domenica 30 dicembre 2007

PIU' SIMILI DI COSI' - SEPARATI DALLA NASCITA





SALDI DI FINE ANNO - PRODI CHE FIGURACCIA


(VdP) E’ l'antivigilia di capodanno, lo so, e tutti hanno in testa soltanto spumante, veglione, ricchi premi e cotillons. Non mi sento neanche di dar torto a chi ha già deciso di chiudere i conti con il disastroso 2007 e confida nello stellone del 2008 per provare ad uscire dalla melma. Tuttavia, non possiamo tralasciare un commento alla conferenza stampa di fine anno della Mortadella più indigesta d’Italia. Merita pure qualche chiosa e un paio di precisazioni perché non si può mica far finta di non aver sentito i deliri e gli sproloqui prodiani sulle meraviglie dell’attività di governo. Ora, non è che ritrascriviamo il testo del discorso perché ve lo potete godere qui, ma siamo sgomenti di fronte alla favola del presente radioso e del futuro Eldorado che abitano solo ed esclusivamente nella testa marmorea del presidente del consiglio. Sembra il ritratto del Paese dei Balocchi, con l’aggiunta della presa per il culo. Il pacchetto sicurezza, meditato profondamente in una sera dopo l’omicidio di Tor di Quinto , l’hanno fatto decadere perché non sono neanche capaci a mettere i riferimenti giusti nelle cose che scrivono. Ma uno dei passaggi più ridicoli a nostro avviso è: “Non mi sembra un salto logico troppo ardito se passo a ricordare come il 2007 sia stato anche l’anno dell’abolizione del costo fisso di ricarica per i cellulari.” Era quello il problema fondamentale, cazzo. Perché non ci abbiamo pensato prima? Non hai altro di cui vantarti.
Il 2007 è stato l’anno del famoso “Abbiamo una Banca” (del trio lescano D'Alema- Fassino - Fioroni) e del disvelamento degli intrecci (arcinoti) tra mondo cooperativo rosso e diessini, dell’inchiesta che riguarda Prodi e Mastella (Why Not?) condotta da De Magistris, prontamente finito (il magistrato) sotto processo e l’anno dei tagli dei costi delle Camere (risparmi di 15 mila euro annui su oltre un miliardo), e l'aumento di 172 milioni di euro per le spese di palazzo Chigi. Un surplus di moralità da leccarsi le orecchie.
E poi, per finire in bellezza, il richiamo al paese verde e alla fuga dei cervelli: dal prossimo anno diventeremo il regno dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile installando pannelli solari ovunque, risparmiando carta e installando lampade a basso consumo energetico, mentre Napoli continuerà ad affogare nella merda nonostante i due miliardi di euro spesi per risolvere un problema che resta uguale a se stesso e di cui nessuno sarà chiamato a rispondere.
Dopo tutto questo, ancora non gli è chiaro perché di lui abbia una residua considerazione un italiano su quattro.

PARLIAMO ANCHE DELLE ROTONDE

sabato 29 dicembre 2007

PRODI BUGIARDO SE I NUMERI SON QUESTI

"'Italia? Vecchia e povera". Anche il Times londinese, dopo il New York Times, boccia l'Italia. "La dolce vita diventa amara. L'Italia deve fare i conti con l'essere vecchia e povera", è il titolo di un ampio articolo del quotidiano britannico, secondo il quale dietro le scintillanti decorazioni natalizie che rallegrano Piazza Navona e San Pietro, nel cuore di Roma, gli italiani a casa sono consumati da un enorme senso di depressione. E' vero, ma i nostri giornalisti scorrazzano dietro ai politici e non lo possono dire. Mentre l'anno volge la termine - scrive il giornale - l'Italia resta vittima dell'angoscia. Questo malessere va ben oltre l'aumento dei prezzi e la stagnazione dei salari, ma raggiunge il cuore del dibattito sull'Italia stessa, sulla propria anima e identità.

Gli unici italiani che brillano sono quelli che se sono andati. Fabio Capello ha preso la guida della nazionale inglese e Carla Bruni ha conquistato il cuore del presidente francese.

Numeri della crisi italiana (secondo il Times)
0%

Tasso di crescita della popolazione italiana.
42,5
Età media degli italiani; in Gran Bretagna è di 38,5 anni.
65
Un italiano su cinque ha più di 65 anni.
1,29
Figli per donna italiana. Il tasso minimo di rinnovamento della popolazione (perché il numero di abitanti si mantenga stabile) è di 2,1 figli per donna.
120
Giorni di lavoro persi ogni anno per sciopero ogni mille abitanti, nel periodo 2001-2005. In Gran Bretagna lo stesso valore è di appena 26 giornate di lavoro.
20°
Posizione dell'Italia secondo lo Human Development Index. l'indice usato dall'Onu per misurare il grado di sviluppo di un Paese. L'Italia è quattro gradini dietro la Gran Bretagna e sette dietro la Spagna. E per giunta, nel corso di un anno, ha perduto tre posizioni.
7%
Il tasso di disoccupazione in Italia: è più basso in 76 Paesi, incluse Romania, Nigeria, Cambogia e Ucraina.
106%
Il debito pubblico rispetto al Pil. E' il sesto peggior valore al mondo.

venerdì 28 dicembre 2007

POTREMMO ESSERE ALLA FRUTTA

Nella conferenza stampa di fine anno il presidente del consiglio Romano Prodi da un lato ha ammesso, seppur in modo mediato, quel che tutti ormai sapevano, e cioè che la sua unica forza è l’assenza di un’alternativa al proprio governo che non siano le elezioni anticipate. Dall’altro ha sfidato la sua maggioranza a sfiduciarlo apertamente in modo formale, se vogliono mandarlo via quella è l’unica via percorribile e non certo dichiarazioni o sedi extraistituzionali come quella della prossima verifica di maggioranza prevista per il dieci gennaio. Il professore all’attacco dei suoi alleati, dunque, e soprattutto del ‘suo’ partito, quel Pd che da quando è nato incoronando Walter Veltroni segretario lo scorso 14 ottobre ha reso ogni giorno più evidente la fine del ruolo politico dell’attuale presidente del consiglio. Che però sembra aver bene appreso la lezione di dieci anni, quando a farlo cadere fu una congiura di palazzo con tanti artefici diversi e nel solo Massimo D’Alema un presunto colpevole però mai tale formalmente riconosciuto. Se anche stavolta ci sarà l’assassinio ‘politico’ del suo governo , Romano vuole scrivere su un bigliettino i nomi dei colpevoli. Soprattutto non intende dare alibi a nessuno, a partire da Fausto Bertinotti che allora chiedeva la svolta con le trentacinque ore lavorative settimanali. L’attuale presidente della Camera ha chiesto una nuova svolta e Prodi ha posto in cima all’agenda la questione dei salari, tanto da far riaprire le ferite lasciate sul corpo della Cgil dalla vicenda Welfare, come testimoniato dalla recente intervista di Guglielmo Epifani a LA REPUBBLICA.

Ma tant’è, a Palazzo Chigi sanno che l’unico modo per provare a superare gennaio è accontentare tutta la coalizione, chiamando innanzitutto proprio il Pd a giocare il ruolo di guardia presidenziale. E’ una partita rischiosa, che se persa comporterebbe la fine dell’attuale governo, ma che per ora vede tutta la maggioranza compatta attorno al presidente del consiglio.Tutti tranne i soliti Dini e Fisichella. E proprio il dissenso espresso dal capo dei liberaldemocratici ha costretto sulla difensiva l’intera Unione nel dire che dopo Prodi ci sono solo le elezioni. Forte di questo il professore ieri ha in sostanza messo nero su bianco che lui è pronto a governare a Palazzo Madama anche se i voti dei senatori a vita divenissero determinanti. Circostanza che in qualche modo dovrà essere vagliata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Già in passato il Colle aveva in modo indiretto espresso le proprie perplessità circa una simile ipotesi, al punto che dopo la fiducia approvata grazie al voto del senatore Cossiga, dalla Cdl si aspettavano un intervento del Quirinale. Adesso che al netto dei dissensi conclamati di Fisichella e dei diniani i senatori a vita entrano a far parte in modo stabile dell’Unione, un problema istituzionale per il Colle si pone. Ma per Napolitano, per Veltroni e per il premier istituzionale in pectore Franco Marini, è il messaggio mandato ieri mattina dal premier, sarebbe di ben più difficile soluzione il problema del dopo Prodi. Su questo il professore è talmente punto sul vivo che messo da parte il suo incedere molto riflessivo, si è concesso perfino una caduta di stile invitando a tener presente che ‘se al Senato abbiamo una maggioranza risicata, alla Camera godiamo invece di un’ampia maggioranza , e che un siffatto governo(cioè delle riforme) dovrebbe prendere anche la fiducia dell’Aula di Montecitorio’. Il governo del presidente del Senato, manda a dire il professore, avrebbe cioè vita dura a conquistare i voti di tutta l’Unione e soprattutto dell’intero Pd anche alla Camera, dove i soli gruppi del Pd e di Fi non riuscirebbero da soli a dar vita ad un governissimo, e dove soprattutto le liste presentate non erano , come al Senato, quella di Ds e Dl, ma quelle dell’Ulivo e dove quindi siede la maggior parte della truppa prodiana, si pensi a Parisi, Rosy Bindi ed Enrico Letta, oltre ai non pochi deputati meno noti ma strettamente legati al professore.

Insomma Prodi ha detto che alla Camera ha i numeri per mettersi di traverso ad un governo delle riforme e che ha tutta l’intenzione di farlo. Adesso, in attesa della verifica di maggioranza, la prossima mossa della complicata partita che si gioca intorno alle riforme e ad un possibile governo istituzionale tocca al Presidente della Repubblica. In circostanze molto simili, nel dicembre 1994, con un governo che godeva alla Camera di un’ampia maggioranza mentre al Senato aveva numeri ben più risicati , e con una forza di maggioranza determinante al Senato, la Lega, che in tutti i modi ripeteva che l’esperienza di quell’esecutivo era finita, l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro invitò il premier Silvio Berlusconi ad “una grande rinunzia”, ad “una tregua”. Il prossimo 31 dicembre il Capo dello Stato Giorgio Napolitano è chiamato forse a tenere uno dei più difficili discorsi di fine d’anno del suo mandato.

giovedì 27 dicembre 2007

ULTIMORA: PIU' TASSE PER TUTTI


BRUCIATI CIRCA 400.000 EURO TRA NATALE E CARNEVALE


E come se non bastasse il governo Nazionale e Prodi, ci si mette pure il governo della Repubblica di Paternò con Failla.
Stasera al consiglio comunale (un vero parlamento) Pippo Failla (ma tutta la giunta di governo è d'accordo) proporrà l'addizionale IRPEF che aumenterà le tasse ai cittadini di Paternò per potere fare i festini ed altre alacrità similari.
Non ci sarebbe bisogno di ulteriori tasse per aumentare la spesa che il governo rossazzurro vuole prevedere per esempio per il carnevale, questo potrebbe farsi gratis, la giunta lo fa tutti i giorni, bisognerebbe solamente farlo più visibile.
E voi cittadini divertitevi .......... a pagare di più, noi possiamo farvi sapere chi vota per appiopparvi più tasse, ma più di questo...


E va bé, le sollecitazioni arrivano copiose, nel senso che moltissimi vorrebbero una rubrica che si interessasse di Paternò. Politica, costume etc.....
Vi chiederete perchè Paternò, proprio Paternò !!!
Ma perchè Paternò è un microcosmo rappresentativo dell'intera umanità.
Vi viene da ridere, lo so, ma chi conosce la realtà della Repubblica di Paternò , ed analizza bene le ricerche demoscopiche sa che non diciamo eresie.
Oltre a mantenere la struttura del sito così come è stata, aggiungeremo la rubrica che si interessa della Repubblica di Paternò, così molti saranno contenti.
Inizieremo con un saldo di fine anno tra qualche giorno, e poi...............
Buona lettura

iniziamo con i saldi di fine anno

mercoledì 26 dicembre 2007

E Dini vuole il «governo del pareggio»

Il leader dei liberaldemocratici guarda a gennaio e pensa a un governo istituzionale

Lo spettacolo offerto giovedì al Senato dalla maggioranza è stato per Dini l'ulteriore prova che «serve un governo istituzionale». Il leader dei Liberaldemocratici è ormai convinto che «a gennaio bisognerà voltare pagina per evitare il declino e superare l'emergenza in cui versa il Paese », che «andranno coinvolte forze politiche, imprenditoriali e intellettuali, in una nuova stagione di intenti»: «Perché quando la casa brucia, tutti devono aiutare a spegnere l'incendio». La scelta di Dini non è maturata per le avances di Silvio Berlusconi, piuttosto è l'epilogo di un ragionamento iniziato nel 2006, subito dopo il voto, quando — inascoltato — invitò il centrosinistra a meditare sull'esito della sfida nelle urne. Era la «tesi del pareggio», che allora i prodiani bollarono come un'eresia, ma che nell'ultimo mese ha fatto proselitismo in una maggioranza piegata da una crisi profonda, e dove si è definitivamente persa la fede nell'«autosufficienza». È stato Massimo D'Alema ad avviare il processo revisionista durante l'ultimo convegno di Italianieuropei, quando ha ammesso che «il centrosinistra all'inizio della legislatura commise l'errore di non valutare appieno il risultato elettorale.

Quel risultato avrebbe dovuto suggerire l'assunzione di una iniziativa per una comune responsabilità nel governo della legislatura ». Il ministro degli Esteri si riferiva alle scelte compiute dall'Unione sugli incarichi istituzionali, ma Dini — ospite quella sera di Otto e mezzo — aveva colto l'occasione per andare oltre. E dopo essersi complimentato per «il riconoscimento dell'errore» da parte di D'Alema, aveva aggiunto che «l'unica soluzione sarebbe quella di raccogliere tutte le grandi forze del Paese, così da governare insieme». In effetti, se la «tesi del pareggio» fosse fondata, il passo successivo sarebbe la nascita di un «governo del pareggio». Proprio l'esecutivo istituzionale che il capo di Ld proporrà formalmente in vista di gennaio, considerando di fatto «conclusa » l'esperienza di Romano Prodi.

D'altronde le difficoltà del Professore sono evidenti, se persino il suo più fedele alleato del momento, Clemente Mastella, qualche giorno fa ha affermato che «alle elezioni per il Senato abbiamo perso con uno scarto di 400 mila voti»: «Perciò, diciamo la verità, è irregolare che a palazzo Madama noi siamo maggioranza». Certo, il tanto vituperato «Porcellum» nel 2006 garantì all'Unione gli eletti per governare, «e allora — come ricorda il senatore democratico Antonio Polito — pur di non riconoscere che era finita pari e patta, venne preso a mo' di paragone Winston Churchill, che faceva il primo ministro con un voto di vantaggio. Vabbé, ma quello era Churchill... E difatti la nostra debolezza non è dovuta al risicato vantaggio numerico al Senato, ma alla debolezza politica del governo che si è abbattuta sulla maggioranza». Pareggio, altro che vittoria. Le vecchie certezze si sono formalmente infrante dinnanzi alla clamorosa denuncia di Fausto Bertinotti sul «fallimento» dell'alleanza, affermazione che è frutto di una analisi elaborata a lungo nel Prc, e di cui c'è traccia in una frase pronunciata qualche settimana fa dal sottosegretario Alfonso Gianni: «Dopo le elezioni sbagliammo a sventolare il programma senza capire che 24 mila voti di scarto non sarebbero bastati per governare, e che avremmo dovuto assumere un'iniziativa». «Ma solo ora ci si accorge della realtà», accusa il diniano Giuseppe Scalera: «Dopo l'esternazione di Bertinotti, dopo la fiducia ottenuta solo grazie ai senatori a vita, dopo la sconfessione di Tommaso Padoa- Schioppa sul caso Rai, che in altri tempi — per molto meno — avrebbe portato alle dimissioni del ministro. È mai pensabile andare avanti così, aspettando il voto favorevole di Francesco Cossiga, le nevrosi di Rifondazione, i casi di coscienza dei Teodem e le richieste di Mastella? E chiedo: in queste condizioni è più irresponsabile staccare la spina al governo o proseguire tra minacce e ricatti?».

Che Prodi abbia esaurito il suo tempo lo pensano (e lo dicono) anche nel Pd. Peppino Caldarola sostiene che «Walter Veltroni non parlerà mai di governo istituzionale, ma l'altro giorno al coordinamento del partito ha spiegato che per fare le riforme istituzionali non si può stare con un piede dentro e l'altro fuori. Le riforme insomma sono la priorità, e tra le riforme e il governo, bisogna scegliere le riforme. E se è vero che sarebbe stato ragionevole nel 2006 prendere atto del voto e varare il governo del pareggio, a maggior ragione ora questa ipotesi è in campo ». Per costruirla c'è tempo fino a gennaio. Perché maturino le condizioni, è necessario l'impegno dei leader politici. Come dice Marco Follini, «basterebbe avere la consapevolezza del pareggio»: «Serviva due anni fa e servirebbe oggi, visto che siamo allo stallo».

Francesco Verderami - Corriere della Sera

domenica 23 dicembre 2007

PIU' FORTI DEI CAMPIONI DEL MONDO

L'urlo di Esteban Cambiasso dopo il gol: il derby è dell'Inter.

Nessun regalo per il Milan


L'Inter vince in rimonta

L'Inter non si ferma più. La squadra di Mancini fa suo il derby, mantiene i sette punti di vantaggio in testa alla classifica e si laurea con due giornate di anticipo Campione d'Inverno. Contro il Milan i nerazzurri hanno vinto meritatamente, reagendo con impeto, veemenza e grande incisività al vantaggio iniziale rossonero: Cambiasso e compagni hanno giocato meglio, costringendo i rossoneri a difendersi per buona parte del match e creando palle gol a ripetizione. Il Milan, dopo aver sbloccato il risultato, ha sofferto tanto ma alla fine ha avuto due clamorose opportunità per pareggiare. La partita ha avuto lo stesso copione dell'ultimo derby dell'anno scorso: vantaggio rossonero e rimonta nerazzurra. L'ultima volta aveva aperto le danze Ronaldo, stavolta ci ha pensato Pirlo con una punizione favolosa. Il vantaggio dell'undici di Ancelotti è durato però poco, per la precisione 18 minuti. Poi ci ha pensato il solito Cruz (decimo gol in campionato) a ristabilire il pareggio prima del riposo. Nella ripresa è arrivato poi il gol decisivo con un sinistro irresistibile di Cambiasso che ha trovato un Dida clamorosamente impreparato. Un Natale meglio di così era difficile prevederlo.


sabato 22 dicembre 2007

SINISTRA INTOLLERANTE E BRIGATISTA

Un po’ deve averci preso gusto, visto che non è certo la prima volta che Berlusconi decide di scendere in piazza e sfidare una roccaforte rossa. Era accaduto lo scorso 10 giugno a Sestri Ponente, con tanto di passeggiata per la via principale seguita da contestazione e lancio di uova. E la scena, seppure in proporzioni ridotte, s’è ripetuta ieri a Cinecittà, una zona periferica nella parte sud-est di Roma che conta circa 400mila abitanti, uno dei quartieri a più alta densità abitativa d’Europa. Anche qui, mentre parla sul palco, il Cavaliere incassa un uovo sul braccio che arriva da un piccolo gruppetto di contestatori dei centri sociali malamente tenuti a bada delle forze dell’ordine. Che per venti-trenta minuti buoni si limitano a circondarli lasciandoli però al centro della piazza, a una settantina di metri da dove parla l’ex premier. Con conseguente coda di insulti tra loro e i molti sostenitori azzurri, con cori contro il Cavaliere urlati dai microfoni e, alla fine, pure con il lancio di uova e, racconta un anziano signore con il fazzoletto di Forza Italia al collo, persino di un bullone.
Berlusconi, però, non si scompone. E per quasi tutta la prima parte del comizio decide di non curarsi dei contestatori che vanno avanti a intonare insulti. Poi, dopo che un signore sulla cinquantina capitombola per terra, le forze dell’ordine decidono finalmente di allontanarli. La diaspora dei venti-trenta giovani dei centri sociali va in porto, con due gazebo per la raccolta delle adesioni al Pdl che vengono divelti. «C’è qualcosa che non va da quella parte... », dice il
Cavaliere puntando il dito. E poi: «La differenza tra noi e loro è che non ci verrebbe mai in mente di impedire a qualcuno di parlare». Per questo, «inizio a pensare che siamo antropologicamente diversi». Perché «questi signori sono sempre incazzati». Invece, sorride l’ex premier sporgendosi verso la folla e facendo il gesto di sbottonare la camicia, «io sono qui con voi nonostante l’incidente con la borsa dell’acqua calda» di qualche giorno fa.

Come vive la mia famiglia?


Un amico mi ha chiesto se avevo voglia di scrivere due parole sulla mia condizione "economico-lavorativa": accetto molto volentieri perchè il suo intento è quello di cercare di far traspirare un po' di speranza e fiducia soprattutto alle nuove generazioni, ai "bamboccioni" , alle neo-coppie. Noi siamo 5 in famiglia, 3 bambini sotto i 6 anni e 2 adulti e lo stipendio è solo 1, quello di mio marito che è un dipendente a tempo determinato. Parliamoci chiaro, arrivare a fine mese senza andare in rosso non è una passeggiata: il mutuo, il nido, le bollette, la benzina, il mangiare, i pannolini..... e gli imprevisti (la macchina a cui si rompe una serratura, il dente che si sbriciola, l'altro dente che va estratto.....). Però si può fare !!! Quando ci siamo sposati mio marito lavorava a co.co.co., poi è passato a partita iva e ora è dipendente a tempo determinato: un bel progresso mi sembra! Abbiamo azzardato cercando di avere subito dei figli e siamo stati fortunati: sono arrivati i nostri bellissimi "mostriciattoli" subito subito!!! Abbiamo azzardato comprando casa: "un bel mutuo non se lo leva nessuno" , la fortuna è averne trovato uno a tasso variabile ma con rate costanti di 5 anni in 5 anni.... lo finiremo di pagare nel 2100 ma che ci volete fare... (però abbiamo preso qualcosina in più che ci teniamo per gli imprevisti più imprevedibili improrogabili!!!!) Molti mi chiedono come facciamo e perchè non ci lamentiamo mai: non ci lamentiamo perchè fortunatamente stiamo tutti bene in salute, perchè non siamo mai andati in rosso in banca e, sono sincera, perchè so se rimanessi senza un tetto saprei di poter contare su qualcuno! Come facciamo? La nostra (nel senso che per noi va bene questa) ricetta è: niente ristorante, pizzeria, cinema, parrucchiere ( i capelli li faccio io a tutti, me compresa, con la macchinetta ), sky e vacanze invernali ; le scarpe e i vestiti presi solo se servono davvero in saldo al mercato o ai supermercati; la spesa la faccio di solito con le offerte (e sono fortunata che mio padre fa l'orto quindi non compro verdura e frutta né olio!!!!). Per noi non sono rinunce perchè per noi sono cose non importanti! Però sono importanti l'asilo nido, il mare e la piscina dei bimbi e, se avanza qualcosa, di solito lo spendiamo in aggiornamenti del computer e in pensierini per i bimbi. Vorrei aggiungere che se qualcuno mi chiedesse se mi pesa la mia vita la risposta sarebbe no! Se mi chiedesse se con uno stipendio più alto vivrei meglio risponderei dipende! Dipende da cosa dovrei fare per ottenerlo: se dovessi perdermi un po' dei miei terribili e amatissimi piccoli, se dovessi stare meno con mio marito, se dovessi rinunciare a seguire le attività che seguo adesso... risponderei no. Voglio concludere con una cosa che penso davvero e che è quella che sta guidando i passi della nostra famiglia: se aspettate che tutto sia perfetto ( e intendo lavoro, stipendio, casa....) per crearvi una famiglia rischiate di arrivare tardi e non godervi la famiglia. A volte si sta meglio con un po' di meno ma con qualcuno in più! E ora, visto che tra pochi giorni è Natale, scappo a fare gli ultimi regali perchè senza un pensiero (anche piccolo piccolo) per chi ami che senso ha festeggiare? P.S.: ovviamente la mia ricetta va bene nel mio personale caso!
So che c'è gente che è sull'orlo del baratro tutti i mesi e mai mi permetterei di dare consigli!!!
Io vorrei solo dire a chi ha paura di lanciarsi perchè vede il futuro incerto e nero: "Buttati adesso perchè non sai cosa può riservarti domani la vita!"

P.S.2: Per tutti coloro che passano di qui: "I miei più cari e sinceri auguri per un Natale sereno e un 2008 con tanti sogni da realizzare e realizzati!!!!", un abbraccio,
Lisa

venerdì 21 dicembre 2007

COME AVEVAMO PREVISTO LA FIDUCIA PASSA

I senatori Fisichella, Dini, D’Amico, Scalera, Bordon e Manzione hanno messo agli atti che l’esecutivo è arrivato al capolinea, che da gennaio Prodi non avrà più il loro sostegno. Perso per strada anche l’ex rifondarolo Franco Turigliatto – continua LA STAMPA - che ha scelto di fare ‘opposizione da sinistra’ votando contro la fiducia, ora i numeri parlano da soli. In un ramo del Parlamento non c’è più nemmeno quella maggioranza risicata che finora ha tenuto in piedi il governo. ‘Il governo - dice Antonio Polito senatore del PD- è tecnicamente morto (...)’. Nel Transatlantico del Senato c’è una brutta aria, da ultimi giorni di Pompei. (...) Non è di buon umore Anna Finocchiaro: il capogruppo del Pd sente una pericolosa aria di ‘squagliamento generale’. (...) Marco Follini è pessimista sulla possibilità di evitare le elezioni se Prodi non riuscirà nel miracolo di rimettere in carreggiata la sua maggioranza. ‘La colpa di questa situazione - aggiunge Gavino Angius - è degli strateghi del Pd, di Veltroni che con il nuovo partito doveva stabilizzare il quadro politico e invece ci troviamo con la m... fino al collo. Il rischio è avere una crisi al buio e tutte le opzioni sono possibili, anche il precipitare verso le urne, con il risultato che a vincere sarà Berlusconi. Una grande opera d’arte dei lungimiranti strateghi di Santa Anastasia

giovedì 20 dicembre 2007

Dini attacca il governo, ma alla fine che farà ??? Si lascierà convincere


“Referendum? ‘Se la Corte Costituzionale non lo accogliesse, andrebbe contro la sua giurisprudenza’. Decreto sicurezza? ‘Dilettantismo al governo’. Generale Speciale e spoil system? ‘Questo governo è vorace di posti, vedrà in aprile’. Legge finanziaria? ‘È dannosa per l’economia del Paese. I nostri avvertimenti sono finiti. Se succede qualcosa, nessuno ci può chiamare ‘traditori’’. L’analisi di Lamberto Dini sull’operato del governo è impietosa – scrive IL GIORNALE -. ‘Il 14 novembre abbiamo votato la manovra per etica delle responsabilità. Abbiamo detto, pubblicamente ed in Parlamento, che la legge finanziaria non permette di superare il declino. Dopo il passaggio alla Camera, se possibile, l’impianto è stato peggiorato. Sempre più ‘tassa e spendi’...’. Infatti la manovra è salita di 6 miliardi, per non parlare della stabilizzazione dei precari e delle risorse destinate al pubblico impiego... ‘Appunto. Ma nella maggioranza è possibile che siamo soltanto noi liberaldemocratici a dire queste cose? È ovvio che la sinistra antagonista sia soddisfatta. Con la manovra il governo ha sostituito spese incerte, come quelle per gli investimenti, in spese certe, come quelle correnti. Così non potrà mai essere alleggerita la pressione fiscale. Eppure tutti sembrano privilegiare la stabilità di governo. Ma se questo governo non dà risposte adeguate ai bisogni del Paese, non impedisce un’accelerazione del declino, la stabilità di questo governo è un danno per il Paese...’....La Finanziaria è tornata al Senato e i liberaldemocratici hanno tre voti che potrebbero fare la differenza all’interno della maggioranza... ‘...Se arriveranno voti negativi contro il governo, dopo tutti i nostri avvertimenti, nessuno ci potrà chiamare traditori. I veri traditori sono coloro che non si rendono conto della situazione del Paese, costretto a subire lo schiaffo del superamento per pil pro-capite dalla Spagna’ (…)”. E nell'intervista al quotidiano, alla domanda sul decreto sicurezza, Dini risponde: "Il capo dello Stato non avrebbe mai firmato quel provvedimento. Insomma, dilettantismo al governo" (...).

La pornoprof vuole tornare a scuola







In cattedra professoressa a Pordennone, su internet Madameweb pornodiva di successo Il Video girato alla Fiera dell'Eros di Berlino.
La pornoprof di Pordenone vuole tornare in cattedra. Dopo essere stata sospesa a causa di un video hot (che noi pubblichiamo) girato alla fiera del sesso a Berlino, Anna Ciriani, in arte Madameweb, chiede chiarezza sul suo futuro professionale, difendendo la sua posizione. "Ognuno può fare ciò che vuole se non commette atti illeciti", spiega la 39enne al Corriere. Sul suo caso presto deciderà un giudice, intanto è già stata organizzata una raccolta di firme a favore della prof.
"Non ne posso più di questa attesa", dice l'insegnante con voce tremante per la paura di influenzare negativamente il verdetto. Madameweb vuole tornare a insegnare e allo stesso tempo porta avanti una singolare battaglia personale per la libertà individuale. "A Berlino Anna si è divertita, ma non ha fatto male a nessuno", dice il marito, spiegando che la trasgressione della compagna non ha nulla a che vedere con la sua professionalità. "Lei ci tiene al suo lavoro, mi auguro che si valutino i suoi meriti - aggiunge in maniera provocatoria l'uomo -. Giovanni Scattone, condannato per omicidio, è supplente al liceo; la Franzoni cresce due figli. Mi moglie che male ha fatto per essere trattata così?".
Laureata nel 1993, autrice di volumi su Napoleaone e sulla Seconda Guerra mondiale, Madameweb ha sempre insegnato. L'ultimo impiego a San Vito al Tagliamento, dove, dopo la pubblicazione di alcune sue foto osè su Internet, le erano stati affidati dei corsi serali per adulti. Poi il video di Berlino, la sospensione imposta dal dirigente scolastico e il rischio di perdere il posto per sempre. "Si sono scritte tante falsità sul mio conto, ma io sono un adonna semplice, voglio tornare in cattedra. Non voglio fare soldi con il mio corpo", ha spiegato Anna. Chissà se riuscirà a convincere il giudice.
Guardate il VIDEO e giudicate se ne vale la pena (eccome secondo noi) che Madameweb insegni ai figli d'Italia.

AUTONOMIA, INDIPENDENZA DEI POPOLI, QUESTIONE SENTITA.... E NON SOLO IN SICILIA


Lo strappo dei Sioux:

«Non siamo più cittadini Usa»


Gli indiani Lakota stracciano i Trattati firmati con gli Stati Uniti dai loro antenati più di 150 anni fa

Gli indiani Lakota, il vero nome dei Sioux, cui appartennero i grandi capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, hanno stracciato i Trattati firmati dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa Lo hanno annunciato ieri alcuni rappresentanti della tribù.

NUOVI PASSAPORTI - «Non siamo più cittadini degli Stati Uniti d'America e tutti coloro che vivono nelle regioni dei cinque Stati su cui si estende il nostro territorio sono liberi di unirsi a noi» ha dichiarato Russel Means, uno dei più famosi attivisti indiani dei diritti umani, in una conferenza stampa a Washington. Il rappresentante dei Sioux ha precisato che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro cittadinanza statunitense. Una delegazione di responsabili Lakota ha indicato in un messaggio indirizzato al Dipartimento di Stato che la nazione Sioux si ritira unilateralmente dai Trattati conclusi col governo federale americano, alcuni dei quali vecchi di oltre 150 anni.
«PAROLE SENZA VALORE» - Tali Trattati sono «parole senza valore su carta senza valore» e «sono stati violati a più riprese per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare la nostra terra», hanno affermato i rappresentanti della tribù. «Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati», ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani.
MISSIONE DIPLOMATICA - Alcuni capi Lakota si sono recati in delegazione presso le ambasciate di Bolivia, Cile, Sudafrica e Venezuela e intendono intraprendere una missione diplomatica in diversi Paesi nel corso dei prossimi mesi, secondo quanto hanno annunciato. Il territorio Lakota si situa nel nordovest degli Stati Uniti e comprende regioni del Nebraska, del Dakota del Sud e del Dakota del Nord, del Montana e del Wyoming. I Lakota sono stati la sola tribù a infliggere una sconfitta all’esercito americano. Una delle loro figure leggendarie, il capo Toro Seduto (Sitting Bull) è noto per aver sconfitto il generale Custer nella battaglia di Little Big Horn nel 1876 nel Montana.

Anche i Siciliani avrebbero di che lagnarsi per il non rispetto dello Statuto Speciale ottenuto nel 1946, dovremmo prendere esempio e fare anche noi gli INDIANI.

mercoledì 19 dicembre 2007

Un'anziana contesta Prodi in piazza

LO PUO' DIFENDERE SOLO SUA MOGLIE

La signora Flavia tira fuori le unghie e difende il marito Romano Prodi. È successo in piazza Colonna, a Roma. La mite moglie del premier e una anziana e grintosa signora, evidentemente poco soddisfatta dell'azione del governo, sono state protagoniste di un piccolo battibecco
Prodi e la moglie stanno tornando a piedi a Palazzo Chigi dopo aver assistito al concerto di Natale nella chiesa di San Marcello in via del Corso. Arrivati in piazza Colonna, seguiti da cameramen e giornalisti, un'anziana e vispa signora, capelli biondi e pelliccia, apostrofa duramente i presidente del Consiglio: «Cosa ci stai a fare ancora? Perché vai ancora in giro? Devi andare a casa!». Prodi e la moglie continuano a camminare, quando la signora Flavia ha uno scatto: lascia il braccio del marito, inforca gli occhiali, fa inversione a U e si avvicina decisa alla contestatrice, chiedendo spiegazioni. Il tutto sotto lo sguardo sorpreso del premier, piuttosto interdetto di fronte a una situazione decisamente insolita.
Un attimo di tensione, la bionda anti-Prodi non vuole rispondere alle richieste di spiegazione della signora Flavia, che appoggia una mano sul braccio della rivale, come per trattenerla. A quel punto la reazione: «Non mi tocchi, siamo in democrazia e io dico quello che mi pare. Suo marito ci sta rovinando e deve andare a casa!». La signora Flavia a quel punto decide che può bastare e si riavvicina al marito. Che la accoglie sorridendo bonario, non senza manifestare una certa ilarità per la grinta improvvisa della moglie. I due si riprendono a braccetto e tornano a Palazzo Chigi.

Dl sicurezza, Caldoro: Sarà l’ultima brutta figura dell’anno?


Critiche al governo oramai esigenza nazionale

“Mancano pochi giorni alla fine dell’anno e registriamo l’ennesima brutta figura del governo Prodi”. Lo sottolinea Stefano Caldoro, segretario nazionale del Nuovo Psi “L’auspicio è che non ci sia ancora il tempo per partorire nuovi pasticci. Il paese è costretto a pagare un caro prezzo per le inefficienze dell’esecutivo. La insicurezza degli italiani cresce e questa maggioranza – conclude Caldoro – non è in grado di avviare serie e concrete misure legislative per affrontare la problematica”.

CATANIA: CASTIGLIONE (FI), PRIMARIE PER PRESIDENZA PROVINCIA?

"Prendiamo atto dell'autocandidatura dell'onorevole Nello Musumeci a presidente della Provincia di Catania. Non capisco, pero', a chi potrebbero essere rivolte le primarie, chi dovrebbe votare, chi dovrebbe stabilire le regole. Vorrei comunque ricordare a Nello Musumeci che la Cdl, cosi' come l'abbiamo conosciuta, non esiste piu''.
Cosi' l'eurodeputato e vicecoordinatore di Forza Italia in Sicilia, Giuseppe Castiglione, ha commentato la proposta dell'eurodeputato e responsabile nazionale Enti locali de La Destra, Nello Musumeci, di indire le primarie per scegliere il candidato del centrodestra in vista delle prossime elezioni provinciali di Catania.
Per Castiglione 'e' ancora troppo prematuro parlare del futuro.
Quelle delle elezioni provinciali e' una fase che dovra' essere definita.

LA CREAZIONE


Si racconta che quando Dio creò il mondo affinché gli uomini prosperassero decise di concedere loro due virtù. E così fece!!!
Gli svizzeri li fece ordinati e rispettosi delle leggi; gli inglesi perseveranti e studiosi;
i giapponesi lavoratori e pazienti; i francesi colti e raffinati; gli spagnoli allegri e accoglienti;
...quando arrivò agli italiani si rivolse all’angelo che prendeva nota e gli disse: "Gli italiani saranno intelligenti, buone persone e di Forza Italia".
Quando terminò con la creazione l’angelo gli disse:
"Signore hai dato a tutti i popoli due virtù ma agli italiani tre, questo fará si che prevarranno su tutti gli altri".

"Accidenti, é vero! Ma le virtù divine non si possono più togliere, che gli italiani abbiano tre virtù! Però ogni persona non potrà averne più di due insieme".

FU COSI’ CHE...
L’italiano che é di Forza Italia e buona persona, non può essere intelligente;

Colui che é intelligente e di Forza Italia non può essere buona persona;

E quello che é intelligente e buona persona non può essere di Forza Italia.

A PROPOSITO DI LA RUSSA (KLIKKA QUI PER VEDERE IL VIDEO)


stessa foto ma un video diverso, lo abbiamo trovato e ve lo proponiamo

I PARTITI DI OGGI


Nel momento in cui vengono percepiti come la sciagura principale del Paese, i partiti si sottopongono a operazioni chirurgiche.
Ma mai amputazioni radicali di arti inservibili e incancreniti o organi interni putrescenti.
Si autotrapiantano, staccano da sé pezzi per coltivare altri mostri, fondono soggetti inquietanti in nuove creature mostruose.
E cambiano nome dalla sera alla mattina, con operazioni di lifting che si propongono di acchiappare altri gonzi.
Quella che si chiamava forza italia diventa partito delle libertà, ma poi ricompare, margheriti e querciaioli si fondono nel partito democratico, ma nell’operazione perdono dei pezzi che si aggrumano ne la sinistra assieme ai verdi e nel simbolo scomodano perfino l’arcobaleno che riescono anche ad appiattire, quindi non più arco ma solo baleno.
Fini annuncia il proposito di cambiare alleanza nazionale in alleanza per l’italia (si vede che prima si riferiva ad altra nazione), ma intanto ha perso gli storaciani che hanno fondato la destra.
E poi c’è la cosa bianca e la cosa rossa, e in mezzo (???) tutte le sfumature possibili.
Così, tanto per semplificare il quadro politico.
Aridatece er puzzone !!!

Berlusconi: via pm che discreditano


Berlusconi torna sull'inchiesta di Napoli e auspica che vengano mandati via i pm che 'gettano discredito' sulla categoria.'Siamo a livelli di ridicolo - aggiunge - Poi dicono che solo l'8 per cento degli italiani ha fiducia nella magistratura'.Alla domanda se il generale Speciale entrera' in Fi, Berlusconi ha risposto: 'Non so nulla, non voglio dire nulla'.L'ex premier ha spiegato che ha riscosso un 'successo incredibile' per l'Italia sul progetto del Popolo della liberta'.

Sarkozy a Roma, arriva anche Carla Bruni ? - (VIDEO)


“Il Papa, l’Alitalia, l’Unione Mediterranea sono al centro della prima visita in Italia di Nicolas Sarkozy – scrive il CORRIERE DELLA SERA - . Temi importanti, ma i riflettori sono puntati su chi sarà al fianco del presidente della Repubblica Francese. Ci sarà Carla Bruni, nuova fiamma, compagna non più segreta, prossima first lady e da subito accompagnatrice ufficiale? Da molte indiscrezioni, l'ex indossatrice quarantenne, oggi cantante di successo, sia pure con un filo di voce, è nella lista ufficiale della delegazione presidenziale. Di certo non vedrà il Papa (essendo peraltro in attesa di divorzio), non parteciperà alla cena di domani sera con Romano Prodi e il premier spagnolo Zapatero, ma volerà con Sarkozy, sarà a Roma e visiterà Palazzo Farnese, sede diplomatica della Francia, considerata la più bella ambasciata del mondo. Non ci sono conferme né da parte dell'Eliseo, né da parte italiana, ma la notizia circola nelle redazioni francesi ed è data per probabile dal Figaro, quotidiano vicino all'Eliseo. Sarkozy potrebbe voler evitare un eccesso di clamore o sfruttare la nuova ondata di celebrità. Anche per ridare ossigeno ai sondaggi un po' in ribasso. Il morale dei francesi è sotto i tacchi per quanto riguarda crescita economica e potere d'acquisto. Si moltiplicano voci di rimpasto nella squadra di governo, accompagnate da polemiche pubbliche fra ministri e contro ministri. Rachida Dati, la ministra della Giustizia, è il simbolo dell'era Sarkozy ma è anche la personalità più discussa e contestata. L'ultimo a farne le spese è stato il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, nel mirino dei fedelissimi dell'Ump, il partito di Sarkozy, per aver dichiarato il proprio sostegno al sindaco socialista di Parigi alle prossime elezioni municipali. La visita a Roma, oltre all'udienza prevista in Vaticano, sarà dedicata a questioni europee e al disegno di Unione Mediterranea, uno dei cavalli di battaglia di Sarkozy. Il presidente vuole convincere le capitali meno entusiaste, come Roma e Madrid. Si parlerà anche di Kosovo e del matrimonio Air France-Alitalia. Non è un mistero che l'Eliseo voglia contribuire all'accordo, anche se lo Stato francese ha ormai un ruolo di minoranza nella compagnia di bandiera transalpina. È però probabile che a Roma si cominci a parlare di un altro ‘matrimonio’. Sarkozy non si fa più vedere con la fede al dito, portata anche dopo l'ufficializzazione del divorzio da Cécilia. E Carla Bruni, anche sotto gli aspetti organizzativi, protocollari e di sicurezza, farebbe già parte della famiglia presidenziale”.

L'ALLEANZA DEI NANEROTTOLI DELLA POLITICA


La resistenza di Fini e Casini, così come quella dei piccoli partiti, o quella dei vecchi elefanti nei partiti grandi fa capire cosa sta diventando questa nuova fase della rivoluzione italiana. Il club dei resistenti ha un solo legittimo obiettivo: primum vivere. Nessuno di loro si accorge di quanto sia logorato il rapporto fra la politica e i cittadini, di come sia urgente un cambiamento radicale. Descrivono la situazione come se fosse prodotta dalle ambizioni "inciuciste" di Veltroni, Bertinotti e Berlusconi. E' vero il contrario. E' prodotta dalla degenerazione partitica del maggioritario. E' la dittatura dei piccoli gruppi, anche nei partiti maggiori, che ha prodotto questo blocco nel rapporto fra politica e cittadini. Ciascuno dei resistenti pensa per sè. Speriamo che me la cavo, è il loro motto. Senza malanimo, vorrei dire con chiarezza che a parer mio, non se la cavano. Resta solo da scegliere non il "se" morire, ma il "quando".
Due sole eccezioni si riscontrano in questo quadro politico generale, la Lega al nord e il MpA al sud, i quali hanno un fortissimo radicamento territoriale locale e soprattutto incarnano le istanze popolari della gente che vuole mutare il rapporto tra il popolo e i loro rappresentanti, il cosiddetto Partito del Fare. E saranno proprio i movimenti autonomistici, comunque si chiamino, a decidere, senza timore alcuno, chi governerà il paese.
Basta con i privilegi e la conservazione del "posto" per nomina.
Basta con le oligarchie bloccate.
Chi ha idee, creatività, intelligenza e consenso vada avanti. MERITOCRAZIA.

Per vivere bisogna rinnovarsi e rischiare.

martedì 18 dicembre 2007

IL GOVERNO DEI RECORD


riceviamo e pubblichiamo

Anonimo

"A mente fredda. A bocce ferme. Senza euforia. Fermiamoci e pensiamo.

Non c'è giorno che passa che - come un bollettino di guerra - i telegiornali ci raccontano, ci aggiornano su questo o quello sciopero.Si, sciopero:astensione collettiva dal lavoro, disposta da una pluralità di lavoratori per la tutela di comuni interessi e diritti. Usato ed abusato che sia. Cominciarono gli avvocati ed i commercialisti, poco considerati perchè - si sa - sono elettori del centro destra, sodali del Cavaliere di Arcore. Furono solo i primi, furono il vento prima della tempesta. Medici, infermieri, magistrati, insegnanti, metronotte, dipendenti statali, ferrovieri e tutto il comparto dei trasporti per lasciare il paese a piedi. Una babele di sigle, cortei e manifestazioni tutte con un denominatore comune: in piazza contro il governo Prodi.

Si, la serietà al governo, il governo che doveva far ripartire l'Italia finora è stato capace soltanto di lasciarla a piedi. Un governo dei record. Il record unico al mondo di vedere in marcia contro se stesso (Governo Prodi governo di guerra) quei pacifisti tanto cari quando marciavano contro il governo delle destre, di vedere in marcia contro se stesso i suoi stessi ministri e sottosegretari. E poi tassisti, farmacisti e benzinai...ma loro non contano nulla perchè protestavano contro le liberalizzazioni e si sa che in Italia quando si parla di COOP non deve volare una mosca.Un governo dove uno dei più importanti ministri (importante per il dicastero), presentato come prestigioso tecnico al servizio della collettività (TPS) viene continuamente sbertucciato da organi più di lui competenti che respingono le sue decisioni ma non scalfiscono minimamente la sua dignità.

E tra un po' anche il grande botto: lo sciopero generale. Ora ci chiediamo: un governo così serio poteva trascurare chi quotidianamente presidia uno dei pilastri dello Stato: la sicurezza?

La polizia che sfila in corteo per le strade della capitale ed il primo sciopero bianco dell'Arma dei Carabinieri. No, no non stiamo scherzando per la prima volta nella storia repubblicana anche i carabinieri hanno perso la pazienza. Una standing ovation a questo Governo non la toglie nessuno.

Complimenti Presidente Prodi, anche per questo gli Italiani, CHE COME ME TI HANO VOTATO, non si dimenticheranno di lei."

Prodi taglia le tredicesime

«Mi ritrovo 150 euro in meno nella tredicesima. Eppure non ho uno stipendio da nababbo». Luciano è un impiegato delle Ferrovie dello Stato, abita in una piccola città di una Regione rossa. Il suo sfogo è uguale a quello di tanti italiani del ceto medio stritolati da un fisco sempre più invasivo. Aliquote, addizionali, imposte locali da un lato; inflazione, raffica di aumenti e super benzina dall’altra annunciano un 2008 all’insegna della recessione, certificata anche dalle simulazioni del Giornale pubblicate nei giorni scorsi e dalle associazioni dei consumatori. «Il mio stipendio? Quando è grasso - dice al telefono Luciano - arriviamo a 1.800 euro mensili. Una cifra commisurata alle responsabilità di chi, come me, opera in un’azienda che ha dirette responsabilità sulla sicurezza di milioni di persone».

L’ironia della sorte si nasconde dietro le mille cifre della busta paga che ci ha fornito. Dicembre 2007, netto a pagare 3.253,23 euro: 12 mesi fa erano 3.405,97 euro. «Mancano 152,74 euro nonostante un aumento di anzianità, a parità di presenze e di indennità di trasferta. Come potete rilevare - sottolinea - a dicembre 2006 e 2007 ho le medesime presenze e pressoché la medesima indennità di trasferta (204 euro nel 2006, 208 euro nel 2007) ed ho riscosso 152,74 euro in meno con una aliquota di tassazione altissima. Inoltre - aggiunge - ho anche avuto aumenti di anzianità nel 2007 e quindi la differenza è da considerarsi ancora più marcata».
Il confronto con il 2005 fa riflettere ancora di più: «Con il precedente governo, la mia tredicesima è stata di 3.366,42 euro. Quasi 40 euro in meno rispetto al 2006, 113 in più rispetto al 2007, ma in realtà a dicembre 2005 avevo solo 16 presenze contro le 21 degli altri due anni e oltre 60 euro di trasferta in meno».

Il salasso di fine anno si nasconde dietro le voci «trattenute» e «imposte» ed è consistente: 989,31 euro più 1.806,63 euro di tasse. Su quasi 6mila euro di compenso lordo, dunque (5.942,92 euro per l’esattezza) 2.689,69 euro finiscono tra Inps e fisco. Si tratta di più del 45% dello stipendio lordo ed è uno degli effetti delle nuove aliquote fiscali volute dal viceministro dell’Economia Vincenzo Visco. «È una vergogna portare la tassazione di un reddito da lavoro dipendente come il mio all’aliquota del 41%! Almeno voi ditelo che il governo Prodi ci sta riducendo alla fame!».

Udc, Cn censura le minoranze ma il partito si spacca a metà


Al Consiglio nazionale dell’Udc passa la mozione di maggioranza del segretario Lorenzo Cesa ma è scontro aperto tra i vertici e le minoranze del partito. Il documento presentato da Cesa e appoggiato dal presidente Rocco Buttiglione e da Pier Ferdinando Casini boccia il progetto del Popolo delle libertà, “rivendica” l’autonomia, l’indipendenza e la centralità del partito e “condanna” il comportamento delle minoranze interne: “no” insomma a qualsiasi “iniziativa sviluppata al di fuori degli indirizzi congressuali e finalizzata a interferire con le prerogative del segretario, a screditare e depotenziare la proposta politica del partito e disorientare iscritti ed elettori dell’Udc”Una grande aggregazione dei moderati, da fare “nei tempi e nei modi più opportuni”, dipende, spiega Cesa, da quale legge elettorale verrà approvata: “In questa fase politica più che volare con la fantasia dobbiamo restare con i piedi per terra e concentrarci con tutte le forze su un risultato che è finalmente a portata di mano e che determinerebbe una profonda ridefinizione del bipolarismo italiano: la riforma elettorale, madre di tutti i cambiamenti”. Cesa, quindi, bocciando Tabacci e la "Cosa Bianca ripete che “sarebbe sbagliato immaginare la nuova casa dei moderati come uno strumento per traghettare l’Udc verso il centrosinistra. La nostra collocazione, fissata dal congresso è chiara: noi siamo alternativi alla sinistra”. Netta la posizione di Casini: “La linea chiara resta quella definita dal congresso, dobbiamo essere il seme di qualcosa di più ampio e non vogliamo essere cooptati in una casa che altri hanno costruito per noi”. Poi un richiamo ai “dissidenti”, in particolare a Tabacci: “Stai attento Bruno Tabacci ai rischi di costruire una cosa con personalità del mondo esterno. Se non teniamo chiara la nostra alternatività al Pd legittimiamo il fatto che il Pd si prenda i voti nostri e legittimiamo gli elettori di centrodestra a votare per il Partito del popolo delle libertà”.

lunedì 17 dicembre 2007

Pd, Caldarola: Walter attento, ti vogliono occhettizzare

“Tutto cominciò con Occhetto. Spero che Walter, che all’epoca c’era, si ricordi la trama del film e provveda ai rimedi del caso”. Peppino Caldarola, deputato del Partito democratico e sostenitore di Walter Veltroni, mette in guardia l’amico leader del nuovo soggetto: “Ci sono alcuni specialisti nello sfascio nel centro-sinistra su cui bisognerà un giorno soffermarsi. La linea di condotta è buona se a guidare sono loro, sennò non va bene”. Gli “sfasciatori” si preparano - avvisa Caldarola - a proporre per Veltroni il remake del film di cui fu protagonista l’allora segretario del Pci - e poi Pds - Achille Occhetto. Nell’intervento pubblicato sul blog Vaicolmambo, da lui ideato, Caldarola estende lo sguardo a quanto di simmetrico sta avvenendo sul versante del centrodestra. “Sono tutti d’accordo per la pacificazione, tranne i soliti noti. Quelli che sono d’accordo si preparano alla guerra civile nel proprio campo, così tanto per tenersi in allenamento. Ciò che colpisce è la motivazione della battaglia. Fini combatte Berlusconi. Vuole un’altra cosa? No, dice di volere un partito unitario di destra e la pace con il centro-sinistra. Però vorrebbe comandare lui. Sperava che il Cavaliere si facesse da parte spontaneamente, ora si affida all’età. E se il Cavaliere campasse cent’anni? Dall’altro lato tutti d’accordo con Veltroni? Le riforme, la pace? Ovviamente sì, lo avevo detto prima io. Tuttavia li irrita che a farle sia il sindaco di Roma”. Dunque, Walter - suggerisce l’amico Caldarola - stia attento.

IL POPOLO SICILIANO

Cos'è una rivolta? Cosa succede quando un popolo spontaneamente si ribella e la folla tumultuosa rompe gli argini spalancando le porte dell'inferno per gli oppressori, che hanno solo un breve lasso di tempo per richiuderle prima di essere inghiottiti? In questa era moderna imbevuta di un vuoto “politicamente corretto” e del paradosso delle missioni di pace non c'è più la percezione della folla, della moltitudine inferocita. Persino la sensazione di appartenenza ad un popolo sembra essersi affievolita sino quasi a scomparire. Ma in Sicilia ancora no. In Sicilia il Popolo è ancora forte, e più di un secolo dopo la famosa rivolta del sette e mezzo, sessant'anni dopo i moti indipendentisti degli anni 40, il Popolo Siciliano mette ancora paura.

domenica 16 dicembre 2007

FILIPPO CONDORELLI ASSESSORE PROVINCIALE DI CATANIA AL TURISMO


L'on.le Raffaele Lombardo, Presidente della Provincia di Catania, ha nominato assessore Filippo Condorelli . Medico, 55 anni, Condorelli e' stato gia' consigliere provinciale a Palazzo Minoriti e prima ancora consigliere comunale a Paterno'. Recentemente e' stato candidato sindaco di Paterno' ottenendo circa 10.000 voti. Nei prossimi giorni il presidente Lombardo conferira' al neo assessore la delega al Turismo. Con la nomina di Filippo Condorelli, Movimento per l'Autonomia, la giunta provinciale di Catania viene completata.

sabato 15 dicembre 2007

LA MINATA DI LI DEI



Cu pati di sintòmi e di stinnicchi,

ppi non sentiri cosi stralunati,

s'intuppassi lu zuccu di l'oricchi;

non sù pp'iddi sti cosi nzuccarati!

Ccà nui parramu di cazzi e di sticchi,

di culi, di futtuti e di minati;

cui non voli non senta ... Parru sulu

a st'unioni di futtuti in culu.

Domenico Tempio poeta dialettale catanese

Gli alleati a Berlusconi: fatti più in là (klikka qui per il video)

Governo, Volontè: "Prodi danneggia il Paese col sorriso" (klikka qui per il video)


"Il professor Prodi sembra essere a capo di un sindacato piuttosto che di un'istituzione fondamentale per il Paese. Il danno che la sua presidenza sta recando alle istituzioni repubblicane è ogni giorno più grave, e il suo sorriso sornione è indice di dispregio delle ordinarie regole civili di una Nazione". E' quanto dichiara, in una nota, il capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè. "Le sentenze sui casi Petroni e Speciale - sostiene il deputato centrista - dimostrano come alla legittimità della norma sia stata anteposta la bramosia di poltrone. Di fronte a certe palesi violazioni della legge, un Governo serio dovrebbe quantomeno espellere dalla propria compagine i responsabili di queste scelte. Sul rincaro dei prezzi, frutto di un'incomprensibile braccio di ferro con gli autotrasportatori, un qualunque capo del Governo - aggiunge Volontè - sarebbe intervenuto fermamente contro le speculazioni, non riducendosi a dispiaciute prese d'atto che ci aspetteremmo da una qualsiasi associazione di consumatori. Infine- conclude Volontè - il ricorso sistematico alla fiducia e le violazioni presenti in decreti come quello sulla sicurezza, dovrebbero far riflettere tutti i partiti politici italiani sulle profonde ferite che vengono inferte alla carta costituzionale e all'equilibrio dei rapporti tra i poteri repubblicani".

Tar, nuovo schiaffo al governo: accolto il ricorso di Speciale


Dopo aver accolto il ricorso del consigliere Rai Angelo Maria Petroni contro la sua sostituzione in seno al Cda di Viale Mazzini, il Tar del Lazio dà un altro schiaffo al governo dando ragione all’ex comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, rimosso per incompatibilità col vice Ministro Visco sulla sostituzione degli ufficiali della Guardia di Finanza che indagavano a Milano sulla scalata Unipol-BNL.
"Dopo il pronunciamento del Tar che da ragione al generale Speciale, Visco dovrebbe dimettersi immediatamente”. Lo afferma Isabella Bertolini. Vicepresidente dei deputati di Forza Italia. “La destituzione del comandante della Guardia di Finanza è stato un atto illegittimo degno di un regime sudamericano. La revoca delle deleghe al viceministro a questo punto risulta un provvedimento inadeguato. Soltanto le sue dimissioni irrevocabili possono ristabilire serenità istituzionale. Il tentativo del governo Prodi di normalizzare anche la Guardia di Finanza è miseramente fallito. Il peggior esecutivo della repubblica – conclude Bertolini – colleziona un'altra penosa figuraccia."

GOLPE ! GOLPE ! GOLPE !


lo scoop di Italia Oggi sull’incontro Violante-Mancuso suscita l’interesse di Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali e deputato di Forza Italia, secondo il quale “il pezzo di informazione italiana che oggi mena scandalo per i ‘contatti’ fra il capo dell’opposizione e un dirigente Rai (Agostino Saccà, autosospesosi a seguito dell’indagine riguardante anche il Cavaliere, ndr), dovrebbe però chiedere a Violante spiegazioni del suo incontro con Mancuso”. Lo “strano” incontro tra Violante e Mancuso è per Della Vedova “molto più significativo, potenzialmente, per gli equilibri politici del Paese e per i rapporti istituzionali tra poteri dello Stato: nel momento in cui, di fronte ai rapporti del capo dell’opposizione con alcuni senatori di maggioranza, Violante - ricorda il deputato di FI - chiedeva di indagare Berlusconi per corruzione incontrava a Roma il suo amico procuratore aggiunto di Napoli, che quell’indagine ha avviato”.
Non accenna all’incontro Violante-Mancuso il vicepresidente del Senato e maggiorente dell’Udc Mario Baccini, che propone una riflessione generale - forse ispirata anche dalla notizia di Italia Oggi - sui rapporti tra politica e magistratura. Baccini ammonisce che “la lotta politica non si fa a colpi di magistratura”. E rammenta il passato “in cui chi pensava di trarre vantaggio dalle inchieste degli altri, si è poi trovato a sua volta vittima dello stesso ingranaggio”. In particolare, “quando la Dc lasciò solo Craxi a difendersi dalle accuse politiche, credendo di vedersi risolto un problema politico, poi fu la volta della Dc e scomparvero entrambi i partiti. L’autonomia del potere politico - è il richiamo del vicepresidente del Senato - va difesa così come vanno difese le autonomie degli altri poteri. Le invasioni di campo solo soltanto foriere della devastazione del sistema. Ciascuno stia al suo posto”. Parole applaudite dall’azzurra Mariastella Gelmini, coordinatrice per la Lombardia di Forza Italia. Mentre dalle file dell’Unione partono reazioni sdegnate alle esternazioni di Berlusconi. Silvana Mura (Italia dei valori) lo accosta a un “capopopolo sudamericano”, per Tommaso Sodano e Rina Gagliardi (Prc) “la faccia tosta di Berlusconi non ha limiti”, Pino Sgobio (Pdci) chiede “quale dialogo si può instaurare sulle regole della democrazia con un esponente politico che continuamente insinua e intimidisce la magistratura, arrivando addirittura al punto di rovesciare completamente lo scenario? Veltroni e il Pd - è l’avvertimento del capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera - riflettano bene!”. Sul versante del centrodestra, il leader centrista Pier Ferdinando Casini e Altero Matteoli, presidente dei senatori di An, chiedono invece a Berlusconi di suffragare con “prove” e “adeguati esposti” le “gravi” accuse ai magistrati napoletani, che avrebbero “intimidito” e “condizionato” i senatori della maggioranza orientati a votare contro la Finanziaria.

CANTA PORCU CA A CHIANCA T'ASPETTA

F. Sammartino - Poeta Dialettale Siciliano

Sicilia, Cuffaro: "Anche Moody's promuove la regione



L'agenzia internazionale di rating “Moody's” promuove i conti della Regione siciliana, e la sua situazione economico finanziaria, attribuendo il rating A1 con previsione Stabile. “I rating dei debiti e crediti in A1 della Regione siciliana – scrive Moody's - riflettono un Bca (valutazione del credito di base) di sei su una scala da uno a 21, dove uno rappresenta il rischio più basso. Il valore sei della Bca prende in considerazione l’impegno dell’amministrazione a bilanciare i conti della sanità, la sua bassa richiesta di finanziamento e il suo modesto livello di debito, sebbene in risalita nel 2008 (ma solo per investimenti). La previsione Stabile, assegnata da Moody's “riflette il ritorno della Regione a una performance finanziaria più sostenibile, a un profilo di liquidità e a una maggiore capacità di gestire il bilancio dell’amministrazione. In più la previsione stabile tiene in considerazione l’impegno della Sicilia di attuare il piano di recupero del settore sanitario con particolare riguardo ai suoi sforzi in corso per controllare la spesa sanitaria che continuava ad avanzare”. “Dopo il giudizio positivo di Fitch Ratings – ha commentato il presidente della Regione Salvatore Cuffaro - anche Moody's promuove la Regione. Per quanto riguarda la valutazione sulla prevista crescita del debito, riteniamo sia necessaria perché è destinata a investimenti, snodo principale della nuova filosofia di questo governo. Per questo – ha concluso - anche nella nuova programmazione comunitaria 2007-2013 stiamo intensificando i fondi destinati agli investimenti, in maniera da creare sviluppo e crescita dell'occupazione”.

Sicilia, Arra: Nel 2008 commissariamento per comuni insolventi


I comuni siciliani che il prossimo anno non risulteranno a norma nella raccolta differenziata dei rifiuti, “saranno commissariati dalla Regione”. Il siluro arriva dal direttore generale dell’Agenzia regionale delle acque e dei rifiuti, Felice Crosta, alla vigilia della manifestazione contro il piano rifiuti proclamata dalla Cgil. Il sindacato di Guglielmo Epifani domani scenderà in piazza insieme ad esponenti e amministratori comunali di centrosinistra. “Altro che ambientalismo, altro che sindacalismo – dice il direttore generale –. Sarà una vera e propria manifestazione politica. Misureremo presto le reali intenzioni di questi amministratori: il prossimo anno i comuni che non rispetteranno la quota di raccolta differenziata saranno commissariati”. Secondo la nuova normativa regionale, spiega il dirigente, i comuni saranno tenuti a rispettare una soglia minima di differenziata pari al 20 per cento. Nel merito della protesta di domani, Crosta ricorda come la giunta di Salvatore Cuffaro sia riuscita dal 2002 a ridurre le discariche da 325 a 20. “Chissà com’è, quando prima di Cuffaro c’erano solo discariche, nessuno si lamentava – ricorda –. Oggi questi signori si scoprono ambientalisti. Se non riusciremo a portare avanti il piano rifiuti dovremo tornare al sistema delle discariche, ma evidentemente chi protesta vuole che la Sicilia torni nella crisi rifiuti dalla quale è appena uscita”. Una volontà “evidentemente tutta politica”.

Crosta rileva inoltre che il tanto contestato piano rifiuti, “a regime, assicurerà una quota di differenziata pari al 60 per cento. Chi scende in piazza non ha avuto neanche la voglia di leggerla, questa legge”. D’altra parte, osserva ancora il responsabile regionale, diversi amministratori che domani scenderanno in piazza “reggono Comuni in cui si registra lo zero assoluto in termini di raccolta differenziata”. Altra questione spinosa è quella delle Ato, incaricate tra l’altro di appaltare ad aziende private il servizio di gestione del ciclo integrato. Da oltre un anno, la Regione è bersaglio di lamentele e malumori di Confindustria, amministratori e sindacati, che denunciano inefficienze e continui ritardi nei pagamenti delle aziende. “La giunta ha già attivato un fondo speciale al quale gli Ato con capitale sociale superiore al milione potranno accedere – spiega il dirigente – In questi mesi stiamo coinvolgendo anche banche e istituti di credito. Quello che trovo assurdo è che spesso le lamentele arrivano proprio dagli azionisti degli Ato, che sono i Comuni che formano in maniera assai discutibile i consigli d’amministrazione. Molti di questi domani si ritroveranno a Catania”.