FAGONE, VITRANO E MINARDO |
Tre arrestati e diciassette indagati. A cui s'aggiunge una quarta richiesta d'arresto non firmata dal GIP di Catania.
Leggendo un simile titolo ogni lettore penserebbe si trattasse di una grande operazione anticrimine delle forze dell’ordine. Invece no. E’ la fotografia del Parlamento Siciliano, la posizione di venti deputati su novanta, che nella cabala vuole dire PAURA. Sembra essere tornati all’inizio degli anni novanta, quando vi era un vero bollettino di guerra, che poi portò alla nascita della cosiddetta seconda repubblica, ma che di diverso o migliore non ha nulla rispetto alla prima, anzi vorremmo dire e lo diciamo, oltre alla medesima deriva etica denota una qualità della politica piuttosto infima.
l dibattito sulla malapolitica non deve distrarre la pubblica opinione dalla qualità dell’amministrazione, che può essere tanto quanto pericolosa rispetto alle indagini cui sono oggetto i parlamentari siciliani, ma che deve essere concorrenziale. E il governo regionale non può contrabbandare il fatto, che pur esente da condizionamenti malavitosi, pur nello sforzo di riformare la macchina burocratica, di rompere le cattive prassi del passato, la propria azione amministrativa sia efficiente e limpida.
Non lo è, a volte, neppure nella individuazione degli uomini di governo o sottogoverno, della dirigenza dei dipartimenti, che vengono ricoperti, come dice qualche lettore che ci scrive, sulla base di scelte amicali a prescindere dalla meritocrazia.
Una comitiva di “amiconi” non può essere la classe dirigente di una regione complessa ed importante come la Sicilia. Ma ancora qualcuno, seppur intelligente, non si rende conto che prima o poi verrà sepolto dallo sdegno pubblico a causa di tutto questo.
Le ultime manette sono scattate per Riccardo Minardo, parlamentare del Movimento delle autonomie di Raffaele Lombardo. Il deputato regionale, è stato arrestato dalla guardia di Finanza, insieme ad altre quattro persone, nell'ambito di un'inchiesta su una presunta truffa legata a finanziamenti statali ed europei. Le accuse nei confronti di Minardo sono di associazione per delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato. Per la politica siciliana è una questione morale?
In Sicilia regna una certezza: una politica attenta a tutto tranne ai siciliani.
C'è un governo Lombardo in bilico per una spaccatura nel Partito Democratico tra chi intende continuare a stare a fianco al presidente della Regione e chi, invece, tuona quotidianamente affinché il partito di Bersani molli il governatore Lombardo.
Un tira e molla senza fine che ormai dura da circa un anno. Sotto la scure della giustizia c'è lo stesso governatore. La procura di Catania nei prossimi giorni dovrà decidere se archiviare l'inchiesta o rinviare a giudizio Lombardo.
Altra randellata alla questione morale in politica la danno i tre deputati arrestati negli ultimi sei mesi, e una serie di indagini delle varie procure siciliane che, negli ultimi anni, hanno coinvolto 17 parlamentari regionali. Un gruppo trasversale agli schieramenti.
Oltre a Minardo le porte delle carceri si sono aperte lo scorso 11 marzo per il deputato regionale del Partito Democratico Gaspare Vitrano, sorpreso con una mazzetta di dieci mila euro in tasca per presunti affari su energie alternative e poi trasferito ai domiciliari. Ma per il rappresentante del partito di Bersani la detenzione non appare tutta amara, se così si può dire. Infatti, nonostante gli arresti, continuerà a percepire cinque mila euro lorde al mese in qualità di deputato regionale in attesa che arrivi la sospensione definitiva dal Consiglio dei ministri. Cosa invece che è già avvenuta per il terzo deputato arrestato Fausto Fagone del Pid. Il parlamentare regionale del Popolari d'Italia domani, è stato arrestato lo scorso novembre nell'ambito dell'inchiesta Iblis della procura di Catania sui rapporti tra mafia e politica.
Sotto la spinta dello sdegno recente e per capire realmente la storia degli ultimi anni e con quale qualità è stata governata la Sicilia, si deve ravvivare il confronto politico alto sui contenuti e non sulle guerre personali per il potere. Confronto che da molto tempo è totalmente estinto.
Ma anche questo non basta. La politica volente o nolente ci pervade ed invade quotidianamente, entra con prepotenza nelle nostre case, compie scelte che noi subiamo, non scelte che soffriamo parimenti, concretizza interessi nella disinformazione assoluta, in nome di un bene pubblico a noi estraneo.
Il pericolo è la disaffezione alla politica, l’estraneità per forza o disamore, l’indifferenza diffusa che porta la società alla nausea ed al rigetto che genera governanti che, privi di controllo, di critica ed di opposizione, ci tiranneggiano. Questo è lo sbocco naturale del fenomeno dell’antipolitica.
Controllo sul governo ed informazione, sono le armi con le quali si può istituire nel nostro paese la democrazia vera, e restituire al popolo ciò che non ha mai posseduto, l’accesso compiuto e totale all’informazione, quella autentica, non mediata dal “potere” che ci propina la propria verità. Questa la condizione necessaria affinché si possano poi compiere le scelte ed esercitarne il diritto in piena libertà e consapevolezza. Costituire il contropotere del governo, in forma civile e democratica.
Il popolo deve assumersi le proprie responsabilità senza piagnistei o condizionamenti per bisogno, costituendosi cittadinanza attiva. Tutto il resto sono solo maldicenze, ostilità, pazzie, eccitazioni inutili, arnesi da provincialazzi, insolenti e sprizzanti inutile odio e guasto livore, o psicopatici ispiratori degli schizzi di letame sui newmagazine locali.
Noi crediamo al Governatore Lombardo quando afferma che la Regione non ha subito nessun condizionamento mafioso, anzi che ha tagliato tutte le prassi deleterie di un passato che ha portato l’Isola al decadimento morale, funzionale, imprenditoriale, economico, a vantaggio solo di pochi, e di questo ne diamo merito, ma da qui a dire che l’amministrazione sia stata fulgido esempio di efficienza, ne corre, ma di questo oggi abbiamo bisogno.
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