martedì 31 gennaio 2012

Confesercenti: POLITINO GATE ...la storia si evolve



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Scritto da TITTA NICOLOSI   
“Politino parla proprio di lui (del Senatore Firrarello) : “Non è come prima… non è il senatore di una volta… anche lui… io in alcune cose debbo dirti la verità, quando l’ho chiamato in causa risponde!”
. Rosario Di Dio chiede: “Ma lui che cosa è?”. E Politino risponde:  “Non ne ha più forza Saro!  Sono finiti i tempi quando avevano la possibilità di gestire…anche…”. Di Dio non sembra d’accordo e Politino incalza: “Lombardo gli ha tolto tutto dalle mani”.  Il direttore della Confesercenti è furioso, Saro parla di un “momento transitorio” e lui ribatte:  “Oggi, oggi!  Perché quel testa di buriddu come deve fare le assunzioni… al posto di parlare quello ( il nemico Lombardo) ci sta combattendo!  Tutto gli ha tolto… gli ha tolto tutto!”. (fonte S n. 46 del febbraio 2012)……… Arrabbiatissimi

Questo quanto si legge sul mensile S a proposito del direttore della Confesercenti di Catania Politino, autosospesosi per finta, come diciamo noi.  A dire il vero ci siamo meravigliati come ci fossero sfuggiti tali passaggi, proprio a noi che abbiamo iniziato, con scrupolo, questa inchiesta. Passaggi che aprirebbero altri scenari più “seri” e preoccupanti. Finora avevamo appreso dalle carte solo che Politino e Di Dio avessero parlato male del Governatore Lombardo, delle sigarette mangiate, dei voti rifiutati a  lui ed a i suoi uomini, con grande confidenza ma null’altro, ma qui c’è di più.
La rivista parla anche di soldi dirottati su conto correnti non ufficiali dell’organizzazione Confesercenti, ma ascrivibili a Politino ed altri, soldi che come “sostiene Giovanni Felice sarebbero arrivati a Rosario Di Dio, boss di Palagonia che puntava a conquistare Catania”. Circostanza questa che, se accertata, farebbe saltare il banco.
Spiazzati da queste novità, ci siamo messi di buzzo buono per riprendere la questione e vi assicuriamo che abbiamo trovato molto, molto più di quanto immaginavamo, acquisendo tra l’altro anche la denunzia della presunta appropriazione indebita di circa 250.000 euro nel solo anno 2010.
Il 27 maggio 2009, alle ore 12, la sezione Anticrimine del R.O.S. dei Carabinieri di Catania intercettano la famigerata oramai, conversazione tra Politino e Di Dio, che non è quella pubblicata nei media parecchi mesi fa,  nella quale si parlava solamente male di Lombardo. La novità è la presunta pianificazione politico-elettorale tra i due, tra il direttore della Confesercenti e il boss della mafia. E rispetto a quello che il mensile ha riportato, noi raccontiamo il proseguo su quei passaggi che riteniamo interessanti, con nostro commento critico e che denotano una probabile consorteria (ma noi non sappiamo se sia così) fra Di Dio, Politino e …………. (omissis)
RD (Rosario Di Dio): Tu li devi lasciare stare queste cose… Poi parlo di cose diverse
SP (Salvo Politino): Ti incarico (come una delega al boss a trattare a suo nome per gli affari della politica)
RD: Intanto ti faccio presentare in una commissione dove puoi fare politica … alla fine a te cosa interessa ? Uno strumento nelle mani  per fare politica (infatti la cd “commissione” arriva dopo qualche mese, guarda caso, Politino viene nominato, col contributo determinante della Provincia di Catania, presieduta da Giuseppe Castiglione, genero di Firrarello, nel CdA della SOACO SpA, società che gestisce l’aeroporto di Comiso, sarà stato un caso? Guarda caso! Forse una nomina programmata e contrattata da Di Dio? Lo diranno le autorità)
SP: No, ma , se mi ci metto ……  noi (Politino e Di Dio) ci mettiamo avanti e lui (Pino) resta sempre indietro
RD: Allora io ti dico una cosa… aspetta un minuto … allora: io mi metto d’accordo con Pino (presumibilmente Firrarello?), senti … tu rappresenti Forza Italia … io l’UDC, il partito Comunista, quello che cazzo vuoi ! Guardiamoci negli occhi (come se parlasse con Pino) vediamo quello che dobbiamo fare e non ci litighiamo perché alla fine della storia…
SP: no, non conviene
RD: perché alla fine della storia … tutta questa sciarra per chi è? Che gli devi portare duecento voti al Senatore? Non ti preoccupare (caro Salvo Politino)… tu hai la forza di cento? Cento te li faccio avere io! (E Di Dio si mette a disposizione di Politino per sostenerlo nelle eventuali campagne elettorali a favore di “Pino”. Una macchina elettorale comune quindi, sono una squadra o no?)
SP: ehhhh… a questo punto. Se fossero solo questi …i voti li hanno presi…
G (non identificato/a): Si ottiene di più con gli amici che con la politica (direi amici degli amici)
SP: il rapporto personale…sono un’altra cosa Saro! Ormai io sono dell’idea …(quella che gli amici degli amici sono più importanti e danno forza?)
RD: io alla Regione Siciliana avevo due amici…erano reggenti Regionali (..azz..non certamente della Caritas)..uno che si chiamava Turi…ed è morto… suo nipote ora è venditore qua alla BMW a Catania… era un grande uomo! Ma a quello dove lo chiamavo chiamavo….. a quello….. segretario particolare di Enzo Petralia… segretario particolare di uno di AN …segretario particolare di un deputato  Comunista…segretario deputao della Democrazia Cristiana … ma perché ,perché quello conosceva… loro non sapevano dove entrare nelle grotte di Palermo … e quallo sapeva pure i buchi a Palermo! Dove non arrivava la politica … arrivava con le amicizie personali… Allora tu puoi (rassicura Politino che anche lui può con la forza degli “amici degli amici”) …con questi cristiani dove devi andare? (con i politici senza lui dietro)
SP: (dando ragione a Di Dio) no,no! Tu ti puoi togliere la vita … ognuno per la sua strada (lui con quella di Di Dio?)  tu ti puoi togliere la vita…… (ma se non hai questi “appoggi” non conti nulla)
RD: sai…però c’è uno che tu gli hai dimostrato duecento voti (Politino + Di Dio) …lo sai…duecento voti sono sempre duecento voti
SP: duecento voti … duecento voti?
Che dire di più !!! Una conversazione che a noi sembra chiarissima. Ad ogni buon conto:
CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA E PATTO POLITICO-MAFIOSO: come definito in una sentenza della Cassazione nel  febbraio 2010:
  • Per le S.U. la veste di concorrente “esterno” è assunta da chi, non inserito stabilmente nella struttura organizzativa dell'associazione mafiosa e privo dell'affectio societatis (che quindi non ne “fa parte”), fornisce tuttavia un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo.
  • Deve trattarsi di apporto che abbia un'effettiva rilevanza causale ai fini della conservazione o del rafforzamento delle capacità operative dell'associazione (o, per quelle operanti su larga scala come “Cosa nostra”, di un suo particolare settore e ramo di attività o articolazione territoriale) e sia comunque diretto alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso della medesima.
Se questo è il caso in specie, non siamo di certo noi a stabilirlo, anche perché Politino afferma da giureconsulto: “Non ci sono azioni perseguibili penalmente. Io ho chiesto scusa per il dialogo con Di Dio, è stato chiesto il mio reintegro ed io non sono indagato”. Se lo sa lui….. Ma quante cose sa Politino, si autoassolve con delle scuse e sa di non essere indagato. O che non lo sarà? Se bastassero solo le scuse si svuoterebbero perfino le carceri.
Per completezza d’informazione. In questi ultimi giorni abbiamo appreso che alcuni parlamentari hanno disposto un’interrogazione sull’argomento rivolta  al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’Economia, dell’Interno, della Giustizia per sapere:
  • Se i fatti summenzionati siano stati riscontrati dalle autorità competenti e se riportino il vero, se così fosse, questi, al di la degli eventuali reati già accertati o da accertare, in ogni caso costituiscono una grave alterazione dei valori sociali di riferimento, ingenerando confusione sui ruoli collettivi e sfiducia nel cittadino rispetto alle organizzazioni imprenditoriali, sociali e di categoria, il quale non capirebbe più chi sono le vittime e chi i persecutori;
  • Quali iniziative abbiano intrapreso gli organi inquirenti, i quali ne hanno notizia data la diffusione avuta, per indagare ed eventualmente punire, ove fossero accertate tali circostanze denunziate dalla stampa alla pubblica opinione.
Quindi non si finisce qui. Nemmeno noi, continueremo nella prossima puntata sui fatti denunziati dall’ex Presidente Regionale Felice, attualmente vice Presidente Nazionale di Confesercenti, sulla vile questione del denaro, circa 250.000 euro alla faccia del vile denaro, che scomparirebbe dentro conti che non sono propri dell’organizzazione di categoria.

domenica 29 gennaio 2012

Paternò: Il movimento civico " LA CITTA' " è un bluff?

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Scritto da FABRIZIO GIANNINO   
Era un percorso preannunciato da tempo già con l’avvento del Messia Torrisi che evangelizzava il popolo alla causa (la sua) e che ancora oggi predica ecumenismo illuminato, cose da pazzi.
Ma l’obiettivo era ed è la candidatura a sindaco DI UN PROPRIO UOMO,in questo caso dell’avv. Vittorio Lo Presti, professionista che stimiamo, persona perbene, del quale non condividiamo né questa scelta politica né la candidatura nata, se dobbiamo dire la verità, all’interno di una logica politica di parte. Quella parte politica che da 10 anni governa, ma non amministra, la Città e che per essere adesso credibile nei confronti del popolo non lesina attacchi feroci al sindaco Failla, al suo mentore La Russa e  ai compagni di viaggio con i quali hanno condiviso un percorso fatto di vantaggi politici personali.
Il movimento civico “La Città” ideato e promosso da Salvo Torrisi e portato avanti da “untori” consapevoli, travestiti nel progetto Cavallo di Troia, ma da anche da inconsapevoli aspiranti politici che credono in estrema buona fede che il progetto sia autentico per il bene della città e per un cambiamento, ha avuto da sempre questa mission, la candidatura di un fedelissimo di Torrisi.
Ma quale cambiamento ci potrebbe essere se gli autori e gli attori sono i medesimi che ancora adesso sono in sella al posto di comando in questo equilibrio che governa la città ed il suo sfascio? Quale cambiamento stanno mettendo in pratica, quello del mercato delle vacche? O degli assessori! Occorrerebbe, a tale scopo, una riforma della legge elettorale che attualmente ne prevede solo sei per portarli a sessanta, venendo così incontro alle promesse che quotidianamente fanno per rendere appetibile la loro partecipazione. Altra soluzione è quella, che per amor di conseguimento del consenso degli ignari soggetti, gli assessori si alternassero almeno mensilmente per tutti i cinque anni. Di assessori in pectore ne ho incontrato almeno venti in due giorni. Predicano il nuovo ma i metodi di acquisizione del consenso sono sempre quelli democristiani deleteri e antistorici.
Occorre appena ricordare che questi che adesso hanno scoperto adesione “ideologica” verso i movimenti civici, sono gli stessi che ancora oggi ricoprono cariche amministrative e politiche di rilievo col PdL.
Vittorio Lo Presti è ancora Presidente dell’AMA, l’acquedotto cittadino, che si appresta in questi giorni a nominare il nuovo Direttore (upgrade di consenso), organo esecutivo essenziale per l’amministrazione della stessa,questo lo apprendiamo dal giornale locale. Come apprendiamo da Net Magazine che questa candidatura sia “una scelta condivisibile che arriva da un professionista che annovera nel suo curriculum vitae  anni di esperienza amministrativa sia nel centro destra sia in formazioni di centro sinistra, allora, guidate dal sindaco Graziella Ligresti”. Un forzato all’ecumenismo quindi, stando alle affermazioni dell’articolista, come Torrisi e Venora. Di qua, di la, di sopra, di sotto, dappertutto. E comunque definirla una candidatura nuova come asserisce qualcuno de “La Città” mi sembrerebbe una forzatura lessicale.
Ed ancora Daniele Venora, assessore all’urbanistica del Comune di Paternò, che mentre siede in giunta nel contempo critica aspramente sia il sindaco sia l’amministrazione della quale continua a far parte, nuovo anche lui.
In ultimo, dulcis in fundo, Salvo Torrisi. Inventa questa sedicente primavera paternese assieme alla società civile, un vernissage singolare, ma resta in carica come deputato di quel PdL che adesso critica senza pudore. Questo  atteggiamento lo usa solo a Paternò, fuori sarebbe scomodo se non deleterio per lui stesso, perderebbe il posto, salvo cercare qualche altro partito per essere candidato, ma dovrebbe iniziare daccapo e con grande fatica.
Ma di cosa stiamo parlando! Se le intenzioni fossero nobili e questi volessero autenticamente fare la rivoluzione non esiterebbero un solo attimo a rimettere le cariche, visto che adesso si trovano a mal partito (come dicono)nell’equilibrio politico nel quale sono stati e lo sono ancora.
Ma poi cosa è la convergenza? L’unanimismo per non perdere? Vorrebbero di certo imbarcare tutti, ma proprio tutti, in questo progetto camuffato da società civile. Al pudore non c’è limite.
Hanno perfino cercato una “convergenza” col Governatore Raffaele Lombardo. Si proprio quello al quale non hanno lesinato feroci attacchi (faremo rivedere i video e documenti in tal senso) definendolo il male estremo per la Sicilia e adesso nel nome dell’interesse partitico lo cercano. Lombardo è stato sollecitato verso la candidatura Lo Presti, da Salvo Torrisi, a Roma, “è un democristiano come noi”, per blandirlo, ma Lombardo non è stupido.
Lo stesso Lo Presti ha chiesto “udienza”  a Lombardo nei giorni scorsi. La porta è rimasta chiusa. Si potrebbe aprirebbe solamente di fronte ad una novità credibile e autentica, proposta da soggetti politicamente nuovi e seri.
La politica non si fa con i sentimenti... figuriamoci con i risentimenti, ma deve camminare con le gambe degli uomini che la propongono. Siano pur esse persone perbene, ma antitetici e divergenti, anche per testimonianza di vita, con i pensieri che propugnano ed ai quali, nel privato, nemmeno loro credono e di conseguenza non credibili.
Se la “società civile” vuole il “NUOVO” che sia seriamente NUOVO, cari PIDIELLINI pseudo-pentiti.

martedì 17 gennaio 2012

Pippo Failla attacca la società civile oltre ogni schieramento

Pippo Failla attacca la società civile oltre ogni schieramentoPDFStampaE-mail
Scritto da ADOMEX   
“So di non essere un diplomatico della parola,  dico sempre ciò che penso, in modo semplice, chiaro ed inequivocabile, attirandomi spesso le antipatie di alcuni interlocutori.
E' quanto mi è successo sabato scorso in occasione di un incontro organizzato dal circolo professionisti di Paternò avente ad oggetto la crisi dei Partiti e lo studio di una ipotesi di lavoro per andare oltre gli schieramenti tradizionali nella prossima competizione elettorale, per il bene della Città.
L'invito al dibattito è stato rivolto a tutta la società civile.
Ho ritenuto interessante l'argomento e, nonostante non invitato nella qualità di Sindaco di Paternò, non formalizzandomi, mi sono recato all'incontro per ascoltare ed eventualmente recepire nuove idee, nuove soluzioni, nuovi programmi per affrontare i gravi problemi che stanno attanagliando Paternò  a causa della crisi economica che sta colpendo l'Europa, l'Italia e sopratutto il meridione.
Ero speranzoso di trovare tanti professionisti, tanti giovani interessati a discutere di progetti politici nuovi, di proposte innovative utili a risolvere i problemi veri di Paternò, rassegnato a subire tutte le critiche possibili ed immaginabili, anche quella di essere stato la causa della crisi dell'Euro e dell'aumento dello spreed (certamente  tutti avremmo  potuto fare meglio e di più, però tutti debbono riconoscere che la città si è arricchita per le molteplici strutture ed infrastrutture realizzate, per avere mantenuto i conti in ordine nonostante l'ATO e la questione doposcuolisti, per avere alleviato il problema occupazione giovanile). Ero felice perché pensavo fra me: finalmente la Città si sta scuotendo, si stanno muovendo i professionisti. Hanno deciso di scendere in campo per Paternò e per i paternesi. Mi ero illuso.
Tranne poche persone da sempre attente alla vita politica ed amministrativa della Città, che si spendono in maniera disinteressata nel sociale, nello sport, nella informazione giornalistica e televisiva, tutti gli altri intervenuti erano politici e politicanti di vecchia data, alcuni scaduti per anzianità di servizio, altri,   giovani  aspiranti tali, accomunati tutti da un filo conduttore, cantato in tutti i modi ed esattamente: “ Il Sindaco Failla non ha saputo amministrare perché non ha saputo risolvere i problemi dell'agricoltura, del commercio e dei rifiuti (...sic!) La nuova classe politica deve essere decisa dalla società civile”. Non c'è stato un solo intervento al dibattito che non abbia utilizzato il termine “ Società Civile” - 10 volte su 20 parole dette. Addirittura il moderatore “super-partes” visto che l'incontro si protraeva ha suggerito all'assemblea, per recuperare tempo, di non far parlare i Consiglieri Comunali e gli amministratori, invitandoli a rinunziare per dare spazio agli interventi degli esponenti della “ Società Civile” presenti.
Scrutavo attentamente il pubblico e mi chiedevo chi fosse la società civile, termine usato ed abusato impropriamente in tutti i dibattiti politici solo per compiacenza linguistica pseudo intellettuale -  Mi chiedevo ancora perché l'intervenuto di turno si rivolge al pubblico qualificandolo società civile  quando quasi tutti i partecipanti fossero, come già detto, politici e politicanti più o meno giovani, ciascuno di loro per lo più con tessera di partito? Mi chiedevo infine, dove erano i professionisti?
Ho concluso che quell'incontro non fosse altro che una mistificazione, finalizzata ad ingannare l'elettore (sicuramente più intelligente di quanto loro possano credere), dove artatamente si voleva travestire il pubblico-politico-politicante presente quale società civile solo per compiacenza.  Sicuramente erano presenti all'incontro tante intelligenze che possono dare alla città grandi contributi, ma è altrettanto vero che, quasi tutti i presenti, compreso il moderatore, fossero dei politici che volevano e forse vogliono ancora dar vita ad una nuova organizzazione politica ibrida, trasversale, tentando di  farla apparire come il risultato della società civile. Mai ho visto tanta ipocrisia.
E siccome sono Pippo Failla notoriamente non incline a compromessi, a  mediazioni e a discorsi diplomatici, scientemente sono intervenuto in maniera dura e provocatoria, al solo fine di fare riflettere tutti ,  i professionisti per primi, affermando che il termine Società Civile  per lo più usato, anzi abusato  in prossimità di elezioni, in tutti i dibattiti politici,  mi fa ormai  schifo. Allo stesso modo ho voluto provocare i professionisti al solo fine di invitarli a scendere in campo candidandosi e a non limitarsi a criticare chi si spende per la città quotidianamente dando tutto se stesso sacrificando professione e famiglia.
Ci sono riuscito: la verità nuda e cruda delle parole ha creato un vespaio di polemiche, più o meno condivisibili, ma sicuramente si è aperto un dibattito in città e sui nuovi mezzi di comunicazione ( vedi facebook) che mi auguro sfoci  in un risultato utile per la città.
Chi è onesto intellettualmente deve ammettere che la società è una sola ed è tutta civile. Solo i delinquenti, i mafiosi ed i politici corrotti si pongono al di fuori della società.  Poi tutti fanno parte della società civile,  dalle forze sociali ai politici ed amministratori onesti.
E allora, dimenticando questo discutibile inizio di campagna elettorale, invito tutti gli uomini e donne di buona volontà a rinunziare a percorsi ibridi e trasversali, che tanto danno hanno fatto negli anni '80-'90, nonchè le forze politiche, affinchè si siedano attorno ad un tavolo e discutano di programmi, idee e di quanto è più utile per la città non per ultimo la scelta del prossimo candidato sindaco per il centro destra.
Infine, disposto sicuramente ad interloquire con tutte le vere forze sociali della città, preciso che qualora vi siano persone che vogliono creare movimenti trasversali ai partititi tradizionali lo facessero in maniera chiara, e gli eventuali aderenti a questi, se iscritti  in formazioni politiche diano, per onestà, le dimissioni dal partito di appartenenza e dalle cariche politiche o amministrative ricevute dalla politica (sporca), e poi scelga se proporsi da solo con un proprio candidato Sindaco, ovvero di allearsi alla coalizione politica che ritengono più idonea a risolvere i veri problemi della città, quelli risolvibili, e sicuramente fra questi non vi sono quelli dell'agricoltura, del commercio e dei rifiuti (ahimè, purtroppo di competenza di Istituzioni sovracomunali, quali Regione, Stato e Comunità Europea”.
Questa la lettera che ci ha recapitato Pippo Failla. Un attacco diretto al progetto pseudo-trasversale perché assoggettato ad un disegno preciso egemonico locale. Lo abbiamo ampiamente stigmatizzato alcune settimane fa con un nostro articolo (http://www.qtsicilia.it/politica/34-politica-notizie/656-paterno-lavvento-del-messia.html), allorquando il deputato nominato e non eletto Torrisi col solito falso ecumenismo ha esitato una lettera aperta alla città, quasi una bolla papale, nella quale richiamava al senso di responsabilità la c.d. società civile, le forze sane (non vediamo cosa ci sta a fare) ed ogni soggetto di destra, sinistra, di marte ed oltre ad appoggiare un progetto nuovo (divertente!) per il bene della città, come se lui fosse stato in Argentina (ad apprendere il peronismo) e fosse arrivato proprio adesso, in questi giorni, per risolvere o dare soluzione ai problemi di Paternò.
Failla può essere inadeguato come sindaco ma almeno ha la forza dell'incoscienza e della genuinità, se lasciato con almeno mezzo metro di spazio, e dice ciò che pensa senza rete.
Ma poi chi dovrebbe essere la società civile oltre gli schieramenti? L'organizzatore sotteso o meno Torrisi, il moderatore giornalista Fallica suo compare d'anello, e meraviglia assoluta Pasquale Pappalardo politico vetero-comunista della prima ora che tenta una risalita dopo essere stato messo fuori gioco dai suoi stessi compagni e che nel 1997 tentò di lanciare la candidatura di centrosinistra di Torrisi a sindaco in opposizione alla società civile (anch'essa di sinistra) ligrestiana, salvo poi essere tradito in corso d'opera dal ritiro di Torrisi che si accordò con la Ligresti per un posto in giunta. Potrebbe accadere anche adesso ! Ma la storia non finisce qui e se ne vedranno ancora delle belle.
il logo del cavallo di Troia
Failla al microfono - seduti Pappalardo e Fallica durante la conferenza
 

sabato 14 gennaio 2012

Catania, Processo Iblis, stamattina la prima udienza a Palazzo di Giustizia... con assenza inquietante

Catania, Processo Iblis, stamattina la prima udienza a Palazzo di Giustizia... con assenza inquietante
qt sicilia.it
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Scritto da ORIANA SIPALA   
Venerdì 13 Gennaio 2012 21:45
Si è tenuta stamattina, nell’aula Serafino Famà del Palazzo di Giustizia, la prima udienza del processo relativo all’inchiesta Iblis, con la quale si vuol far luce sugli ambigui legami intercorrenti tra politica, mafia e imprenditoria.
Dei 24 imputati chiamati oggi all’appello, non tutti erano presenti. Tra gli assenti (Giuseppe Brancato, Rosario Cocuzza, Carmelo Mogavero, Giuseppe Rincone, Vincenzo Salvatore Santapaola, Giuseppe Tomasello), figura l’ex deputato regionale ed ex sindaco del Comune di Palagonia Fausto Maria Fagone. Altri imputati erano in video-collegamento, come Rosario Di Dio e Tommaso Somma.

Però oggi per questioni logistiche di spazio, l’udienza è stata rimandata al 26 gennaio nella seconda aula bunker del carcere di Bicocca, certamente più capiente.
Da segnalare gli interventi delle parti civili. Vincenzo Scuderi si è pronunciato a difesa dell’associazione Asaec (Associazione antiestorsione di Catania Libero Grassi), facendo leva sull’importanza della tutela della libera imprenditorialità.
Altre associazioni hanno chiesto di costituirsi come parte civile, tra cui l’Asaes di Scordia, l’associazione Rocco ChinniciAddiopizzo Catania e Confcommercio Sicilia, per la quale contrastare le illecite attività dell’associazione mafiosa, significa promuovere uno sviluppo etico delle attività commerciali.
Da segnalare la numerosa e positiva affluenza dei cittadini catanesi, segno di un desiderio di attiva partecipazione e di interesse a difendere un territorio che si vuole scevro di criminalità e oscuri meccanismi.
Si notava l'assenza della Confesercenti, la quale non sembra, data la mancata costituzione parte civile, per nulla interessata ad intervenire come Confcommercio.
Come avrebbe potuto costituirsi parte civile l'associazione Confesercenti che non prende le distanze da un proprio dirigente che pianifica la politica col boss di Palagonia, imputato in questo processo e già arrestato per mafia nel 1997 e poi condannato.
Abbiamo ampiamente commentato in questi mesi  "dei rapporti intrattenuti da Politino con il boss Rosario Di Dio e della sua supposta collaborazione mafiosa" al fine di pianificare carriere politiche e campagne elettorali (se non altro).
Oggi ogni ulteriore commento è ultroneo, parlano i fatti.

venerdì 6 gennaio 2012

Confesercenti: POLITINOGATE atto secondo

 da
QT SICILIAPDFStampaE-mail
Scritto da TITTA NICOLOSI   
Giovedì 05 Gennaio 2012 13:55
nella foto Giovanni Felice - Salvo Politino - Enza Lombardo

La nostra testata ha dato la stura, qualche mese addietro, per la scoperta del verminaio di Confesercenti.
Una inchiesta puntigliosa e documentata, e per la verità non tutta pubblicata, tendente far luce sull'attività catanese dell'associazione che tale Politino dirige . I nostri interventi sono stati puntuali al fine di smascherare e chiarire, ove occorresse, le zone tenebrose che la nostra società siciliana soffre per la contiguità con certi ambienti, ove questa si riscontra, ammantata da moralismo di facciata che ben nasconde le patologie perverse e celate dove trova l’humus congeniale il malaffare. Auspicando che questo non sia il caso in specie.
Detto ciò vorremmo, in termini di carattere generale, adesso, approfondire le notizie che ci riverbera la stampa nazionale. Molti in questi giorni hanno sollecitato un nostro intervento, avendo, noi per primi,  gettato il sasso nello stagno, stranizzati dal nostro silenzio, come se ci fossimo accordati chissà con chi e chissà per quale oscuro vantaggio.
Noi non smentiamo la nostra posizione, non smentiamo ciò che abbiamo scritto, né quello che pensiamo nel merito alla vicenda, che abbiamo sostenuto e che se ci è sorta qualche perplessità abbiamo coraggiosamente fatto ammenda rispetto al particolare controverso.
Oggi è deflagrato il contesto e con esso Confesercenti Sicilia e, credetemi, a nulla valgono tutte le menate che i vari comunicati che si incrociano e ci propinano le parti in cvausa. Sfiducia o non sfiducia,autosospensione o non autosospensione, conflitto su ragioni sottese di politica dell’associazione ovvero sulla moralizzazione degli stessi che gli attori in campo quotidianamente rilasciano.
Ci sembrano pretesti oltre ogni limite, ridicoli, ivi compresa la circostanza sulla legittimità della sfiducia che c’è e non c’è, se bastano 41 voti ovvero ce ne sarebbero voluti 43, se otto sedi provinciali su nove non vogliono più il Presidente Regionale Felice o meno.
Il vero e serio dibattito si dovrebbe invece svolgere sulla funzione dell’associazione, sull’etica e i comportamenti conseguenti. A nulla valgono le maggioranze bulgare per censurare o assolvere, per dirimere le questioni che attengono alla moralità, per ciò servono solo contegni limpidi, non censurabili, non interpretabili, non sospettabili. Ed invero ci sono sempre apparse sospette le larghissime maggioranze proprio per l’acriticità che esse comportano e  che  hanno spesso una forte carica negativa che determinano una larga maggioranza formale di consensi non accompagnata da una democrazia interna. Meglio sarebbe stata una presa di posizione seria per accertare la condotta degli attori in campo e riflettere che tutto ciò accaduto danneggia la fiducia e la concezione che i cittadini hanno sulla funzione che le associazioni di categoria esercitano sulla comunità nella quale insistono. Sarebbe stato meglio responsabilmente mettere in disparte, proprio per eleganza e trasparenza nelle condotte, i personaggi chiacchierati che non dovrebbero essere sfiorati nemmeno dal sospetto che è l’anticamera della verità.
Questo atteggiamento di questi giorni sottolinea ancor di più il sospetto e la valutazione negativa complessiva antistorica di un'associazione che non può permettersi di vivere come se fosse un mondo a se stante, in un suo microcosmo aureo e risolvere le questioni sentenziando all’interno di essa, e solo di essa, come se il circostante non esistesse, una monade che non deve rispondere a dettami generali circa le regole e i comportamenti che assume, ma il mondo esterno servisse solamente per trarre posizioni di rendita personali che la sigla garantirebbe.
Detto questo veniamo adesso alle dichiarazioni ultime dei contendenti che leggiamo e che riportiamo:
«Io ritengo di essere in carica, ma anche da sfiduciato il mio impegno nei 30 giorni che mi restano sarà quello di arrivare al commissariamento di Catania». Afferma Giovanni Felice, presidente regionale di Confesercenti Sicilia, e della vicenda delle presunte infiltrazioni mafiose nella sede etnea vuole fare una vera e propria battaglia «per la legalità». Il direttore della sede etnea Salvo Politino avrebbe infatti intrattenuto rapporti con il Rosario Di Dio, boss di Palagonia, paese d’origine dello stesso Politino, come emerso da una intercettazione ambientale all’interno dell’inchiesta Iblis della procura di Catania. Ma alla proposta del commissariamento della sede etnea, opportuno per fare chiarezza, in giunta regionale, Felice ha ricevuto in risposta un voto di sfiducia, sul quale ha sollevato dei dubbi di legittimità. «Ho ricevuto 41 voti su 60, più due via fax. Non sono validi».
Da Catania intanto la risposta non si fa attendere. Al comando della Confesercenti etnea da maggio 2009 la presidente Innocenza Lombardo e il direttore Politino ritengono la vicenda pretestuosa: «Felice è a favore dei centri commerciali, mentre la linea di Confesercenti è sempre stata contraria – spiega Politino – E’ una questione politica, non di legalità. La sede di Catania è cresciuta con questa dirigenza fino a diventare la seconda d’Italia con 5.000 associati (comprese le aziende di Di Dio ?)».
Si tenta quindi di spostare il punto di osservazione, da parte di quest’ultimi, per non affrontare di petto l’attacco di Felice su questioni più alte.
Riguardo all’intercettazione con il boss Di Dio, il Politino si difende e rilancia: «Ne abbiamo parlato un anno fa in giunta regionale, e s’è deciso di non prendere posizione (come se questa fosse una sentenza di Cassazione inoppugnabile e definitiva oppure un dogma ex catedra). Non ci sono posizioni a mio carico, non ho rapporti con la mafia e ho già presentato una querela alla procura con documentazione che riguarda anche le attività di Giovanni Felice nel centro commerciale Forum di Palermo».
Ecco qui che affiora ancora la concezione esaustiva ed errata del microcosmo Confesercenti, come se bastasse questo per fugare i sospetti.
Nell’intercettazione tra Politino e Di Dio si parla delle elezioni regionali e voti citando big della politica. Politino non nega l’incontro con il boss Di Dio, avvenuto proprio nel maggio 2009 in un distributore di benzina di Ramacca, ma lo giustifica come attività dell’associazione. «Mi ero recato là per una questione inerente a Confesercenti, in quanto il distributore di Aci Sant’Antonio est e le altre aziende di Di Dio sono state iscritte alla Confesercenti per anni, facendo riferimento alla moglie. Appena saputo dell’inchiesta, abbiamo immediatamente espulso le aziende collegate a Di Dio».
Come se non sapesse da prima chi fosse Di Dio, né sapesse la qualità dello stesso, visto che è suo compaesano e da come sembra dai colloqui lo conoscesse molto bene.
Ma Politino al buon nome Confesercenti ci tiene (ahimé), tanto che malgrado la autosospensione continua a frequentare la sede catanese di viale Vittorio Veneto, (prostrandola ai piedi di Firrarello, ahimé plus), tiene a precisare che è lì «non nel ruolo di direttore, ma nel ruolo di responsabile organizzativo, perché mi sono comunque autosospeso da direttore per garantire l’associazione, nonostante il parere negativo del mio avvocato».
Ci sembra veramente grottesca la situazione se non risibile, esce dal portone ed entra dalla finestra, ma cosa cambia nell’inversione dei ruoli se poi sta sempre li al ponte di comando. Questo ha dell’incredibile, un'autosospensione finta.
«Le mie prese di posizione non sono legate a dicerie e maldicenze, ma a fatti concreti che, forse non sono perseguibili penalmente, ma sicuramente non possono fare parte del modus operandi di una associazione di categoria – ribatte Giovanni Felice – Ho ripreso la questione a ottobre del 2009, leggendo di altre vicende che riguardano Politino su un giornale online (comprese le dichiarazioni che ci ha reso Alberto Sozzi evidentemente)».
Qualche anno, infatti, fa anche l’ex Direttore Provinciale catanese Alberto Sozzi denunziò gli stessi argomenti riguardanti le stesse persone (POLITINO) che anche in quell’occasione fu fatto fuori, proprio come adesso per Felice. Sarà un argomento scabroso? Le persone intoccabili? Ma la Confesercenti da quest’orecchio non sente? Comunque fosse l’atteggiamento non cambia !
Di diverso avviso il presidente catanese Innocenza Lombardo, che ha assunto il ruolo provvisorio di direttore e difende Politino (c’era da immaginarselo). «Stiamo valutando se querelare Giovanni Felice come Confesercenti Catania per chiedere i danni di morali e d’immagine (INCREDIBILE !!!). Un dirigente non può assumere questo atteggiamento basato su dicerie (INCREDIBILE !!!). Finite le feste faremo una riunione di giunta e presidenza, e chiederemo a Politino di portare tutta la documentazione a suo carico (compresi la fedina penale e i carichi pendenti?), anche se sono sicura che sia tutto in regola (non dire gatto se non l’hai nel sacco). Bisogna andare fino in fondo in questa vicenda>> (e andiamoci pure).
Noi che non vogliamo assurgere a giudici di nessuno, ma un nostro giudizio lo abbiamo, riteniamo che si debba smettere di menare il can per l’aia con tutte queste schermaglie formali ma andare a fondo del problema.
Finiamola con il  “mascariamento” della realtà. Ben venga una inchiesta che chiarisca tutto fino in fondo, ma della autorità giudiziaria, e non interna a Confesercenti, che faccia piena luce sui contegni del direttore catanese di Confesercenti autosospesosi per finta e che tranquillizzi tutti. Soprattutto la si smetta di ricercare un capro espiatorio a tutti i costi cui attribuire colpe certamente non sue per salvare il salvabile. La verità anche se tarda ad arrivare comunque arriva sempre.