mercoledì 24 aprile 2019

Il governo mette in scena tutte le parti in commedia, hanno superato Cetto?


Il governo gialloverde, da Salvini a Di Maio a Conte, mette in scena tutte le parti in commedia, governo e opposizione, da quella sovranista a quella europeista. Risultato: all’opposizione non resta niente da dire, né da fare. 
Nessuna casella del dissenso è lasciata scoperta. C'è l'uomo della continuità europeista. Chi gli si oppone con ragionevolezza. Chi con furore. Chi sta preparando dietro le quinte la mediazione. Nessuno spazio vuoto per l'iniziativa di chi è dall'altra parte.

Succede così su ogni questione. La nazionalizzazione di Autostrade è un imperativo per i Cinque stelle, molto meno per la Lega. La Tav non si deve assolutamente fare per i grillini, è invece una necessità per gli amministratori leghisti del nord. Siri si, Siri no, Raggi si, Raggi no.

Persino sul tema dell'immigrazione, dove c'è la più alta percentuale di convergenza tra le due forza, una parte d'opposizione è lasciata alla fronda dei parlamentari vicini all'accoglienza della scuola Roberto Fico.

Ma la dicotomia - che, certo, prima o poi potrà implodere e disintegrare l'esecutivo - per ora è solo una tecnica dello show: serve a tenere gli spettatori incollati al teleschermo, prenderli in giro e succhiare i voti, fino al lieto fine del governarono felici e contenti.

Se così non fosse perché nessuno stacca la spina?

Cambiano le repubbliche ma i rituali sono gli stessi. 
"De Mita e Craxi - ha detto Marco Minniti in un'intervista - litigavano ogni mattina, e poi si rimettevano insieme con un caminetto. 

A Di Maio e Salvini basta una chat su whatsapp: cambiano i tempi, ma la dinamica è la stessa". Se vuoi la pace, dice un vecchio motto latino, devi preparare la guerra. Nello show democratico, invece, è sufficiente metterla in scena.

Meglio votare il PDP di Cetto Laqualunque, almeno ci sarà "chiù pilu pi tutti" e ognuno ha la propria arma di distrazione di massa dei webeti


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