giovedì 29 maggio 2008

L'ULTIMO MURO CADE IN SICILIA


Riteniamo opportuno riprodurre l'articolo del Corriere della Sera, del giornalista Francesco Verderami, che esprime un motivato giudizio sul nuovo governo regionale siciliano. "Servirà del tempo per capire se davvero è iniziata una rivoluzione, ma non c'è dubbio che la giunta regionale siciliana si appresta a diventare un laboratorio politico nazionale, incubatrice di una svolta che potrebbe portare alla caduta del Muro italiano. La scelta del neo-governatore Raffaele Lombardo di affidare l'assessorato della Sanità a Massimo Russo - magistrato che più di ogni altro è stato vicino al procuratore Giancarlo Caselli - non è solo un segno di novità. Può trasformarsi in quella che Luciano Violante definisce "l'inizio di una fase nuova", cioè di "una stagione in cui si passa dai pregiudizi ai giudizi". Ecco perché la vicenda regionale assume rilevanza nazionale: se "un uomo di grande qualità come Russo" - che viene dal mondo della sinistra e che guidò la rivolta contro l'ex Guardasigilli Roberto Castelli - accetta di collaborare con il centrodestra, significa che "siamo dinanzi a un fatto importante": "E' il sincero desiderio di segnare una cesura rispetto al passato". E' vero che da tempo l'ex presidente della Camera sostiene quanto ripete oggi, che "è ora di finirla con pregiudiziali ideologiche e politiche". Ma c'è nell'evento siciliano una forza simbolica aggiuntiva, "anche se bisognerà vedere come si dipanerà l'intesa, se Russo non verrà isolato e se Lombardo ne appoggerà le scelte". Però il semplice fatto che due mondi finora ostili abbiano deciso di cooperare, e che uno degli alfieri delle parti in lotta dia una tale apertura di credito, testimonia che qualcosa sta cambiando. In verità qualcosa è già cambiato, se Felice Casson - altro rappresentante di quell'area un tempo intransigente - considera "apprezzabile" la decisione di Russo e definisce "un investimento politico quello di Lombardo, "non solo la ricerca di immagine": "In piccolo si è fatto interprete di una linea sarkozysta". Così il senatore del Pd, anche lui con un passato da magistrato duro e puro, proietta questa "positiva sorpresa" su scala nazionale: "Finora c'erano stati colpi di piccone in entrambi gli schieramenti, ma nessuno aveva mai toccato il Muro. Per la prima volta le picconate lo colpiscono e ce ne vorrebbero altre". Casson chiede di continuare nell'opera, propone al centrosinistra di contaminarsi, perché "uno scambio di linfa è fondamentale", perché "in entrambi gli schieramenti ci sono dei valori". E allora "basta con il tabù dell'antiberlusconismo", bisogna "confrontarsi sulle cose concrete": "In Veneto, la mia regione, su sicurezza e federalismo dobbiamo dialogare, ponendo magari dei limiti, ma senza trincerarsi sempre dietro le critiche alla Lega. Sennò gli elettori ci mollano". A detta del parlamentare democratico necessitano "persone nuove" e anche "strumenti di valutazione nuovi", un modo per sottolineare che il vecchio armamentario ideologico va messo in soffitta. "Il processo di trasformazione andava percepito e recepito prima. Non averlo fatto è una delle cause del risultato elettorale". Perciò giudica "interessante" il caso siciliano, e non condivide gli attacchi a Russo avanzati da quanti sono rimasti "colpiti per un così evidente salto di campo". Per Casson invece sta proprio in questo "salto", la "novità". Sta in una frase della lettera che il pm ha scritto ai suoi colleghi: "Non possiamo ragionare con gli schemi che avevamo fino al 14 aprile. E' cambiato tutto". "Il voto del 14 aprile è stato il segnale visivo di quel che stava accadendo. Quel giorno gli elettori hanno dato al centrosinistra l'ultimo avvertimento". Ma non tutti pensano che quel giorno sia cambiato tutto. Gerardo D'Ambrosio anzi si stranisce: "Come è cambiato tutto. Mi pare strano. Ovvio, ognuno di noi deve collaborare per migliorare il Paese. Bisogna però vedere quanto Russo rimarrà in quel posto". Le parole di uno dei protagonisti di Mani pulite fanno intuire il tormento di quel mondo, un travaglio che si avverte in modo ancor più forte nei concetti di Caselli. Il procuratore di Torino non vuol parlare del caso siciliano, "conosco Russo e lo stimo", si limita a dire. Poi però ripete un passaggio del discorso pronunciato ieri a Palermo, nel giorno della strage di Capaci: "Oggi si sente dire che si vuole voltar pagina per addentrarsi in una strada di responsabile collaborazione. Non si può che prenderne atto con fiducia ma anche con doverosa e rispettosa cautela, dopo che nell'ultimo decennio si sono registrati interventi tesi a demonizzare l'azione giudiziaria. La cautela serve perché un clima di collaborazione potrà esserci solo se ci saranno univoci segnali di discontinuità rispetto ai pregiudizi e alle ostilità passate". Servirà del tempo per capire se è davvero iniziata la rivoluzione."

mercoledì 28 maggio 2008

SICILIA: INCONTRO RAFFAELE LOMBARDO - GIANNI ALEMANNO


"Il governo della Sicilia e' fortemente interessato alla realizzazione di un distretto federale con Roma capitale e la nostra Regione cuore del mediterraneo. Un progetto che nasca sulla spinta autonomista dei due territori e ne rafforzi le reciproche caratteristiche, inserito in un piu' ampio programma di sintonia politica". Lo ha dichiarato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, nel corso dell' incontro con il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Il governatore ha sottolineato l'importanza di questa collaborazione "che aprira' certamente nuove prospettive a partire da ambiti di interesse comune, come i beni culturali e il turismo".

"Puntiamo al federalismo solidale - ha detto Alemanno - come presupposto fondamentale per un progetto che premia i territori competitivi, in analogia con le grandi capitali europee, sottolineando l'importanza del contributo dell'Mpa, quale movimento autonomista del Sud".

martedì 27 maggio 2008

SICILIA AMMINISTRATIVE: GIUSEPPE CASTIGLIONE SI PREPARA ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI CATANIA

Una elezione in sordina, per lo meno adesso, quella per il rinnovo della Amministrazione della Provincia di Catania. Sembra che la marcia di Giuseppe Castiglione sia scontata e che di avversari nn ce ne siano proprio.
Giuseppe Castiglione,44 anni, eurodeputato eportavoce di Forza Italia al Parlamento Europeo, vice Coordinatore Regionale di F.I., lo riteniamo uno degli amministrtaori più illuminati che oggi calchino le scene in provincia di Catania. Non lo diciamo solo per piaggeria, sono i fatti a dichiararlo in maniera esplicita.

Membro del Comitato di gestione dell'USL 39 - Bronte (1984-1989); Presidente del Comitato dei Garanti dell'USL 39. Consigliere comunale di Bronte (1989-1992)Nel 1996 eletto all'Assemblea Regionale Siciliana, con la lista del CDU, collegio di Catania, con 8.487 voti di preferenza. Il 24 Giugno 2001 viene rieletto nella lista di Forza Italia con 18.087 voti, il più votato in Sicilia. Assessore regionale all'Industria nel 50°, 51° e 52° governo della Regione siciliana (1996-1999); Assessore regionale all'Agricoltura e Vice Presidente della Regione siciliana (2001-2004). Vice Presidente nazionale dell'AICCRE (Associazione italiana Comuni e Regioni d'Europa); membro del Consiglio mondiale della CGLU (Città e governi locali uniti).

Da Assessore regionale all'Industria ricordiamo che è stata la sua pervicacia a realizzare la dismissione dgli Enti (inutili) regionali che tante risorse succhiavano alle casse pubbliche. Un atto di coraggio, visto che, tali carrozzoni erano ricettacolo di poltrone ed interessi da non sottovalutare.

Ora dopo 4 anni di permanenza al Parlamento Europeo, si ripropone per quella che consideriamo la sua più forte attitudine: l'amministrazione.
Riceverà una amministrazione provinciale con circa 70 mil di avanzo di amministrazione, risultato della sana gestione di Lombardo. Così da potere operare immediatamente con grandi risorse, per continuare l'opera che i suoi predecessori hanno svolto, dando alla Provincia di Catania un forte impulso, tanto da attenzionarla come uno dei più efficenti enti d'Italia.
Occorre una Giunta all'altezza del compito. Mediata si tra i partiti della coalizione, ma che si deve connotare per l'alto profilo morale, professionale e di efficienza.

domenica 25 maggio 2008

REGIONE SICILIANA: ECCO LA GIUNTA DI GOVERNO


Ci sono anche due magistrati nei 12 componenti della squadra di governo varata dal presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.
Si tratta di Massimo Russo e Giovanni Ilarda che insieme con il prof.Giovanni la Via sono i tre 'tecnici'.
Gli altri assessori: Antonello Antinoro (Udc), Titti Bufardeci (Pdl-Fi), Michele Cimino (Pdl-Fi), Roberto Di Mauro (Mpa), Luigi Gentile (Pdl-An), Pippo Gianni (Udc), Carmelo Incardona (Pdl-An), Francesco Scoma (Pdl-Fi) e Pippo Sorbello (Mpa).

venerdì 23 maggio 2008

Regione Sicilia: con il piede giusto


L'ultimissima impressione è che il presidente della Regione Sicilia sia riuscito nel suo intento di nominare un Assessore di sua fiducia nella persona di Massimo Russo, magistrato, con un curriculum di tutto rispetto, confortato da un alto senso dello Stato

Questa almeno la notizia che circola sia presso il tribunale di Palermo che presso l'assessorato indicato. Si sono accavallate molte voci, l'ultima delle quali avrebbe voluto lo stesso Russo relegato all'assessorato all'ambiente: un modo come salvare capre e cavoli, contentare il Presidente Lombardo, ma mettere il giudice Russo nella condizione di non nuocere in un assessorato di modestissimo conto.

Questa mattina si è fatta più concreta la voce che, invece, confermerebbe la primitiva volontà di Lombardo, sia per quanto riguarda il nominativo che per quanto riguarda l'assessorato, che rimarrebbe quello alla Sanità.

Purtroppo la sanità in Sicilia somiglia troppo ad una discarica a cielo aperto, con l'aggravante che non è mai stata fatta una raccolta differenziata; c'è di tutto, dalle consolidate baronie agli interessi della mafia, rappresentata dai colletti bianchi di nuova generazione.

L'informazione, se corretta, alimenta legittime speranze di cambiamento di rotta; la persona indicata come assessore e fortemente voluta dal presidente, infatti, ha un consistente patrimonio come uomo dello Stato, certamente equilibrato, senza l'ardore di affrontare le mille (e rotti) problematiche accumulate nei tempi con la facies del castigamatti.

Di matti da castigare ce ne sarebbero tanti, forse troppi, per cui una grande dose di equilibrio servirà, innanzitutto ad evitare la reiterazione di un sistema fallimentare per le popolazioni e molto redditizio per i soliti noti.

Si tratta di un segnale non certo di semplice discontinuità, bensì di un voltare pagina, dove gli squilibrati equilibri numerici devono lasciare il passo al superiore interesse generale.

Tutto questo mentre all'ARS si registrava una forte presenza di franchi tiratori di Alleanza Nazionale, che contestavano la propria Segreteria politica nella scelta della designazione degli Assessori Regionali, che non permettevano la elezione del Presidente dell'Assemblea. Solita pratica deleteria, che ci riporta indietro rispetto alla annunciata modernizzazione della politica.

giovedì 22 maggio 2008


21 Maggio 2008

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:

il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 12,00 presso la Prefettura di Napoli, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.

Il Consiglio dei Ministri, riunito nella città di Napoli secondo l'impegno assunto dal Presidente Berlusconi, ha approvato alcuni provvedimenti, ai quali il Governo annette fondamentale rilevanza, in materia di sicurezza pubblica, diminuzione del carico fiscale, superamento dell'emergenza rifiuti nella città di Napoli e nell'intera regione Campania.

Il pacchetto di norme in materia di sicurezza, su proposta dei Ministri dell'interno, Maroni e della giustizia, Alfano, prevede i seguenti interventi normativi:

- un decreto-legge ed un disegno di legge (vedi allegato).

- tre schemi di decreti legislativi che intervengono su norme di recepimento di direttive comunitarie sui seguenti aspetti:

- viene, modificata la disciplina relativa al diritto al ricongiungimento familiare per i cittadini extracomunitari con la previsione che il coniuge del quale si chiede il ricongiungimento non debba essere separato e debba avere più di diciotto anni. Sono inoltre previsti requisiti più stringenti per considerare a carico del cittadino extracomunitario il figlio maggiorenne ed il genitore. In mancanza di documentazione rilasciata dall'autorità competente circa il possesso dello stato che da diritto al ricongiungimento è concessa all'interessato la facoltà di provare tale qualità in base all'esame del DNA.

- In materia di soggiorno dei cittadini comunitari vengono imposte le iscrizioni anagrafiche e stabiliti criteri aggiuntivi per le valutazioni da porre a base dei provvedimenti di allontanamento dei cittadini comunitari per motivi imperativi di pubblica sicurezza, tra i quali quelli attinenti alla moralità pubblica ed al buon costume.

- quanto alle procedure applicate per il riconoscimento della qualifica di rifugiato viene previsto che il prefetto stabilisca un'area geografica in cui possa circolare chi richiede la protezione internazionale; se lo straniero già destinatario di un provvedimento di espulsione presenta domanda di protezione internazionale, resta trattenuto nei centri di permanenza temporanea.

Il pacchetto è completato da una dichiarazione di stato d'emergenza che consentirà di fare fronte con rapidità alla situazione di estrema criticità che si è determinata in Campania, in Lombardia e nel Lazio per la presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi stabilmente insediati in talune aree.

Per il secondo punto all'ordine del giorno, la diminuzione del carico fiscale, il Governo ha approvato un decreto-legge che si articola nei seguenti punti.

A decorrere dall'anno 2008 viene introdotta l'esclusione dell'imposta comunale per l'abitazione principale dei contribuenti. Le relative definizioni e assimilazioni rimangono quelle previste dalla legislazione. L'esclusione non riguarda le abitazioni principali di lusso (categoria A1, A8 e A9) per le quali continuano comunque ad applicarsi le detrazioni vigenti. Il costo dell'operazione è 2.500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009, e 2010; a decorrere dall'anno 2011 si provvedere con la legge finanziaria. Le ripartizioni ai singoli Comuni verranno decise in sede di Conferenza Stato-Città e applicate dal Ministro dell'Interno.

Al fine di incrementare la produttività del lavoro, nel secondo semestre 2008, in via sperimentale, lo straordinario dei dipendenti nel settore privato sarà tassato del dieci per cento per redditi non superiori a 30 mila euro. Con apposita convenzione con TABI saranno definiti i criteri di rinegoziazione dei mutui.

Viene infine reso più incisivo il monitoraggio della spesa pubblica.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che reca misure straordinarie per fronteggiare e risolvere l'emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania. Il decreto-legge prevede la nomina del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, dott. Guido Bertolaso, a Sottosegretario di Stato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con responsabilità dirette nel coordinamento di tutte le azioni atte a fronteggiare l'emergenza rifiuti in Campania, fermo restando l'attuale incarico e le relative competenze in materia di protezione civile e di grandi eventi. Il decreto prevede l'apertura di alcune discariche e la realizzazione di termovalorizzatori, oltre a quello di Acerra che verrà completato. Il provvedimento contiene, inoltre, norme volte a contenere ed a contrastare efficacemente quelle azioni che mirano ad ostacolare la regolare gestione del ciclo dei rifiuti. Nel decreto sono poi contenute disposizioni sull'informazione ai cittadini che hanno come obiettivo primario il potenziamento della raccolta differenziata.

Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha svolto un'informativa al Consiglio sui flussi migratori; in proposito

il Ministro Carfagna ha illustrato una specifica norma che contribuirà a risolvere il problema delle badanti. Il Ministro Sacconi ha poi riferito sul piano per la protezione sanitaria connessa all'emergenza rifiuti a Napoli, che si articola su tre principali linee: la corretta informazione al pubblico circa i rischi, l'aggiornamento permanente degli operatori sanitari, il monitoraggio dell'ambiente e degli alimenti.Il Consiglio ne ha preso atto ed ha condiviso.

Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti:

su proposta del Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, e di Ministri di settore:

- un decreto legislativo che da attuazione alla direttiva 2006/24 relativa alla conservazione dei dati trattati nei servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di reti pubbliche di comunicazione. Vengono definiti le categorie di dati da conservare, la durata della conservazione, le condizioni da rispettare per l'immagazzinamento dei dati ed i principi in materia di sicurezza. Sul provvedimento è stato sentito il Garante per la protezione dei dati personali e le Commissioni parlamentari (co-proponente il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta);

- un decreto legislativo di attuazione della direttiva 2005/56 relativa alle fusioni transfrontaliere delle società di capitali; sul provvedimento sono stati acquisiti i pareri delle Commissioni parlamentari ( co-proponente il Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti).

Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha annunciato ed illustrato brevemente le linee portanti di un provvedimento che sarà a breve sottoposto all'esame del Consiglio, relativo al riordino della polizia municipale. E' stato poi approvato un disegno di legge per l'adesione dell'Italia al Trattato di Prum relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e alla migrazione illegale; il disegno di legge era già stato approvato nella precedente legislatura, ma era decaduto.

Su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, e del Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, il Consiglio ha anche approvato un decreto presidenziale che autorizza l'assunzione nell'anno 2008 di un contingente di personale a tempo indeterminato, pari a 3917 unità complessive, nell'Arma dei carabinieri, nella Polizia di Stato, nella Guardia di finanza, nella Polizia penitenziaria e nel Corpo forestale dello Stato.

II Consiglio dei Ministri ha poi dichiarato lo stato d'emergenza per consentire il rapido ed efficace concorso dell'Italia alle attività di assistenza e soccorso alle popolazioni colpite dal gravissimo sisma in Cina.

Il Consiglio ha inoltre deliberato:

su proposta del Ministro degli affari esteri, Franco Frattini:

- il collocamento fuori ruolo presso la Presidenza della Repubblica dell'Ambasciatore Rocco Antonio CANGELOSI, con l'incarico di Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica;

su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti:

- l'avvio della procedura per la nomina del dottor Attilio BEFERA a Direttore dell'Agenzia delle entrate;

su proposta del Ministro della difesa, Ignazio La Russa:

- il conferimento del grado di generale ispettore capo al generale ispettore del Corpo di commissariato aeronautico Giuseppe LIGUORI.

Infine il Consiglio ha esaminato, su proposta del Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, alcune leggi regionali, a norma dell'articolo 127 della Costituzione.

La seduta ha avuto termine alle ore 15,50.

domenica 18 maggio 2008

cronaca del mitico scarpini 16° scudetto all' INTER

C'E' SOLO L'INTER

AMMINISTRATIVE IN SICILIA. LOMBARDO SCUOTE IL CENTRODESTRA


A due giorni dalla scadenza per presentare le candidature per le amministrative in Sicilia si profila una divisione nel centrodestra siciliano e pochi i margini di tempo per ricucire la stuazione prima delle 14 di mercoledì.

La notizia è trapelata nella tarda serata di ieri mettendo in fibrillazione il centrodestra siciliano alla vigilia, quasi, della scadenza dei termini per la presentazione delle liste per le amministrative nell'isola.

Il Movimento per l'autonomia minaccia di rompere l'alleanza con il Pdl e di correre assieme all'Udc con il quale presenterebbe candidati comuni.

Da ambienti vicini ai vertici del Mpa si fa sapere che la decisione scaturisce da contrasti interni al Pdl. Nel Pdl infatti cè chi vorrebbe rimettere in discussione a Roma gli accordi già presi a livello locale.

"Ci chiedono rinvii uno dietro l'altro, quando ormai non c'e' piu' tempo - ha dichiarato Raffaele Lombardo - e questo porterà a una frammentazione delle candidature. Ci sono incertezze, forse deficit di rappresentatività. Io ero presente al vertice e questo atteggiamento non l'ho trovato nel Mpa che era pronto a sottoscrivere gli impegni presi. A questo punto credo che ogni partito avrà il diritto di presentare i suoi candidati per non scomparire"
.
I nodi principali, che poi a cascata hanno determinato la mancata quadratura del cerchio, sono le candidature alle Province di Catania, Messina e Siracusa dove il Mpa ha le sue posizioni elettorali più significative.

Fin da questa mattina le diplomazie di Mpa e Udc da una parte e Pdl dall'altra sono al lavoro per ricucire una situazione che sembra quasi compromessa, visti i tempi estremamente limitati. Tuttavia, l'imminente formazione del governo regionale potrebbe rappresentare un ulteriore stimolo per ridare coesione allo schieramento di centrodestra, tenuto conto che il Pdl rappresenta all'Ars il gruppo più numeroso a sostegno della giunta Lombardo.

Ma la Sicilia è sempre stata laboratorio politico, come conferma la posizione dell'Udc nell'isola, e quindi si potrebbe profilare uno scenario nel quale il primo turno delle elezioni viene utilizzato come una sorta di primarie per decidere quale candidato sostenere nei ballottaggi.

Vedremo dunque come si evolverà la situazione anhe in prospettiva agrigentina, dove l'accordo di tutto lo schieramento era stato ampiamente raggiunto sul nome dell'avvocato Nino Gaziano.

Ma, come detto, non ci sarebbe da stupirsi se il centrodestra dovesse riuscire in extremis a trovare un'intesa su scala regionale. A quel punto ogni pezzo del puzzle tornerebbe al proprio posto.

venerdì 16 maggio 2008

EDUCARE ALLA DEMOCRAZIA: LA SCELTA, CICERONE O LEONE

Qualche giorno fa qualcuno mi chiese il perché da qualche tempo faccio continui appelli alla qualità della politica, ritenendo quella attuale, all’ombra dell’Etna, pervasa da mediocrità e scarsa qualità.

Per spiegare questo sillogismo, non occorrerebbe grande sforzo intellettuale, basterebbe fare semplicemente il cronista, e sottolineare i comportamenti, non solo quelli reconditi o sottesi, ma solamente quelli evidenti, degli operatori della politica, che occupano gli scranni delle pubbliche istituzioni in nome di un mandato ricevuto dal popolo sovrano, che sceglie i propri rappresentanti locali in base alla vicinanza d’abitazione, alla parentela, all’utilità personale di piccoli e miseri “favori” ricevuti.

Una tendenza che ritrova maggior riscontro nella minore analisi di scelta di quelle classi che hanno poca capacità critico-culturale. E non mi riferisco solo alle classi meno abbienti, ma ad una pericolosa e crescente deriva intellettuale che tocca tutte le fasce.

Si assiste quindi ad una mera occupazione da parte dei rappresentanti del popolo di posizioni di rendita politica, una occupazione del potere o di quello che c’è, che non hanno “educazione” alla democrazia.

Educare alla politica risponde ad un bisogno sociale, perché la società possa essere composta ed avvalersi di cittadini capaci di chiedere ed esercitare la democrazia in modo critico ed autonomo, secondo un progetto di uomo e di donna preciso. Progetto che nasce dal credere l’uomo e la donna al centro, soggetto-oggetto della domanda politica, in un continuo, costruttivo rapporto tra bene comune e bene individuale.

Non c’è stato tempo di formare una classe dirigente per sopperire al salto generazionale (parlo di generazione politica oltre che anagrafica) che è stato frutto della crisi del sistema che vi è stato all’inizio degli anni ’90, e quei giovani che allora si affacciavano con autorevolezza alla ribalta, sono stati spazzati via da un rigurgito socio-emozionale che ha buttato via l’acqua sporca assieme al bambino.

Ora quella classe giovane di allora, che sono i 50enni di oggi ha questo dovere, questa sfida, ove possibile, rendere un servizio alla società dove vivono, e dove vivono i loro figli. La sfida di formare la classe dirigente di domani. Recuperare la cultura ed educare alla DEMOCRAZIA. Senza condizionamenti derivanti da calcoli del consenso elettorale, tagliando e ricucendo gli strappi doverosi che devono essere fatti. Ognuno per le proprie responsabilità e per le posizioni ricoperte. Non vi sono più alibi, non vi è più tempo, bisogna agire con determinazione per evitare che l’incancrenire ed il cronicizzare di siffatta situazione, della malapolitica, crei la società dei bruti costruita su due fenomeni estremamente pericolosi: l’apatia come rinuncia del cittadino ad usare il proprio diritto di cittadinanza e lo "scambio" per usi meramente personali e non anche di pubblico interesse.

Queste considerazioni circa i due fenomeni che abbiamo citato, diversi e opposti, ma convergenti nel risultato, sottolineano oggi l’indifferenza alla Politica diffusa nella nostra democrazia, un abbandono della classe dirigente del compito di operare ad educare, per dedicarsi all'arte di governarsi da se o almeno per influire o condizionare il governo.

Questa democrazia per assuefazione può portare la società alla noia, alla nausea ed al rigetto, a quel fenomeno, non meno pericoloso, che oggi si definisce antipolitica.

Fino a quando non compaia qualcuno che la cavalchi, per riempire questo vuoto di energia politica e stravolgere le regole complesse e faticose della democrazia, che dileggi le istituzioni più di quanto non siano già tanto deviate e renda ancora più complicato il processo educazionale.

E questo lo abbiamo già vissuto dal 1993 al 2002, con i risultati odierni che subiamo.

Finisco citando Erodoto, forse un riferimento un pò criptico, ma che misura il grado di sensibilità di chi deve capire ed agire. Il celebre dialogo della ribellione dei capi persiani contro i Magi del 521-522 a.C.

I tre interlocutori (Otanes, Megabizos e Dareios) rispettivamente difensori della democrazia, dell’aristocrazia e della monarchia, finivano ciascuno a turno per dare lo spunto all’altro per distruggere i propri argomenti. Quindi sconfitti gli argomenti della democrazia da quelli dell’aristocrazia, e quelli dell’aristocrazia da quelli della monarchia, la monarchia si trovava a fare i conti daccapo con quelli della democrazia.

Il modo per uscire da questa difficoltà circolare ce la forniscono, però, Polibio e Cicerone, attraverso la lode alle istituzioni.

Deve essere una fusione di equilibrio di principi diversi, monarchico, aristocratico e democratico (traslati nel significato attuale), il governo misto della politica, che deve moderare gli eccessi, ed impedire la degenerazione della monarchia in tirannia, dell’aristocrazia in oligarchia, e della Democrazia in GOVERNO DEL VOLGO, quello che ci assedia mentre scriviamo.

giovedì 15 maggio 2008

Lombardo: "Nostro statuto anticipò scelta federalismo"

"Lo Statuto e' il frutto di una tensione civile e di uno slancio politico con cui siciliani illustri, cattolici e laici, seppero conseguire una felice sintesi tra autonomia e unita' nazionale. Il rinnovato interesse per i temi del federalismo e la riforma costituzionale hanno ridato attualita' alla nostra esperienza autonomistica. Lo Statuto rappresento', infatti, una scelta anticipatrice di quello stato federale che oggi da piu' parti viene indicato come piu' consono a dare risposte ai bisogni della gente". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, nel suo messaggio in occasione del 62esimi anniversario dello Stato dell'Isola.

"Da 62 anni - prosegue Lombardo - l'Autonomia siciliana dimostra la compatibilita' fra bisogno di solidarieta' e necessita' d'autogoverno locale. Il Principio di sussidiarieta' e' il punto di snodo d'ogni scelta politica perche' capace di coniugare liberta' e autonomia, nel pieno rispetto del valore della persona e del ruolo delle istituzioni. L'autonomia resta strumento principe per favorire una crescita non solo materiale, ma anche spirituale e culturale della nostra comunita' siciliana. La sua attualita' e' ormai un dato ampiamente riconosciuto".

Per il governatore e' indispensabile "una convinta lotta alla criminalita' organizzata, per far in modo che i lusinghieri risultati conseguiti dalle forze dell'ordine, dalla magistratura e dai tanti cittadini che ogni giorno ad essa si ribellano, con tutte le conseguenze che tali atti eroici comportano, diventino sempre piu' patrimonio condiviso di tutti i siciliani, che possano in tal modo vedere sempre piu' vicino il giorno in cui la nostra terra sia resa libera dalla mafia''.

''Altrettanto decisivo - spiega Lombardo - e' l'impegno con il quale intendiamo ammodernare la nostra rete infrastrutturale, cosi' da renderla moderna ed efficiente, al pari di quella del resto del paese, unitamente al ruolo della Pubblica Amministrazione che deve sempre piu' essere 'amica' dei cittadini e strumento a servizio della Sicilia e dei siciliani. Ai giovani - conclude - va riconosciuto il diritto al lavoro in Sicilia e ad una esistenza dignitosa nella quale costruire un futuro carico di certezze e speranze''.

mercoledì 14 maggio 2008

SICILIA: ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2008


Dopo Tuccio Aiosa (PdL) e Rossella Puglisi (UDC), candidati alle provinciali, di cui avevamo parlato giorni fa, un cavallo di razza, del MpA, si prepara per le provinciali.
Mimmo Galvagno,
Presidente dell'ATO3 SimetoAmbiente, scende in campo.
Una candidatura eccellente per un ruolo importante da rivestire in Consiglio Provinciale.
Registriamo l'apprezzamento per tale candidato anche da parte del PdL. In un nostro colloquio con un deputato del Popolo della Libertà, parlando del panorama sconfortante e mediocre della politica degli EE.LL. della provincia, salvo rarissime eccezioni, ci affermava, il deputato, che la riuscita di Mimmo Galvagno "potrebbe essere il tassello per potere coordinare le forze politiche del centrodestra, ed iniziare un dialogo diverso, nuovo rispetto a quello avvilente cui si assiste quotidianamente. Potrebbe essere il volano per fare salire la qualità degli interventi nel territorio. Una scelta qualitativamente eccellente, questa, che esula dal marasma delle candidature che fioccano senza un perchè, senza alcuna prospettiva e nessun substrato culturale".
Avevamo fiutato bene, i partiti stanno mettendo in campo le forze migliori, lo avevamo detto.
Con questa potenza di fuoco la coalizione del centrodestra farà man bassa di seggi, assisteremo ad un altro 60% ed oltre di consensi sia alla Provincia di Catania che al Comune.
Ci pare che la sinistra non abbia la forza di riemergere, non hanno uomini da spendere, solo surrogati di candidature per una ulteriore e sicura sconfitta.
Archiviata questa ultima consultazione elettorale, vi saranno 5 anni in cui, senza lo stress elettorale annuale, si potrà e si dovrà amministrare in nome della qualità e del fare, questa terra ne ha bisogno. Finalmente si potrà tornare alla politica, e non ci meravigliamo che i partiti stiano mettendo in campo non solo chi possa raccogliere consensi, ma anche e soprattutto gli uomini migliori per una prospettiva di seria amministrazione. E questa ne è la prova.

martedì 13 maggio 2008

AMMINISTRATIVE: SICILIA, INTESA NEL CENTRODESTRA SU CANDIDATI

Raggiunto un accordo di massima nel centrodestra sulle candidature per le amministrative siciliane del 15 e 16 giugno. Il vertice con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, svoltosi a Catania, sarebbe riuscito a smussare le diverse posizioni. Cosi', a Catania, l'esponente del Pd, Giovanni Burtone, incoronato ieri dalle primarie del centrosinistra, dovra' vedersela con Giuseppe Castiglione di Forza Italia. Alla provincia, governata a lungo proprio da Lombardo, c'e' l'intesa su Raffaele Stancanelli di An. A Messina accordo su Giuseppe Buzzanca, di Alleanza nazionale; in corsa per la presidenza della provincia c'e' invece un esponente del Mpa, probabilmente Carmelo Lo Monte. Tocchera' all'Udc designare i propri uomini alla Provincia di Palermo - probabilmente uno tra i deputati regionali Antonello Antinoro o Nino Dina - e in quella di Enna. Al Movimento per l'autonomia le presidenze di Caltanissetta, dove le primarie del centrosinistra hanno designato Salvatore Messana, e Agrigento.
Si cerca un accordo, infine, su Siracusa e Trapani.

Definito il Berlusconi IV, adesso il Lombardo I


Reclamava un ministero, ha sperato sino all´ultimo di avere un vice, ha ottenuto due sottosegretari. Ma a Raffaele Lombardo va bene così. Anche perché allo storico ingresso dell´Mpa nel governo nazionale corrisponde anche la conquista di una delega particolarmente ambita: quella alle Infrastrutture. Sintetizzando, significa che il leader autonomista può vantare da ieri sera il suo sottosegretario al ponte sullo Stretto. Un ruolo assegnato al deputato nazionale Giuseppe Reina, catanese, 54 anni, già presidente e amministratore unico della Sac Service, la società di gestione dei servizi dell´aeroporto di Catania. Lui, Reina, non si offende mica dell´appellativo. Anzi: «Sottosegretario al Ponte? Un complimento, uno stimolo a portare avanti la madre di tutte le battaglie, che poi è una battaglia di sviluppo per tutto il Mezzogiorno. L´Mpa è nato anche per questo».

Oltre a Reina, sulle ali della Colomba lombardiana finisce al governo, fra i sottosegretari, anche il napoletano Enzo Scotti, ex notabile democristiano che assume la carica agli Esteri. «Il ministero? Era più una richiesta simbolica, l´importante era incassare deleghe di peso. L´Mpa è soddisfatto», afferma Reina, per il quale in mattinata si profilava un incarico da viceministro. Poi, Berlusconi ha deciso di rinunciare alla nomina dei «vice» e Reina si è dovuto accontentare. Ma il parlamentare etneo potrebbe essere promosso nelle prossime settimane, quando dovrebbe anche essere allargata la squadra dei sottosegretari. Cadono le altre ipotesi circolate in questi giorni in casa Mpa: quella che prevedeva la designazione di nomi storici del movimento, come Giovanni Pistorio o Carmelo Lo Monte. «La candidatura di due non parlamentari - dice il segretario regionale dell´Mpa Lino Leanza - rientra nella scelta di non distogliere dai lavori d´aula i nostri rappresentanti in Camera e Senato e di non cumulare diverse cariche in capo a stessi soggetti».

Nella pattuglia dei 37 sottosegretari, per ora, non c´è una nutrita schiera di siciliani. Sono tre, in tutto: oltre a Reina, vi figurano il presidente dell´Ars uscente Gianfranco Micciché - che va a sedersi a Palazzo Chigi con la delega sui fondi Cipe - e il messinese Rocco Crimi, altro forzista che del partito di Berlusconi è stato tesoriere nazionale e che viene nominato sottosegretario allo Sport.

Il ruolo di capitano di questa mini-compagine spetta a Micciché, che a febbraio - dopo essere stato invitato a ritirare la sua candidatura alla presidenza della Regione - aveva annunciato che avrebbe fatto il ministro per il Mezzogiorno. Si limiterà a fare il sottosegretario ma con la gestione di tutte le risorse statali (la cui spesa viene programmata dal Cipe) e con la soddisfazione di un piccolo record: dal ´94 a oggi, ha avuto un incarico in tutti i governi Berlusconi. Resta il fatto che la dieta dimagrante imposta dal Cavaliere al suo esecutivo lascia qualche deluso in Sicilia: da Mario Ferrara a Giovanni Mauro, da Tonino D´Alì a Roberto Centaro, tutti papabili sottosegretari costretti ad attendere un nuovo giro di nomine. E il governo Berlusconi, ad ogni livello, non presenta esponenti siciliani di Alleanza nazionale. «Un particolare che desta qualche perplessità», annota Fabio Granata, per il quale Fini aveva chiesto un posto di sottosegretario con delega ai Beni culturali. Anche il coordinatore regionale di An Giuseppe Scalia era in corsa per un incarico ma fa buon viso a cattivo gioco. Lui punterà a un ruolo politico nel Pdl e intanto spiega che «bisogna ragionare nell´ottica del partito unico. E mi creda, con un presidente del Senato e due ministri siciliani alla Giustizia e all´Ambiente, gli esponenti delle altre regioni ci invidiano». E in molti, dentro il centrodestra, in queste ore si dilettano in confronti con i governi precedenti: non c´era alcun ministro siciliano nel governo Prodi, ne erano presenti tre ma uno solo di prima fascia (Martino alla Difesa) nell´esecutivo guidato da Silvio Berlusconi che prese le mosse nel 2001.

Chiusa la partita nazionale, definita una prima bozza di candidature per le amministrative, al governatore Lombardo non resta che varare la sua giunta. Dopo il vertice di domenica notte a Catania, il presidente della Regione ha incontrato ieri sia Renato Schifani che Angelino Alfano. «Solo colloqui istituzionali», fa sapere. Ma entro fine settimana il Lombardo I potrebbe finalmente decollare.

lunedì 12 maggio 2008

Governo, 37 sottosegretari e nessun viceministro


Completata la squadra di governo. "Sono stati nominati i 37 sottosegretari. Non c'è nessun viceministro". Ad assicurarlo è il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, lasciando Palazzo Chigi al termine del Cdm dedicato alla nomina dei sottosegretari del Berlusconi quater.

Ignazio La Russa lascia Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri per la nomina dei sottosegretari. A chi gli chiede da chi sarà 'affiancato' al ministero della Difesa, La Russa replica sorridendo: "Alla Difesa basto io!". Poi, alle insistenze dei cronisti annuncia alcuni dei nomi che entrano nel governo come sottosegretario: "Paolo Bonaiuti ha avuto la delega all'Editoria, Paolo Romani alla Comunicazione e Michela Vittoria Brambilla al Turismo".

Nutrita anche la pattuglia di sottosegretari 'in quota' Alleanza nazionale: Alfredo Mantica agli Esteri, Pasquale Viespoli al Welfare, Adolfo Urso al Commercio con l'estero. Ugo Martinat alle Attività produttive, Alfredo Mantovano all'Interno, Antonio Buonfiglio all'Agricoltura, Alberto Giorgetti all'Economia e Roberto Menia all'Ambiente. I viceministri, spiega ancora La Russa, saranno nominati in seguito.

Sono i 5 sottosegretari della Lega del Berlusconi quater. A quanto si apprende il Cdm ha nominato Maurizio Balocchi, Daniele Molgora, Michelino Davico, Francesca Martini e Roberto Castelli.

Giuseppe Reina ed Enzo Scotti, rispettivamente primo e secondo dei non eletti al Senato del Movimento per l'autonomia, sono stati nominati sottosegretari nel governo Berlusconi. Reina avrà la delega al ministero delle Infrastrutture e trasporti mentre Scotti agli Esteri.

Continuano intanto i preparativi per il Consiglio dei ministri contro l'emergenza rifiuti in Campania che il premier Silvio Berlusconi vuol tenere a Napoli. Secondo quanto si apprende, la riunione non dovrebbe svolgersi n questo fine settimana, come previsto in un primo momento, ma la prossima: la data potrebbe essere martedì 20 o più probabilmente, mercoledi' 21 maggio.

Ma nulla è stato ancora deciso in via definitiva a tale proposito. Il Cavaliere è deciso a dare un primo segnale concreto al problema dell'immondizia che attanaglia il capoluogo campano. Secondo alcune indiscrezioni, già questo venerdì, subito dopo aver partecipato alla festa della polizia in piazza del Popolo, il leader del Pdl potrebbe fare un sopralluogo a Napoli, ma non ci sono conferme al riguardo. E' stata però già scelta la location del Cdm: il palazzo della Prefettura in piazza del Plebiscito.

Viceministri e sottosegretari, la quadra ancora non c'è


La nomina dei sottosegretari e dei viceministri è slittata alle 18 di questa sera. Abbiamo assistito in diretta al tam tam telefonico tra Palazzo Chigi e la "Sicilia" in una Catania bloccata dal Giro d'Italia. Hanno pesato sul rinvio della decisione, che avrebbe dovuto essere presa in mattinata dal Consiglio dei ministri convocato alle 11, le divisioni all’interno di Alleanza nazionale sulla scelta di chi, tra i candidati che fanno riferimento a Gianni Alemanno e a Gianfranco Fini (le due componenti che si sono fronteggiate negli ultimi anni di partito), debba ricoprire il ruolo di viceministro. Non solo. Stando ai boatos, anche alcuni titolari dei dicasteri che prevedono la figura del viceministro avrebbero sollevato obiezioni su alcune candidature, mentre continua a essere arduo far tornare i conti anche per la scelta dei sottosegretari. “Si sta finendo di discutere, entro oggi comunque noi avremo le nostre risposte” ha detto il ministro delle Politiche Giovanili, Giorgia Meloni. “Stiamo finendo di mettere a punto tutto”. L’orientamento del Cavaliere, stando alle previsioni della vigilia, pare sia quello di nominare subito i viceministri e una trentina di sottosegretari. Tra i primi Roberto Castelli e Giovanni Pistorio (entrambi alle Infrastrutture, ma Pistorio non accetterebbe se dovesse scattare l'obbligo di dimettersi dal Parlamento, e a questo punto prenderebbe corpo la candidatura di Enzo Scotti, l'ex ministro democristiano di Napoli, oltre a quella di Pippo Reina, primo dei non eletti al senato), Paolo Romani (Telecomunicazioni), Giuseppe Vegas (Economia), Adolfo Urso (Commercio estero), Guido Crosetto (Difesa), Pasquale Viespoli (Welfare). Accanto a Gianni Letta, già insediato come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dovrebbero sedere Paolo Bonaiuti, Carlo Giovanardi e Gianfranco Miccichè. Si parla poi di Francesco Giro (Beni culturali), Guido Viceconte (Attività produttive), Ferruccio Fazio (Salute), Giuseppe Cossiga, filgio dell'ex Presidente della Repubblica (Difesa), Stefania Craxi (Esteri), Angelo Maria Cicolani (Trasporti), Guido Possa (Attività produttive), Daniele Molgora (Economia), Antonio Palmieri alla Pubblica amministrazione e Innovazione.

domenica 11 maggio 2008

Mpa, il nodo dell'incompatibilità per Pistorio al governo

Viceministro (o sottosegretario se non dovessero essere nominati viceministri) con delega al ponte e sottosegretario ai Beni culturali. Sono i due incarichi che potrebbe ricevere il Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo nel nuovo governo. A occuparsi del Ponte – bandiera dell’Mpa – Lombardo manderebbe il senatore Giovanni Pistorio, a patto che questo non comporti la rinuncia al seggio parlamentare. Quello dell’incompatibilità, infatti, finché da Silvio Berlusconi non verrà chiarito che le due cariche possono essere assunte contemporaneamente, resta un nodo. Pistorio non sarebbe infatti disposto a rinunciare all’incarico di senatore. Le voci su un suo ruolo sono sempre più insistenti, anche se il diretto interessato, di dinamiche nazionali non vuole sentire parlare: “In questo momento mi occupo solo delle amministrative in Sicilia”, dice Pistorio che ieri Lombardo ha lanciato – annunciando la corsa solitaria dell’Mpa - come candidato a sindaco di Catania. “Se il movimento mi volesse candidato sarei onorato di rappresentare la mia città”, commenta Pistorio. La mossa di Lombardo è una risposta al Popolo della libertà che a Messina ha messo in campo i propri candidati (Giuseppe Buzzanca al Comune e Nanni Ricevuto alla Provincia) senza – a detta del leader dell’Mpa - consultare gli alleati. Una posizione che è stata inevitabilmente influenzata dalla decisione di Silvio Berlusconi di non affidare all’Mpa alcun ministero. Alla fine Lombardo si accontenterà di un viceministro e di un sottosegretario. Oltre a Pistorio, gli altri nomi che circolano per un ruolo governativo – in particolare per il sottosegretariato – è quello di Ferdinando Pinto, capolista al Senato dell’Mpa in Puglia.

venerdì 9 maggio 2008

Mara encandila a Berlusconi

Così il newsmagazine spagnolo AS commentava la tresca mediatica tra Berlusconi e Mara Carfagna, a cui seguirono la famosa lettera di Veronica Lario, moglie di Silvio, e le scuse dello stesso su tutta la stampa:

"La belleza de Mara Carfagna sacó a Silvio Berlusconi de sus casillas, cuando en una cena pública el dueño del Milán dijo a la azafata: "Si no estuviera casado, me casaría contigo ahora mismo". Verónica, la esposa del magnate, escribió una carta en La Reppublica pidiendo excusas públicas. Berlusconi se disculpó".

Ed ecco una piccola rassegna fotograFICA dell'attuale Ministro alle Pari Opportunità


Oggi tutta la stampa estera parla del nuovo ministro, da più risalto dello stesso Berlusconi ecco il video di una televisione tedesca:

LA RUSSA : "Il mio primo atto da ministro? Andrò a Paternò sulla tomba di mio padre"


''Come primo atto andro' a Paterno', in Sicilia, dove sono nato, sulla tomba di mio padre, che mi ha insegnato i valori, lo ringraziero' e staro' con lui un po'''.
Lo ha detto il nuovo ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando con i cronisti al Quirinale prima del giuramento del nuovo governo.
Il nuovo ministro ha spiegato poi che stasera cenera' a Roma con la sua famiglia, moglie e figli, giunti per l'occasione. Quanto alle missioni militari all' estero, La Russa ha preso tempo: ''Mi sembra corretto - ha spiegato - aspettare il passaggio di consegne e parlare con i vertici militari prima di rilasciare dichiarazioni''.

Il neoministro ha poi elogiato il suo predecessore, Arturo Parisi, definendolo uno dei migliori ministri del governo Prodi.

Centrodestra in tumulto, Corona si "dissocia", D'Aquino verso l'Mpa

D'Alia: «L'Mpa è stato invitato alla conferenza stampa di domani».
Leanza: «Hanno fatto i conti senza l'oste»



L'annuncio delle candidature di Buzzanca e Ricevuto per Comune e Provincia di Messina ha provocato se non un terremoto, quantomeno un grosso scossone all'interno del centrodestra ("colpa di quel pirata di Nania" ci dicono), e non è chiaro cosa potrà accadere da adesso in poi, a partire dalla conferenza stampa di oggi. E se da un lato Gianpiero D'Alia, senatore Udc, afferma che «a me risulta che l'Mpa è stato invitato alla conferenza e che si dovrebbe presentare», dall'altro Lino Leanza, numero due del partito di Lombardo, usa termini pesanti sulla decisione di Pdl e Udc: «Hanno fatto i conti senza l'oste, senza di noi si perdono le elezioni». Sarà interessante, a questo punto, capirne di più proprio stamattina.

Ma divisioni si registrano all'interno del Pdl stesso. Roberto Corona (PdL) dichiara di non essere stato consultato e definisce le candidature di Buzzanca e Ricevuto «personali, quando invece dovrebbero venir fuori dalla concertazione della deputazione nazionale e del tavolo regionale».
Prendono sempre più piede, allo stesso tempo, le voci che vogliono Antonio D'Aquino in procinto di passare all'Mpa, portando con sé il proprio bagaglio non indifferente di voti.
Un caos vero e proprio, che potrebbe vedere l'Mpa da solo alla Provincia e al Comune, dove non si esclude nulla, nemmeno un accordo con l'ex Udc e candidato a sindaco di Risorgimento messinese
Fabio D'Amore. E ci si dovrebbe fermare qui. Oppure ci saranno ripercussioni a livello regionale?

LA CAMPAGNA ELETTORALE NON FINISCE MAI

E si ricomincia. Appena un mese dopo le politiche e le regionali, che hanno dato un assetto all' establishment politico, del quale ne risente la politica locale, si torna alla ricerca di nuovo consenso. La mappa è certamente mutata (parliamo del centrodestra siciliano, il centrosinistra è missing) col varo del governo nazionale i riferimenti importanti, soprattutto nel PdL, mutano. La elezione di Schifani a Presidente del Senato, la nomina di Alfano a ministro della giustizia, rilanciano senza alcun dubbio la leadership di Giuseppe Castiglione nel grande Partito del Popolo che in Sicilia conta il 50% dei consensi. Altro convitato di primissimo piano è l'MpA di Lombardo e Leanza. Questi sono i vincitori che condizioneranno le scelte per queste amministrative, in provincia di Catania, che segneranno la conclusione dell'individuazione della classe dirigente che governerà per almeno cinque anni. Compiute queste scelte, e non essendoci più l'esigenza elettorale annua, pensiamo che l'amministrazione della cosa pubblica non sarà condizionata da alcuna scelta di calcolo elettorale ma condotta dalla qualità dell'azione. Questa è la speranza.
Veniamo adesso alle indiscrezioni, ai nomi. Certa sembra la scelta del candidato sindaco di Catania e del Presidente della Provincia, che andrebbero all'on.le Giuseppe Castiglione ed al sen. Raffaele Stancanelli, ed anche per questi si profilerebbe una passeggiata elettorale, non essendoci avversari di rango o che possano tenere il passo del centrodestra.
Infatti in questo quadro di annunciata marcia trionfale, i partiti della colalizione della Libertà (la chiamiamo così per mera comodità lessicale) hanno seri problemi di abbondanza nelle candidature. Infatti non vi saranno solamente le liste canoniche coi simboli conosciuti ma almeno alcune cosiddette civiche quali quelle col nome del sindaco e del presidente della provincia ed almeno una collaterale al Movimento per l'autonomia (che ha capito la lezione delle regionali e non adotta più il sistema della proliferazione).
Prime indiscrezioni sulle provinciali per il collegio di Paternò arrivano anche alla nostra attenzione.
Tuccio Aiosa, consigliere comunale di Paternò del PdL, dirottato dal sen. Firrarello nella lista del Presidente, formata col contributo di tutti i partiti della coalizione, quindi abbastanza competitiva.
Rossella Puglisi, sarebbe la capolista dell'UDC, componente del consiglio di amministrazione dell'Agenzia Regionale per i rifiuti e l'Acqua, dopo avere avuto una esperienza di assessore nella prima giunta Failla dal 2002 al 2007.
Questo ci fa pensare che tutte le formazioni stanno candidando i propri uomini di punta. Una vera sfida anche interna alla coalizione, una riprova che i consensi ricevuti un mese fa sono consolidati e costituiscono la base per un governo serio, solido ed autorevole.
Finiamo qui per adesso, ma monitoreremo continuamente la situazione per dare una informazione completa e di background a chi ci legge.

giovedì 8 maggio 2008

PATERNO' ALLA RIBALTA: DOPO SALVO TORRISI DEPUTATO, IGNAZIO LA RUSSA MINISTRO


All’inizio fu Barbaro Lo Giudice, erano gli anni ’60, e Paternò con

lui era al centro della politica che contava.

Era leader incontrastato della D.C. a Catania, e dopo essere stato

sindaco di Paternò, e vice Presidente della Regione Siciliana, finì

la sua carriera da sottosegretario alle finanze e da senatore.

Fu trombato nel 1972 ad opera dei “giovani turchi” della D.C. con Nino Drago in testa, e Nino Lombardo, da già deputato Regionale, si candidava alla Camera e prendeva in mano la leadership politica a Paternò, fino al 1993 quando finì anche lui assieme alla seconda repubblica. Ed ancora Nino La Russa, senatore per diverse legislature eletto nel collegio di Paternò.

Da allora nessuna rappresentanza importante per una città dal nobile lignaggio politico.

Nessuna importante abbiamo detto. Anche se abbiamo a mala pena osservato le presenze di Santo Lotta, per due volte alla Regione ed una al Senato, e di Turi La Manna per due anni,.gli ultimi trascorsi, a Palermo. Ma chi li ha visti. Ritengo che nessuno se ne sia accorto, vuoi per il fatto di sedere nei banchi dell’opposizione (Liotta è stato però al Senato in maggioranza per due anni) vuoi per la scarsa incidenza politica. Meglio che si siano ritirati, ma nn sarebbero stati eletti comunque.

Adesso?

Adesso si profila una nuova ribalta per la città. Salvo Torrisi si è insediato alla Camera. Consideriamo questa deputatura possibile erede della grande tradizione politica “importante”.

Una sola eccezione: ha il cognome che inizia con la T, mentre tutti i precedenti parlamentari nazionali della città avevano un comune denominatore il cognome con la L., (Lo Giudice, Lombardo, La Russa, Liotta)

Cosa può voler significare per la città questa nuova rappresentanza, e quali aspettative possono avanzare i cittadini di questa terra diseredata?

Certo che chi conosce i meccanismi romani sa bene che un parlamentare nulla incide nel sistema politico-decisonale e nella governance italiana. Ma al governo entra anche il paternese La Russa … ……..Ignazio, il quale plaude per la città, la elezione di Salvo Torrisi, quasi una investitura per il 50enne avvocato, una investitura da “capo” del Partito della Libertà.

Questa è la vera responsabilità dell’on.le Salvo Torrisi, la sua scommessa, essere la sintesi politica di un territorio, del comprensorio governato dal centro-destra.

Quella di traghettare la mediocre politica cui assistiamo, verso una di più seria ed alta qualità, quella che merita la città per la sua storia. Non possono esserci più indugi nel nome di un buonismo di facciata, di ricomprendere tutto e tutti, per vantaggi elettorali, per equilibrismi bizantini, ma a danno del merito, della capacità e del valore degli uomini che devono rappresentarla.

Rigore e scrupolosità nell’allevare una classe dirigente, che manca, che deve traghettare lo stato precomatoso politico e rappresentativo di oggi, verso la prospettiva.

In un periodo in cui l’antipolitica mina la struttura politica, divaricando il solco tra il palazzo ed il popolo, occorre creare una struttura che lungi dall’essere solo controllo dell’elettorato e culla di clientelismo, si ponga come vincolo tra la domanda della gente e la realizzazione concreta di “fatti”, alti e qualificati. La politica è governo intelligente degli avvenimenti, non l’inseguimento del moto della storia. Ecco perché, caro onorevole Torrisi, ti attribuiamo questa responsabilità, organizzare il consenso attorno ad un disegno di governo. Questa è la tua sfida.

mercoledì 7 maggio 2008

IL TOTO-GOVERNO

Il toto-ministri si avvicina alla conclusione: si allunga la lista dei dicasteri assegnati e dei nomi di coloro che saranno chiamati a gestirli. Eppure la partita non è chiusa. Stando ai rumours dell’ultim’ora, le caselle del Welfare e della Giustizia sarebbero ancora da definire, nonostante i quotidiani oggi già le assegnassero rispettivamente a Stefania Prestigiacomo e Angelino Alfano. Entrambi di Forza Italia, entrambi siciliani. Anche il fattore regionale, in un mosaico dai sottilissimi equilibri, rischia di risultare determinante. Un aspetto che non favorisce i due nomi in pole position, visto che altre regioni del Sud potrebbero invocare pari attenzione. Le insidie, per i papabili, sono di diverso segno: sull’autorevole candidatura di Maurizio Sacconi, stando a voci circolate nei palazzi della politica, sarebbero stati persino espressi rilievi fondati sulla già marcata presenza di ex socialisti (Franco Frattini agli Esteri, Giulio Tremonti all’Economia, Fabrizio Cicchitto capogruppo Pdl alla Camera) negli organigrammi governativi e istituzionali in via di definizione. Che il nome prescelto per il Welfare sia quello della Prestigiacomo o di Sacconi, Forza Italia insiste sulla titolarità a indicare un esponente azzurro per quel dicastero. An, però, continua il proprio pressing. Rivendicando - come ha fatto oggi Italo Bocchino - il diritto di ottenere quattro ministeri non per fame di “poltrone”, bensì in ragione del peso da attribuire al partito di Fini all’interno della delegazione del Popolo della libertà al governo. Insomma, anche sul versante degli equilibri tra i partiti il puzzle è ancora incompleto. C’è poi da considerare il peso del fattore interno ai singoli partiti. Particolarmente significativo il caso di An: Gianfranco Fini si accinge a lasciare la presidenza del partito, le quotazioni e le aspirazioni di Gianni Alemanno - dopo il successo nel ballottaggio per il Campidoglio - sono in crescita. Un dato che potrebbe influire sul già complicato lavorio attorno alla formazione del governo.

Tra le novità odierne del toto-ministri si registra l’annuncio di un ministero-novità - quello per la semplificazione amministrativa e la delegificazione - da attribuire al leghista Roberto Calderoli. Cui Umberto Bossi dice di volere cedere nel corso della legislatura il posto di ministro delle Riforme, una volta “instradato” il processo di riassetto istituzionale in senso federalista. Calderoli conferma che i ministri leghisti saranno quattro - due con portafoglio (Interno e Politiche agricole, appannaggio di Roberto Maroni e Luza Zaia), due senza (Riforme e Delegificazione). Lo spostamento di Calderoli alla Delegificazione potrebbe aprire a Carlo Giovanardi la porta dell’Attuazione del programma, che finora nel toto-ministri era attribuita al dirigente leghista. Ma le richieste da soddisfare, per il premier in pectore, sono ancora molte. E i margini sono sempre più ridotti, visto che la scorsa Finanziaria ha fissato in dodici ministri con portafoglio e in 60 posti complessivi il limite invalicabile per la squadra di governo. Le maglie strette previste dalla legge potrebbero allargarsi solo per accogliere qualche modifica in termini di distribuzione dei ministeri senza portafoglio e delle deleghe. Anche di questo - oltre che dei nomi in corsa e delle emergenze che il paese dovrà al più presto affrontare - Silvio Berllusconi potrebbe avere parlato oggi nel colloquio con Giorgio Napolitano - il secondo dopo quello del 23 aprile - al Quirinale, svoltosi prima dell’apertura delle consultazioni. Cicchitto tiene comunque a notare che sarebbe “una forzatura” interpretare il colloquio del premier in pectore con il presidente della Repubblica come un tentativo di proporre un allargamento della compagine di governo. Si è trattato invece - dice il capogruppo del Pdl alla Camera - di uno scambio di opinioni “per valutare il quadro generale”. Quanto all’atteggiamento che il capo dello Stato terrà rispetto ai nomi di possibili ministri che circolano e a quelli che infine gli verranno sottoposti, è prevedibile che - pur non volendo forzare le proprie prerogative costituzionali - Napolitano le eserciterà tenendo conto delle stringenti esigenze del paese. Dal gioco di sponda tra Napolitano e Berlusconi potrebbero uscire le sorprese finali del toto-ministri.