lunedì 24 agosto 2009

SICILIA, PATERNO' NEL "CUL DE SAC"


Non ci meraviglia più nulla, però qualcosa non riusciamo proprio a capirla. Nel ragionamento che segue non facciamo nomi, non addossiamo responsabilità, vogliamo solamente addurre delle riflessioni per capire prima noi stessi cosa presiede ai fatti che in questi giorni hanno avuto una ribalta improvvisa ed inaspettata. E ci stupiamo di fronte alla circostanza che nemmeno all’epoca dei fatti bui, ci riferiamo agli anni ’90, tale livello era mai stato raggiunto in queste proporzioni, né aveva sortito l’esito di una formale proposta di scioglimento per mafia, eppure allora si era mobilitata la sinistra, adesso tace.

Ma andiamo con ordine facendo dei ragionamenti che lasciamo alla valutazione ed al commento di chi ci legge.

La notizia, pubblicata prima da Repubblica ma che riporta solamente alcuni brani dell’articolo che l’indomani sarebbe stato pubblicato da Panorama. L’ha spiattellata proprio il settimanale della famiglia Berlusconi. Come mai un fatto talmente grave per l’immagine del ministro La Russa viene proprio riportato dal magazine tanto autorevole del centrodestra? Chi vuole l’attacco a La Russa per i fatti accaduti nella sua città natale, dove lui stesso ha creato questo equilibrio politico “imponendo” il suo uomo di fiducia come sindaco, ed il contorno? Qualcosa non torna nell’equilibrio politico tutto interno alla coalizione di governo.

Noi riteniamo che adesso dopo l’accelerazione di Panorama proprio il ministro si trovi in un “cul de sac”, sia che il comune venga sciolto per mafia, ma ancor di più se tale evenienza non si verificasse, perché si potrebbe sempre obiettare, che vista la relazione degli ispettori inviati dal governo che sottolineano fatti gravi e propongono lo scioglimento, vi sia stato l’intervento autorevole del ministro per bloccare il successivo decreto. In altri termini: la politica che calpesta il diritto?

Ricordiamo tutti che qualche settimana fa il caso del comune di Fondi, anche se ha avuto molta meno ribalta mediatica, è stato ampiamente discusso nel tavolo del governo, dopo varie sollecitazioni per lo scioglimento da parte del Prefetto di Latina (riportiamo qui prima di questo un articolo tratto dal notiziario Uno Notizie sul caso), ed è stato deciso di non procedere al commissariamento antimafia proprio perché nessuno degli amministratori locali aveva ricevuto alcun provvedimento giudiziario, nemmeno un avviso di garanzia. Questa decisione assume il valore di interpretazione autentica da parte del governo della legge, definita come “lodo Fondi”, che detta la condizione per lo scioglimento dei comuni per mafia: l’iniziativa giudiziaria degli inquirenti che devono concretamente formalizzare in atti tali contestazioni. A Paternò è successo di più. Un arresto di un amministratore, e una dettagliata richiesta inviata al Prefetto da parte della Procura della Repubblica per lo scioglimento.

In ultimo ricordiamo che abbiamo ascoltato le reazioni politiche locali prima dell’insediamento degli Ispettori ministeriali, tutti erano contenti ( sindaco ed onorevole) perché così finalmente si sarebbero fugati i dubbi circa la trasparenza, in tal senso, dell’amministrazione comunale di Paternò . Ma adesso che la certificazione di qualità è stata negata, tutti quelli che al tempo erano felici per l’insediamento della "commissione esaminatrice" della trasparenza amministrativa, oggi che dicono atteso che le cose non sono andate così come loro auspicavano? Si dimettono? Questa sarebbe la via d’uscita, indolore, anche per togliere d’imbarazzo il ministro La Russa che tanto vogliono bene.


6 commenti:

  1. Caso Paternò: La Russa nel mirino, ma regna il caos nella maggioranza
    Scritto da Carlo Lo Re il 24 Agosto 2009 11:45
    La vicenda Paternò che tiene banco in questi giorni in Italia, e particolarmente in Sicilia, è in nuce il concentrato di alcune grosse aporie del governo Berlusconi. Provo a spiegare meglio tale tesi.
    Il cosidetto “paese di La Russa”, Paternò, appunto, grosso centro in provincia di Catania, viene “impallinato” venerdì con un articolo su Panorama. Ovvero, il presunto cuore del consenso politico di un ministro Pdl (che, in quota An, è anche co-coordinatore nazionale del partito) viene attaccato sul settimanale di proprietà del premier Silvio Berlusconi, che certo è in ottimi rapporti con La Russa. Fatta salva la sovrana indipendeza dei colleghi di Panorama, un pelino di confusione in casa Pdl pare però di notarla.

    E veniamo alla confusione più propriamente politica. Perché infatti tocca ora al collega di maggioranza di La Russa, il leghista Roberto Maroni a capo del Ministero dell’Interno compiere la scelta se sciogliere o meno il Consiglio Comunale di Paternò per infiltrazioni mafiose, come chiesto dal(l’ormai) ex prefetto Giovanni Finazzi tempo addietro.

    Ora, è ovvio che la posizione di Maroni è delicatissima. Si tratta di decidere se lanciare o meno un devastante “siluro” contro il “quartier generale” di un collega ministro, con il quale però in passato non sono certo mancate le frizioni.

    Maroni, quindi, è in una posizione scomodissima. Se scioglie il Consiglio Comunale di Paternò può attrarre su di sé il sospetto di averlo fatto per la ruggine che vi è con La Russa. Se non lo scioglie può attrarre il sospetto di non aver voluto fare uno sgarbo ad un collega. Ovvero, di contro, di non aver voluto far pensare d’averlo sciolto per attaccare La Russa.

    Insomma, un caos davvero considerevole. Nel quale, è chiaro, si rischia di perdere, anzi si è già perso, il vero obiettivo di chi governa. Che è, o dovrebbe essere, compiere scelte giuste nell’interesse della collettività.

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  2. da FREEDOM ITALIAN INFORMATION

    Secondo Panorama, il Prefetto di Catania (figura incostituzionale in Sicilia), Finazzo, ha inviato al Ministro degli Interni, Roberto Maroni, la relazione sulla situazione tra possibili intrecci fra mafia e politica locale, del piccolo paese etneo di Paternò, paese che ha dato i natali a Ignazio La Russa, attuale Ministro per la Difesa. Dal 4 di agosto la relazione di Finazzo nella quale si afferma : “..non possono non rilevarsi inquietanti ombre circa la sussistenza di un’intesa tra gli amministratori del comune di Paternò e gli esponenti della mafia locale” e conclude con l’invito “a prendere in seria considerazione lo scioglimento del consiglio comunale conseguenti a fenomeni di infiltrazioni e di condizionamento di tipo mafioso”.

    Ad avvalorare la tesi di infiltrazioni mafiose ci sarebbe l’arresto circa nove mesi fa dell’assessore ai servizi sociali Carmelo Frisella, considerato “stabilmente inserito nell’associazione mafiosa”.

    Inspiegabilmente dal ministero non giunge alcuna notizia e il motivo di questa non decisione di Maroni si fa risalire al fatto che Paternò è il paese natale di Ignazio La Russa e l’amministrazione che governa la città è interamente del PDl che fa capo proprio al ministro della Difesa, considerato leader indiscusso in città.

    Da qui probabilmente il dubbio di Maroni. Come si fa a sciogliere per mafia il consiglio comunale del paese dove La Russa è nato ed è leader indiscusso?

    Lo scioglimento del consiglio comunale di Paternò potrebbe mettere in seria difficoltà l’attuale titolare del dicastero della Difesa.

    Se ci sono i presupposti per lo scioglimento Maroni non può esimersi dall’agire e dovrà essere La Russa a chiarire, eventualmente, i suoi rapporti con politici del suo partito ”accusati” di essere collusi con la mafia.

    24 agosto 2009 14.55

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  3. un ragionamento cui ancora non avevo aderito, mi sembra oramai una vicenda definita comunue vada a finire, anche per gli scagnozzi citati nell'articolo di Panorama i quali malgrado i visi bronzinei avranno gatte da pelare certamente ed anzicché onori ... disonori

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  4. fossi il ministro La Russa lì prenderei a calci in culo e farei in modo che nulla più avessero a che fare nemmeno lontanamente con la mia persona o con la mia famiglia che tanto ha fatto per risollevare le sorti di paternò, anche per i call centre lo hanno fatto sputtanare non sono stati capaci nemmeno di gestire le assunzioni senza farsi denunciare altro che amministratori locali sono incapaci - arroganti - e "tingitura"
    forse non rovineranno la carriera dell'ottimo La Russa ( che ha tre palle ) ma lo metteranno in difficoltà nei confronti dei leghisti e di chi all'interno del PDL gli fa la guerra, bravi vi siete giocati pure la fiducia di chi vi ha tenuto a galla, di chi vi ha fatto onorevoli e sindaci ma io ho sempre pensato ca "cu piru è piru arresta", non siete stati capaci nemmeno di scegliere gli uomini? oppure sapevate chi erano ma vi servivano per dimostrare al ministro che avevate il "consenso"?

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  5. E' SCANDALOSO.....si tratta di CRONACA NERA che i PATERNESI non meritano...LA RUSSA "bacchetta" questi lestofanti...

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