martedì 18 dicembre 2007
Udc, Cn censura le minoranze ma il partito si spacca a metà
Al Consiglio nazionale dell’Udc passa la mozione di maggioranza del segretario Lorenzo Cesa ma è scontro aperto tra i vertici e le minoranze del partito. Il documento presentato da Cesa e appoggiato dal presidente Rocco Buttiglione e da Pier Ferdinando Casini boccia il progetto del Popolo delle libertà, “rivendica” l’autonomia, l’indipendenza e la centralità del partito e “condanna” il comportamento delle minoranze interne: “no” insomma a qualsiasi “iniziativa sviluppata al di fuori degli indirizzi congressuali e finalizzata a interferire con le prerogative del segretario, a screditare e depotenziare la proposta politica del partito e disorientare iscritti ed elettori dell’Udc”Una grande aggregazione dei moderati, da fare “nei tempi e nei modi più opportuni”, dipende, spiega Cesa, da quale legge elettorale verrà approvata: “In questa fase politica più che volare con la fantasia dobbiamo restare con i piedi per terra e concentrarci con tutte le forze su un risultato che è finalmente a portata di mano e che determinerebbe una profonda ridefinizione del bipolarismo italiano: la riforma elettorale, madre di tutti i cambiamenti”. Cesa, quindi, bocciando Tabacci e la "Cosa Bianca ripete che “sarebbe sbagliato immaginare la nuova casa dei moderati come uno strumento per traghettare l’Udc verso il centrosinistra. La nostra collocazione, fissata dal congresso è chiara: noi siamo alternativi alla sinistra”. Netta la posizione di Casini: “La linea chiara resta quella definita dal congresso, dobbiamo essere il seme di qualcosa di più ampio e non vogliamo essere cooptati in una casa che altri hanno costruito per noi”. Poi un richiamo ai “dissidenti”, in particolare a Tabacci: “Stai attento Bruno Tabacci ai rischi di costruire una cosa con personalità del mondo esterno. Se non teniamo chiara la nostra alternatività al Pd legittimiamo il fatto che il Pd si prenda i voti nostri e legittimiamo gli elettori di centrodestra a votare per il Partito del popolo delle libertà”.
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