venerdì 27 febbraio 2009

ROMA: DA OGGI IL CONGRESSO NAZIONALE DEL MPA DI RAFFAELE LOMBARDO

L’identità non è ben definita, le alleanze sono dichiarate ma conflittuali, permangono delle contraddizioni e c’è chi avverte il rapporto con la Lega un abbraccio innaturale. Il Movimento per l’Autonomia, nato a Catania, cresciuto rapidamente in Sicilia, sviluppatosi a macchia di leopardo nel resto del Paese, è una realtà “in progress”, della quale si possono esprimere una certezza – il suo leader ne rappresenta l’anima, la ragione e il carattere – ed una condizione: la matrice siciliana. E’ il primo partito, dopo la DC, ad essere stato pensato ed organizzato nell’Isola, e ad avere varcato lo Stretto. La Democrazia Cristiana era stata inseminata in tutto il territorio nazionale dal Partito popolare ed ebbe subito molti leader, il più illustre dei quali fu Alcide De Gasperi, altoatesino; l’MPA affonda invece le sue radici nella DC di Giuseppe Alessi e Salvatore Aldisio, i padri nobili del partito cattolico, e si costruisce il suo composito Dna nelle correnti culturali dell’autonomismo siciliano.
La celebrazione del suo congresso nella Capitale, da domani a domenica, appare una specie di consacrazione ufficiale della volontà del suo leader, Raffaele Lombardo, di trasformarlo in un partito nazionale senza perdere la sua vocazione autonomista. Questo obiettivo ambizioso giustifica in qualche misura la sua identità ancora non matura perché l’autonomismo non può convivere con una presenza nazionale a meno che – ed è questo l’audace tentativo in corso di Lombardo – non divenga un carattere fondante dello schieramento politico, la sua vocazione territoriale, il riconoscimento di una forte autonomia al territorio. L’adesione entusiastica di Raffaele Lombardo al progetto di federalismo, promosso dalla Lega Nord, sta proprio in questa connotazione essenziale. 
In questa luce anche l’identità non ben definita può considerarsi anch’essa un carattere fondante del Movimento. Pretendere che il MPA abbia un volto disegnato con la matita di Giotto, a pochi anni dalla nascita, sarebbe pretendere troppo in un panorama politico che non offre alcuno schieramento provvisto di una identità sicura. La stessa Lega Nord, forse il partito più identitario, possiede la virtù della riconoscibilità ma non ospita una cultura politica matura e altrettanto riconoscibile, dato che mette insieme un forte radicamento al territorio ad una vocazione populista, punte di autentica xenofobia a sprazzi di liberalità assenti in schieramenti che fanno del liberalismo una missione.
Se ci guardiamo attorno, dal PDL al PD, alla stessa AN, in via di scioglimento, o all’IDV di Antonio Di Pietro, nessuna di queste formazioni può vantare una identità matura, le contraddizioni talvolta sono così stridenti da farci chiedere che cosa mai tenga insieme gli iscritti. Nel caso di Forza Italia e del PDL, il collante è uno, Silvio Berlusconi; per il PD, non c’è nemmeno quello. L’IDV presidia la grotta giustizialista e quando ne esce, si smarrisce; i partitini che ereditano la cultura comunista sembrano aggrappati ad una scogliera – ognuno abbraccia uno scoglio diversa – e vivono nell’attesa di trasformare l’arcipelago che avvistano solo loro in un continente che assomiglia ad Atlantide. 
Sono in molti a chiedersi che cosa sia questo MPA e non c’è da dare loro torto. E’ forse necessario che si accontentino di rispondere attenendosi a ciò che è oggi: un Movimento, per l’appunto, che non vuole diventare un partito tradizionale, che perciò aspira a rimanere schieramento “leggero”, che affida alla sussidiarietà la ragione sociale, ed al suo leader l’immagine prevalente.
Non siamo affatto sicuri che le attuali alleanze siano un patto di sangue. Raffaele Lombardo non ha giurato fedeltà ad alcuno, non aspira all’eternità, è consapevole di doversi muovere in un mare popolato da pesci grossi con i quali bisogna usare grande prudenza. Ciò nonostante, a causa di un carattere radicalmente siciliano, associa uno spirito d’avventura straordinario. L’insofferenza e la diffidenza, tipici della sicilianità, sono ammorbidite dal pragmatismo di un intellettuale capace di disegnare confini ristretti quando occorre, ma altrettanto pronto a cogliere le occasioni per allargare quei confini infinitamente. Il MPA è dunque un partito di movimento, come il suo leader, del quale presto, a nostro avviso, molti impareranno a conoscere una rara dimestichezza con la politique d’abord. 
In Sicilia Lombardo ha fatto arrabbiare i suoi alleati, PDL e UDC, perché ha inventato le geometrie variabili, un approccio parlamentare pragmatico, svincolato dagli obblighi di alleanza, come stato di necessità. Le proposte del suo governo, infatti, sono state combattute aspramente da UDC e PDL, e il MPA ha risposto proponendo all’apposizione testi e proposte in grado di ottenere il voto dei parlamentari estranei alla maggioranza. 
Ogni volta che ciò è avvenuto, c’è stato chi ha pronosticato un ribaltone, sbagliando. Il Movimento ha cercatop di ottenere ciò che gli alleati nnon gli concedevano, l’approvazione dei disegni di legge.
Ma nei giorni di maggiore asprezza del conflitto, il leader del MPA ha consolidato il suo rapporto con Silvio Berlusconi, per ancorare la sua azione di rottura in Sicilia, al quadro di alleanze nazionali.
Per avere le idee più chiare su ciò che è, o potrebbe diventare, il MPA, bisogna essere informati dell’azione di sgretolamento che il Movimento sta conducendo del vecchio sistema di potere siciliano. Con una determinazione straordinaria, seppure con inevitabili arretramenti determinati dalla entità delle forze in campo (il MPA è pur sempre il terzo partito della coalizione), Lombardo ha dispiegato un’azione avvolgente sul territorio allo scopo di presidiare i luoghi delle decisioni. 
Roma costringerà il MPA a volare alto: dovrebbe essere difficile, perché i cieli della Capitale sono più bassi di quelli siciliani. 

(SI)

martedì 24 febbraio 2009

Paternò: Il Più Allegro Carnevale di Sicilia ...... di una volta

…. E a Paternò   il Carnevale dei poveri.
È‘ consuetudine che il Carnevale sia il momento spensierato che la nostra comunità aspetta di vivere all’insegna dello svago, del divertimento, della distrazione e del sollievo.

Devo assolutamente manifestare il mio pensiero rispetto a questi concetti. Nonostante gli sforzi fatti questa amministrazione comunale, latitante e svogliata, ha messo su il Carnevale dei Poveri, annullando i principi fondanti di questa manifestazione. È normale anche che chi ha vissuto i fasti di un Carnevale che tanti ci hanno invidiato, rapito da attimi  di ricordi personali faccia dei parallelismi tra ieri e oggi.

Questi amministratori hanno messo in campo la “furbizia” . Ogni qual volta hanno bisogno di una partecipazione  popolare, fanno leva sulle Scuole Elementari,  anche in questo caso l’ho hanno fatto, affermando di ricominciare a realizzare il carnevale, ma hanno colpito nel segno ?
U
na Città distratta, spoglia, fredda, senza anima,  la cui gente sperava di partecipare al…. Carnevale, mentre si è trovata ad applaudire solo l’innocenza dei bambini, e il lavoro degli insegnanti, inconsapevoli strumenti di interessi elettorali, si proprio così, strumenti di un’organizzazione improvvisata, piena di lacune, ove hanno trovato posto insipidi abbindolatori di gente in buona fede illusa di partecipare a una manifestazione, mentre  è stata lo strumento di spartizione di un pseudo potere grossolano e mediocre che distribuisce le risorse economiche a disposizione ai soliti noti.
Dove è finito quel Carnevale, quando la città si vestiva….. a festa per tre settimane, ed accoglieva i visitatori che facevano a gara per trovare un posto per il parcheggio, e nei bar si formavano file interminabili per le consumazioni, i circoli cittadini facevano a gara per organizzare divertenti ed eleganti serate post ballo in piazza. Una festa continua, malgrado i problemi enormi che attraversava la società in quegli anni e le ristrettezze economiche e finanziarie. Tutto finito, tutto dissolto, tutto mortificato, tradizione e cultura, all’insegna …… del ricominciamo da capo. Ma certamente non così.
Il passato, la storia, i valori dell’appartenenza sono le basi da dove partire per ripristinare una manifestazione che era diventata cultura, “costume” e simbolo di una città, la storia non deve essere mai dimenticata.

Sono stati cancellati i MAESTRI dei carri, i MAESTRI delle macchine infiorate, i MAESTRI dei gruppi in maschera e in fine sono stati cassati per ”ordine pubblico” l’uso del Domino e delle “MASCHERINE”.
Reinventiamoci lo spirito di quello che era il Carnevale più allegro di Sicilia, riproponiamo inserti passati, ricontattiamo artigiani, artisti  che sanno come allestire un carro allegorico, un gruppo in maschera o una macchina in fiore. Reintroduciamo la meritocrazia, il concorso, la tensione della gara tra loro, per stimolare a far sempre meglio.

Riorganizziamo le serate, sia pur con le dovute misure di sicurezza. Rispolveriamo i dominò ed i balli in piazza. Facciamo si che i giovani di oggi assaporino la freschezza della formula carnevalesca paternese, datate ma di sicuro successo. Questo deve essere fatto da subito dando responsabilità a chi ci governa, coinvolgendo i giovani, gli artisti, i commercianti, le associazioni, i circoli e quanti hanno a cuore che la CITTA’ riviva i fasti di un tempo, famosa in tutto il mondo per il PIU’ ALLEGRO CARNEVALE DI SICILIA.

(Pablo radio X)

lunedì 23 febbraio 2009

SICILIA: LA RIVOLTA DEI PEONES

Riceviamo stamane un comunicato stampa del caro Pippo Limoli, deputato regionale, il quale, col fare solito bislacco, viene presumibilmente incaricato dal gruppo cui fa parte, a sferrare un attacco al Presidente Lombardo, chiamato sovrano, e sottendendo anche una contestazione agli ordini romani provenienti nientemeno che dal capo assoluto, il divino Silvio, il quale tiene più all'alleanza con Lombardo che a dare credito ai tanti satrapi locali, sacrificando in questo modo le avance e le aspettative familiari di tanti. Non a caso viene rimesso in sella proprio Gianfranco Micciché, che del Presidente della Regione è strenuo difensore, proprio per la politica delle riforme che sta portando avanti.
Ora questi satrapi locali non potendo uscire allo scoperto, per ragioni di opportunità (oppure opportunismo), ma avendo un grado di acidità molto elevato, incaricano il battitore libero Limoli, noto per la sua vulcanica ars oratoria e lo stile da avanspettacolo, a contestare con facies comica, e con stile molto "free" non in corretta lingua italiana,  questi fatti ed atteggiamenti che il gruppo di "pistacchi" (come dice Micciché) non digerisce affatto, vuoi anche per la mancata nomina a coordinatore regionale del Presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione, appuntamento che era nel conto e che avrebbe dato grande respiro e rispetto politico a tutto questo gruppo catanese di FI. La mail da cui viene spedita è quella in uso proprio all'ex vice coordinare regionale, e viene scoperto l'inghippo, non è la mail di Pippo Limoli.
Qui di seguito pubblichiamo il comunicato stampa, e lasciamo ai lettori i commenti del caso. Noi ci asteniamo per amicizia.
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Da: PDL-Sicilia

Data: 20/02/2009 12.08.59

Oggetto: COMUNICATO STAMPA

 

ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

ON. PIPPO LIMOLI

COMPONENTE COMMISSIONE SANITA’ 

 

COMUNICATO STAMPA

 Nella speranza che anche a noi, poveri mortali, venga finalmente comunicato il menù che è stato servito a Palazzo Grazioli al sovrano del Regno delle Due Sicilie, aspettiamo con trepidazione e terrore l'ordine imperiale di ritirare la mozione di censura all'Assessore Dott. Massimo Russo che è stata presentata nella seduta d'aula di mercoledì 18 febbraio.

In attesa che il sovrano venga a spiegare ai siciliani l'impegno profuso per l'utilizzo dei fondi comunitari, per il decesso accertato del mondo agricolo, per la grande riforma dei dipartimenti con la nomina a direttori regionali di due segretari provinciali del MPA, per il rilancio del Maas, per la crisi devastante dei rifiuti, per i ritardi che hanno impantanato la problematica dei termovalorizzatori  ecc… ecc…, abbiamo scritturato un gruppo musicale con cui festeggiare all'ARS la rinascita di tutta la Sicilia.

Al capogruppo nonché segretario regionale del MPA, a proposito della circolare dell'Assessore Dott. Massimo Russo, vorremmo chiedere,  con umiltà e religioso rispetto, di spiegarci cosa significa: "si invitano le Signorie Loro ad astenersi, nell'esercizio del proprio ufficio, dall'intrattenere rapporti con organi politici al fine di tutelare la serenità dei dirigenti durante il proprio lavoro ed evitare che possano essere esposti a pressioni e condizionamenti indebiti".

Catania, 20 febbraio 2009.

On. Pippo Limoli

mercoledì 11 febbraio 2009

Intervista di Fabio Cantarella ad Adolfo Messina sul "Caso Paternò"

di FABIO CANTARELLA corrispondente a Catania de "Il Siciliano" di Palermo

1)       In alcuni articoli di stampa, qualcuno la tira in ballo pubblicando frammenti di alcune intercettazioni telefoniche tra lei ed il Frisenna. Che rapporti avevate?

R. Siamo nell'autunno del 2005, epoca nella quale rivestivo, ancora per poco in quanto mi dimisi dal partito nel febbraio 2006, la carica di responsabile politico di F.I., e mi pare chiaro che avessi rapporti anche col consigliere comunale Frisenna, così come con tutti gli altri consiglieri comunali, deputati, assessori e quanti altri esercitassero ruolo politico. I rapporti umani col Frisenna erano del tutto normali, sapevo però che Frisenna non mi era per nulla vicino politicamente, ma faceva il "pesce di brodo" ed io stavo al gioco, non mi interessava più di tanto in verità, tant'è che nel gruppo di F.I. che avevo organizzato per la campagna elettorale di Limoli, della quale avevo avuto assegnata da Firrarello la responsabilità, lui non c'era, non lo avevo cercato proprio per le considerazioni che ho detto prima. Poi non ci fui neanche'io in quella campagna elettorale, me ne andai dal partito molto prima delle elezioni.                                                

2) Che effetto le ha fatto essere etichettato come un inquietante faccendiere? 

R. Veda questa è una considerazione tutta dell'autore del famoso articolo, che per altro nel numero successivo cerca di aggiustare il tiro, essendosi resoconto della forzatura fatta. Ho scelto la sede giudiziaria, a mia tutela nei suoi confronti. depositando una querela per diffamazione dove mi costituirò parte civile. Detto questo, vorrei ricordare, che a seguito di alcuni miei articoli, fastidiosi probabilmente a "questi faccendieri", pubblicati sulla Gazzetta Rossazzurra, dal settembre 2006 al successivo dicembre, alcuni ignoti  diedero al fuoco due autovetture, la mia e quella dell'assessore Ciancitto, titolare dell'Urbanistica per sue dichiarazioni fatte alla stampa. E tutte queste, le mie e le sue, erano convergenti contro alcuni comportamenti e atti del Consiglio Comunale che tendevano alla concretizzazione di alcuni interessi, a nostro avviso illeciti, come l'approvazione di piani integrati in zona agricola con variante al PRG, e con la prospettiva, ma questa è una mia supposizione, di variare la destinazione urbanistica dell'intera zona.        

Di questo non se ne fa cenno, però, nelle migliaia di pagine a sostegno di tutta questa inchiesta. Non lo trova strano?. Eppure sono stati acquisiti tutti i miei articoli da parte degli inquirenti. Siamo stati tenuti delle ore e per diversi giorni sotto interrogatorio, per capire gli inquirenti, da dove venisse l'atto intimidatorio e la correlazione di questo con quanto da noi denunciato. Ma di questo, che è l'unico vero fatto violento ed eclatante di intimidazione malavitosa, da ascrivere probabilmente a questo ambiente di cui si parla , nessuno ne fa cenno. E mi si definisce faccendiere, io che degli affari che avrebbero voluto fare altri e che ho denunziato alla pubblica opinione, ho subito. Sono stato l'unica opposizione ufficiale a quel sistema, gli altri tutti zitti, e i media ne sono testimoni. Un faccendiere in antitesi, quindi, a quella che è la connotazione naturale. 

3) Che ruolo ha l'arch. Benfatto e perché la visita fatta da lei e dal consigliere Leone nell'ufficio del funzionario sarebbe stata strumentalizzata? Chi avrebbe interessi a gonfiare la vicenda e perché? 

R. l'arch. Benfatto è il dirigente dei servizi tecnologici e manutentivi del Comune di Paternò. Accompagnai, allora, presso gli uffici dei servizi tecnologici, e non dei lavori pubblici come riportato nell'articolo, il consigliere Leone, il quale lamentava la poca sensibilità dell'ufficio riguardo alle segnalazioni per il ripristino del manto stradale relativo all'eliminazione delle buche, poiché erano parecchi mesi che lo stesso segnalava alcune buche stradali, a suo dire pericolosissime per la circolazione veicolare e nessuno provvedeva alla riparazione, e chiese il Leone, così come nei compiti del consigliere comunale mi pare, il metodo cronologico usato dall'ufficio per la programmazione degli interventi, visto l'enorme tempo trascorso dalla segnalazione.

L'arch. Benfatto disse che l'ordine di servizio generale era programmato su scelta dell'assessore competente, che ne disponeva le priorità, e tirava fuori a riprova delle affermazioni un foglio scritto manualmente autografo dello stesso assessore, ove erano elencate le strade sulle quali intervenire per eliminare le buche.

Tutto qua,mi sembra anche banale e risibile, anche se devo dire che il colloquio fu fin troppo vivace, con intervento finale nel discorso dell'assessore al ramo pro tempore. 

4) Fece mai pressioni sul professore universitario di Economia e Commercio segnalatole da Frisenna come colui ca boccia tutti i cristiani?

 

R. Io direi di più al riguardo. Quattro sono le telefonate riportate nell'ordinanza. Nella prima parliamo dei massimi sistemi della politica, della contrapposizione politica all'internodi F.I. tra me e Salvo Torrisi, del famigerato signor G. e della sua sistemazione in qualche azienda privata, telefonata nella quale mi minaccia di rivolgersi ad altri politici per la risoluzione del problema ed io gli rispondo di farsi fare il favore da chi vuole. La seconda mi parla di un aiuto per la campagna elettorale del 2007, ed io gli notifico che sono candidato anch'io. Una terza dove mi chiede una raccomandazione al prof. Milici, che non conoscevo, non conosco, intervento che non ho fatto comunque.Una quarta per parlare col dr. Carmelo Sciacca dell'ospedale di Paternò per la sistemazione di alcune persone, ma non capivo a che titolo, colloquio che peraltro non ho mai avuto, né lui più me lo ricordò più avanti. E se queste sono le telefonate ritenute più importanti, lascio a lei ogni interpretazione.


5) I magistrati la definiscono sapiente burattinaio in grado di muovere le fila del sistema politico di Paternò. Le si addice questa definizione? La onora o la irrita? 

R. Colui che nota vasta conoscenza e saggezza, abile esperto capace nel proprio mestiere. Questo il significato che traggo dal dizionario della lingua italiana. Non penso proprio che i magistrati non ne conoscano il significato, pertanto sono onorato di questa definizione. 

6) Lei è formalmente indagato nell'inchiesta? Se sì a che titolo e per quali ipotesi? 

R. No, non sono indagato nell'inchiesta, lo affermano anche gli inquirenti stessi. Non solo, ma non ho la coda di paglia tanto che ribatto pubblicamente e veementemente avverso le considerazioni della stampa che non soddisfano la mia onestà intellettuale.


7) Condivide la pubblicazione delle intercettazioni in fasi pre-processuali, specie se non ancora riscontrate da atti e comportamenti sostanziali? 

R. Io non posso condividere la pubblicazione di atti che dovrebbero essere segretati, e per di più di conversazioni, che se attenzionate seriamente, nulla hanno a che fare con l'impianto accusatorio che parla di mafia, interessi, con introduzione nel tessuto socio- economico-politico, parlo delle mie ovviamente. Dico ciò perché anche io, a seguito degli articoli fatti da altri, sono stato costretto a leggermi le oltre 1500 pagine dell'ordinanza, per potere ribattere. 


8) Non pensa che in tal modo siano indagabili tutti? Mi spiego, un politico riceve una telefonata da un tizio che non vuole inimicarsi o che gli sta sui marroni, per levarselo di torno alla sua richiesta risponde sì, ok, me ne occupo io. Poi magari non fa nulla e lo ha detto, appunto, solo per chiudere la conversazione, non crede che sia troppo poco per massacrare sulla stampa una persona? 

R. Esatto, questo è proprio il punto. Io ritengo che questo sia l'atteggiamento concreto di ciò che è successo nelle telefonate con Frisenna. Però da qui ad essere indagati ne corre. Infatti non lo sono io, non lo sono altri politici che vengono riportati nell'ordinanza tra quelli con i quali Frisenna parlava. Però l'uso che se ne sta facendo da parte di certa stampa non è eticamente corretto. Io ho anche affermato a riprova di quanto lei dice, che bisognerebbe anche ascoltare il tono con il quale si conversa, perché le stesse cose con le stesse parole dette con toni dissimili hanno significato opposto a quello che si vorrebbe fare capire al lettore solo riportando la trascrizione, la quale non ha anima ed è solo sterile scrittura. 

9) Che idea s'è fatto dell'intera vicenda? Chi, a suo dire, dovrebbe fare un serio esame di coscienza e perché? 

R. Veda, come detto prima, ho dovuto, per forza di cose, leggere gli atti a sostegno dell'inchiesta. Quindi una mia idea ce l'ho, ma non vorrei parlarne. Non lo ritengo corretto discutere di fatti che sono oggetto di indagini e che  esulano dalla politica, ma che attengono ad una materia diversa, grave e inquietante quale la presenza della criminalità organizzata nel nostro tessuto sociale.

Il capitolo che riguarda i rapporti di Frisenna e la politica è solo un capitolo dell'intero carteggio.

In questa sede mi sento solamente di fare alcune considerazioni di carattere generale, dalle quali si può desumere ciò che penso riguardo a questi fatti. La politica oramai da molti anni ha abdicato alla conduzione morale della società, lasciando questa alla magistratura. Gli interessi elettorali sono talmente importanti che pur di fare incetta di consensi si mette dentro di tutto e tutti. E' così poca cosa per chi sta ai vertici, sia pur locali, prestare attenzione verso la composizione delle liste che poi contribuiranno a formare un consiglio comunale. Poca attenzione rispetto alla qualità degli uomini, ma non alla quantità dei numeri. Oppure intervenire sulla scelta degli amministratori così come ha fatto a Paternò. Per esempio F.I. ha fatto un concorso a premi, come le trasmissioni televisive col televoto. "I primi tre faranno gli assessori", scelta scellerata quanto qualunquista che non bada alla qualità degli uomini chiamati per governare una comunità, ma al solo peso elettorale. Il risultato, a mio avviso è stato devastante, sia per l'amministrazione, che per la città. I primi tre, infatti, sono stati quelli qualitativamente più scadenti ed i risultati sono palesi a  tutti. Tant'è che FI ha dovuto correre ai ripari, ma in ritardo, sostituendo Sinatra perché eletto alla provincia (e meno male), Frisenna per forza di cose, e Leone prima che le cose accadano. Ecco chi dovrebbe fare l'esame di coscienza, ma ben profondo e penitente, prima di essere assolto, se mai dovesse esserlo.

martedì 10 febbraio 2009

Paternò (Catania) : La Politica. L'Etica. La Legge Penale

Oggi più che mai, sentiamo l’esigenza di chiarire alcuni aspetti che riteniamo essenziali. Ne sentiamo l’esigenza appena dopo che i clamori che hanno investito la comunità di Paternò si sono affievoliti. Per aprire un dibattito che sia fondante per una visone più consona, che deve avere il cittadino, della politica. Il tema è quello della dimensione etica della politica, e conseguentemente dei politici. Riprendiamo questo discorso per non fare abbassare la tensione verso i principi che devono presiedere ad una impostazione civile socio-politica. Il dibattito deve continuare.


In tutto il mondo, e parlo dei paesi civilizzati e democratici, sussistono delle regole etiche comportamentali.

Vediamo, in proposito, cosa avviene in altre nazioni, due soli esempi per comprenderne la fattispecie.


Il governatore della banca federale tedesca, l’equivalente della nostra Banca d’Italia, ha accettato di essere ospite di un istituto bancario tedesco soggetto al suo controllo, in un albergo di Berlino per alcune notti, ma appena qualcuno gli ha sottolineato, che avere accettato che il conto della camera d’albergo, di poche centinaia di euro, era stato pagato dalla banca formalmente sottoposta al controllo della banca federale, non gli consentisse di restare ulteriormente in carica, si è dimesso dall’incarico di governatore. Non ha atteso neanche di essere incriminato, come poi non è stato incriminato.


Un ministro nominato dal presidente Bush, come segretario di stato al lavoro ha avuto il diniego dal Senato americano perché aveva pagato, con ritardo, i contributi previdenziali alla collaboratrice familiare. Pagare in ritardo i contributi, non è reato, ma al più configura una sanzione amministrativa che lui aveva regolarmente pagato, anche se in ritardo, alla stregua di una contravvenzione per divieto di sosta. Però, il Senato federale, si è pronunciato non in base a principi penali, ma in base a principi etici che, per via del patto stipulato tra politici, egli non potesse più fare il ministro del lavoro. Perché quella violazione, pur avendola sanata col pagamento, rappresentava una violazione dei diritti dei lavoratori.


In Italia ci sono codici etici per gli avvocati, i medici e i giornalisti e gli unici che non ne hanno sono i politici. E' questo ciò che risulta, e che deve essere posto all'attenzione di tutti.

Un politico che incontra criminali, che favorisce parenti ed elettori a scapito della meritocrazia, che compie o indirizza azioni amministrative atte a favorire interessi propri o di persone a lui vicine, anche se non commettesse reato, viola certamente principi morali, rompe il principio etico del patto con i cittadini.

"Attendo con fiducia l'esito delle indagini", ma un politico che frequenta un mafioso o che compie le cose che abbiamo anzidetto ed evidenziato, se ne deve andare a prescindere dall’esito delle indagini e del processo.

In Italia nessuno invoca mai l'articolo 54 secondo comma della Costituzione, che impone “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge

E dove accidenti sono disciplina e onore nei comportamenti di tanti esponenti politici nostrani?


Tutto, qui da noi, diventa “attendo l'esito del processo, aspettiamo che le indagini facciano il proprio corso”, ma se si frequenta un mafioso o si cerca di fare affari, o si favorisce qualcuno in modo irregolare non si può ricoprire una carica pubblica, perché è un incarico che rappresenta un'istituzione, a prescindere dalle azioni che la magistratura compia, non bisogna aspettare “l’esito o le indagini”, occorre che la politica sia essa stessa garante della moralità e dell’etica. Le questioni morali, le disfunsioni all'interno del sistema politico non possiamo scoprirle solo quando si apre un'inchiesta.

La politica italiana difetta di eticità perché tutti ci rifugiamo nella legge penale. E questa dimensione etica che non c'è, sovraccarica la magistratura. Che certamente non arriva a sanzionare tutte le malefatte, ma questo non deve essere alibi di trasparenza.


Con la caduta della prima Repubblica, per cui bastava il fumus, il sospetto, perché il politico si dimettesse, abbiamo assistito sostanzialmente, alla sparizione della dimensione etica, autentica o di facciata, e tutto si è ridotto a giudizio penale. Quando accade ciò, è l’inizio della fine della democrazia, perché manifesta l’affidare ai giudici il governo del paese, affidare ai giudici le scelte della politica, significa sostanzialmente che c’è uno Stato che, attraverso la sua magistratura, esprime principi etici.

Questo è inaccettabile, bisogna richiamare la classe politica al diritto-dovere ad una etica fatta di principi che siano tali, condivisi ed obbligatori, censurarli e sanzionarli in ogni caso, anche se la violazione di quei principi non costituisca reato penale.

L’Italia sarà un paese civilizzato quando finalmente avrà principi etici condivisi ed accettati.

E' particolarmente importante, direi fondamentale tutto questo nella pubblica amministrazione, essenziale per creare un clima positivo tra cittadini ed amministrazione stessa, favorevole allo sviluppo e alla promozione del bene comune.

Da condannare parimenti il non fare' degli amministratori pubblici e il loro non decidere, ed il tirare a campare per la propria sopravvivenza politica, aspettando anche che nulla accada, questo crea inefficienze e danni irreversibili che si riflettono per anni sulla collettività.

E' chiaro,quindi, che non compete all'Autorità giudiziaria alcuna funzione moralizzatrice della politica, come non le compete la censura delle scelte discrezionali della pubblica Amministrazione, ma deve essere altrettanto chiaro che questa classe dirigente che governa e che sceglie, deve assumere comportamenti rigorosi che finora non ha assunto, e a testimonianza di questo è sufficiente richiamare l'attenzione sulle tristi vicende che si stanno vivendo oggi nella nostra comunità e che ormai suscitano l’attacco, l'interesse se non l'ilarità della stampa italiana. Questa è la scommessa cui siete chiamati, ma non rimandando a domani ... per mero calcolo politico.



giovedì 5 febbraio 2009

Paternò (Sicilia) L’INDAGINE: LA SINISTRA, IL REGIME, LA MAFIA, LE ISTITUZIONI

Intervista a ruota libera a DOMENICO SIGNORELLI , esponente della sinistra paternese, candidato alle ultime provinciali.

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D. Una sinistra assente in questa città, che non riesce a fare opposizione, non ti sembra che sia una forte anomalia del sistema, che poi genera mostri?

R. La crisi della sinistra non è databile ad oggi. Il tutto nasce intorno agli anni ’70, quando la famiglia Corsaro-Pappalardo mette da parte la vecchia nomenclatura, e conduce il PCI per tanti anni, troppi, raggiungendo anche risultati politici considerevoli in un periodo però in chiaro-oscuro. Negli anni '90 vengono messi da parte con l'esperienza Ligresti. L’esperienza di Graziella Ligresti la ritengo sotto l’aspetto sociale esaltante, meno sotto quello politico, perché se pur circondata da un gruppo di giovani validi quali Galatà, Basile, Mangano, Maurici, non riesce a creare la successone, la nuova classe dirigente. Vi sono anche lì alcuni punti oscuri quale quelli dell’Ing. Grasso vero recordman come assessore ai lavori pubblici, mai nessuno è durato tanto e vorremmo capire le motivazioni di tutto ciò. Dopo arriva la stagione di Asero nel 2002, la sinistra divisa con la Margherita che corre per conto proprio col candidato Galvagno, e a dire no alle primarie, richieste allora da Burtone, fu proprio Pappalardo, spaccando volutamente la sinistra, come 5 anni dopo a spaccarla fu proprio lo stesso richiedendole le primarie, invece, e spaccando ancora una volta la sinistra.

Ritengo questo il punto più basso della storia della sinistra, e della inadeguatezza della stessa. Malgrado erano stati eletti dopo tanti anni due parlamentari il sen.Liotta ed il deputato regionale La Manna. Una sinistra pervasa da personalismi inutili, tanto da ammazzare qualsiasi esponente si affacci per dire qualcosa. Un harakiri, poi, il mancato contatto con la gente.

D. Parliamo adesso del convegno fatto sulla Mafia dai giovani di R.C.

R. Lodo l’iniziativa fatta, ma non condivido il metodo usato. Cioè ritengo che se debba esserci dibattito deve essere fatto con persone in contradditorio, altrimenti il confronto non viene in essere. Un contraddittorio in democrazia viene fatto quando ci sono due tesi opposte. Di contro facendo, la sinistra ahimé da ancora una volta esempio di professionismo dell’antimafia. Così facendo non si sensibilizzano le coscienze, io per esempio cito quello dei ragazzi calabresi che si presentarono in una manifestazione con lo stricione che diceva “Ora ammazzateci tutti”. In questa città io auspicherei una simile presa di coscienza, ma che manca, nessuna manifestazione esterna dove tutti partecipino per far sentire che la società civile è maggioranza. Lodo comunque l’iniziativa fatta anche se critico la loro fretta nel chiedere lo scioglimento del Comune, risoluzione che non conviene alla sinistra ancora impreparata. E poi la posizione di Buemi in grande difficoltà per il conflitto familiare (il padre esponente del PdL ed amico di Firrarello, è stato anche vice Presidente dell’ATO Simetoambiente in quota F.I.), che espone RC a tutta una serie di attacchi, ma tutto questo denota grande coragio civile ed onestà intellettuale. Il nostro obiettivo deve essere il 2012, da adesso si deve lavorare per avere prima di tutto il gusto di stare assieme. Importante è il ruolo del PD. Perché questa città è una città moderata, di centro, ed è indubbio che per proiettarci al governo una discussione con qualche forza di centro bisogna averla.

D. Il Governo della città, alcune riflessioni su questo, e su cosa non fa la sinistra, atteso che un sistema non funziona se manca di opposizione. Oggi la comunicazione in politica è essenziale, il cittadino vuole sapere, ma qui regna il silenzio.

R. Andiamo con ordine. Io per essere alternativo a questo Governo e prendendo a prestito l’idea di Veltroni, avevo proposto la creazione di un governo ombra che comunicasse alla città quello che noi avremmo fatto se al governo. Ma poi mi sono fermato, che motivo si ha di creare una giunta ombra quando questa è totalmente in ombra. L’azione amministrativa: mancanza assoluta di programmazione in materia di sviluppo, non si ha l’idea di cosa fare con l’ASI. Agricoltura, settore trainante per l’economia cittadina, la Regione ha programmato 40 mercati ortofrutticoli e questo comune non ha fatto neppure la domanda, ci sono 5000 braccianti agricoli che vivono il problema della disoccupazione, e della sicurezza nelle campagne, il sindaco è assente. Le Salinelle ed il settore del turismo destagionalizzato? In qualsiasi parte al mondo ci si sarebbe attivati per accertare quali particolarità avessero per creare un centro termale, ove esistono fondi comunitari a sufficienza. Le strutture, come il Velodromo abbandonate e mai completate, stessa fine farà la piscina, da tempo completata e mai messa in funzione. E poi i parchi Robinson, la cura delle piazze, della rete fognaria che salta ad ogni pioggia, il piano del traffico, e tanti tanti problemi, una città ingessata.

Per finire, una amministrazione comunale che non riesce a fare progetti per fare arrivare risorse comunitarie, mancanza di creatività e di proposta.

Hanno perfino chiuso l’agenzia per lo sviluppo.

Failla che rispetto come uomo e come istituzione, non ha ancora capito che amministra una città di 50.000 abitanti e che ogni giorno lancia un allarme sociale forte, i figli di questa città che hanno fatto tanta fatica per laurearsi hanno l’alternativa di emigrare o di andare a lavorare nei call-center, se non fa programmazione, e non ne fa, fa morire la città.

A questo devo aggiungere il problema dei flussi elettorali, che intercetta questo centrodestra, che pur in presenza di una gestione della cosa pubblica fallimentare, riceve consensi che sfiorano l’80%. In una città che vive il disagio il centro destra fa man bassa. Siamo noi troppo puliti o sono loro troppo bravi? Vero che noi abbiamo perso contatto con la gente, ma sulla loro bravura ho forti perplessità e dico che noi non abbiamo debiti derivanti da promesse. E quanto costano le loro campagne elettorali, e da quali ambienti sono sostenuti, in questi giorni abbiamo avuto qualche risposta dall’inchiesta “Padrini”.

Una attenzione a parte merita l’MpA, non condivido alcune prese di posizione di Raffaele Lombardo, pur ritenendo che nella dirigenza di questo movimento vi sono persone di grande valore, condivido però le scelte di governo che sta facendo, sulla sanità, sul problema dei rifiuti e sulla gestione dei fondi strutturali. Un Movimento che interloquisce a tutto tondo con tutte le forze politiche e sindacali, un movimento che come dice il suo leader interloquisce con tutti confrontandosi sui problemi, non fa scelte preordinate. Qua a Paternò ha una classe dirigente attrezzata che fa politica da anni e che ha una forte presa sulla città. Sono tra l’altro convinto che se va avanti l’idea del movimento “AUTONOMIA RIFORMISTA” , aperto a tutti i riformisti che pur credendo nei valori e nello spirito riformista del centrosinistra crede nell’autonomia territoriale ed in una riforma federalista e solidale come soluzione principale della riforma dello stato che lo avvicini di più ai cittadini, sia una risposta ottimale per esaltare le peculiarità del territorio dove viviamo con l’idea del riformismo della sinistra. Un’idea che mi convince molto. Ed io auspico che ci possa essere una forza riformista che possa governare. La sinistra deve cambiare linguaggio ed usare i mezzi moderni di comunicazione e ben venga una nuova forza riformista in questo senso. Come colgo con grande favore l’azione che i giovani per l’autonomia stanno facendo in questi giorni in città.

Come anche qualcuno del PdL potrebbe essere interlocutore valido, solo che è circondato male. Vedi mi fa pensare che a seguito della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche tutti hanno fatto replica, querele, tranne uno e questo fatto mi inquieta veramente, come può il deputato locale farsi affinacare da questi. Mi riferisco al caso del difensore civico, per me il suo silenzio è inquietante, e non ne parlerei se non fosse un personaggio pubblico. E menomale che la stampa ne parla, almeno ci accorgiamo che esiste, perché la città non ne era a conoscenza, non si ricorda un suo intervento, né una sua relazione, e come mai il deputato del PdL lo fa riconfermare, viene premiato chi non ha lavorato, non è un esempio edificante per i tanti giovani professionisti che non hanno etichette politiche e che cercano di portarsi avanti nella professione, ed io lo sfiderei a dire pubblicamente quali atti ha prodotto in 5 anni a fronte di lauti guadagni, che paghiamo tutti noi. Per non parlare di alcune difese in tribunale quanto meno inopportune. Viene segnalato a portare borse, ma le uniche che dovrebbe portare sono quelle dei cittadini. Io se devo dire la mia abolirei questa figura, sono solamente soldi sprecati.

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ABBIAMO RETTIFICATO L'INTERVISTA IN ALCUNI PUNTI SU RICHIESTA DELL'INTERESSATO. AD OGNI BUON CONTO,QUESTA, E' STATA INTEGRALMENTE REGISTRATA, PER UNA DURATA DI 51 MINUTI.

domenica 1 febbraio 2009

SICILIA: RIVOLUZIONARE IL SISTEMA O RESTAURARE IL "CUFFARISMO"


"Quello che ho costruito io in Sicilia non l'ha costruito nessuno. Per fortuna io ho le spalle abbastanza larghe per portare il peso della riconoscenza di Silvio Berlusconi. Altro che astro calante". E' quanto dichiara in un'intervista al quotidiano 'Libero' il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio ed ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciche'.

E sulla sua presunta candidatura alle europee Micciche' sottolinea: "la mia e' una provocazione rivolta ad Alfano e Schifani. Se non si trova una soluzione al coordinamento Regionale prima delle Europee, dico che la soluzione migliore e' che io mi candido, cosi' poi ci contiamo. Se il partito e' ancora privo di un coordinatore regionale e' anche per una loro responsabilita'. Io mi candido. Loro scelgono un candidato. E chi prende piu' voti decide la linea. Un congresso virtuale e virtuoso, fatto con i voti anziche' con le tessere".

Una sfida che Gianfranco Micciché lancia alle sue stesse creature di un tempo, che da qualche anno lo hanno messo all'angolo. Interessante non solo per chiarire gli equilibri del partito di maggioranza relativa, ma anche per delineare la linea politica del centro-destra siciliano. Micciché, alleato del Presidente Lombardo, fautore come lui delle riforme radicali per rivoluzionare la realtà della regione e conseguentemente della sicilia, lotta assieme a Lombardo contro quelle che considera le forze reazionarie della maggioranza di centrodestra che tendono alla conservazione del c.d. sistema "cuffaro" rappresentate da Alfano, Schifani, Firrarello, Castiglione alleati appunto proprio con Cuffaro. Giochi di palazzo, vertici di maggioranza, conventicole restauratorie, tutti riti di una politica politicante che anzicché affrontare e risolvere con serietà i problemi di una terra martoriata, guardano solamente al potere da esercitare in nome di interessi partigiani.

Un clima da ferri corti, insomma. "La maggioranza dell'Assemblea puo' sfiduciare in qualunque momento il presidente della Regione", lancia la sfida il leader del Mpa, che aggiunge: "Sono disponibile a fornire i moduli per le dimissioni, che peraltro esistono gia' sia all'Assemblea sia alla Regione". In Sicilia, come e' noto, se cade il presidente, viene sciolta l'Ars.

"Questa mattina era stato il vicesegretario nazionale dell'UDC, Salvatore Cuffaro, a contestare da Caltanissetta il presunto asse tra il governatore e il Pd, nonche' le scelte, ma che faccia di bronzo, sui versanti della sanita' e dei rifiuti. Dimentica forse Cuffaro che nelle motivazioni della sua condanna vi è il favoreggiamento nei confronti di Aiello, e non solo per le informazioni riservate che forniva, ma anche per i patteggiamenti sulle tariffe sulle prestazioni sanitarie che la Regione rimborsa agli istituti sanitari accredidati. Per non parlare poi del piano rifiuti che ebbe tanta cura a varare, piano bocciato dalla Unione Europea.

E c'è da chiedere ad Alfano, Schifani, Firrarello e Castiglione, se anche loro intendono perseguire tale strada, il cuffarismo, in particolar modo su sanità e rifiuti, se così fosse lo dicano esplicitamente, senza nascondesi dietro il velo della democrazia partecipata, ed alle accuse di dispotismo nei confronti del Governatore.

Ma stamattina Castiglione, vice Coordinatore di F.I., replica: “È apprezzabile che il Presidente della Regione non voglia prendere ordini – dichiara- ma al tempo stesso le regole della democrazia non gli permettono neanche di darne; considerato che i risultati elettorali hanno attribuito al Pdl il delicato ruolo di primo partito e di forza fondamentale della coalizione che lo sostiene. Sarebbe auspicabile, pertanto che Lombardo convochi un tavolo della coalizione sulle riforme, piuttosto che appoggiarsi sistematicamente al Pd, venendo meno al patto sancito con gli elettori. Il nostro impegno è sempre stato chiaro: portare avanti un processo di riforme per il definitivo "riscatto"della Sicilia, ma è naturale che questi profondi cambiamenti debbano essere decisi in piena condivisione”.

D’accordo con la cosiddetta condivisione, che deve avere il limite del programma elettorale sul quale gli elettori hanno dato i consensi,. Ma non si può essere d’accordo se questa declamata “condivisione” nasconda una sottesa restaurazione di quelle pratiche che hanno ammorbato la Sicilia per tanti anni e che l’hanno svenduta a logiche di interessi nazionali diversi.

''C'e' un disegno preciso, ovvero, di voler indebolire, delegittimare, aggredire, tra virgolette, e possibilmente ribaltare...". Lo ha detto il Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, oggi a Catania, parlando con i giornalisti sulla 'situazione politica' isolana. "Ricordo l'esperienza di Milazzo. - ha aggiunto il leader del Mpa - Quando autonomamente e autonomisticamente si vuole difendere e rappresentare la Sicilia eliminando il modello ascaristico, gli ascari reagiscono e gli ascari sono maggioranza e sono potentissimi."Noi andremo avanti lungo la strada di lealta' con gli elettori che si misura - ha concluso Lombardo - nell'attuazione del nostro programma sin quando, chiaramente, i cittadini vorranno e sin quando, obiettivamente, questa Assemblea resta in vita'".

Gianfranco Micciche', sostenitore di queste tesi e di Lombardo, sottolineando che è il più gradito Governatore d’Italia (fonte Il Sole 24 Ore), stamane lo invita ad un'ultima "stringente verifica di maggioranza", poi si va avanti, aspettando le Europee, che qui in Sicilia avranno il sapore di un referendum sul gradimento che i siciliani hanno pro o contro le due linee politiche antitetiche della maggioranza di governo.