All’inizio fu Barbaro Lo Giudice, erano gli anni ’60, e Paternò con
lui era al centro della politica che contava.
Era leader incontrastato della D.C. a Catania, e dopo essere stato
sindaco di Paternò, e vice Presidente della Regione Siciliana, finì
la sua carriera da sottosegretario alle finanze e da senatore.
Fu trombato nel 1972 ad opera dei “giovani turchi” della D.C. con Nino Drago in testa, e Nino Lombardo, da già deputato Regionale, si candidava alla Camera e prendeva in mano la leadership politica a Paternò, fino al 1993 quando finì anche lui assieme alla seconda repubblica. Ed ancora Nino
Da allora nessuna rappresentanza importante per una città dal nobile lignaggio politico.
Nessuna importante abbiamo detto. Anche se abbiamo a mala pena osservato le presenze di Santo Lotta, per due volte alla Regione ed una al Senato, e di Turi
Adesso?
Adesso si profila una nuova ribalta per la città. Salvo Torrisi si è insediato alla Camera. Consideriamo questa deputatura possibile erede della grande tradizione politica “importante”.
Una sola eccezione: ha il cognome che inizia con
Cosa può voler significare per la città questa nuova rappresentanza, e quali aspettative possono avanzare i cittadini di questa terra diseredata?
Certo che chi conosce i meccanismi romani sa bene che un parlamentare nulla incide nel sistema politico-decisonale e nella governance italiana. Ma al governo entra anche il paternese
Questa è la vera responsabilità dell’on.le Salvo Torrisi, la sua scommessa, essere la sintesi politica di un territorio, del comprensorio governato dal centro-destra.
Quella di traghettare la mediocre politica cui assistiamo, verso una di più seria ed alta qualità, quella che merita la città per la sua storia. Non possono esserci più indugi nel nome di un buonismo di facciata, di ricomprendere tutto e tutti, per vantaggi elettorali, per equilibrismi bizantini, ma a danno del merito, della capacità e del valore degli uomini che devono rappresentarla.
Rigore e scrupolosità nell’allevare una classe dirigente, che manca, che deve traghettare lo stato precomatoso politico e rappresentativo di oggi, verso la prospettiva.
In un periodo in cui l’antipolitica mina la struttura politica, divaricando il solco tra il palazzo ed il popolo, occorre creare una struttura che lungi dall’essere solo controllo dell’elettorato e culla di clientelismo, si ponga come vincolo tra la domanda della gente e la realizzazione concreta di “fatti”, alti e qualificati. La politica è governo intelligente degli avvenimenti, non l’inseguimento del moto della storia. Ecco perché, caro onorevole Torrisi, ti attribuiamo questa responsabilità, organizzare il consenso attorno ad un disegno di governo. Questa è la tua sfida.
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