Nei tentativi di questi ultimi giorni di Gasparri e Quagliarello e in sedicesimo di Firrarello e Castiglione di tenere aperta all’interno del Pdl la vertenza Sicilia, si manifesta lo sconcerto di quanti, e non sono pochi, a distanza di alcuni giorni non si spiegano ancora la svolta improvvisa nell’ordine di Alfano, Schifani e infine Berlusconi nei confronti del presidente della Regione Siciliana. Quasi come se una regia senza volto avesse impresso un’accelerazione all’empasse che sembrava senza vie d’uscita. E in effetti la regia c’è stata: l’incontro a quattrocchi tra Berlusconi e Lombardo.
Quando sono rimasti da soli si sono subito intesi e l’intesa ha avuto seguito. Tranne nel caso dei “giapponesi” che resistono ma senza tanto vigore (il ddl anti Lombardo sembra a binario morto nonostante l’impegno di Gasparri). Anzi il gruppo dei ribelli che “remano contro”, capitanato dai brontesi, è ormai ridotto a gruppetto di deputati regionali catanesi e poco altro, i quali per la verità sembrano cambiare idea ogni due ore sull’atteggiamento da tenere contro il governo regionale.
Quali argomenti ha usato Lombardo?
Difficile dirlo.
Forse ha parlato di Catania e del salvataggio del 2005 di Lombardo nei confronti del Premier e il debito che Berlusconi ancora sente di avere col Governatore.
Ma forse hanno parlato anche dell’inaffidabilità dell’ex gruppo dirigente e dell’amicizia filiale tra il Cavaliere e Miccichè, quello del 61 a 0.
Ma potrebbero anche essere entrati nel merito di questioni scottanti come gli interessi sui termovalorizzatori e sulla sanità che Lombardo da tempo sta focalizzando. E perché no, di Palermo, dove ad avere la “pistola alla tempia” stavolta è il Pdl con la pattuglia di Lombardo, fuori dalla giunta, in grado di “sparare” il colpo finale all’amministrazione Cammarata.
Fatto sta che la pace è scoppiata con tutti tranne che con quelli da sempre in lite con Lombardo: il patto del pistacchio non regge più infatti.
Schifani ha persino segnalato un assessore (Milone) a Lombardo e sta facendo da paciere con Cammarata per sanare lo scontro a palazzo delle Aquile con il fidato Scoma, vicesindaco in pista per succedere al sindaco attuale.
Lunedì sera Renato e Raffaele si sono anche visti a Palermo e Vizzini sembra avere deposto le armi. Gasparri di suo può contare su poca sostanza in Sicilia: il sindaco di Catania e senatore del Pdl Stancanelli, nella tana del lupo (Lombardo) non può muoversi tanto e il suo fido deputato regionale Marco Falcone sembra rientrato nei ranghi.
E allora?
Lombardo tira dritto: di quella pattuglia del Pdl a lui contraria, ormai ridotta ai minimi termini, sembra volere fare a meno come ha fatto con l’Udc, almeno con quella di Cuffaro. E così Gasparri e Castiglione, ognuno al proprio livello, in questo momento appaiono come Re Travicello: “Principi senza scettro”.
Quando sono rimasti da soli si sono subito intesi e l’intesa ha avuto seguito. Tranne nel caso dei “giapponesi” che resistono ma senza tanto vigore (il ddl anti Lombardo sembra a binario morto nonostante l’impegno di Gasparri). Anzi il gruppo dei ribelli che “remano contro”, capitanato dai brontesi, è ormai ridotto a gruppetto di deputati regionali catanesi e poco altro, i quali per la verità sembrano cambiare idea ogni due ore sull’atteggiamento da tenere contro il governo regionale.
Quali argomenti ha usato Lombardo?
Difficile dirlo.
Forse ha parlato di Catania e del salvataggio del 2005 di Lombardo nei confronti del Premier e il debito che Berlusconi ancora sente di avere col Governatore.
Ma forse hanno parlato anche dell’inaffidabilità dell’ex gruppo dirigente e dell’amicizia filiale tra il Cavaliere e Miccichè, quello del 61 a 0.
Ma potrebbero anche essere entrati nel merito di questioni scottanti come gli interessi sui termovalorizzatori e sulla sanità che Lombardo da tempo sta focalizzando. E perché no, di Palermo, dove ad avere la “pistola alla tempia” stavolta è il Pdl con la pattuglia di Lombardo, fuori dalla giunta, in grado di “sparare” il colpo finale all’amministrazione Cammarata.
Fatto sta che la pace è scoppiata con tutti tranne che con quelli da sempre in lite con Lombardo: il patto del pistacchio non regge più infatti.
Schifani ha persino segnalato un assessore (Milone) a Lombardo e sta facendo da paciere con Cammarata per sanare lo scontro a palazzo delle Aquile con il fidato Scoma, vicesindaco in pista per succedere al sindaco attuale.
Lunedì sera Renato e Raffaele si sono anche visti a Palermo e Vizzini sembra avere deposto le armi. Gasparri di suo può contare su poca sostanza in Sicilia: il sindaco di Catania e senatore del Pdl Stancanelli, nella tana del lupo (Lombardo) non può muoversi tanto e il suo fido deputato regionale Marco Falcone sembra rientrato nei ranghi.
E allora?
Lombardo tira dritto: di quella pattuglia del Pdl a lui contraria, ormai ridotta ai minimi termini, sembra volere fare a meno come ha fatto con l’Udc, almeno con quella di Cuffaro. E così Gasparri e Castiglione, ognuno al proprio livello, in questo momento appaiono come Re Travicello: “Principi senza scettro”.
(d.larosa)
il tuo blog sta diventando un pò noioso,rifacciamo i forum sulla politica assente dai problemi che attanagliano la nostra città.
RispondiEliminaZ..z..z...z....zzzzzzzzzzzzzzzz...zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz....z..z.zzzzzzzzzzzzzzzzzz
RispondiEliminaAdomex, appena vedo Lombardo nel tuo blog mi viene da chiagnere...penso ai suoi sforzi per redimere Berlusca,poverino......
RispondiEliminaparla di paternò un pochino a che punto si è arrivati, dove si sta cercando di andare,arriveremo mai?
I politici locali staranno sentendo la tua mancanza.