di FABIO CANTARELLA corrispondente a Catania de "Il Siciliano" di Palermo
1) In alcuni articoli di stampa, qualcuno la tira in ballo pubblicando frammenti di alcune intercettazioni telefoniche tra lei ed il Frisenna. Che rapporti avevate?
R. Siamo nell'autunno del 2005, epoca nella quale rivestivo, ancora per poco in quanto mi dimisi dal partito nel febbraio 2006, la carica di responsabile politico di F.I., e mi pare chiaro che avessi rapporti anche col consigliere comunale Frisenna, così come con tutti gli altri consiglieri comunali, deputati, assessori e quanti altri esercitassero ruolo politico. I rapporti umani col Frisenna erano del tutto normali, sapevo però che Frisenna non mi era per nulla vicino politicamente, ma faceva il "pesce di brodo" ed io stavo al gioco, non mi interessava più di tanto in verità, tant'è che nel gruppo di F.I. che avevo organizzato per la campagna elettorale di Limoli, della quale avevo avuto assegnata da Firrarello la responsabilità, lui non c'era, non lo avevo cercato proprio per le considerazioni che ho detto prima. Poi non ci fui neanche'io in quella campagna elettorale, me ne andai dal partito molto prima delle elezioni.
2) Che effetto le ha fatto essere etichettato come un inquietante faccendiere?
R. Veda questa è una considerazione tutta dell'autore del famoso articolo, che per altro nel numero successivo cerca di aggiustare il tiro, essendosi resoconto della forzatura fatta. Ho scelto la sede giudiziaria, a mia tutela nei suoi confronti. depositando una querela per diffamazione dove mi costituirò parte civile. Detto questo, vorrei ricordare, che a seguito di alcuni miei articoli, fastidiosi probabilmente a "questi faccendieri", pubblicati sulla Gazzetta Rossazzurra, dal settembre 2006 al successivo dicembre, alcuni ignoti diedero al fuoco due autovetture, la mia e quella dell'assessore Ciancitto, titolare dell'Urbanistica per sue dichiarazioni fatte alla stampa. E tutte queste, le mie e le sue, erano convergenti contro alcuni comportamenti e atti del Consiglio Comunale che tendevano alla concretizzazione di alcuni interessi, a nostro avviso illeciti, come l'approvazione di piani integrati in zona agricola con variante al PRG, e con la prospettiva, ma questa è una mia supposizione, di variare la destinazione urbanistica dell'intera zona.
Di questo non se ne fa cenno, però, nelle migliaia di pagine a sostegno di tutta questa inchiesta. Non lo trova strano?. Eppure sono stati acquisiti tutti i miei articoli da parte degli inquirenti. Siamo stati tenuti delle ore e per diversi giorni sotto interrogatorio, per capire gli inquirenti, da dove venisse l'atto intimidatorio e la correlazione di questo con quanto da noi denunciato. Ma di questo, che è l'unico vero fatto violento ed eclatante di intimidazione malavitosa, da ascrivere probabilmente a questo ambiente di cui si parla , nessuno ne fa cenno. E mi si definisce faccendiere, io che degli affari che avrebbero voluto fare altri e che ho denunziato alla pubblica opinione, ho subito. Sono stato l'unica opposizione ufficiale a quel sistema, gli altri tutti zitti, e i media ne sono testimoni. Un faccendiere in antitesi, quindi, a quella che è la connotazione naturale.
3) Che ruolo ha l'arch. Benfatto e perché la visita fatta da lei e dal consigliere Leone nell'ufficio del funzionario sarebbe stata strumentalizzata? Chi avrebbe interessi a gonfiare la vicenda e perché?
R. l'arch. Benfatto è il dirigente dei servizi tecnologici e manutentivi del Comune di Paternò. Accompagnai, allora, presso gli uffici dei servizi tecnologici, e non dei lavori pubblici come riportato nell'articolo, il consigliere Leone, il quale lamentava la poca sensibilità dell'ufficio riguardo alle segnalazioni per il ripristino del manto stradale relativo all'eliminazione delle buche, poiché erano parecchi mesi che lo stesso segnalava alcune buche stradali, a suo dire pericolosissime per la circolazione veicolare e nessuno provvedeva alla riparazione, e chiese il Leone, così come nei compiti del consigliere comunale mi pare, il metodo cronologico usato dall'ufficio per la programmazione degli interventi, visto l'enorme tempo trascorso dalla segnalazione.
L'arch. Benfatto disse che l'ordine di servizio generale era programmato su scelta dell'assessore competente, che ne disponeva le priorità, e tirava fuori a riprova delle affermazioni un foglio scritto manualmente autografo dello stesso assessore, ove erano elencate le strade sulle quali intervenire per eliminare le buche.
Tutto qua,mi sembra anche banale e risibile, anche se devo dire che il colloquio fu fin troppo vivace, con intervento finale nel discorso dell'assessore al ramo pro tempore.
4) Fece mai pressioni sul professore universitario di Economia e Commercio segnalatole da Frisenna come colui ca boccia tutti i cristiani?
R. Io direi di più al riguardo. Quattro sono le telefonate riportate nell'ordinanza. Nella prima parliamo dei massimi sistemi della politica, della contrapposizione politica all'internodi F.I. tra me e
5) I magistrati la definiscono sapiente burattinaio in grado di muovere le fila del sistema politico di Paternò. Le si addice questa definizione? La onora o la irrita?
R. Colui che nota vasta conoscenza e saggezza, abile esperto capace nel proprio mestiere. Questo il significato che traggo dal dizionario della lingua italiana. Non penso proprio che i magistrati non ne conoscano il significato, pertanto sono onorato di questa definizione.
6) Lei è formalmente indagato nell'inchiesta? Se sì a che titolo e per quali ipotesi?
R. No, non sono indagato nell'inchiesta, lo affermano anche gli inquirenti stessi. Non solo, ma non ho la coda di paglia tanto che ribatto pubblicamente e veementemente avverso le considerazioni della stampa che non soddisfano la mia onestà intellettuale.
7) Condivide la pubblicazione delle intercettazioni in fasi pre-processuali, specie se non ancora riscontrate da atti e comportamenti sostanziali?
R. Io non posso condividere la pubblicazione di atti che dovrebbero essere segretati, e per di più di conversazioni, che se attenzionate seriamente, nulla hanno a che fare con l'impianto accusatorio che parla di mafia, interessi, con introduzione nel tessuto socio- economico-politico, parlo delle mie ovviamente. Dico ciò perché anche io, a seguito degli articoli fatti da altri, sono stato costretto a leggermi le oltre 1500 pagine dell'ordinanza, per potere ribattere.
8) Non pensa che in tal modo siano indagabili tutti? Mi spiego, un politico riceve una telefonata da un tizio che non vuole inimicarsi o che gli sta sui marroni, per levarselo di torno alla sua richiesta risponde sì, ok, me ne occupo io. Poi magari non fa nulla e lo ha detto, appunto, solo per chiudere la conversazione, non crede che sia troppo poco per massacrare sulla stampa una persona?
R. Esatto, questo è proprio il punto. Io ritengo che questo sia l'atteggiamento concreto di ciò che è successo nelle telefonate con Frisenna. Però da qui ad essere indagati ne corre. Infatti non lo sono io, non lo sono altri politici che vengono riportati nell'ordinanza tra quelli con i quali Frisenna parlava. Però l'uso che se ne sta facendo da parte di certa stampa non è eticamente corretto. Io ho anche affermato a riprova di quanto lei dice, che bisognerebbe anche ascoltare il tono con il quale si conversa, perché le stesse cose con le stesse parole dette con toni dissimili hanno significato opposto a quello che si vorrebbe fare capire al lettore solo riportando la trascrizione, la quale non ha anima ed è solo sterile scrittura.
9) Che idea s'è fatto dell'intera vicenda? Chi, a suo dire, dovrebbe fare un serio esame di coscienza e perché?
R. Veda, come detto prima, ho dovuto, per forza di cose, leggere gli atti a sostegno dell'inchiesta. Quindi una mia idea ce l'ho, ma non vorrei parlarne. Non lo ritengo corretto discutere di fatti che sono oggetto di indagini e che esulano dalla politica, ma che attengono ad una materia diversa, grave e inquietante quale la presenza della criminalità organizzata nel nostro tessuto sociale.
Il capitolo che riguarda i rapporti di Frisenna e la politica è solo un capitolo dell'intero carteggio.
Ho visto il telegiornale ed il servizio sull'ospedale di paternò,ho dovuto prendere una biochetasi.Che ipocriti a destra e sinistra,uniti e solidali,contro la chiusura dell'ospedale,uniti destra e sinistra pi nan'fari finiri a mangiugghia,mai uniti così per diritti lesi ai cittadini.
RispondiEliminaSe l'ospedale era una cosa che riguardava gli interessi del popolo soltanto,ci puoi contare e abbiamo le prove che avrebbero accantonato o non si sarebbero scomodati cacucciulari di fora munnu.Che Kermesse con la scusa dell'utilità per i cittadini covano i loro subdoli interessi,con l'abboccamento sicuro dei "piccoli"paternesi.
caro adolfo, potevi anche scegliere una foto meno impegnativa. Hai sempre il solito piglio mussoliniano...tipo berlusca.
RispondiEliminaHo pensato di iniziare così i commenti che lascerò sul sito..se ammessi dopo il vaglio censorio.
Penso di poter dare un contributo al dibattito sui temi della politica, considerato che da molti anni gravito attorno ad essa.
Ti farò divertire, ma prometti di far passare anche i commenti non proprio graditi.
L'Infiltrato.
cercare di "rendere onesti" tutte le persone coinvolte in questa vicenda mafiosa è la piu squallida operazione mediatica che possiate fare.
RispondiEliminaQuelle intercettazioni sono PROVE che non possono essere smentite dalle bugie che gli intercettati dicono per difendersi e camuffara la realtà di ciò che sono: MAFIOSI.
P.S:e ora censura questo commento, cosi eviterai il dibattito e continuerai nella tua campagna di leggimazione mafiosa.
saluti
Hai chiuso putia?
RispondiEliminaCome mai "anonimo" non ti sei accorto dell'operazione mediatica che al palazzo fanno tutti i giorni,non capisco perchè i paternesi se la prendono sempre con chi si mette in discussione,mentre altrove nei meandri nascosti della politica nessuno apre bocca,regna l'omertà,ai Padroni,a chi ci gooverna,anche se ci calpestano a noi e ai nostri diritti a quelli nessuno dice niente..E' semplice la motivazione avete paura paternesi siete servi dei servi!
RispondiEliminaComunque la verità sta nel fatto che c'è bisogno definitivamente di una classe politica fatta di giovani e volti nuovi e credetemi ce ne sono, solo che non hanno il coraggio di farsi avanti solo perchè queste vecchie mummie fanno apparire la politca un malaffare, solo chiacchiere e pochi fatti ma sopratutto poca trasparenza, per cui io penso che li arrestassero tutti questi vecchi buffoni comandati da onorevoli e senatori. Il nuovo partito Berlusconi lo doveva chiamare PDG (popolo dei giovani) e non PDL (popolo dei ladri). che la sinistra ha il sapore di vecchio è non ha futuro è ormai assodato ma che Berlusconi ha ideato un giovane partito formato da vecchie mummie e lupi ingrassati non è giusto. Adolfo hai una grande cultura politica ma credimi arritiriti occupati solo di dare consigli ai nuovi giovani che si vogliono spendere ma che hanno paura di persone ambigue come te.
RispondiEliminaContesto solo il fatto di avermi definito ambiguo, io nel bene e nel male sono sempre chiaro nelle posizioni anche a costo di rimetterci così come è stato, ma son d'accordo con te, largo ai giovani, adesso infatti sono solo un tecnico della politica, mi occupo solo dei massimi sistemi.
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