martedì 30 settembre 2008

CAMBIAMO PELLE ............ DIVENTIAMO MONELLI


Non è un errore, bensì una licenza, La testata la vogliamo così:
Political Scorret, ovvero politicamente scorretto, rispetto a questo sistema politicamente scorrettissimo.

Quindi se siamo scorretti con gli scorretti , siamo corretti con tutti gli altri e con l’interpretazione dei fatti, anche quelli sottesi, quelli nascosti, quelli celati, che la quotidianità ci propone.

Volevamo cambiare pelle alla ripresa. Non ce l’abbiamo fatta. Da però oggi si lavora per entrare a regime per questo fine settimana. Perché non è solo un rinnovo grafico ma anche………….. ve ne accorgerete solo leggendoci.

Le richieste di collaborazione sono tante, cmq se volete proporvi scriveteci tramite commento a questo post o alla mail del sito, indicando oltre al vostro nome anche la vostra mail, sarete contattati.
PROSIT !!!

sabato 27 settembre 2008

RAFFAELE LOMBARDO RADUNA LE TRUPPE


Non era la folla delle grandi occasioni cui ci ha abituato il governatore Raffaele. Ma una rimpatriata tra deputati e quadri del Movimento dopo le elezioni e la pausa estiva.
Alla terrazza Ulisse però c’erano tutti, e di tutta la provincia, in attesa dell’intervento del leader, che alle 19 fa il proprio ingresso tra la calca che lo attornia.
“Non ci siamo visti, siamo stati impegnati a lavorare ai tanti problemi che affliggono la Sicilia, siamo stati impegnati a Roma a fare rispettare i patti programmatici elettorali”. Così inizia Lombardo con dialettica informale come tra amici, ma con piglio sicuro e deciso. Parla della riforma sanitaria, del rientro del debito della stessa, della prospettiva che si profila verso nuovi investimenti (una volta rientrato nel budget) e della qualificazione dell’assistenza sanitaria per i siciliani. Parla del federalismo fiscale, e della fiscalità di vantaggio inserita nel disegno di legge e dell’applicazione dell’art. 37 dello Statuto che prevede la riscossione dei tributi in sede locale delle compagnie petrolifere “che tanto danno hanno arrecato alla Sicilia, e che adesso, almeno, ci ricompenseranno. Questo è quello che ha ottenuto il MpA, quello che aveva promesso in campagna elettorale, e che nessun altro partito nazionale avrebbe potuto realizzare. Certo subiamo attacchi da parte dei poteri forti, ma noi andremo avanti, con la nostra forza autonoma nell’interesse del popolo siciliano”. E poi interviene sul partito, sul tesseramento e sul secondo Congresso Nazionale che si svolgerà a Roma a metà dicembre. Ma ecco la stoccata per l’avversario : “Quando mi sono insediato alla Presidenza della Provincia (5 anni fa) ho trovato una struttura burocratica. Non ho inteso mai rimuovere nessuno. Ho trovato un Capo Gabinetto che ho lasciato al suo posto, dei dirigenti che non ho rimosso, non come chi spinto dall’odio e dal rancore ha tagliato teste senza motivo (il riferimento a Castiglione è chiaro). Non è questo lo stile che occorre a chi fa politica”.
E poi, sceso dal palco, si intrattiene per ore a parlare con tutti gli amici presenti, uno ad uno, perché “sento il bisogno di stare con voi, siete la mia forza, ed in questi mesi di strenuo lavoro mi è mancato il contatto umano, mi siete mancati”.
Rilancia, non si ferma. Deciso ad andare avanti per la sua strada. Un monito agli alleati “Il MpA ha una sua cultura e non si snatura, tutti, per li ruolo occupato, dobbiamo essere vigili in tutte le istituzioni, controllare, col nostro rigore morale, e non derogare per nessun motivo. Come ho detto ai consiglieri e agli assessori del Comune di Catania di promuovere una commissione d’inchiesta che faccia luce sulle responsabilità del disastro finanziario del Comune. Io da vice-Sindaco ed assessore ai lavori pubblici ho programmato opere che a Catania non si sono mai viste da anni, senza che il Comune spendesse neppure un euro dalla proprie casse, tutte opere finanziate dallo stato, grazie alla nostra intuizione di inserire Catania nelle provvidenze per l’emergenza traffico. Ecco come amministriamo noi”.

giovedì 25 settembre 2008

I NUOVI GATTOPARDI PER NON CAMBIARE NIENTE



Politici, manager, scrittori, industriali, gente di spettacolo. La ragnatela del potere siciliano ha mille fattezze, mille variabili e un denominatore comune: tiene in mano il destino e persino la vita di milioni di persone.

I love Sicilia, il mensile di costume, è entrato nell'esclusivo club dei più potenti dell'Isola mostrandone i volti e le storie.

Una giuria di giornalisti, magistrati e artisti ha selezionato i personaggi più influenti dell'Isola, proponendo 124 nomi. Ma solo i primi cento (91 uomini ed appena nove donne) sono entrati nella speciale classifica, chiusa tra conferme e sorprese. Vediamola questa speciale classifica.

Sbaraglia tutti l'editore catanese, Mario Ciancio Sanfilippo, che riesce ad avere la meglio

anche nella lotta titanica con il neopresidente della Regione, Raffaele Lombardo, mister due

milioni di preferenze alle ultime competizioni elettorali. Al terzo e quarto posto, il presidente del

Senato Renato Schifani e il Guardasigilli, Angelino Alfano. Nella top ten anche Maurizio

Zamparini, imprenditore e patron del Palermo-calcio, e il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan

Lo Bello, presidente del Banco di Sicilia, seguiti da Gianni Puglisi, recordman di incarichi. La prima donna in classifica è il ministro Stefania Prestigiacomo. Per trovarla bisogna però scendere fino alla trentaduesima posizione. Un posto al sole anche per Antonina Bertolino, la signora per antonomasia dell'imprenditoria siciliana, a capo del maggiore stabilimento d'Europa per la distillazione.

E la carrellata al femminile continua con la sovrintendente ai bei culturali di Palermo, Adele Mormino, e con la super manager della sanità, Barbara Cittadini, che scalza anche il marito, Dore Misuraca, deputato nazionale in quota Forza Italia, prossimo coordinatore regionale (?).

Fin qua le indiscrezioni. Aspettiamo di leggerla tutta questa speciale classifica, per vedere anche se c’è la presenza di qualche rappresentante della magistratura, che qui, nell’isola, fa sentire molto la propria presenza. E poi c’e da dire pure che dietro ogni volto potente, vi sono sempre delle presenze, uno staff, che a volte è più potente di chi sta in prima linea. Le analisi serie le faremo appena letta la classifica … tutta.

venerdì 19 settembre 2008

SALVIAMO CATANIA



di Aldo Canuto
(cataniaomnia)

Qualcuno a Catania si era illuso, dopo il trionfo nelle elezioni regionali e amministrative del centro destra, che la tanto auspicata “ pace “ tra Raffaele Lombardo e Pino Firrarello – Castiglione, si fosse finalmente conclusa. Evidentemente questo qualcuno peccava di ingenuità o di scarsa conoscenza della situazione politica vissuta a Catania negli ultimi dieci anni, tentiamo di ricostruirla sulla base di esperienze dirette, vissute.

Esattamente da quando Raffaele Lombardo, uscito dall’obbligato riservo politico, irruppe in prima persona nell’agone politico catanese. In quel momento trovò ben piazzato, un anno prima 1999, il suo potenziale avversario, Pino Firrarello, che in un certo senso con il passaggio delle sue “truppe”dal Cdu a Forza Italia, gli aveva con tempismo atletico, chiuso la porta verso Berlusconi. Siamo nel 2000, amministrative di Catania, Firrarello inventa Scapagnini sindaco della Città, sbarrando a Lombardo l’ipotesi di una candidatura personale o persona di sua fiducia. E' quella la data storica, sono passati otto anni, in cui inizia la conquista del Comune di Catania da parte di Lombardo, pretese, per dire sì a Firrarello, la vicesindacatura per sé, con delega ai lavori pubblici e personale, presidenza del Consiglio con il fedele Roberto Commercio.

L’assedio a Scapagnini inizia subito dopo le amministrative del 2000, FI con 15 consiglieri eletti riduce sempre più la sua rappresentatività in Consiglio a favore dei Lombardiani che, avendo in mano un ruolo importantissimo, quello del personale, con il fedelissimo dr. Reale, apre i concorsi con esito” tutti promosis”, tutte le decisioi amministrative importanti passano dalle mani del Vicesindaco.Scapagnini è costretto a prendere le distanze da Firrarello e seguire fedelmente di fatto le indicazioni di Raffaele Lombardo che diventa, ogni giorno di più, il “ vero “ sindaco di Catania.Forza Italia al comune di Catania e quindi Firrarello, rincula sempre più subendo il tradimento politico del Prof. Umberto Scapagnini che ha un solo obiettivo restare a galla.

Arrivano le elezioni provinciali, lo stratega Pino Firrarello intravede la possibilità di “stanare” Lombardo dal potere enorme acquisito a Palazzo degli elefanti, attraverso la sua candidatura alla presidenza della provincia etnea, Lombardo intuisce la mossa dell’avversario e tenta di sottrarsi al “ pressing”. Interviene da Roma Berlusconi e Fini, sollecitati dai catanesi e Lombardo si “sacrifica” accettando a malincuore di fare il presidente. Altro errore dello “ stratega “Brontese, anziché indebolirlo lo rafforza, trova un Ente gestito bene da Musumeci, senza debiti e quindi in grado di accrescere il suo potere politico,( nasce la Pubbliservice con 250 assunzioni) tenendo sotto “ particolare” controllo Scapagnini attraverso il Consiglio Comunale e i suoi assessori. Forza Italia tenta di recuperare, appoggiando la candidatura del sen Mimmo Sudano ( Udc) a Vicesindaco, con la delega all’urbanistica, sarà un tentativo vano perché Scapagnini non mollerà l’alleanza organica con Lombardo.

Nasce il Mpa e Scapagnini viene considerato oramai un affiliato di quel movimento. Amministrative del 2006, Firrarello è contro la ricandidatura di Scapagnini e tenta di bloccarla a livello romano. Altra sconfitta, Berlusconi è intransigente,” il mio medico personale non si tocca”, Berlusconi per la situazione critica nazionale non può perdere a Catania, nasce così l’alleanza elettorale tra Lombardo e Berlusconi.Il cavaliere viene a Catania, prima visita a Raffaele Lombardo nella sede della Provinci,a e così si compie il secondo misfatto della ricandidatura di Scapagnini eletto sindaco e candidato sicuro per un “meritato” seggio alla Camera di deputati. Non è finita la “querelle” Firrarello – Lombardo: Elezioni regionali e amministrative 2007 Firrarello e Castiglione propongono un candidato alla Presidenza della Regione che non è ovviamente Raffaele Lombardo, ma Angelino Alfano, la candidatura di Miccichè nascerà dopo, sempre per arrestare la crescita sempre più esponenziale di Lombardo.

Va precisato che il Mpa è stato in questo percorso politico lo strumento scardinante di tutte le alleanze tra Lombardo e gli alleati naturali del centro destra ( Fi,An,Udc), in un certo senso un grimaldello politicamente ricattatorio, “con me si vince, contro di me si perde”. Fi e An, anche a livello nazionale, gli hanno sempre creduto, anche se poi, a risultato acquisito. si è verificato che il centro destra in Sicilia, con qualsiasi candidato, avrebbe vinto le elezioni regionali. Amministrative di Catania, dopo lunghe e tormentate riunioni nazionali con la presenza dei massimi leader,si concordano le candidature per i due enti: Sindaco Giuseppe Castiglione,Presidente Provincia Raffaele Stancanelli.

Tutto ok, liste candidati già pronte, manifesti stampati, improvvisamente Raffaele Lombardo vola a Roma e con il solito grimaldello del Mpa, cambia le carte in tavola all’insaputa di Firrarello: Raffaele Stancanelli candidato sindaco, Castiglione (uomo fortunato) Presidente Provincia. In questo inversione evidentemente c’è un’ importante motivazione politica .Il potere reale a Catania si controlla e si accresce governando il Palazzo di Città, non certamente la Provincia, forse destinata ad essere eliminata perché doppione del ruolo istituzionale delle regioni e quindi solo spreco di risorse.

Ed è questo fatto politico l’ennesima debacle del gruppo Firrarello Concludendo dopo questo excursus della politica locale, chi oggi si scandalizza che la politica e gli uomini del centrodestra non si sbraccino tanto,non inizino un lungo digiuno alla Pannella, fino a quando Berlusconi non salverà Catania,forse gli manca, come detto più avanti,la conoscenza dei recenti fatti politici da cui risalgono tutte le responsabilità politiche dell’attuale gravissima situazione. Catania va salvata con l’apporto di tutti, opposizione compresa, certamente, ma non si può tacere, come dice il Consigliere PD Rosario D’Agata,sulle responsabilità di chi ha gestito questa Città servendosene per assurgere a ruoli di primaria importanza istituzionale.

L'UNICRI



Per conoscere a fondo un’istituzione internazionale bisogna guardare alla sua storia, ai suoi strumenti giuridici e al suo ambiente di lavoro.
L’UNICRI, creato nel 1967 e operativo dal 1968, è uno dei cinque Istituti Internazionali di Ricerca e Formazione delle Nazioni Unite che riferisce al Segretario Generale delle Nazioni Unite.

L’UNICRI è l’Istituto delle Nazioni Unite preposto a ricerca, formazione, cooperazione tecnica e diffusione delle informazioni sulla prevenzione del crimine e la giustizia.
Dal 1968 dirige i suoi sforzi al rafforzamento delle istituzioni e alla costruzione – o ristabilimento – di sistemi di giustizia in linea con gli standard internazionali. L’istituto ha inoltre promosso l’adozione di efficaci politiche di prevenzione e contrasto del crimine, e la cultura dei diritti umani. Grande attenzione è rivolta all’assistenza delle vittime di reato – in particolare donne e bambini - e alla protezione dei minori.

Lotta al crimine organizzato transnazionale, soprattutto alla tratta di esseri umani, prevenzione del terrorismo, della corruzione e di nuovi crimini emergenti quali contraffazione, crimini informatici e reati contro l’ambiente, nonché riforma dei sistemi di giustizia minorile e - in generale - formazione dei giudici e pubblici ministeri rappresentano alcune delle attuali priorità dell’Istituto.
I programmi di cooperazione tecnica nel campo della giustizia minorile e del traffico di esseri umani riguardano principalmente l’area legale istituzionale e si svolgono secondo un approccio multidisciplinare che combina le attività di rafforzamento delle istituzioni giudiziarie nazionali con quelle di assistenza sociale, sensibilizzazione e coinvolgimento della società civile.
L’UNICRI opera anche nel campo della giustizia penale internazionale e sviluppa programmi per la protezione delle vittime del terrorismo.

L’UNICRI conduce inoltre programmi di formazione del personale inviato nelle zone di mantenimento della pace in tema di contrasto alla tratta di esseri umani.
Le attività di assistenza dell’UNICRI sono di solito centrate sulla funzione di “capacity building” e abbinano il rafforzamento della cooperazione internazionale allo sviluppo delle capacità dei paesi assistiti. Pertanto la formazione di personale qualificato è modalità comune a molti dei progetti poiché è la chiave per garantire la sostenibilità di lungo termine degli interventi, promuovere l’adozione di standard internazionali e lo stato di diritto.

Nel campo della prevenzione e contrasto del terrorismo internazionale, l’Istituto sta favorendo una maggiore comprensione del fenomeno ed è impegnato nel rafforzamento della collaborazione tra i paesi in materia di sicurezza, soprattutto dei grandi eventi. Sta inoltre conducendo un programma per il contrasto ai traffici di armi di distruzione di massa. L’Unicri è parte della Task Force delle Nazioni Unite che ha il compito di sviluppare la strategia dell’ONU per il contrasto del terrorismo. In particolare, l’Istituto guida i due gruppi di lavoro sulla protezione dei target vulnerabili e sul tema della radicalizzazione e dell’estremismo.

L’Istituto, con il suo Centro di Documentazione a Torino sulla prevenzione del crimine e la giustizia, offre ai suoi utenti analisi della letteratura specialistica e informazioni aggiornate ed esaustive.

In virtù della sua vocazione interregionale, l’UNICRI sta operando in Africa, America Latina, Asia, Europa Occidentale e Orientale.

In Italia l'ufficio di Roma dell'UNICRI, ubicato nella sede dell'ex UNIC Roma, funge anche da antenna di supporto all'UNRIC di Bruxelles (Centro di Informazione) , in base ad un accordo tra il Dipartimento della Pubblica Informazione di New York, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine di Vienna, e il Governo italiano.

Tale antenna, in costante coordinamento con Bruxelles, promuove a livello locale gli obiettivi e le attività delle Nazioni Unite. A tal fine collabora con l'UNRIC nel mantenimento delle relazioni con le istituzioni pubbliche e private, la società civile e gli organi di informazione.

In quanto Organizzazione appartenente al sistema delle Nazioni Unite, le attività svolte dall’Unicri sono in linea con le priorità stabilite dalla Commissione delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del Crimine e la Giustizia Penale.

L’ufficio di Roma funge da liaison con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri, segue i programmi in essere con la Unità Tecnicala DGCS, ha organizzato il lancio del Rapporto sullo Sviluppo Umano 2007/2008 In sinergia con la sede di Torino, vengono elaborati materiali per i media, rapporti sulle attività e approfondimenti tematici da distribuire in vista di varie pubblicazioni. Vengono inoltre svolte attività di comunicazione di supporto ad altre organizzazioni – soprattutto in concomitanza del lancio di rapporti mondiali.

mercoledì 17 settembre 2008

PATERNO' CAPUT MUNDI


“Così, dunque, deve essere il mio storico, impavido, incorruttibile, libero, amico della franchezza e della verità, pronto a chiamare, come dice il poeta comico, fico il fico e barca la barca, deciso a non dare per amicizia nè a togliere per odio alcunché, a non avere compassione, vergogna o rispetto, giudice imparziale, benevolo con tutti, ma non fino al punto da concedere ad una delle due parti più di quanto le sia dovuto, straniero nei suoi libri e senza patria, indipentente, a nessun potere soggetto e, senza la preoccupazione di ciò che ne pensi questo o quello, espositore dei fatti accaduti.” (Tucidite)


Un Ministro, un Deputato, un Assessore provinciale, tre Consiglieri Provinciali.

Dal 1994 la città non aveva alcuna rappresentanza sovracomunale seria. Particolarmente nell’ultimo lustro, non aveva neppure la rappresentanza provinciale, il punto più basso della parabola del declino, non solo politico, ma anche culturale.

Adesso ci siamo. Bisognerebbe solo mettere a frutto queste opportunità, che se incardinate in un serio progetto potrebbero dare il colpo d’ala a questa tanto vituperata città, che adesso si pone alla ribalta nazionale. L’altro giorno discutendo con un deputato regionale della provincia etnea è emersa una considerazione “paternocentrica” della politica provinciale. Sarà stata una battuta? Una boutade? Io credo che quando si afferma un alcunché, qualcosa di certo c’è dietro. Bisognerebbe adesso sfruttare a vantaggio del territorio questa fausta evenienza, rendere cioè tangibile e concreta questa positività del momento, degli asset conquistati, al servizio della comunità.

Il valore aggiunto di tutto ciò ha un nome preciso: Ignazio La Russa.

Questa senza dubbio è una fase di revisione del nostro pensiero. Avevamo creduto che si trattasse di una nuova colonizzazione della città, che di soggetti che saccheggiano consensi non ne aveva più bisogno. Invece dobbiamo essere onesti intellettualmente e dire che l’Ignazio nazionale ha fatto a sufficienza per questa terra (ma potrebbe fare certamente molto più). Non ha mai smesso di promuoverla, mettendola al centro di ogni intervento, perfino alla presentazione del Governo Nazionale al Quirinale. La promozione, il rispetto, l’importanza che rende a Paternò non trova nella storia recentissima altro testimone politico oltre lui.

E il call-center ? Lo avevamo criticato aspramente, come il totem del precariato, una offesa rispetto all’etremo bisogno di occupazione della gente. Ci sbagliavamo. Infatti solo qualche giorno fa il notiziario Varese New’s, sottolineava una polemica tutta nordista che riguardava il call-center della sanità lombarda, ed accusava La Russa del il furto di circa 200 posti di lavoro a favore di una cittadina della provincia di Catania, proprio Paternò. Questa mi sembra una testimonianza di qualità, vista dal nostro punto di osservazione.

Così come ci siamo sbagliati nella cruenta avversione per le amministrative paternesi del 2007.

Una azione velleitaria finalizzata al contro. Una sorta di guerra personale di alcuni. Non lo avevamo capito e ci siamo imbarcati. Abbiamo spaccato il centro-destra in polemica con La Russa, per evitare la neo-colonizzazione della città.

Ignazio La Russa non aveva interesse alla mera occupazione della città. Non ha interesse che Paternò sia il proprio serbatoio di voti, come molti politici in questi anni, vive altrove, rispetta solamente la propria terra d’origine cercando di aiutare la classe dirigente locale. Preme a contribuire ad uno sviluppo della propria città, anche con i suoi metodi di “grandeur”, a volte criticabili, forti, ma che indubbiamente la promuovono.

Torrisi, Galvagno, Ciancitto, Aiosa, Sinatra, oltre che Failla sono adesso caricati di molta responsabilità, ognuno per le proprie competenze ed il rilievo occupato, rispetto alle risposte da rendere non solo alla gente, ma anche a chi si adopera affinché la città acquisti dignità assoluta.

Iniziamo, con questa premessa l’attenzione verso questa questione. Il caso Paternò. Ne parleremo, nei prossimi giorni, con i soggetti politici che attualmente ne sono responsabili, seguendo un cursus honorum preciso, che porterà ad una attenta analisi globale.

Pubblicheremo l’inchiesta oltre che su questo blog, anche sui mass media nazionali di cui siamo corrispondenti, inviando i vari interventi a 100 indirizzi di operatori dell’informazione nazionale per darne maggiore risalto.