuori tempo massimo».

Lei, cresciuto con Berlusconi, come spiegherà questo strano asse che arriva sino a Bersani?
«Guardi, noi non stiamo facendo un governo con il Pd. Stiamo mettendo su un governo di minoranza che, con le forze migliori presenti in Assemblea, possa realizzare le riforme necessarie alla Sicilia. Mettiamola così: è il governo dei migliori».

Ma come fa a stare nel governo con il ruolo di sottosegretario e far votare ai suoi, all´Ars, un ordine del giorno contro la politica antimeridionalista dell´esecutivo di cui fa parte?

«Sono coerente: queste cose le ho dette già in estate, dell´influenza della Lega sulle scelte di governo parlo da tempo. Altri devono spiegare come si fa sistematicamente ad andare contro un presidente della Regione espresso dal centrodestra».

Qualcuno afferma che sta approfittando di un momento di debolezza del Cavaliere.
«Querelo chi lo dice. Ad approfittare del fatto che Berlusconi si occupa di meno dell´Isola sono i cosiddetti «lealisti» che hanno voluto imporre una bieca logica di corrente nella gestione del partito in Sicilia. Con la colpevole complicità del coordinamento nazionale».

Dove finirà il suo viaggio, Micciché?
«Io credo che si concluderà nel partito del Sud, con Lombardo e con quanti, a destra e a sinistra, credono che solo l´autonomia dei territori può garantire sviluppo».

Ciò potrebbe farle perdere il posto di sottosegretario.
«Non credo. Ma se accadrà, pazienza. Io la mia carriera l´ho fatta. Qualche mese fa, nel bel mezzo della querelle sui fondi Cipe, ho declinato l´invito di Berlusconi a fare il ministro. E non punto mica a diventare presidente del Consiglio, come un paio di miei colleghi... «.

C´è un pezzo di Pd che contesta l´appoggio esterno a un governo con Micciché. Dietro c´è Dell´Utri, avvertono...
«Non credo sia questa la posizione ufficiale del Pd. Non dovrei neanche rispondere. Mi spiace che la signora Borsellino chiami in causa Dell´Utri secondo convenienza. L´evoluzione del processo di Palermo dimostra come i pentiti non siano credibili a prescindere. Io sono convinto che alla fine sarà provata l´assoluta estraneità di Dell´Utri dalle accuse di mafia. E fra Dell´Utri e Spatuzza io mi tengo tutta la vita Marcello. La Borsellino si tenga Spatuzza».
(La Repubblica)

martedì 8 dicembre 2009

SICILIA: IL LABORATORIO POLITICO SI CONCLUDERA' MERCOLEDI' ?

a crisi siciliana ogni giorno che passa guadagna attenzione. Ha attraversato lo Stretto in più occasioni, ma sempre in circostanze particolari, in riferimento a qualcosa di nuovo, come il Partito del sud. Ma stavolta la questione è più importante, siamo alla vigilia del cambio di guardia, come a Buckingham Palace. E c’è tanta gente che vuole sapere come avviene il cambio, se si rispettano i gesti di sempre oppure ci sono grosse novità.

Il cambio di guardia dovrebbe avvenire fra il centrodestra e il centrosinistra nella regione che ha dato al candidato del centrodestra il 65 per cento dei voti. E’ una cosa senza precedenti. E c’è infatti chi pone l’accento sul tradimento dell’elettorato – sono gli ex alleati del governatore – e chi invece segnala il voto diretto dei siciliani come la stella polare da seguire, permettendo il ribaltone. Perché comunque la si giri la frittata, di ribaltone si tratta, anche se anche su questo ci sono due correnti di pensiero: la prima, che fa capo a Raffaele Lombardo, addebita agli ex alleati, il Pdl ufficiale e l’Udc, la “carognata” del voto contrario al documento di programmazione economica e finanziaria. Un diniego, si afferma, che ha un peso politico enorme e paralizza il governo; la seconda addebita invece al governatore la volontà di cambiare alleanza cercando i voti dell’opposizione prima con le cosiddette geometrie variabili e poi, in modo più netto denunciando la dissoluzione della maggioranza.

Il fortilizio di Lombardo è presidiato da quindici deputati regionali del suo movimento, l’Mpa, e dai quindici deputati regionali del Pdl Sicilia, la frangia scissionista che fa capo a Gianfranco Miccichè, il ribelle che obbedisce a Silvio Berlusconi. Mentre il Movimento di Lombardo non ha smagliature né titubanze, il Pdl Sicilia di Micciché deve fare i conti con l’ubbidienza ribelle del suo leader. E si sa, gli ossimori vanno bene in letteratura perché invitano a riflettere sulla crudeltà del nonsenso, ma in politica lasciano chiunque nel guado, indeboliscono gli eserciti, le volontà. Tutto.

Nel Pdl Sicilia c’è, tuttavia, un’anima politica che rimanda all’altro co-fondatore del Pdl, Gianfranco Fini, cui i colonnelli siciliani danno conto momento dopo momento. E finora i finiani, in testa i deputati nazionali Briguglio e Granata, hanno rappresentato l’ala irriducibile dello scisma. C’è chi fa risalire tanta risolutezza alla conflittualità fra il capo del governo e il presidente della Camera e chi, invece, crede che le vicende siciliane hanno una loro specialità, al pari dello Statuto.

Mercoledì sera, il Parlamento regionale ascolterà ancora Raffaele Lombardo, che prosegue nelle sue comunicazioni programmatiche, iniziate nella seduta d’Aula precedente, durante la quale ha dichiarato la fine dell’alleanza. La prosecuzione è dedicata alla stesura di un inventario delle buone intenzioni che alcuni chiamano un programma di azione del governo, che si rivolgerà a coloro che vogliono lasciare in piedi Lombardo sapendo quello che li aspetta.

Per il governatore potrebbe essere l’ultima spiaggia, ma anche per l’Assemblea potrebbe esserlo. Se Lombardo non ha una maggioranza deve dimettersi e se si dimette anche la legislatura si conclude. E questo non lo vuole quasi nessuno, a cominciare dall’opposizione che sa di tornare eventualmente dimezzata a causa delle urne, avendo usufruito di un eccezionale bonus grazie ad una legge elettorale e condizioni irripetibili. Il Pd non sarà l’unica opposizione e non potrà avvantaggiarsi di questa prerogativa con effetti deleteri sulla rappresentanza parlamentare.

Il vero deterrente di Lombardo è proprio questo, la contrarietà al ritorno alle urne da parte di tutti i gruppi parlamentari e della stessa opposizione che a causa di ciò, e non solo, è passata da una intransigenza anti-Lombardo irriducibile ad una disponibilità “mirata”. Il Pd, dunque, dovrebbe sostituire gli ex alleati di Lombardo, a meno che gli ex alleati di Lombardo ritornino sulle loro decisioni, non foss’altro che per tenere sul braciere ardente Lombardo, mettere in difficoltà il ribelle disubbidiente Miccichè e creare forti disagi nel Pd, che non può stare insieme al centrodestra, costi quel che costi. La partita siciliana è ancora aperta. Qualunque sia la soluzione la crisi siciliana è diventata un caso nazionale. Il cambio di alleanze può influenzare l’esito del voto alle regionali della prossima primavera. (siciliainformazioni)