Un po’ deve averci preso gusto, visto che non è certo la prima volta che Berlusconi decide di scendere in piazza e sfidare una roccaforte rossa. Era accaduto lo scorso 10 giugno a Sestri Ponente, con tanto di passeggiata per la via principale seguita da contestazione e lancio di uova. E la scena, seppure in proporzioni ridotte, s’è ripetuta ieri a Cinecittà, una zona periferica nella parte sud-est di Roma che conta circa 400mila abitanti, uno dei quartieri a più alta densità abitativa d’Europa. Anche qui, mentre parla sul palco, il Cavaliere incassa un uovo sul braccio che arriva da un piccolo gruppetto di contestatori dei centri sociali malamente tenuti a bada delle forze dell’ordine. Che per venti-trenta minuti buoni si limitano a circondarli lasciandoli però al centro della piazza, a una settantina di metri da dove parla l’ex premier. Con conseguente coda di insulti tra loro e i molti sostenitori azzurri, con cori contro il Cavaliere urlati dai microfoni e, alla fine, pure con il lancio di uova e, racconta un anziano signore con il fazzoletto di Forza Italia al collo, persino di un bullone.
Berlusconi, però, non si scompone. E per quasi tutta la prima parte del comizio decide di non curarsi dei contestatori che vanno avanti a intonare insulti. Poi, dopo che un signore sulla cinquantina capitombola per terra, le forze dell’ordine decidono finalmente di allontanarli. La diaspora dei venti-trenta giovani dei centri sociali va in porto, con due gazebo per la raccolta delle adesioni al Pdl che vengono divelti. «C’è qualcosa che non va da quella parte... », dice il Cavaliere puntando il dito. E poi: «La differenza tra noi e loro è che non ci verrebbe mai in mente di impedire a qualcuno di parlare». Per questo, «inizio a pensare che siamo antropologicamente diversi». Perché «questi signori sono sempre incazzati». Invece, sorride l’ex premier sporgendosi verso la folla e facendo il gesto di sbottonare la camicia, «io sono qui con voi nonostante l’incidente con la borsa dell’acqua calda» di qualche giorno fa.
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