mercoledì 31 ottobre 2007

PRODI??? UNA BARZELLETTA

Romano Prodi e’ in visita in una scuola elementare della Padania. Chiede agli studenti se qualcuno e’ in grado di fargli un esempio di "tragedia". Un ragazzino alza la mano e dice: "Una tragedia e’ quando il mio miglior amico esce di casa e finisce sotto una macchina morendo". Ma Prodi lo interrompe: "No, questo sarebbe un incidente". Una bambina alza la mano: "Una tragedia e’ quando l’autobus della scuola con 50 bambini cade in un burrone e muoiono tutti". Ma Prodi contesta: "Mi dispiace, questo e’ quello che noi chiamiamo una ‘Grande Perdita’". Tutti tacciono finche’ Pierino alza la mano e dice: "Se il suo aereo mentre ritorna a Roma precipita per lo scoppio di una bomba, questa sarebbe una vera tragedia". E Prodi: "Perfetto, meraviglioso! E mi sai dire perche’ questa sarebbe una tragedia?". E Pierino: "Certo! Perche’ cio’ non sarebbe un incidente e non sarebbe neppure una grande perdita!".
Che differenza c'e' tra il culo e la faccia di Prodi?

Il culo scoreggia, la faccia di Prodi SCORAGGIA!

IL TERMOVALORIZZATORE A CATANIA




Si è fatta sempre più pressante la richiesta di realizzare uno dei quattro termovalorizzatori previsti a Catania, invece che a Paternò. L'Assessore Rotella, che ha compiuto un viaggio esplorativo a Brescia, al fine di verificare gli effetti dell'impianto di raccolta e smaltimento dei rifiuti di quella città, ha formalmente avanzato la proposta di realizzare a Catania una identica iniziativa. Che permetterebbe, tra l'altro, di non dovere trasportare i rifiuti urbani etnei fino a Paternò, realizzando una notevole diminuizione di costi. IL Sindaco Scapagnini si è recentemente dichiarato favorevole a questa ipotesi. Ci si augura che la Regione voglia ora farsi carico di questo progetto, che incontrerebbe, tra l'altro, il favore della città di Paternò, amministrazione e cittadinanza, poco disposta a ricevere nel proprio territorio anche i rifiuti della città di Messina, e a fare realizzare l'opera nella valle del Simeto.

martedì 30 ottobre 2007



L'Autonomia una forza per cambiare la Sicilia
Cresce la presenza del Mpa in Sicilia

Due giorni di lavori a Giardini Naxos dedicati ad approfondire i temi della legalità e dello sviluppo nell'azione di governo ai vari livelli

Sei deputati nazionali, un senatore, 10 deputati regionali in Sicilia, tre assessori regionali, oltre 50 sindaci, 50 tra consiglieri e assessori provinciali, 800 consiglieri comunali e circa 40 presidenti di consigli comunali. Sono questi i numeri del Movimento per l'Autonomia siciliano: Leanza aprendo i lavori ha sottolineato "lo straordinario radicamento in appena due anni dalla sua fondazione del Mpa in Sicilia, una realtà assolutamente nuova dell'isola".

"Siamo presenti - ha ricordato - in tutti i 500 Comuni dell'isola e la nostra presenza è garanzia della salvaguardia dei cittadini siciliani, nel segno della legalità e del buon governo". Sulle future alleanze il segretario regionale del Mpa e vice presidente della Regione Siciliana ha ribadito che "saranno determinate non dagli schieramenti ma dai progetti reali e concreti in favore della Sicilia. Nessuno avrà sconti perché il Mpa non si alleerà mai con chi antepone gli interessi del partito a quelli della Sicilia". Per questo Leanza ha "stigmatizzato il comportamento dei parlamentari siciliani al Senato che hanno anteposto gli ordini di scuderia alle esigenze della Sicilia, come nel voto sul Ponte sullo Stretto".

Ai lavori a cui hanno dato il loro contributo, la studiosa del risorgimento italiano Angela Pelliciari che ha raccontato una storia "diversa" dell'Unità d'Italia, dello sbarco dei Mille e del Regno delle Due Sicilie e il professore Rosario Sapienza e numerosi rappresentanti istituzionali. Il leader del Movimento per l'Autonomia Raffaele Lombardo ha sottolineato invece l'importanza di sviluppare una presenza forte e diversa nelle istituzioni di una forza politica autonomista.

"Se noi pretendiamo dal governo nazionale -ha detto Lombardo - è anche giusto che la nostra classe dirigente sia anche intransigente e rigorosa nella gestione del governo locale. Siamo un partito di popolo che oltre ad avere l'ambizione di governare senza dovere rispondere a logiche superiori di partito abbiamo la pretesa di dire che è giunto il momento di riscrivere la storia della Sicilia e del Mezzogiorno che dall'Unità d'Italia in poi è stata fatta di torti subiti e di diritti negati".

L'eurodeputato ha ricordato che "da oltre sessanta anni viene violata la Carta Costituzionale nella parte relativa allo Statuto autonomistico rimasto in gran parte inattuato" e che "la politica energetica dovrà essere sempre quella convenienza e della sicurezza su rigassificatori, eolico e termovalorizzatori. Finora - ha detto Lombardo - abbiamo avuto solo uno sviluppo neocoloniale che dall'Unita d'Italia ci ha visti soccombere agli interessi forti dello stato nazionale. Ora questo deve finire perche ci siamo noi del Mpa che non consentiremo altri misfatti come quelli delle raffinerie".

Lombardo ha anche sottolineato "la coerenza della Lega che al Senato ha votato favorevolmente sul Ponte, frutto concreto dell'intesa alle ultime elezioni politiche con il Mpa". Infine il leader autonomista ha chiarito che il rapporto con "l'Udc siciliano è di alleanza e non di federazione" e ha rivelato che "deputati ed esponenti politici di altre regioni sono pronti ad aderire al Mpa".


On. Vito Scalia




NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO!
La ciambella avvelenata ce l'aveva confezionata quel simpaticone (si fa per dire!) di Di Liberto che, venuto in Sicilia e non ancora pago di avere fregato a Marinello il posto di deputato, aveva annunciato l'emendamento al decreto fiscale, con il quale si sarebbe provveduto allo "scioglimento" della Società dello Stretto. Si sarebbe così dovuto pagare 500 milioni di euro all'Impregilo, a titolo di penale, e si sarebbe pure fatto "un favore" a Francantonio Genovese, socio della Caronte, che gestisce le "carrette" private in quel braccio di mare. La notizia aveva soltanto allarmato i soliti. rompiscatole dell'MpA di Lombardo e allertato il.vituperato Presidente Cuffaro. Per il resto. tutti zitti! E mosca! Lo scioglimento della Società dello Stretto avrebbe significato il definitivo e "perenne" rifiuto del Ponte, la riduzione in cenere del progetto di massima e la severa. punizione di Prodi e dell'estrema sinistra nei confronti di una regione, i cui abitanti sono tanto "buzzurri ed ignoranti" da votare per il centrodestra. Con questi nobili sentimenti, la maggioranza di Governo si è apprestata a fare l'ennesimo regalo alla Sicilia!! Al Senato, però, le cose sono andate diversamente. Perché Di Pietro e i Senatori di Italia dei Valori, tutti tranne "l'acida" moglie di Dario Fo, hanno votato contro lo scioglimento, in uno con i Senatori di Rinnovamento liberale di Dini e, naturalmente, l'opposizione. E la ciambella è risultata cieca! Giustamente, il Senatore Giovanni Pistorio, dell'MpA, ha rivendicato la paternità di una battaglia, nel nome del buonsenso, della coerenza e dell'onestà politica. E Sicilia Domani, in questa occasione, esalta i valori dell'autonomia ed esprime la propria riconoscenza a Pistorio ed ai Senatori di Di Pietro e di Dini, che hanno sventato, con il loro gesto, un vile e proditorio attacco ad una Regione, la Sicilia, che rappresenta una insostituibile risorsa per tutto il Paese.

G8,bocciata commissione d'inchiesta

Camera,Idv e Udeur votano con la Cdl

La proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sul G8 di Genova è stata bocciata in prima commissione della Camera. Con 22 voti contrari e 22 voti favorevoli la commissione non è riuscita ad affidare il mandato al relatore a riferire in aula. La Cdl, accorsa in massa a votare, ha salutato il risultato con un lungo applauso. Con l'opposizione hanno votato anche Idv e Udeur.

Nuova bufera nella maggioranza. Questa volta a non essere approvata alla Camera in sede di prima commissione, è stata la proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta sul G8 di Genova. La sinistra radicale insorge. "Un atto gravissimo, preferiscono insabbiare", dice Paolo Ferrero di Rc; secondo Paolo Cento deri Verdi, "dipietristi e mastelliani sono colpevoli di aver sabotato il programma dell'Unione".

Il ministro Mastella ironizza e commenta: "La commissione? Nel programma non l'ho vista". Caustico Di Pietro dell'Idv: "Volevano indagare solo sulla polizia, una giustizia a metà. Noi vogliamo una commissione che indaghi sia sui manifestanti che sugli abusi delle forze dell'ordine".

Positive, come era lecito supporre, le reazioni della Cdl. Maurizio Gasparri di An: "E' stata cancellata una irresponsabile iniziativa della sinistra per mettere sotto processo in Parlamento le forze dll'ordine. An si è impegnata particolarmente contro questa sciagurata ipotesi che dimostra come la sinistra non abbia a cuore la sicurezza, ma la difesa dei centri sociali e di altri gruppi di violenti.

Nonostante i tentativi di fare imbrogli durante le votazioni in commissione, la sinistra è stata sconfitta. I violenti del G8 vanno ricercati tra i gruppi di estremisti, non tra chi indossa la divisa".


La ninna nanna de la guerra

Questa poesia di Trilussa, da cui Baglioni ha tratto una canzone, vale sempre la pena di ricordarsela.

Attualissima. È datata 1914.

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna :
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
Che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
Che se regge co’ le zeppe,
co’ le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili…

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.

Fa’ la ninna, cocco bello,
finché dura ‘sto macello:
fa’ la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So’ cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe’ quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

lunedì 29 ottobre 2007





BONDI: Noi interlocutori credibili dei cattolici

"Un uomo onesto politicamente e intellettualmente come Gerardo Bianco, verso il quale nutro una sincera e profonda ammirazione, ha ammesso (in una intervista rilasciata oggi al Quotidiano nazionale) che con il Partito democratico era inevitabile l’emarginazione dei cattolici e dei loro valori. È proprio cosi’, e noi di Forza Italia ci proponiamo di diventare sempre di piu’ interlocutori credibili di tutti quei cattolici che non intendono rinunciare a esercitare un ruolo nell’ambito politico al servizio del bene comune". Lo ha affermato Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia.

domenica 28 ottobre 2007

DAL BRODINO ALLA BRODAGLIA

Di un traballante governo dc si disse che
era come il top di un bikini indossato da
una formosa ragazza: tutti si chiedevano
come facesse a stare su e tutti speravano che venisse
giù. Si potrebbe dire lo stesso di Prodi&co
se nel frattempo non si fosse diffuso il topless. Il
decreto collegato alla finanziaria è passato smentendo
le previsioni della vigilia. Così come sono
passate in cavalleria tante altre questioni che
sembravano esiziali per l’inquilino di Palazzo
Chigi. Brodino dopo brodino, il malato ha superato
le crisi senza spirare. Come mai? Ci aiutiamo
con una citazione di Jacques Bainville: “La
politica consiste essenzialmente nel prevedere.
L’esperienza è la sola tecnicità possibile della politica.
Non esiste una nuova politica. C’è la politica
e basta, fondata sull’esperienza storica, sulla
conoscenza degli uomini e dei popoli”. In parole
povere: Prodi conosce i suoi polli ed ha l’esperienza
sufficiente a tenere la barca a galla.
Non sono molti attualmente i politici in grado
di vantare la tecnicità prodista. E tocca aspettare
il “nuovo che avanza”. Oggi Veltroni sarà ufficialmente
investito della leadership del Pd. L’attesa
per quello che dirà (soprattutto sulla legge
elettorale) è grande. Al momento la parola d’ordine
è: silenzio, parla Walter. Probabilmente da
domani altre onde si abbatteranno sulla barca
governativa aggravando la già difficile situazione.
Le scommesse sono sul classico panettone:
chi lo mangerà a Natale? Nessuno, però, si azzarda
a fare previsioni. La confusione è grande ma
siamo sicuri che è anarchica? In occasione della
visita del Re sulla nave ammiraglia della flotta
borbonica, fu emanato un ordine di servizio che
prescriveva ai marinai che stavano a poppa di
correre a prua, a quelli sulla tolda di arrampicarsi
sulle sartie ed agli altri si scendere velocemente
dalle sartie. Il documento era intitolato “Facìte
ammuìna”. L’ammuìna (la confusione; per chi
non ha dimestichezza con la lingua napoletana)
era segno di attività dall’esterno vista come caotica
ma era il frutto di una tattica stabilita con sapiente
furbizia. E torniamo alla definizione di
Bainville laddove parla di “conoscenza degli uomini”.
Se succede che un Di Pietro o un Mastella
oppure un Ferrero facciano la faccia feroce (altro
proclama borbonico), chi li conosce trova il
modo di ricomporre. Se accade che un magistrato
indaghi sul premier e dintorni, scatta il “facìte
ammuina”: così fra una travagliata marmellata,
una sceneggiata che mischia Falcone, P2,
massoneria sanmarinese e ‘ndrangheta, e la regia
di showmen abili scalatori appoggiati da opinionisti
a gettoni, la brodaglia è servita.

NON CREDO OCCORRA COMMENTO

Rihanna un seno a prova di gravità

Anche la cantante tra senza-reggiseno

Una new entry tra le star contro il reggiseno: dopo Victoria Beckham,Sharon Stone e Lindsay Lohan ecco che si aggrega anche la giovanissima Rihanna. La cantante è stata immortalata in un sexy abitino color prugna con una scollatura vertiginosa che non lascia dubbi sulla tenuta del suo décolleté. Così sodo e ben fatto che Rihanna non ha nulla da temere, nonostante tenga sotto controllo la situazione.

Per la a cantante balzata in testa alle classifiche con Umbrella sembra davvero un momento d'oro.



Il Ponte dei desideri, eccolo qua
Bocciato l'emendamento che proponeva lo scioglimento della Stretto di Messina spa

Il capitombolo del governo sul Ponte sullo Stretto di Messina è una vittoria del Movimento per l'Autonomia e una sconfitta della sinistra radicale e ideologica.


L'emendamento che avrebbe portato alla soppressione della società Ponte sullo Stretto, con conseguente inutile esborso per l'erario di oltre cinquecento milioni di euro, è stato bocciato. Il ministro Di Pietro si è sottratto all'abbraccio mortale dell'estrema sinistra psuedoambientalista e la Lega ha votato a favore dell'opera. Questi sono i fatti concreti della vicenda Ponte sullo Stretto, la cui realizzazione sembra finalmente tornare possibile: diciamolo con franchezza, è una vittoria del Movimento per l'Autonomia, che con la sua deputazione al Parlamento nazionale e il suo leader Raffaele Lombardo non hanno mollato la presa sul governo e la maggioranza, decisi più che mai ad affossare il Ponte per ragioni ideologiche, e non certo per dare alla Sicilia e alla Calabria altri fondi di cui non si ha traccia. Un successo che accresce l'imbarazzo di parlamentari siciliani della maggioranza che per non perdere ancora la faccia con la loro gente e la loro terra, sono stati costretti alla fuga o alla presa di distanza dal governo.
"Il Ministro Di Pietro -ha commentato Raffaele Lombardo- si è staccato dalla sinistra tutt'altro che ambientalista, che non contrasta i petrolieri e gli inquinatori e che esprime il ministro Pecoraro. Un ministro dell'Ambiente che non spende una parola e non prende posizione sull'uso del pet coke in Sicilia, né sui danni alla salute e all'ambiente prodotti dalle raffinerie".
Il leader del Mpa ha osserva inoltre che "la Lega Nord, fatto inimmaginabile prima dell'alleanza alle elezioni politiche con il Mpa, ha votato a favore del Ponte".
Per Lombardo, nel voto a Palazzo Madama, "é stata fondamentale la presenza in aula di un senatore del Mpa, Giovanni Pistorio, che ha sensibilizzato l'assemblea e al di là della logica degli schieramenti si è battuto, dialogando con tutti, a favore della Sicilia e del Mezzogiorno". "Facile immaginare - rileva il leader del Mpa - cosa accadrebbe se ci fosse una folta pattuglia di senatori autonomisti, cambierebbe le sorti della Sicilia e di tutto il Sud".
Lombardo infine ha auspicato che "ci sia presto un governo in cui la sinistra non sia ancora determinante come lo è stata fin ad ora, così che finalmente i lavori del Ponte possano avere inizio".

sabato 27 ottobre 2007





Montezemolo:Paese non e' governato

"No a leader Brambilla o Grillo"

"Questo governo non è in grado neanche di tagliare le cravatte di due centimetri. Non è in grado di tagliare nulla. C'è bisogno che il governo governi, che prenda delle decisioni. Questo Paese non è governato da 12 anni". E' l'allarme lanciato dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo che ha aggiunto:"Non sono contento di un Paese che vede il suo futuro di laedership con Brambilla o Grillo". La replica di Prodi: "Parole insensate".

Per il presidente degli industriali, che si dice stanco di aspettare ancora la modernizzazione e la sburocratizzazione del Paese ("mio nonno sperava in una nuova Salerno-Reggio Calabria. Mi chiedo se i miei nipoti la vedranno mai") l'Italia ha assoluto bisogno di "un governo che governi, che prenda delle decisioni, qualsiasi esse siano". Poi Montezemolo allarga il suo giudizio anche sui precedenti esecutivi tornando indietro di ben dodici anni. Quindi Silvio Berlusconi e prima di lui Massimo D'Alema e ancora Romano Prodi. "Il Paese non è governato. Da dodici anni è impossibile prendere decisioni di fondo". Lo sguardo di Montezemolo è però rivolto anche al futuro: "In questo paese dal 2004 c'è una campagna elettorale continua e ora siamo in piena campagna elettorale: vorrei chiedere con rispetto all'opposizione che ci dica, invece di soli annunci e proteste e dopo cinque anni di governo, cosa intende fare per il futuro del Paese".

''Abbiamo bisogno di una politica forte - ha continuato il numero uno di Confindustria - autorevole, in grado di pensare al futuro del paese, non solo alle elezioni del prossimo mese, come se fosse un modo per risolvere i problemi''. Luca Cordero di Montezemolo detta quindi la sua ricetta per la legge elettorale su tre obiettivi: avere una legge che consenta di ''scegliere chi mandare in Parlamento, perché le liste precotte sono un'umiliazione per i cittadini, di ottenere governabilità e di valorizzare le coalizioni, perché possano avere un minimo di coesione''.


I NEMICI DEL PROF FANNO I TURNI PER LA FRONDA INTERNA
una armata brancaleone che non riesce a decidere ne governare


Una maggioranza pericolante, rende gli alleati pericolosi. E così Romano Prodi, adesso si ritrova il «nemico» in casa, nell’emiciclo del Senato. Solo che non è uno solo, ma una galassia di gruppuscoli che si differenziano a turno, secondo il meccanismo della «defezione a rotazione».
Per esempio: «Da oggi ho le mani libere!», afferma con una dose di carattere e spavalderia Lamberto Dini, leader di un drappello di senatori, «i liberaldemocratici» raccolti intorno a lui. Che poi sono tre. Come tre sono i mastelliani. Come tre sono quelli della Svp. E come tre sono i senatori che seguono Willer Bordon (Roberto Manzione e l’ex pidicino Fernando Rossi). Non sempre sono gli stessi tre che mancano, ma in ogni voto al Senato, ormai, ne manca almeno un gruppo di tre, e per il Professore non è certo una bella cosa. Sono accadute anche cose fantastiche, come la meravigliosa trovata mastelliana di abbandonare i lavori. Un giorno Clemente è entrato in Aula dicendo ai giornalisti: «Ce ne andiamo, il gruppo se ne va». Poi però ha detto a uno degli altri due udeurrini: «Tu resta in Aula a controllare la situazione». Così, mentre lui e Nuccio Cusumano uscivano, il senatore Barbato non si muoveva. Solo Mastella, poteva conquistare titoli come «Il gruppo dell’Udeur lascia l’Aula» (amplificato dai quotidiani e dalle agenzie con un danno di immagine aggiuntivo) semplicemente andandosi a prendere un caffè con un collega.
Ma in realtà, è proprio questo meccanismo di defezione a rotazione che ha messo in crisi il sistema difensivo dell’Unione a Palazzo Madama, le prostate di ferro, il pugno duro con cui Anna Finocchiaro ha limitato al massimo le defezioni. Anche perché poi, ai terzetti dissidenti, si aggiungono anche «gli uno» che mancano ogni tanto: una volta manca Giulio Andreotti (e l’altra invece c’è), un’altra volta non c’è l’ex Rifondatore Fosco Giannini (giovedì rischiava di abbandonare i lavori per protesta contro un servizio sulla rivoluzione d’Ottobre del Tg2!), una volta può mancare uno dei senatori a vita, prima o poi mancherà Franca Rame, che da mesi esterna il suo crescente disagio e pre-annuncia le sue dimissioni dal Senato.


Sme, Berlusconi è innocente i giudici un po' meno: assolto dopo 12 anni

La Cassazione conferma l’assoluzione: il Cavaliere non ha mai corrotto i giudici contro De Benedetti. Il leader dell Cdl soddisfatto: "Mi è tornata la fiducia verso i giudici che non fanno politica". Dal teste Ariosto al caso Fininvest: così è crollato il teorema dei pm



Solidarietà, sì, al ministro Clemente Mastella. Però, «dovrebbe dimettersi», tuona Michele Santoro il Conduttore. «Gli attacchi di certi politici sono più pericolosi delle pallottole», attacca il gip Clementina Forleo, che poi denuncia di avere ricevuto pressioni «da colleghi e rappresentanti delle forze dell'ordine».

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO


Mi chiamo Federica D'Arienzo, ho 33 anni e per 4, fino al 30 settembre ho lavorato nella famosissima «Atesia», l'azienda di cui - nella puntata di Ballarò dello scorso 23 ottobre - l'onorevole Diliberto ha enfatizzato la stabilizzazione dei lavoratori. Come mai però non viene mai detto che si tratta di una finta stabilizzazione? Come mai io dopo 4 anni di lavoro 6 giorni su 7 con turno dalle ore 20.00-02.00, sono stata costretta ad andare via proprio quando mi proponevano questo bellissimo contratto a tempo indeterminato? Come mai l'onorevole Diliberto e i sindacati non hanno detto quale è stato il prezzo che hanno dovuto pagare i lavoratori di «Atesia»? Sia coloro che sono stati assunti che quelli che sono stati costretti ad andarsene?
Il nostro turno di lavoro era di 6 ore ed è stato ridotto a 4, i giorni lavorativi erano 6 e sono stati ridotti a 5, da 36 ore settimanali a 20 ore settimanali, da un turno fisso a delle turnazioni massacranti che ci impediscono di poter fare un altro lavoro a meno che non sia nelle vicinanze di «Atesia», da uno stipendio di 1000-1200 euro a uno stipendio di 550 euro! Vi rendete conto? 550 euro! Come si può chiedere a una persona che è già povera con 1000 euro di guadagnarne la metà? Come si può costringere una persona che per anni ha dato la propria professionalità a firmare un «verbale di conciliazione», ossia una «liberatoria», nella quale si rinunciava agli anni di lavoro precedentemente prestato in azienda, ai contributi mai versati da «Atesia», alle ferie non godute, alla maternità non goduta, alla malattia non goduta, rinunciare a ogni eventuale richiesta da parte del lavoratore nei confronti dell'azienda?
Io sono stata costretta a non accettare il contratto a tempo indeterminato perché non posso vivere con 550 euro al mese, ne spendo 250 per recarmi tutti i giorni da dove abito (Fiumicino) fino in «Atesia» (Cinecittà) perché sono 86 km al giorno! Pago un mutuo per una casa che ho comprato quando un lavoro serio ce lo avevo, di 725 euro al mese!
Fate due conti 725+250= 975 euro! Dove li trovo gli altri 425 per il mutuo se con le turnazioni che ci hanno dato non posso fare un altro lavoro? E non ci ho messo il costo delle bollette e della spesa per poter mangiare!Sapete che lavoro sto facendo ora? La prostituta per poter pagare il mutuo! Ma questo i sindacati e Diliberto lo sanno? Se non lo sanno fateglielo sapere.
Federica D.

Storie ordinarie nell'Italia di oggi

venerdì 26 ottobre 2007




SMETTETELA

Ieri è successo di tutto e solo all'idea di ricostruire i fatti mi deprimo. Temo una vostra reazione di disgusto e che gettiate il giornale nel cestino della cartaccia. Cari amici, non è colpa di Libero se la politica è a questo punto. D'altronde è giusto siate informati. Ricorriamo a un compromesso: cercherò di limitarmi all'essenza. In cambio, vi chiedo di resistere. Il governo è andato sotto a ripetizione. Prodi non ce la fa più a tenere unite le file. Oddio, è da tanto tempo che naviga a vista urtando uno scoglio dopo l'altro. Ma adesso la situazione è talmente grave da rasentare la comicità. Il Professore in certi momenti pare essere in procinto di buttarsi dal balcone per farla finita; e non sarebbe uno spettacolo da perdere. Però quando è esausto e la sua espressione manifesta sintomi d'impaz zimento, all'improv viso, non si capisce perché, Romano beve un bicchiere d'acqua - chissà cosa c'è dentro - e rientra in sé. Ritrova la calma e ricomincia lo slalom fra gli scogli. Se non mi fosse antipatico, giuro avrei per lui molta ammirazione.


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato."

Anonimo



OCCORRE STACCARE LA SPINA AD UN GOVERNO SENZA VERGOGNA

Continua l'agonia di un Governo senza vergogna. Che galleggia, inchiodato com'è dalla sfiducia di otto italiani su dieci, dal disprezzo dei maggiori Paesi europei, dai moniti, sempre più stretti, del Fondo Monetario Internazionale, del Commissario UE, della Corte dei Conti italiana, del Governatore della Banca d'Italia e dei maggiori economisti. Con disperata ostinazione, ignorando i chiari segnali, che provengono da tutte le parti del Paese, il Premier resta attaccato ad una poltrona, che sa di non più meritare. Aveva promesso. la felicità, e ci ha regalato povertà ed immobilismo, tasse a gogò, discriminazioni e vendette. La Sicilia ne è vittima incolpevole, il Sud è abbandonato e tradito. Per sopravvivere si è consegnato, da "cattolico adulto", ai comunisti più arrabbiati e protervi. Ed ha fatto dipendere le sorti di un popolo, dai ricatti e le pretese di sparute minoranze di estremisti senza scrupoli. Che hanno realizzato un gioco perverso: quello di governare il Paese con i propri Ministri, e di protestare in piazza con i propri aderenti contro lo stesso Governo di cui sono parte. Ponendo in essere una commedia o, se si vuole, una farsa, indegna di un Paese civile e democratico. Questa è l'Italia del 2007. Un Paese, funestato da un piccolo, ma pericoloso, esercito di nani e di ballerine. Pronto a tutto, pur di conservare un potere fine a se stesso, di occupare le Istituzioni, di vessare i cittadini, di gestire e "dominare" ogni cosa, finalizzandola alle proprie personali ambizioni. E' questo il "fardello" di cui si dovrà liberare, al più presto, il popolo italiano. Scaricando un Governo che è una vera e propria "iattura"! Usiamo un eufemismo per non ripetere il testo del cartello di Carla, precaria di Cava dei Tirreni, al corteo di sabato 20 u.s., che così recitava: "Questo è un governo di merda, ma è il nostro governo".
Vito Scalia

OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA

Failla vs. Commercianti

Stiamo assistendo alla querelle quotidiana tra i commercianti di corso Italia e Failla Sindaco di Paternò. Ma cosa vogliono questi commercianti, hanno votato Failla, che se lo tengano. Sapevano benissimo che le promesse elettorali nn le aveva mantenute prima, immaginate se le manteneva adesso che è al secondo ed ultimo mandato elettorale. Tanto nn deve più essere votato.
Fai bene Failla!!! Ha torto solo chi si fa prendere per il culo.

Finanziaria: Pistorio (Mpa), Presto Torneremo al Governo

(ANSA) - CATANIA, 25 OTT - "Con la società Ponte sullo Stretto restano in piedi anche i contratti stipulati, per questo quando presto torneremo al governo basterà semplicemente rifinanziare l'opera per realizzarla". Lo afferma il senatore del Movimento per l'autonomia, Giovanni Pistorio, commentando il voto a Palazzo Madama sulla Finanziaria.

L'esponente del Mpa sottolinea "l'importante spaccatura che si è aperta nella maggioranza che ha costretto il governo a prendere atto della volontà della maggioranza del parlamento".

"La verità - conclude il senatore Pistorio - è che molti sia nella maggioranza sia nel governo vivono con fastidio questa imposizione ideologica e prevaricatrice della sinistra radicale. E questo è l'ennesimo importante segnale della grave crisi strutturale del governo".


Allora Beppe Grillo. In passato hai scritto tante cose negative sul ponte sullo stretto.

Per coerenza parlaci del voto di oggi del partito Italia dei Valori del tuo amico Di Pietro, del quale faceva parte il famigerato sen. De Gregorio...
Attendiamo con ansia. Non avere paura dell'impopolarità..................... e non fare il demagogo solo quanto ti conviene.

giovedì 25 ottobre 2007

Il pieno appoggio del governo all'operato di Mastella dimostra che molti politici all'interno della maggioranza hanno interesse a che l'indagine "Why not" venga insabbiata.
In questi giorni si sta svelando la vera natura della sinistra italiana.
Dobbiamo ribellarci ai loro furti ai loro soprusi e a alle loro prepotenze.

SìGlobal

Sì Global Commentatore certificato 25.10.07 23:50 |


LAURA ANTONELLI ASSOLTA DALL'ACCUSA DI SPACCIO DI DROGA E´STATA RISARCITA DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA CON LA SOMMA DI 108 MILA EURO

I MAGISTRATI CHE HANNO SBAGLIATO A GIUDICARE DEVONO PAGARE DI TASCA PROPRIA E NON SCARICARE SUI CITTADINI I LORO ERRORI

ANCHE LORO, COME TUTTI I COMUNI MORTALI DEVONO ASSUMERE LA RESPONSABILITÁ CIVILE DEI LORO ERRORI

ALTRIMENTI ANCHE LORO SONO "CASTA" !!!!

SPADA DI DAMOCLE 25.10.07 23:51 |

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato che l' inchiesta Why Not deve andare avanti. Romano Prodi, presidente del Consiglio indagato, ha dato piena fiducia alla magistratura e elogiato Mastella.
Le rassicurazioni e gli attestati di fiducia stanno dando un nuovo impulso all’ex inchiesta di De Magistris.
In pochi giorni sono stati fatti enormi passi avanti:
- il 23/10 è stata fermata la perquisizione da parte dei Carabinieri della sede romana del Il Campanile dell’UDEUR. Il giornale di Mastella secondo l'accusa "sarebbe uno dei crocevia di truffe e finanziamenti illeciti a favore del’UDEUR" (Corriere della Sera 24/10/2007) e solo oggi la polizia giudiziaria si è presentata per chiedere l'elenco dei fornitori
- il 22/10 è saltato l’interrogatorio del supertestimone Giuseppe Tursi Prato, ex assessore socialista in carcere per concussione (che ha fornito informazioni su Mastella, Prodi e altri) e che non vuole più parlare (lo capisco)
- Caterina Merante, la testimone chiave dell’inchiesta, e la sua famiglia, sono sottoposte a continue minacce.
Gli atti dell’inchiesta “Why Not” sono stati prelevati dalla cassaforte della Procura di Catanzaro, trasferiti a Roma su un furgone. Il tribunale dei Ministri dovrà leggerli e valutarli. Dopo le leggi ad hoc anche i tribunali ad hoc. Bisogna ammetterlo sono dei grandi. Non bastava il trasferimento e l’avocazione. Per sicurezza meglio aggiungerci anche il tribunale.
Mastella ha dichiarato prima di ottenere la fiducia di Prodi in Consiglio dei ministri: “Voglio proprio vedere come fa Prodi ad accettare le mie dimissioni. Un minuto dopo dovrebbe dimettersi anche lui, dal momento che è indagato come me dalla Procura di Catanzaro...” (Corriere della Sera 24/10/2007).
L’uomo è un mito. Ha polverizzato tutti i suoi cloni on line con un comunicato stampa ufficiale del Ministero della Giustizia:
“Di Pietro attapirato: l’usciere di via Arenula conferma che è ignorante” L’usciere di via Arenula, dopo le dichiarazioni del ministro Di Pietro a Striscia la Notizia, conferma che l'ex Pm di manipulite "è ignorante e attapirato, e che non conosce il diritto..."
Il comunicato è stato rimosso nottetempo.
Nessun ministro della Giustizia era mai riuscito a tanto. La satira gli fa un baffo. I cloni del suo blog sono fuori gioco per sempre. Grande Mastella, come te non c’è nessuno. Verso l'infinito e oltre.

sabato 20 ottobre 2007

MORTADELLA IL BOLSCEVICOIl Governo Prodi tenta di imbavagliare la stampa internet. Varato un disegno di legge per regolamentare rigidamente l’informazione online.attraverso il Roc ( Registro operatori di comunicazione).Alle proteste di Beppe Grillo per l’iniziativa parlamentare del centrosinistra,ha risposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Franco Levi,promotore.Riportiamo la nota del sottosegretario con la quale tenta di tranquillizzare Grillo e tutti gli operatori del settore.Intanto una vasta campagna di mobilitazone, contro questo disegno di legge, è già partita. Da ieri è in corso a Sansepolcro,l’assemblea nazionale Anso,Associazione nazionale stampa online,per mandare al Governo un messaggio estremamente chiaro e significativo in difesa della libera,democratica informazione che internet garantisce ai cittadini del Mondo.Nessun vincolo, che ne limiti ruolo e libertà di pensiero,nel rispetto delle regole fin qui seguite,può essere tollerato, sarebbe tipico di un regime politico totalitario.Ai tantissimi guai del governo Prodi,anche il malcontento della stampa online poteva essere evitato. AcEcco la letteraCaro Grillo, ho letto il suo commento al disegno di legge di riforma dell’editoria appena approvato dal governo e vorrei tranquillizzare lei, i lettori del suo blog e, più in generale, il “popolo di Internet”.Con il provvedimento che tra pochi giorni inizierà il suo cammino in Parlamento non intendiamo in alcun modo né “tappare la bocca a Internet” né provocare “la fine della Rete”. Non ne abbiamo il potere e, soprattutto, non ne abbiamo l’intenzione. Ciò che ci proponiamo è semplicemente di promuovere la riforma di un settore, quello, per l’appunto dell’editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti, che è regolato da norme che si sono succedute in modo disordinato nel corso degli anni e che corrispondono ormai con grande fatica ad una realtà profondamente cambiata sotto la spinta delle innovazioni della tecnologia. Non abbiamo lavorato nel chiuso delle nostre stanze. Abbiamo pubblicato uno schema di legge e un questionario sul nostro sito internet, abbiamo ascoltato e incontrato tutti gli operatori del settore (gli editori grandi e piccoli, i giornalisti, gli specialisti della pubblicità, i distributori, gli edicolanti, i librai), ci siamo fatti aiutare da esperti dell’economia e del diritto.l risultato del nostro lavoro, il disegno di legge approvato dal governo, è leggibile sul nostro sito(http://www.governo.it/Presidenza/DIE/index.html) dove pure si possono trovare in totale trasparenza tutti gli elementi e i dettagli dell’intervento pubblico a favore dell’editoria. Ci siamo mossi avendo un punto di riferimento preciso e impegnativo: la tutela e la promozione del pluralismo dell’informazione. Un principio affermato con chiarezza dalla Costituzione e che nell’articolo numero 1 del nostro disegno di legge abbiamo definito come “libertà di informare e diritto ad essere informati”.
Un anno fa avevamo pubblicato questo articolo, preve3dendo ciò che saerebbe successo al Consiglio Comunaledi Paternò. A seguitodiquesti fatti gravissimi per la sopravvivenza della democrazia, non è successo nulla. I reati sono documentali, non opinabili, ma le autorità stanno a guardare. Oggi qualcuno tenta di nuovo a rilanciare le proposte delittuose di gestione malsana del territorio, riproponendo l'improponibile. Cosa accadrà???
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Tanto clamore.Mi riferiscono che alcuni consiglieri comunali si son sentiti solleticati dall’articolo pubblicato circa un mese addietro, per il dispregio mostrato nei loro confronti.Se così fosse, vorrebbe dire che le cose scritte non risultino vere.Invece no. Vi assicuro che trenta giorni fa ciò che avevamo previsto, regolarmente si è verificato.Puntualmente i lavori del consiglio comunale (si continuo a scriverlo minuscolo, perché meno minuscolo di così non si può) sono andati avanti come in un copione già tracciato.Anzi non potevamo prevedere che andassero peggio di come la “palla di vetro” ci aveva fatto vedere.Peggio di come ci aspettavamo. Si.Abbiamo assistito, in una prima riunione consiliare, ad un rinvio “scientifico” a data successiva.I presenti erano 20 e con 9 voti a favore, 7 contrari e 4 astenuti, il presidente del consesso civico dà per approvata la proposta di rinvio.Si rammenda solamente che una proposta per essere accettata deve raccogliere la metà più un voto dei presenti.E se gli astenuti non sono stati considerati presenti, come farebbero quest’ultimi ad esprimere una loro intenzione di voto se non ci sono? Che ridere.Ma al di là dell’ovvietà di questo assunto occorrerebbe che colui il quale è preposto a guidare un organo istituzionale ( il presidente in questo caso) abbia alcune rudimentali informazioni, non dico della giurisprudenza, non dico dei cavilli dell’Ordinamento degli Enti Locali della Regione Siciliana, ma quanto meno del Regolamento dei Lavori del Consiglio che lui stesso ha approvato. Viene facile a leggere anche per chi non è avvezzo a farlo.Una farsa.Ma a questo punto ci chiediamo: una proclamazione che attesta falsamente l’esito del voto che conseguenze ha?E’ un abuso, ovvero falso in atto pubblico?O tuttedue?E se il rinvio è fato data successiva, rende valida quella riunione (del 2 novembre c.a.), stabilita su un presupposto falso?Non faccio l’azzeccagarbugli, non ne capisco nulla, ma con pochissimo ragionamento e molto buonsenso, anche dei incolti avrebbero senza alcun dubbio riflettuto sull’illogicità degli atti.E conseguentemente corretto il tiro.In ogni caso il 2 di novembre la riunione si è tenuta lo stesso, che sia valida o meno questo lo sapremo in seguito al controllo degli organi di vigilanza sollecitati da alcuni consiglieri, e con nostra meraviglia (perché neppure la palla di vetro, che ci suggerisce gli avvenimenti futuri, ha potuto fantasticare così tanto) in quella sede il consiglio boccia uno dei due celeberrimi piani di lottizzazione per il quale vi era il parere tecnico favorevole perché conforme al piano regolatore ed approva, invece, un piano integrato di costruzione ( questo lo avevamo previsto un mese fa) con parere tecnico contrario perché progettato in zona agricola.Ed ancora più stupore ci suscita come l’approvazione formale della delibera avviene con un emendamento alla proposta redatta dall’ufficio, a firma di alcuni consiglieri, cassando la parola “respingere “ e cambiandola con quella “approvare”.Ma si sono accorti i consiglieri che hanno votato a favore, che nella parte motiva dell’atto, dove vi è tutto il ragionamento per cui si arriva alla decisione finale del voto, sono rimaste le motivazioni per cui si doveva procedere alla bocciatura?Quindi un atto illustra compiutamente tutte le ragioni della bocciatura, mentre poi viene approvato disattendendo tutte le premesse. Delibera in cui non è prevista la variante al piano regolatore, ené poteva essere prevista, se la proposta l’ufficio l’aveva preparata per essere respinta.Non occorreva.Non si è avuto l’acume, non dico di rileggere e collazionare il tutto, ma neppure di guardarla la proposta.Ora, ammesso che la deliberazione sia corretta (???) in ogni caso dovrà essere riesaminata per quanto concerne la variante al piano regolatore.Che scienziati. Un grande guaio. Un casino. Tutto fatto male. Razionalmente, legalmente, amministrativamente.Che fine farà? Certo io starei attento prima di darne esecuzione.Bene fa l’amministrazione a proporre ricorso al TAR, così come annunciato sulla stampa per bocca dell’Assessore al ramo Ciancitto.Quindi il consiglio tutto da censurare e l’amministrazione tutta da approvare?Assolutamente no.Ci giunge voce che in una riunione la giunta ha stornato, ci dicono 80.000 euro (più o meno) dal capitolo ricovero anziani a quello di spettacoli per anziani.Su questo non occorre neanche un commento. La notizia si commenta da se.Ed anche se volessimo commentarla lo spazio non ce lo fa passare.Avremmo modo di tornarci, comunque.A meno che non ci diano lumi per quale ragione socialmente corretta sia stato compiuto quest’atto.E statene certi, la sinistra tanto sensibile ai problemi delle classi deboli, non fiata, anche se ne è a conoscenza . Collusa? Vorremmo saperlo.Ma dopo tutto questo che abbiamo brevemente raccontato (spero sia stato chiaro a tutti), giorni fa abbiamo assistito ad una penosa pantomima di tre consiglieri comunali che in maniera oscena raccontavano come Paternò sia il paese di bengodi, dove tutto funziona alla perfezione.Dove il consiglio comunale ha lavorato tanto e bene.Dove questa coalizione che regge il potere ha trasformato il volto della città e che ancora sta operando in tal senso.FERMATEVI !!! Per cortesia, non fate più nulla e forse la Città sopravviverà.Non siate più osceni. Ma mi rendo conto che più di così è difficile esserlo.Ormai tutti sanno leggere i fatti e riescono a decodificare.Non riuscite ad imbrogliare più nessuno. Ritiratevi per la salvezza vostra e della Città.E se non vi piace colui che racconta i fatti che ognuno deve saper leggere e noi certamente li aiutiamo, non vi agitate troppo.Tanto, così come sempre, TUTTI i nodi verranno al pettine.Alla prossima scelleratezza da analizzare.S.:A.:S.:
Costi della politica. Una circolare della Regione Siciliana stabilisce che i compensi degli amministratori degli enti pubblici devono essere ricondotti entro i limiti della L.R. 2/2007 sin dal 1° gennaio 2007.PALERMO - “I compensi degli amministratori delle società a totale partecipazione della Regione o degli enti pubblici regionali, fissati in misura superiore ai limiti introdotti con la L.r. 2/2007, debbono essere ricondotti entro questi limiti a partire dal primo gennaio 2007. Il mancato adeguamento dei compensi in questione con effetto dall’1/1/2007 rileva ai fini del danno erariale e delle relative responsabilità”. Lo stabilisce la circolare n. 12 del 10 ottobre scorso, firmata dall'assessore regionale al Bilancio Guido Lo Porto, circolare che contiene le disposizioni applicative dell'articolo 16 della finanziaria regionale 2007, riguardante “Norme in materia di compensi e composizione dei consigli di amministrazione di enti e società”. Disposizioni che si applicano anche alle società a partecipazione mista tra Regione ed altri soggetti, pubblici o privati, sempre che si tratti di partecipazioni di controllo, e sono “rispondenti all’intero impianto normativo di contenimento e razionalizzazione della spesa di tutta la legge finanziaria regionale”. La circolare inoltre individua come punti di riferimento univoci per tutte le società partecipate da soggetti regionali, il Comune di Palermo o la Provincia regionale di Palermo, sede governativa della Regione. “Per le società a totale partecipazione della Regione Siciliana e/o di enti pubblici regionali il compenso lordo annuale, omnicomprensivo, attribuito al presidente del consiglio di amministrazione non può essere superiore all'80 per cento dell’indennità spettante al Sindaco di Palermo o al Presidente della Provincia regionale di Palermo. Per quest'ultimo l’indennità mensile lorda in atto spettante è pari a euro 10.372,00”. Il compenso spettante ai componenti del consiglio di amministrazione delle stesse società non può invece essere superiore al 70 per cento delle indennità. I compensi lordi annuali, omnicomprensivi, attribuiti ai presidenti ed ai componenti del consiglio di amministrazione non possono superare i limiti indicati dalla normativa esaminata pur in presenza di eventuali deleghe. Nelle disposizioni, inoltre, si richiama la delibera della Giunta regionale n. 383 del 1 ottobre 2007, che ha previsto di mantenere i compensi spettanti agli amministratori delle società minori entro limiti ancora più bassi di quelli fissati dalla legge, prevedendo che i compensi degli amministratori delle società con capitale sociale inferiore ad euro 750.000 non possono superare i limiti di legge ulteriormente ridotti del 30%. Come faranno adesso quei Consilgeri che per assicurarsi uno stipendio mensile, e basta, (tanto neppure intervengono nelle discussioni) si sono candidati ? I conti non tornano più !!!GENTE INUTILE