mercoledì 17 settembre 2008

PATERNO' CAPUT MUNDI


“Così, dunque, deve essere il mio storico, impavido, incorruttibile, libero, amico della franchezza e della verità, pronto a chiamare, come dice il poeta comico, fico il fico e barca la barca, deciso a non dare per amicizia nè a togliere per odio alcunché, a non avere compassione, vergogna o rispetto, giudice imparziale, benevolo con tutti, ma non fino al punto da concedere ad una delle due parti più di quanto le sia dovuto, straniero nei suoi libri e senza patria, indipentente, a nessun potere soggetto e, senza la preoccupazione di ciò che ne pensi questo o quello, espositore dei fatti accaduti.” (Tucidite)


Un Ministro, un Deputato, un Assessore provinciale, tre Consiglieri Provinciali.

Dal 1994 la città non aveva alcuna rappresentanza sovracomunale seria. Particolarmente nell’ultimo lustro, non aveva neppure la rappresentanza provinciale, il punto più basso della parabola del declino, non solo politico, ma anche culturale.

Adesso ci siamo. Bisognerebbe solo mettere a frutto queste opportunità, che se incardinate in un serio progetto potrebbero dare il colpo d’ala a questa tanto vituperata città, che adesso si pone alla ribalta nazionale. L’altro giorno discutendo con un deputato regionale della provincia etnea è emersa una considerazione “paternocentrica” della politica provinciale. Sarà stata una battuta? Una boutade? Io credo che quando si afferma un alcunché, qualcosa di certo c’è dietro. Bisognerebbe adesso sfruttare a vantaggio del territorio questa fausta evenienza, rendere cioè tangibile e concreta questa positività del momento, degli asset conquistati, al servizio della comunità.

Il valore aggiunto di tutto ciò ha un nome preciso: Ignazio La Russa.

Questa senza dubbio è una fase di revisione del nostro pensiero. Avevamo creduto che si trattasse di una nuova colonizzazione della città, che di soggetti che saccheggiano consensi non ne aveva più bisogno. Invece dobbiamo essere onesti intellettualmente e dire che l’Ignazio nazionale ha fatto a sufficienza per questa terra (ma potrebbe fare certamente molto più). Non ha mai smesso di promuoverla, mettendola al centro di ogni intervento, perfino alla presentazione del Governo Nazionale al Quirinale. La promozione, il rispetto, l’importanza che rende a Paternò non trova nella storia recentissima altro testimone politico oltre lui.

E il call-center ? Lo avevamo criticato aspramente, come il totem del precariato, una offesa rispetto all’etremo bisogno di occupazione della gente. Ci sbagliavamo. Infatti solo qualche giorno fa il notiziario Varese New’s, sottolineava una polemica tutta nordista che riguardava il call-center della sanità lombarda, ed accusava La Russa del il furto di circa 200 posti di lavoro a favore di una cittadina della provincia di Catania, proprio Paternò. Questa mi sembra una testimonianza di qualità, vista dal nostro punto di osservazione.

Così come ci siamo sbagliati nella cruenta avversione per le amministrative paternesi del 2007.

Una azione velleitaria finalizzata al contro. Una sorta di guerra personale di alcuni. Non lo avevamo capito e ci siamo imbarcati. Abbiamo spaccato il centro-destra in polemica con La Russa, per evitare la neo-colonizzazione della città.

Ignazio La Russa non aveva interesse alla mera occupazione della città. Non ha interesse che Paternò sia il proprio serbatoio di voti, come molti politici in questi anni, vive altrove, rispetta solamente la propria terra d’origine cercando di aiutare la classe dirigente locale. Preme a contribuire ad uno sviluppo della propria città, anche con i suoi metodi di “grandeur”, a volte criticabili, forti, ma che indubbiamente la promuovono.

Torrisi, Galvagno, Ciancitto, Aiosa, Sinatra, oltre che Failla sono adesso caricati di molta responsabilità, ognuno per le proprie competenze ed il rilievo occupato, rispetto alle risposte da rendere non solo alla gente, ma anche a chi si adopera affinché la città acquisti dignità assoluta.

Iniziamo, con questa premessa l’attenzione verso questa questione. Il caso Paternò. Ne parleremo, nei prossimi giorni, con i soggetti politici che attualmente ne sono responsabili, seguendo un cursus honorum preciso, che porterà ad una attenta analisi globale.

Pubblicheremo l’inchiesta oltre che su questo blog, anche sui mass media nazionali di cui siamo corrispondenti, inviando i vari interventi a 100 indirizzi di operatori dell’informazione nazionale per darne maggiore risalto.

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