martedì 23 febbraio 2010

Sicilia, Una Terra Da Spremere


Apprendiamo da SICILIAMEDIAWEB questa notizia:
Da ieri circa 30 mila lavoratori della Fiat Auto sono in cassa integrazione. La cig durerà due settimane. Fino al 7 marzo bloccato anche l'indotto della produzione di autovetture. La catena di montaggio ripartirà lunedì 8. Il provvedimento, quasi senza precedenti nella storia recente della Fiat, riguarda gli operai di Mirafiori, Cassino, Pomigliano, Melfi, la Sevel di Castel di Sangro e Termini Imerese.
Il 5 marzo, al Ministero delle Attività produttive, si scriverà l’ennesimo capitolo della vicenda che tocca proprio Termini Imerese. John Elkann intervenendo ieri ad una iniziativa in ricordo di Candido Cannavò, ad un anno della scomparsa, ha ribadito: “Su Termini Imerese abbiamo già detto tutto”. Parole che sono suonate come una smentita delle dichiarazioni del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che a Repubblica aveva detto “la Fiat ha già cambiato atteggiamento, ora e' più disponibile al dialogo”.
L'azienda si era già espressa il 26 gennaio, motivando la sua decisione con il calo degli ordinativi a inizio 2010 e la conseguente necessità di ridimensionare la produzione. Il calo sarebbe imputabile al mancato rinnovo degli eco-incentivi statali, una scelta confermata dall'esecutivo dopo il vertice spagnolo dei ministri europei dell'Industria, lo scorso 9 febbraio.
L'annuncio della cassa integrazione arrivò dopo la notizia che la Fiat avrebbe distribuito un dividendo, relativo al 2009, di 237 milioni di euro per gli azionisti. Ora la cig parte dopo che due giorni fa si è venuto a sapere che Sergio Machionne, Luca Cordero di Montezemolo, e Jonh Elkann, rispettivamente amministratore delegato, presidente e vicepresidente, guadagneranno complessivamente oltre dieci milioni di euro per aver raggiunto gli obiettivi di bilancio 2009. Rispetto allo scorso anno aumenteranno di un terzo i loro compensi, se l'assemblea degli azionisti del 26 marzo approverà. Insomma, la Fiat ci mette del suo per non farsi ben volere agli occhi dell'opinione pubblica.
Sono cifre inimmaginabili per chi, con una settimana di cassa integrazione vedrà il suo salario, già tra i più bassi d'Europa, assottigliarsi ulteriormente. 
Il dato che siamo colonia è certo e che le valutazioni sui problemi reali della nostra gente vengano prese con supponenza da questi giovani rampolli che nulla hanno fatto nella vita se non avere avuto la fortuna di ereditare il nome ed il patrimonio del più grande gruppo industriale e finanzario d'Italia, ci irrita sempre più ... ma non facciamo nulla.

Se il meridione in genere e la Sicilia in particolare viene vista come terra non Italiana che serve solo per il consumo ed anche ad attingere per 50 anni le provvidenze dello stato, attraverso i vari istituti che si sono susseguiti negli anni,  cassa per il mezzogiorno prima e insediamenti in zona ad obiettivo uno, dopo , ci porta sempre più a considerare la nostra isola "cosa diversa" rispetto all'Italia continentale che continua a fare gli interessi del nord ricco che ci ha invaso  e depauperato tutto. Nel 1861 le lire oro del Banco di Sicilia, adesso anche il Banco stesso, che per decisione unilaterale di Unicredito chiude e con esso chiude anche la sua gloriosa storia, ma di questo pochi se ne accorgono. E ci se ne accorge ancor meno delle conseguenze che tutto ciò possa avere.

Riportiamo alcune osservazioni di lettori attenti:

"CON L'ULTIMA PUNTATA SUL CREDITO IN SICILIA TERMINA UNA DELLE LUNGHE TRAGEDIE ECONOMICHE E SOCIALI DELLA SICILIA . CHIUSA LA CASSA DI RISPARMIO, CHIUSO IL BANCO DI SICILIA, AZZERATE LE BANCHE MINORI SICILIANE ACQUISITE DALLE BANCHE DEL NORD, ADESSO ANCOR DI PIU' LO SVILUPPO DELLA SICILIA DIPENDE DAI POTERI FORTI DELLA FINANZA DEL NORD, DAI BANCHIERI CHE PUNTANO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AL VALORE DEL CREDITO LEGATO ALL'INVESTIMENTO SICURO E GARANTITO. L'IMPRENDITORE SICILIANO PUO' STARE CERTO CHE I SUOI PROGETTI SARANNO FINANZIATI SOLO SE SONO SICURI E GARANTITI DAL CAPITALE DELL'IMPRENDITORE E NON TANTO SULLA BONTA' ECONOMICA E IL VALORE DELL'IDEA IMPRENDITORIALE FONTE DI SVILUPPO A MEDIO E LUNGO TERMINE. LA POLITICA,PURTROPPO SEMPRE PIU' LONTANA E SEMPRE PIU' MENO POLITICA A SERVIZIO DELLA SICILIA"


"Visto il ciarapame che ci circonda, lo stato che ci abbandona e tutto a seguire, precisando che noi siciliani abbiamo comunque moltissime colpe, mi date un buon motivo per festeggiare i 150 anni dell'Unità D'Italia?  Alla fine ....incomincio a pensare che sia meglio andare da soli che non essere legati all'Italia; alla fine o acceleriamo la nostra decadenza o forse riusciamo a rialzarci un poco visto che non dobbiamo attenderci  aiuti da nessuno".

E nessun ulteriore commento vogliamo fare, li lasciamo a voi.



domenica 21 febbraio 2010

Raffaele Lombardo e la sua politica visto da Adolfo Messina - intervista di Michele Santoro su OsservatorioSicilia




Politica e sicilianità. Il nostro giornale, sicilianista e “sui generis”, di norma non fa interviste a politici e personaggi vari, ma abbiamo voluto fare una eccezione e quindi abbiamo deciso di intervistare il nostro “collega” Adolfo Messina – ADOMEX, corsivista attento e acuto di politica e società, che però non dimentica la vasta esperienza ed il passato di politico di lungo corso in prima linea. L’epiteto “collega” tra virgolette, è giustificato dal fatto che lui si definisce più opinionista – polemista che giornalista.
Politico, burocrate, serio professionista e “giornalista”, ma profondamente siciliano, Messina le sue idee le esprime con chiarezza e senso di responsabilità anche a costo di andare contro corrente; ha ricoperto con la D.C., nel periodo politici definito impropriamente prima repubblica, tanti  incarichi pubblici e politici a livello provinciale, successivamente, con l’avvento della “secondo repubblica”, anche a livello nazionale, fino ad approdare alla corte del Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. Messina non nasconde la sua profonda amicizia con Lombardo che definisce “ “Un autentico amico da circa 40anni”  e aggiunge “iniziammo assieme e giovanissimi nel movimento giovanile DC, – afferma Adolfo Messina – col quale ho collaborato lealmente ed affettuosamente pur non appartenendo né alla stessa corrente democristiana prima, e nemmeno nello stesso partito dopo che la DC era scomparsa. Ognuno nei suoi ruoli e per gli incarichi ricoperti. Ma la stima, l’affetto  ed il “favor intelligentiae”  ha fatto si che la corrispondenza non si interrompesse mai.
Lo ritengo l’uomo della prospettiva, ha un passo in più rispetto a … tutti quelli che ho conosciuto, e ne ho conosciuto tantissimi”.  
D        Raffaele Lombardo ha più svolte giustificato la sua scelta di campo malgrado avesse solennemente affermato a Bari nel 2005 che non si sarebbe schierato né con la destra né con la sinistra. Smentendosi clamorosamente, ha fatto una scelta che l’ha portato alla presidenza ma i giochi di palazzo assecondati da Gianfranco Miccichè che non ha mai nascosto la sua voglia di presidenza, che lo vedono amoreggiare “politicamente” con il PD, fanno pensare ai cittadini che alla fine Lombardo non è meglio di quanti lo hanno preceduto.  Possibile aspettarsi qualcosa di buono per il futuro in questa situazione? 
R        “Ritengo che in politica una cosa importante è vincere e non tentare avventure velleitarie, per cui in un sistema elettorale maggioritario sarebbe da folli andare da soli. Lombardo che folle non è ha accettato la proposta del Centrodestra a candidarsi a Presidente della Regione Siciliana, esponendo un suo programma preciso intriso di riforme radicali, molti pensavano che fossero solamente dichiarazioni d’intendo, ma chi lo conosce bene avrebbe dovuto sapere che non lo erano affatto. Questo è stato il contratto coi siciliani, e la coalizione che lo sosteneva avrebbe dovuto realizzare tali propositi e non remare contro, alcuni,  per far rimanere le cose cristallizzate e mantenere i propri interessi. Avrebbe potuto  comodamente fare il Presidente come altri che lo avevano preceduto, al massimo girandosi dall’altro lato per non vedere. Invece no, ha scelto la via personalmente più scomoda ma quella che lo rende, proprio per questa sua dote, meglio di quanti lo hanno preceduto. Ecco perché,  se lo facessero lavorare con serenità,  la Sicilia avrebbe certamente dei vantaggi enormi e non solamente qualcosa di buono, come chiede lei”.   
D        All’ARS il PDL si è diviso ad opera di Miccichè, in periferia, vedi Marsala, di PDL ce ne sono almeno tre, il PDl dei lealisti, il PDl Sicilia che vede Giulia Adamo la principale condottiera, e il PPE per il PDL di Massimo Grillo … A Marsala l’unica cosa certa è che il PDl Sicilia è contro la giunta Carini, mentre all’ARS appoggia Lombardo.  Ma andando a ritroso nel tempo, su Ragusa News del 23/2/2008, : “Posso riferirvi (parlerebbe l’attuale ministro Prestigiacomo) che la lista (che avrebbe dovuto guidare Miccichè)  ha  l’obiettivo di mandare a casa l’establishment di Cuffaro e Lombardo. Li considera un peso per la Sicilia, di sicuro sono un peso per lui” . E’ sbocciato l’amore verso Lombardo oppure Miccichè, come pensano in molti, sta giocando una partita doppia per mandare a casa Lombardo ? 
R        “ Le cronache immediatamente precedente le elezioni regionali scorse hanno poi registrato una conferenza stampa congiunta Lombardo – Micciché, ove Gianfranco allora Presidente dell’ARS, annunciava l’apertura personale alla candidatura di Lombardo affermando  che avendo sentito le intenzioni programmatiche del candidato Presidente della Regione, si riteneva sicuro che lo stesso  avrebbe attuato quella rivoluzione politico-istituzionale in favore del popolo siciliano che era già nelle sue intenzioni, rompendo col passato intriso di cuffarismo.
Per quanto riguarda l’atteggiamento diversificato del PdL nel territorio, questo attiene alle diverse circostanze  locali, la politica è interpretata da uomini, non vi può essere un pensiero omologante globalmente  per tutti i casi particolari. Ma poi la fusione a freddo dettata dall’alto, senza democrazia né partecipazione, che ha partorito il PdL è innaturale, difficilmente metabolizzabile per uomini di buon senso, a parte i geneticamente servi,  è chiaro che poi nascano le discordanze. Non è un partito ma una accozzaglia propaggine di un solo uomo al comando. Bene fanno quelli del Gruppo Sicilia a pensare con la propria testa ed a governare il processo di cambiamento e delle riforme. Su chi poi possa essere il prossimo Presidente della Regione, non le sembra troppo presto per poterlo anche  immaginare?”. 
D        Prima delle elezioni europee, Lombardo durante il suo intervento nella trasmissione di Ballarò,  ebbe ad affermare : “se questa è la politica nazionale, io ex DC ho abbracciato la causa autonomista sto pensando di abbracciare la causa indipendentista … senza armi però”. A Tretis su la 7, dialogando, si fa per dire con Michele Placido, ha affermato che la classe politica è l’espressione della società e che questa classe politica non ha mai governato l’Italia e ha fatto il burattino negli interessi di (interrotto)”. Questo governo sta facendo il burattino, e se si, di chi? 
R        “Proprio per il motivo che questo Governo regionale non è burattino  di nessuno ha tante difficoltà. Raffaele lo aveva detto in campagna elettorale che non ci sarebbe stato nessun padrone che avrebbe telefonato da Roma per dare ordini,  ma che l’unico padrone sarebbe stato il popolo siciliano. Mi pare consequenziale rispetto alle affermazioni elettorali. E trovare un politico che faccia seguire i fatti alle dichiarazioni d’intendo è difficilissimo se non impossibile”. 
D        «Il mio autonomismo è la vera unità d’Italia. I siciliani sono stati truffati da Cavour, massacrati da Garibaldi. Gli Stati preunitari potevano evolvere verso una confederazione, invece i Savoia ci hanno invaso, hanno accentuato razzismo e disuguaglianza tra Nord e Sud. Ma ora ci sono io, c’è l’Mpa». Così parlò Lombardo nel 2008 (La Stampa 15 marzo). Il presidente ha perso la strada dell’autonomia o ha giocato con le parole autonomiste? 
R        “Non credo proprio, di autonomismo è intrisa la politica regionale, ma anche di rivendicazionismo rispetto all’invasione savoiarda,vorrei solo ricordare gli esempi contemporanei di colonizzazione come quello della Fiat che ha stabilito l’insediamento di Termini per fottersi i contributi della Cassa per il Mezzogiorno, salvo adesso affermare che in nome dell’indipendenza e nell’interesse dell’impresa smobilita tutto, che ci ritorni i soldi presi e con gli interessi. Nessun siciliano dovrebbe acquistare più un’auto del gruppo Fiat .Il governo nazionale ha tolto gli incentivi auto proprio perché la Regione ha fatto la voce grossa. Nessuno mai ha puntato i piedi come Lombardo, e rischia, non le pare? Io osservo molti politici, vorrei dire politicanti, che per la carriera venderebbero la famiglia, immagini la Sicilia ed il popolo siciliano così come hanno fatto per 50 anni, obbedendo a Roma anche contro l’interesse dell’Isola. Siamo colonia da secoli, ma non vogliamo destarci da questo sonno (cito Tommasi di Lampedusa) adesso almeno Lombardo  tenta una rivoluzione democratica nella speranza di riuscirci, anche se gli ascari gli minano la strada. Tutti i siciliani dovremmo essere autonomisti, non crede?”. 
D        Parliamo di energia. La Sicilia produce energia elettrica e combustibile per l’Italia ed è pesantemente inquinata da raffinerie, centrali elettriche e impianti chimici che provocano disastri ambientali e gravi patologie alle popolazioni che abitano nei dintorni delle centrali e degli impianti. Malgrado   ciò, il governo regionale dà il via libera a rigassificatori in aree di interesse archeologico ed ambientale che risultano inutili considerato che esistono navi rigassificatrici. Come si concilia l’interesse ambientale ed architettonico con queste decisioni? 
R        “Le dico solo questo per non addentrarmi in questioni che non afferiscono alla mia competenza né di mia profonda conoscenza, Lombardo sta ritardando la pubblicazione del regolamento attuativo del Piano energia proprio per essere sicuro che l’ambiente sia tutelato al più alto grado di difesa. La Sicilia potrebbe diventare la più grande industria nazionale di energia ecocompatibile, col fotovoltaico integrato sui tetti  e non desertificando l’agro siciliano, con la ricerca e la realizzazione da fonti alternative come la biomassa e l’arricchimento per gas, e poi mi risulta personalmente, per averci parlato, che l’azione del governo è gradita agli  ambientalisti”.
 D        Rifiuti. Il grande business che molti dicono essere nelle mani della mafia sta travolgendo il governo Lombardo perché non solo non riesce a far approvare la sua proposta di riforma, ma nel frattempo non pensa neanche di evitare che gli ATO e i sindaci siciliani continuino a sperperare soldi pubblici con progetti inutili ma che ampliano la platea del business. Secondo lei perché Lombardo non decide di firmare un decreto di salvaguardia per bloccare ogni “ulteriore” progetto nelle more dell’approvazione della nuova legge? E’ forse poco informato della reale situazione ? 
R        “A mio avviso qualcosa certamente gli sfugge, ma non il fatto che interessi malavitosi si muovano in questo campo, tant’è che dopo avere fatto una pubblica denunzia è stato sentito dalla Commissione Antimafia, chissà cosa avrà riferito, subito dopo  ha mandato commissari negli ATO più a rischio in attesa della riforma che di recente è stata licenziata dalla competente commissione legislativa ed aspetta adesso l’approvazione dell’Aula. Lombardo ha avuto il coraggio di bocciare il piano rifiuti Cuffaro che prevedeva quattro termovalorizzatori sovradimensionati per bruciare di tutto anche quello che non c’era con gravissimo rischio diossina”. 
D        Formazione. Oltre 200 milioni l’anno vengono letteralmente gettati al macero per mantenere in piedi il sistema delle formazioni senza che il governo Lombardo abbia mai preso in considerazione di “deviare” il flusso di denaro verso attività amministrative più redditizie per gli interessi dei cittadini. Non pensa che così, come per i distretti produttivi che tanto auspica, Lombardo pensi di tenere in piedi un sistema feudale dove i sindacati hanno un potere molto importante? 
R        “Formazione, ricerca, innovazione sono le scommesse per il futuro di questa terra. Certamente non si possono e non si devono più finanziare centinaia di corsi per estetiste e parrucchiere, mi sembra oltremodo anacronistico. Bisognerebbe essere seri e rigorosi e concordare col mondo produttivo le linee per una formazione che abbia sbocchi occupazionali necessari ed utili per la nostra vocazione economica. Qua non credo che qualcuno  pensi di tenere in piedi nessun sistema feudale, siamo arrivati al fondo,  così si muore, adesso bisogna fare sistema, di contro non c’è futuro”.
 D        Mafia e l’antimafia. Quali azioni pensa che il governo Lombardo stia attuando per combattere la mafia che si è ben consolidata all’interno delle istituzioni siciliane e non solo? Quanto ancora dobbiamo “finanziare” per far vivere l’antimafia di professione ?
Poi lei è di Paternò, città che diede i natali al ministro della difesa Ignazio La Russa e quindi non posso esimermi dal chiederle cosa ne pensa della spinosa questione delle infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione che sono state rilevate anche dal Prefetto Finazzo che ha chiesto, inutilmente da mesi al ministro degli Interni Maroni, lo scioglimento per mafia.  Ci sono interessi politici così forti che impediscono al ministro Maroni di procedere secondo norme oppure le lobby locali e uomini potenti riescono ad imporre il silenzio su Paternò? Può essere che Maroni non voglia inimicarsi La Russa? Ma se fosse così questo cos’è? 
R        “Domanda difficile articolata e graffiante per la quale bisognerebbe scrivere un libro per potere rispondere compiutamente, mi sforzerò di essere sintetico, anche se appare difficile, e rispondere a tutto per non destare sospetti di “omertosità”.
Lombardo ha fatto, intanto, due azioni eclatanti per rimuovere interessi quantomeno sospetti, la riforma sanitaria e, come detto prima, la bocciatura del piano rifiuti e dei termovalorizzatori. Due materie queste che erano di grande interesse  di alcune lobby, definiamole così,  e proprio su questi due argomenti si è scatenato il putiferio, si è trovato contro l’UDC e parte del PdL (Forza Italia) della Sicilia orientale, oggi sono opposizione, forse  questi i motivi dell’odio che ha suscitato contro di lui. Dico cose gravi, forse, mi espongo, ma ormai ci sono abituato a subire minacce e intimidazioni  per le cose che scrivo, ma lo faccio ancora, il nostro Governatore ha toccato i nervi scoperti. Penso proprio che queste faccende siano la genesi della fine della maggioranza uscita dalle elezioni.
 I professionisti dell’antimafia esistono perché la società siciliana non è ancora rientrata nella normalità civile, l’antimafia va fatta con le azioni non declamate,col vivere quotidiano,  e non con le dichiarazioni di principio, di farisei non ne abbiamo bisogno, furono scacciati dal tempio circa duemila anni fa.
Paternò, ho consumato tanto ma tanto inchiostro, ho reso dichiarazioni pubbliche per dire come la pensavo e come la penso, ma nulla si muove, anzi, una novità c’è, Finazzo non è più il Prefetto di Catania, lo hanno sostituito, quindi il nuovo ha voluto rivedere la situazione prima di fare la  relazione al ministro Maroni, cosa succederà? Non facciamo gli indovini per cui….. !
In questi anni  ci siamo illusi che molte nefandezze, privilegi,prerogative di casta  venissero a galla, che alcuni illeciti documentati venissero puniti. Ha notato qualcosa? Nulla. Ed in questa situazione cosa vuole che alligni in una società depressa e flagellata come quella di Paternò? Lei ha letto e pubblicato molti miei articoli su questa già ridente cittadina all’ombra dell’Etna,non vorrei ripetermi per non essere scambiato per un noto personaggio di Cervantes. Forse si è persa anche la speranza. A pagare, adesso, è solo uno di questi politicanti paternesi, non so se veramente compromesso ovvero solo un idiota megalomane, il processo è già iniziato e la magistratura ci darà la verità, ma certamente il famigerato assessore avrebbe dovuto essere in compagnia.
Io non solo avrei sciolto il comune di Paternò, ma questo è il mio virtual- pensiero,  avrei fatto cessare le garanzie democratiche per anni ed anni, solo così si può salvare una comunità che allo stato dell’arte sembra irrimediabilmente compromessa.
Ringraziamo Adolfo Messina per la sua disponibilità e apprezziamo come, ancora una volta, sia rimasto fedele al suo personaggio, schietto e sincero. L’aver sottolineato che Finazzo non sia più prefetto di Catania, è tutto dire …
MICHELE SANTORO

lunedì 15 febbraio 2010

Etica e Politica.... anche all'ombra dell'Etna

È la ministra per le pari opportunità e capolista del Pdl a Napoli, Mara Carfagna, a scuotere il Pdl, dicendosi «contraria alla candidatura di persone compromesse con la giustizia» e sostenendo «l’idea che chi vuole rappresentare i cittadini, non debba avere su di sé nessuna ombra», ma «essere al di sopra di ogni sospetto». La Carfagna, poi, sulla candidatura di Sandra Lonardo (la moglie di Mastella), precisa comunque di non voler parlare di casi particolari. «Personalmente da questo punto di vista sono assolutamente rigida e intransigente».
Ora noi ci chiediamo, questo sussulto etico vale solo adesso e solo per la Campania ovvero sarebbe necessario che valesse ovunque e per sempre.
E cosa ne pensa la ministra Mara Carfagna di ciò già consumato nelle liste per le elezioni politiche di due anni fa? Non ha avuto nessun prurito etico allora, né lei né chi confezionava il listone dei nominati, e proprio per questo ancora più grave in quanto questi soggetti non passavano nemmeno dal giudizio del POPOLO.
Ma siccome a noi sembra, sommessamente, che la ministra non conti "un cazzo", come quasi tutti all'interno del PdL, e del suo giudizio i potenti, ancorché "puzzolenti" e sopra i quali, non solo, vi sono tantissimi sospetti ma addirittura sentenze di condanna, sia giudiziale che popolare, sono stati candidati (anche se non candidi o addirittura sporchi)  e adesso siedono al Parlamento Nazionale.
Non si possono usare metri diversi per misurare una stessa cosa e se vi è un codice etico questo vale per tutti ed in ogni tempo. E col Premier come la mettiamo?  Vero che per LUI, unto dal signore, certe cose non valgono.
Italo Bocchino, vicecapogruppo alla Camera del Pdl, fa, invece, chiarezza: «Dobbiamo darci un codice etico con delle regole precise e rigide che mostri una differenza marcata tra noi e il centrosinistra. In questo contesto occorre, poi, fare le opportune valutazioni politiche. Ci può essere anche qualcuno che ha problemi giudiziari sorti nell’ambito dello scontro politico e altri per i quali si pone una questione di opportunità. Per esempio: uno che fa il sindaco da dieci anni e dopo aver prodotto diecimila atti risulta indagato per abuso di ufficio è come la rottura del menisco per un calciatore. Avrà pure trovato due persone che l’hanno denunciato perché si sono sentite danneggiate. Io penso che bisogna essere rigorosi dal rinvio a giudizio in poi. Ma l’ultima parola deve spettare alla politica. Insomma, liste trasparenti», precisa Bocchino, «ma senza fare del giustizialismo alla Di Pietro".
Iniziamo a fare dimettere, quindi, chi ha carica elettiva di qualsiasi natura (dal consiglio di quartiere all'euro parlamento) all'interno del PdL, se questi è stato rinviato a giudizio ed "impicchiamo"  tutti coloro  i quali sono stati condannati anche in primo grado, siano essi Sindaci, Senatori, Sindaci e Senatori assieme,    e qui nella Sicilia Orientale abbiamo fulgidi esempi di sinistri figuri, sorretti immeritatamente solo dal clientelismo bieco e misero ma privi di cultura a sostegno della carica. D'altronde, poverini, hanno un rapporto casuale con la lingua italiana ..... e non solo questa "disgrazia".



domenica 14 febbraio 2010

Sicilia, Paternò : IL BURLESQUE... se non fosse tragedia vi sarebbe da ridere

Il termine burlesque si riferisce ad uno scritto comico, con sfumature e intenti satirici e parodistici, ispirato o da un dramma, questo è l'epilogo di una letteratura che noi portiamo avanti da anni e che anzicché sortire effetti educativi o prepositivi e positivi nella società cittadina, sia nella classe dirigente che tra i "sudditi" in atto si assiste ad una deriva verso il basso della qualità della vita e del senso del vivere civile con l'aggravante dell'insensibilità di chi governa la città.
Qualche giorno fa mentre rientravo a Paternò accompagnato da un amico della Sicilia orientale ascoltando il suo stupore nel vedere i cumuli abnormi di spazzatura per le strade mentre alcuni operai attaccavano l'illuminazione artistica del carnevale prossimo, come un paese del terzo mondo ove si va alla ricerca del divertimento effimero vivendo circondati dalla miseria morale, civile e materiale, ho avuto la sensazione che eravamo oramai alla fine della storia nobile di una gloriosa cittadina.
Paternò,  di certo influenzata dalla pesante situazione finanziaria nazionale e mondiale, una crisi che ha travolto l'impostazione dell'economia globalizzata e virtuale, è governata però da una classe dirigente imperturbabile, incompetente ed arrogante che non riesce a scuotersi per trovare soluzioni e progettare sviluppo e cultura. Anzi l'immobilismo e l'assenza di creatività di questa classe dirigente locale, la quale dovrebbe dirigere la comunità, fa si che questo solco si allarghi sempre più anche nei confronti di realtà misere come la nostra, un tempo forse più che la nostra e che adesso ci guardano con disprezzo.
L’essere sommersi da spazzatura, anche morale, è tipico delle zone afflitte, sottosviluppate, arretrate che non riescono a competere con la sfida europea e si accostano più che alla civiltà occidentale ai paesi in via di sviluppo africani, noi  adesso siamo a questo punto.Non vi è soluzione alcuna, è morta anche la speranza.

Una classe politica che non studia soluzioni ma che è protesa a spartirsi poltrone. E mentre la città non ha risorse, non solo per affrontare le sfide importanti, ma neppure per la sopravvivenza quotidiana, litiga per la nomina di altri due assessori. Anziché cercare di ridurre  la giunta comunale a sei membri, piuttosto che tagliare le spese relative alle nomine di direttori generali e difensori civici, così come recitano le recenti norme sia regionali che nazionali, invece di ridurre le spese relative a riunioni di commissioni consiliari inutili ed improduttive. Con tali manovre il comune risparmierebbe complessivamente circa 500 mila euro annui, di contro ha la tendenza di amplificare tali spese “per equilibri politici” come mi suggerisce qualcuno degli addetti ai lavori interessato, come se vivessero in altro mondo.
 Adesso per ultimo assisteremo allo svuotamento delle casse comunali fino al dissesto ed al mancato pagamento perfino degli stipendi ai dipendenti comunali.
Bisognerebbe seriamente analizzare gli ultimi anni di amministrazione per valutare a chi attribuire le colpe di questo stato mortificante, di come sono state spese le risorse comunali e quale percorso abbiano preso. Chi ha indebitato il comune e cosa ha prodotto in termini di sviluppo economico, civile e culturale.
Stamattina infine siamo stati invasi dall’esercito che dopo avere requisito i mezzi della ditta preposta al ritiro dei rifiuti, sotto scorta ha provveduto a ritirare alcuni cumuli di rifiuti ma solamente dal centro storico, lungo il percorso della sfilata carnascialesca.
Riportiamo a tal proposito, l’intervento che il consigliere comunale del PD Mauro Mangano fa sulla vicenda:

Il 12 e 13 febbraio a Paternò la crisi rifiuti raggiunge livelli da tragicommedia.
Giovedì 11 febbraio, un commissario regionale effettuta l'ennesimo trasferimento forzato di somme dalle casse comunali a quelle dell'a.t.o., dando alle ditte la certezza di ricevere le somme dovute per pagare gli stipendi agli operatori.
Venerdì 12 febbraio il sindaco tenta di ottenere mezzi di una ditta di GIarre adatti al trasporto dei rifiuti per ripulire la città con mezzi propri, data l'inadempienza della Simco, che non sembra voler recepire la richiesta di effettuare turni di intensivi di raccolta. Ma la ditta non consegna i propri mezzi, ed al sindaco restano a disposizione soltanto delle motoapi comunali. Dopo avere iniziato a raccogliere la spazzatura e caricarla sulle moto api, risulta chiaro a sindaco & company che non riusciranno mai a farle arrivare fino a Motta S.Anastasia, cioè alla discarica.
Così il sindaco pensa di andare a scaricare la spazzatura all'autoparco comunale, un luogo non attrezzato allo  smaltimento dei rifiuti indifferenziati. Gli abitanti della zona protestano violentemente, inizia un nuovo atto della tragicommedia.
Le moto api cariche della spazzatura raccolta da via Vitt. Emanuele cominciano a fare il giro della città, pare andando a scaricare nelle zone periferiche, diciamo fuori dal tragitto della sfilata di Carnevale di domenica. La giornata si chiude con i cittadini ormai più che sbigottiti, noi che decidiamo di chiedere alla prefettura un intervento energico, e chiediamo al sindaco di dimettersi.
 
Sabato 13 febbraio l'intervento della prefettura diventa evidente ed efficace. Un intervento, si scopre, preparato il giorno prima ma su cui è stata mantenuta assoluta discrezione proprio per non vanificarlo. Infatti all'alba vengono requisiti con un atto deciso i mezzi per la raccolta dei rifiuti, con l'aiuto delle forze dell'ordine e di militari dell'Esercito Italiano che provvederanno anche alla guida degli stessi. A questo punto, nonostante i tentativi di resistenza degli operatori del consorzio Simco, la raccolta può iniziare rispettando le norme regolari dello smaltimento dei rifiuti, evitando il balletto della spazzatura del giorno prima. 
Noi prendiamo atto che l'intervento della prefettura è stato davvero efficace.
Il sindaco si è dimostrato ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità di un problema di cui è corresponsabile, anche se ora ne è diventato vittima.
Sullo sfondo, i paradossali preparativi per le feste di Carnevale, con una città ancora sporchissima, un quattro canti in parte chiuso, la via Vitt.Emanuele dissestata. Non è evidente che l'amministrazione non è in grado più di capire cosa fare e cosa no?
Alla Regione, forse la riforma dell'a.t.o. si sta sbloccando, ed i deputati del PD hanno fatto proposte importanti, tenendo conto anche della situazione di Paternò. Infatti mentre il progetto di legge del governo Lombardo prevedeva che i debiti di ogni a.t.o. venissero distribuiti ai comuni, il PD ha proposto che sia la regione a farsene carico (anche il Governatore Lombardo è d'accordo su tale ipotesi ndr), perchè la prima ipotesi rischierebbe di distruggere per anni le possibilità finanziarie di comuni come Paternò”.

Il tutto ha come sfondo una tensione sociale a rischio e che potrebbe avere esiti cruenti. La fame ed il discrimine sociale porta a questo. Ma i politici locali se ne fottono, e cercano di preservare e perpetuare la CASTA.

martedì 2 febbraio 2010

Sicilia, Intervista a Pippo Fallica


I “ribelli” del Pdl continuano a ribadire di avere dalla loro parte il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e rilanciano la vecchia ipotesi di un triumvirato formato da Scalia-Alfano-Miccichè per coordinare il movimento nell'Isola. Mentre continuano i dissidi tra “lealisti” e “ribelli”, SiciliaInformazioni ha intervistato Pippo Fallica, deputato nazionale, segretario della Presidenza della Camera e componente delle Commissioni Difesa e Bilancio e, soprattutto, uno degli uomini più vicini a Gianfranco Miccichè, artefice della nascita del Pdl Sicilia.

Sono passati alcuni mesi dalla nascita ufficiale del Pdl Sicilia. Pensando a tutto quello che è successo nel frattempo, esiste la concreta possibilità di risolvere lo strappo con i lealisti?
Attualmente il Pdl è un partito che in Sicilia non c'è, non esiste. Si parla di nominare i segretari cittadini, quelli provinciali, ma la realtà dice che nei 398 comuni dell'Isola il Pdl, inteso come struttura capillare, non è mai nato. E pensare che quando ero vicecoordinatore regionale al fianco di Gianfranco Miccichè l'accusa principale su Forza Italia era che il nostro fosse un partito di plastica. Oggi invece non c'è più una regia di partito. Bene ha fatto Miccichè, con Dore Misuraca e Pippo Scalia, a lanciare il Pdl Sicilia prima all'Ars, poi in tantissimi enti locali, dove si sono costituiti e si costituiranno i nostri gruppi. Con i lealisti c'è profonda divergenza, lo vediamo in ogni ente locale. Chi sta con Miccichè è visto come un nemico. E in questo momento si risponde con una logica da occhio per occhio.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato più volte chiamato in causa. Un suo intervento è indispensabile per risolvere la questione?
Il presidente sa che qualunque tipo di soluzione possa uscire dall'una o dall'altra parte, sicuramente non potrà essere condivisa da tutti. Nonostante questo gli incontri e i contatti tra Berlusconi e Miccichè sono continui e molteplici. Di fatto Gianfranco ha avuto un “mandato” dal presidente, anche in considerazione del fatto che tra loro c'è una stima ed un'amicizia molto forte, e il premier sa che oggi l'unico che può trovare una soluzione in Sicilia si chiama Miccichè. Tutti gli annunci e i proclami di parte del Pdl “lealista” di buttarci fuori dal partito non costituiscono certo la strada per fare pace, ed è una carta che infastidisce Berlusconi, che auspica invece una mediazione serena all'interno di questo grande partito che però, ribadisco, oggi in Sicilia partito non è.

Bondi ha detto che Miccichè “preferisce da tempo fare il battitore libero sempre più stravagante, provocatorio e distruttivo”.
L'azione di Miccichè sino ad oggi è sempre stata in sintonia con Berlusconi, ma Gianfranco è l'unico nel Pdl che nei contraddittori positivi o negativi con il presidente ha sempre avuto il coraggio di dire le cose che non funzionavano piuttosto che quelle che funzionavano.

Quando esplode la “frattura”?
Direi quando i nostri assessori furono messi alla porta prima al Comune di Palermo, poi anche alla Provincia, dove però adesso la situazione è stata risolta. A Palazzo delle Aquile questa divisione rimane, non condividiamo la politica del sindaco Diego Cammarata che, dopo un primo mandato straordinario, sta mandando Palermo allo sbando.

Qualche frizione era emersa in occasione delle scorse regionali.
Miccichè voleva correre per Palazzo d'Orleans. Poi fu invitato dal presidente Berlusconi a fare un passo indietro in favore di Raffaele Lombardo, candidatura sostenuta anche dall'altra parte del Pdl e dall'Udc, e Miccichè con spirito di servizio contribuì all'elezione di Lombardo. Gianfranco leale lo è stato sia con Berlusconi che con il presidente della Regione. I ribelli sono altri. In occasione di una conferenza Stato-Regione il premier assicurò al governatore che tutto il Pdl avrebbe votato il Dpef. Questo poi non è avvenuto, qualcuno nel partito ha quindi disatteso le direttive del premier, e quelli non siamo di certo noi.

Da tempo chiedete un cambio al vertice del Popolo della Libertà nell'Isola.
La nostra proposta è sempre quella, un triumvirato al coordinamento regionale: Scalia, Alfano e Miccichè. Dopo questa proposta Berlusconi, in un incontro a tre con Alfano e Gianfranco, gli chiese di risolvere la vicenda. Miccichè diede la sua disponibilità, il ministro anche, ma alla fine non se ne fece più nulla. Un triumvirato avrebbe messo pace tra le varie anime, uno specchio di quello che avveniva in Italia. Perché non può esserci una cosa simile anche in Sicilia? E alla fine dei conti non ci ha mai chiamato nessuno, non c'è mai stato un tavolo nazionale per parlare dei problemi della Sicilia.

E così si è arrivati a un governo regionale “di minoranza” per le riforme appoggiato dal Pd. Qualcuno pensa, o spera, che durerà poco, travolto dalle contraddizioni interne e dalla mancanza dei numeri all'Assemblea regionale siciliana.
Il Partito democratico ha capito una cosa. Le categorie produttive, quelle professionali, i giovani, i disoccupati, i lavoratori, vogliono vedere una Regione finalmente “sbloccata”, che risolva i problemi. Ogni giorno esplode una nuova emergenza occupazionale, penso alla Fiat, all'Italtel, alla Fincantieri, alla Keller e a tante altre realtà. Le bagarre dei partiti non appassionano più. Alla gente in questo momento non importa chi sta al governo, non interessa sapere chi è rosso, chi nero e chi bianco. Dobbiamo investire, fare partire i cantieri, creare occupazione. Se ci sono dei provvedimenti utili ai cittadini i dissidi tra i gruppi parlamentari devono essere superati, il contraddittorio politico è una cosa, il fare è un'altra.

E se mancasse una maggioranza, che si fa? Si torna alle urne, magari con nuove coalizioni?
No, al momento escludo nuove elezioni, da parte della politica sarebbe un segnale di alta irresponsabilità.

Il Pdl Sicilia è il primo passo verso un “partito del Sud”?
In Italia c'è un baricentro geopolitico spostato a nord e in tutto il Meridione esiste un disagio causato dal forte peso politico della Lega Nord nel governo. Siamo berlusconiani d'acciaio e tutte le nostre iniziative politiche saranno sempre in sintonia con il presidente. Sicuramente guardiamo con molto interesse alla difesa di queste questioni e l'iniziativa del Sud, lo vogliamo chiamare movimento, partito, idea, rimane comunque nelle nostre intenzioni. Gli eventi della politica sono innumerevoli, non si può prevedere un futuro a lungo termine, comunque tra Berlusconi e Miccichè c'è un rapporto di collaborazione talmente forte che non riesco a pensare alcun tipo di evento che possa incrinarlo.
(siciliainformazioni)