lunedì 11 febbraio 2019

CORRUZIONE AL CGA, CE NE PARLA PIPPO GIANNI

CORRUZIONE AL CGA, CE NE PARLA PIPPO GIANNI



"Mi hanno fatto fuori", questa la prima frase che ci dice Pippo Gianni al telefono.

Dopo avere avuto successo nel collegio di Siracusa, alle regionali del 2012, il Cga sentenziò che  si doveva ri-votare, ma solo in alcune sezioni.

La Procura di Roma sostiene adesso che quella sentenza è stata malversata da una corruzione in atti giudiziari. In quelle elezioni suppletive Gianni soccombette a favore di Giuseppe Gennuso che, secondo l'accusa, avrebbe corrotto il presidente del CGA Raffaele De Lipsis.

Quindi lei non aveva torto a ribellarsi per quella sentenza?

“È una vita che ho ragione e una vita che aspetto che la verità venga a galla”.

Adesso?

“Aspettiamo i risvolti”

Dopo gli arresti di Gennuso e dei giudici presunti corrotti, non crede si sia giunti all’epilogo della storia?

“Ho chiesto al pubblico ministero Paolo Ielo di essere sentito. Ho delle cose da dire, elementi nuovi e utili alle indagini”.

Può dirci quali siano?

“C'è stata una convergenza di interesse di certi personaggi per farmi fuori”.

Perché?

“Perché sono un rompicoglioni e non faccio parte di nessuna congregazione. Mi hanno massacrato, offeso e aspetto di costituirmi parte civile al processo”.

Lo aveva già capito, al tempo, che stavano “facendo(lo) fuori”?

"Eh, certo. Tutta questa cosa parte da Siracusa. Il Tar di Catania aveva detto no al riconteggio delle schede e invece il Cga dice che si dovevono contare di nuovo. La prefettura chiede le schede, ma le schede non si trovano. Le aveva prese un impiegato del Tribunale perché si erano rotte le fognature. Poi, si trovano tutte le schede tranne quelle di Rosolini e Pachino. Siccome non ci sono, il Cga stabilisce che si deve votare di nuovo giusto giusto a casa di Gennuso. Le pare normale? A me no e invece il governo regionale indice nuove elezioni. Io ho chiesto 500 mila euro all'impiegato del Tribunale e gli hanno sequestrato i beni. Ho detto che se avesse raccontato tutta le verità non gli avrei chiesto un soldo. Ancora aspetto".

Le sentenze sono da rispettare, anche quando sembrano ingiuste? Cosa avrebbe potuto fare il governo regionale? Solo adesso, peraltro, è stato scoperto che la decisione sarebbe stata pilotata.

“La legge non prevede la possibilità di rinnovare le elezioni parzialmente. Chiederò chiarimenti al quel governo regionale di allora. Se emergeranno responsabilità qualcuno sarà chiamato a risponderne. Tocca ai magistrati fare piena luce. Io so solo che il voto è sacro e il volere dei cittadini va rispettato”.

Responsabilità politiche?

“Non so se ci fu complicità, superficialità o menefreghismo. So solo che ci fu una una nuova elezione parziale che per legge non si poteva fare. Le sezioni non andavano conteggiate. Punto. Poi devo dire che c’è una pantomima per fare 'spendere' più soldi. Mi hanno rubato il seggio e le dico di più anche il voto iniziale è stato irregolare. Avrei vinto con molti più voti, non solo i novanta di differenza, ed invece tutta questa storia mi ha creato problemi personali e psicologici”.

Adesso in quale condizione si trova?

“Sono tornato. Faccio il sindaco di Priolo Gargallo e mi impegno per il Comune e per i cittadini che mi hanno votato. C'è tanto da fare”.


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