Seicentomila voti in meno è il dato più basso degli ultimi 15 anni questo è il risultato della vittoria di Schifani/Alfano/Castiglione, sullo sconfitto Gianfranco Micciché. Il tono trionfante dei 3 vincitori appare fuori luogo, il prezzo pagato è altissino, la perdita di credibilità pare non reversibile.
La guerra delle preferenze ha fatto una nobile vittima, Silvio Berlusconi che il Sicilia ha perso un mezzo milione di preferenze, perché Schifani/Alfano/Castiglione per battere Micchiché non hanno potuto far votare il loro leader come ha spiegato bene Sebastiano Messina su Repubblica qualche giorno fa.
Il trenino delle tre preferenze doveva sacrificare un candidato e Schifani/Alfano/Castiglione hanno deciso di sacrificare proprio Silvio Berlusconi, grazie a questo sacrificio ora cantano vittoria perché i loro candidati LA VIA GIOVANNI ha ottenuto 145.544 e IACOLINO SALVATORE ne ha ottenute 141.070 contro le 123.651 di CIMINO MICHELE il candidato di Gianfranco Micciché.
Ma è un trucco perché i due candidati grazie alle sovrapposizione delle candidature si sono scambiati i voti nei reciproci territori, un patto elettorale che produce un effetto ottico che va epurato per ottenere il reale peso delle fazioni in campo.
LA DUPLICAZIONE GONFIA LE PREFERENZE di Iacolino e La Via di almeno un 30% senza possibilità di essere smentiti.
Ecco che allora il Michele Cimino Assessore sospeso dal suo partito e sostenuto da Gianfranco Micciché diventa il candidato che ha ottenuto più preferenze, e quindi è lui il vincitore. Se poi aggiungiamo che il governatore Lombardo a capo del governo sostenuto da Micciché e di cui Cimino fa parte ha ottenuto una vittoria netta proprio a discapito del PDL, il quadro si chiude in modo definitivo su Schifani/Alfano/Castiglione. Ma dobbiamo andare oltre la visione da “top ten” il fatto è che i siciliani sembrano premiare chi ha mostrato di avere a cuore il futuro dei siciliani e non fazioni di potere.
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