lunedì 7 marzo 2011

QTSicilia è realtà

Progetto QTSicilia

la primavera dell'informazione

on line il 21 marzo


www.qtsicilia.it


Premessa
Viviamo nella cosiddetta era della comunicazione, dove non sempre è importante ciò che si fa, ma piuttosto far sapere cosa si fa. La comunicazione è diventata imprescindibile sia nel Privato, basti pensare al fenomeno dei blog o di facebook, e sia nel Pubblico, sempre più attento a far conoscere le proprie azioni ai cittadini.
La Pubblica Amministrazione locale, sia essa rappresentata da un comune o da un ente sovra comunale, non sempre ha a disposizione strumenti di comunicazione in grado di far conoscere la propria realtà e le proprie attività ai cittadini e a coloro che per diversi motivi frequentano città, paesi e territori della Comunità. La mancanza o la precarietà della comunicazione spesso induce ad una ignoranza diffusa, ad un estraniamento dalla vita della Res Publica. D’altro canto il disamore nei confronti della politica si allarga sempre più spesso alla Pubblica Amministrazione; l’ignoranza e il disamore favoriscono la sfiducia verso chi ci governa, dal livello locale a quello nazionale, e l’incredulità nei confronti di ogni atto, azione e intervento pubblico. Si attiva così un circolo vizioso che allontana sempre più gli elettori dalla politica e i cittadini dalla Pubblica Amministrazione. Si rende necessario, allora, un cambio di rotta che sia in grado di valorizzare e promuovere quanto di buono e di utile accade nel cosiddetto settore Pubblico. Si vuole cioè innescare un circuito virtuoso di buone prassi di informazione e di comunicazione in grado di ampliare la partecipazione dei cittadini alla vita politica, economica, sociale e culturale del proprio territorio.

Concept
L’idea alla base del progetto editoriale QTSicilia, parte dalla precedente considerazione. Si propone, infatti, di creare uno strumento di comunicazione che riesca a mettere in rete, dal punto di vista comunicativo e relazionale, le buone prassi della Sicilia e a comunicarle alla vasta platea degli utenti di internet, e a quelli riuniti in un database selezionato, di cittadini abbonati gratuitamente, dirigenti delle P.A., Amministratori regionali, provinciali, comunali, Enti non territoriali, della deputazione isolana, degli addetti stampa, delle imprese, degli operatori economici, del mondo delle professioni  . Creando altresì un ponte ideale con le altre realtà simili di tutta Italia.

Il Piano Editoriale
QTSicilia sarà un giornale nuovo, interattivo e con un taglio editoriale incentrato maggiormente sul valorizzazione e sulla comunicazione delle buone prassi siciliane e sulle attività produttive del tessuto imprenditoriale siciliano.
Il giornale sarà composto dalle seguenti sezioni:
  1. Editoriale di analisi politica (1 pagina)
  2. Sezione sui Bandi pubblici su appalti e gare di servizi e forniture siciliani (6 pagine)
  3. Sezione sulle buone prassi amministrative in cui approfondire la conoscenza di particolari attività innovative sviluppate dalle amministrazione comunali (4 pagine)
  4. Sezione dedicata alla valorizzazione dei settori produttivi siciliani (4 pagine)
  5. Sezione dedicata alla Ricerca e all’Innovazione (4 pagine)
  6. Sezione dedicata alla Cultura e al Sociale (4 pagine)
  7. Vetrina delle Imprese e del Lavoro (1 pagina)
La formula editoriale_il giornale
QTSicilia, che sarà on line all’url www.qtsicilia.it, nasce dall’esperienza di QT – Bandi in Linea (www.bandinlinea.it), edito dalla Contesto Srl di Barletta.
Si tratta di un Quotidiano Telematico nella sua forma on line e on desktop (attualmente è inviato quotidianamente agli oltre 10mila contatti del nostro database), che nella forma cartacea “print on demand”. Il giornale, infatti, impaginato come un vero e proprio giornale e sarà stampabile come tale.
QTSicilia si presenta ad un mercato variegato, a tutti gli Enti pubblici ma anche alla clientela privata che fornisce prestazioni di beni e servizi agli stessi, al fine di diventare un ulteriore ed insostituibile anello di congiunzione informativo.
All’occorrenza esso può diventare un giornale interamente dedicato ad un singolo evento in grado di approfondirne tematiche, promuoverne i contenuti e valorizzarne l’esperienza; un vero e proprio “event press” a servizio del singolo comune o ente che sia.

La formula editoriale_il portale internet
All’indirizzo www.qtsicilia.itQTSicilia sarà anche e soprattutto un portale sempre aggiornato e fruibile.
Il portale è pensato tenendo conto delle attuali tendenze della comunicazione on web.
Sarà strutturato come un sito web 2.0 e conterrà le seguenti sezioni:
  • Breaking news,in cui saranno pubblicate le notizie dell’ultimora. Una sezione in continuo aggiornamento in cui sarà possibile informare in tempo reale sui fatti siciliani, in primis, nazionali e internazionali.
  • Spot delle notizie pubblicate sulla versione pdf/cartacea del giornale, in sui saranno pubblicati gli abstract degli articoli delQTSicilia del giorno; la lettura complessiva degli articoli potrà continuare aprendo il pdf del giornale.
  • Blog siciliani, in cui dare voce ai migliori e più letti blog siciliani. Voci autorevoli e informate sui fatti e sulle realtà del territorio.
  • Antenna del territorio, in cui promuovere iniziative di interesse sociale, culturale, economico proposte dagli enti e dai comuni siciliani.
  • Area networking, in cui creare una community di lettori e fruitori assidui del giornale e del portale, con re-indirizzamenti ai più importanti social network del web. Da qui sarà possibile accedere alle pagine dei social network più importanti a cui QTSiciliasarà iscritto.
Tutte le sezione del portale prevedono la possibilità di lasciare dei commenti alle news, agli articoli, ai servizi della web tv e ai blog stessi.
La formula editoriale_la web tv
Il portale ospiterà anche una web tvQT News.
La web tv sarà la vetrina di inchieste e servizi giornalistici di approfondimento delle tematiche più calde del momento.
In una seconda fase la web tv potrà anche trasmettere piccoli format con cadenza mensile.
A titolo esemplificativo si propone una trasmissione in streaming dedicata ai bandi di gara, strutturata in 3 parti.
1. Questa parte del programma sarà incentrata sulla promozione di una gara pubblica di grande dimensione bandita da una P.A. (locale, territoriale, provinciale…). La gara sarà presentata da due punti di vista, uno tecnico (con la spiegazione del bando, del capitolato e di tutti gli altri passaggi amministrativi) e uno strategico, attraverso un’intervista al sindaco del comune o al rappresentante dell’Amministrazione promotrice del bando stesso. In questa intervista sarà presentata la visione strategica alla base dell’opera e/o della fornitura di servizi oggetto del bando, con foto, filmati, ricostruzioni virtuali, ecc.
2. In questa parte troverà spazio una rubrica dedicata alla presentazione dei migliori bandi italiani attivi e aperti. Questi verranno presentati dopo una cernita tra i migliori (sia per importo complessivo sia per oggetto del bando) pubblicati dalle P.A. italiane. Gli stessi bandi saranno presentati sull’edizione on line di QTSicilia e arricchiti di tutti i dettagli utili all’approfondimento.
3. Questa parte sarà dedicata all’approfondimento delle buone prassi della Pubblica Amministrazione attraverso la presentazione di opere, lavori e/o forniture di servizi già realizzati conseguentemente a bandi di gara pubblici. La sezione verrà organizzata con la proiezione di un servizio giornalistico sul “prima, durante e dopo” e con delle interviste ai cittadini beneficiari dell’opera oggetto di gara.

Il target
QTSicilia, nella sua duplice veste di giornale e di portale, ha diversi target:
  1. La Pubblica Amministrazione siciliana e italiana,
  2. Le imprese siciliane e italiane,
  3. Gli utenti di internet,
  4. I lettori riuniti in un database previsto in 100.000 indirizzi, a cui sarà inviato via mail in abbonamento gratuito il giornale stampabile ivi comprese aziende, pubbliche amministrazioni e loro dirigenti e amministratori, professionisti etc.,
  5. I cittadini e gli abitanti della Sicilia,
  6. Gli utenti internet.

Diffusione
QTSicilia ha una triplice modalità di fruizione:

  1. On line,
sfogliabile attraverso un pdf animato sempre disponibile  sul sito internet www.qtsicilia.it dalle 19.00 del giorno prima della pubblicazione alle 19.00 del giorno stesso (e poi nell’archivio dei numeri arretrati);
  1. On mail,
attraverso l’invio della mail contenente il giornale in formato pdf sfogliabile a tutti i contatti del database del giornale. Il database del giornale sarà composto del database storico di QT – Bandi in Linea (oltre 10mila contatti in Italia) e da tutti gli indirizzi mail della deputazione siciliana, della PA siciliana, delle aziende, delle associazioni di categoria, delle associazioni del mondo economico, culturale e sociale, dei siciliani sparsi in ogni nazione del mondo, ecc..
  1. Cartacea in “print on demand”,
attraverso la stampa e la distribuzione in punti strategici come uffici della PA, info point, stazioni, centri commerciali, ecc., anche al di fuori dal territorio siciliano.

La periodicità
Una volta a regime, QTSicilia sarà un magazine con 5 uscite settimanali (dal lunedì al venerdì).
Nei primi due mesi di attività il giornale uscirà il venerdì, per un totale di 4 uscite mensili.

Pagine
QTSicilia sarà strutturato  in 24 pagine.

La redazione
QTSicilia avrà una redazione fisica a Catania, mentre il server di distribuzione sarà a Barletta. La redazione sarà composta da un direttore di testata, un direttore editoriale, due redattori e tre giornalisti/pubblicisti.

La pubblicità
Le pagine di QTSicilia potranno ospitare pubblicità, sia legale che commerciale. La pubblicità commerciale sarà gestita dalla concessionaria Intelmedia di Barletta, attraverso l'agenzia regionale Info Punto sas.
Anche il portale e la web tv potranno essere utilizzati per la pubblicità commerciale e istituzionale nei seguenti modi:
  • ospitando spazi-vetrina di singole aziende,
  • realizzando video reportage sui processi produttivi che saranno trasmessi sulla web tv.
Obiettivi
QTSicilia persegue diversi obiettivi:
-          favorire l’informazione libera;
-          ampliare l’offerta informativa per i siciliani e gli utenti internet;
-          approfondire tematiche produttive, sociali e culturali del territorio;
-          comunicare il territorio in tutta la sua complessità;
-          offrire una vetrina economico-commerciale alle aziende e ai produttori locali.
-          dare voce all’azione pubblica degli enti e dei territori siciliani;
-          favorire la conoscenza dell’azione amministrativa della PA siciliana in Italia e nel mondo.

Potenzialità e vantaggi
Diverse le potenzialità e i vantaggi di QTSicilia:
-          crescita di un rinnovato sentimento di appartenenza ad una cultura comunitaria e condivisa;
-          supporto nelle azioni comunicazione e di promozione dei singoli enti pubblici;
-          creazione di una comunità di utenti informati sulla vita pubblica del proprio territorio;
-          sviluppo economico-commerciale delle aziende e dei produttori locali.

Conclusioni
QTSicilia si configura come uno strumento di informazione e di comunicazione multitasking.
Si propone di essere un innovativo strumento di informazione del terzo millennio, inviato casa di 100.000 lettori abbonati via mail gratuitamente, che possono stampare il proprio quotidiano cartaceo, con una web tv con inchieste e servizi giornalistici ed un portale multidisciplinare per tutti.

sabato 26 febbraio 2011

Politica, Catania: Castiglione - Politino...e la favola continua



Abbiamo letto un interessante articolo, sul settimanale MAGMA n.7 del 5 marzo2011, di Titta Nicolosi. 
Quasi un saggio conferenziale su Etica e Politica, ma che sottolinea alcuni fatti di cronaca che solo in questa terra possono avvenire. Noi in questa sede vorremmo solamente sottolineare alcuni aspetti che andrebbero meglio chiariti, ma con distacco (poco) ed anche ironia (molta). 

La divina Provvidenza era intervenuta in soccorso e in sostituzione all’azione umana stolta e presuntuosa. Infatti alla fine del 2010 con propria sentenza il tribunale di Ragusa azzera il Consiglio di amministrazione dell’aeroporto di Comiso, ritenendo la nomina illegittima, rimuovendo anche questo Politino, citato nell'articolo come esempio fulgido della poca chiarezza nelle azioni politiche (così almeno abbiamo capito), che rimarrebbe, invece, ancora al vertice della Confesesrcenti catanese.

L’uomo, nonostante ciò, se ne fotte dell'intervento provvidenziale e pervicacemente, insiste nel proprio stolto percorso. A dispetto della sentenza (provvidenziale), chi ne aveva titolo (la Provincia di Catania che è socia della SAC, la quale detiene la maggioranza della società SOACO) rinomina di nuovo il CdA, dal quale scompare Barone, ma fa risedere Politino. Ma cosa ancor più grave è che il tutto viene corroborato da un ricorso avverso la sentenza del vecchio Presidente del CdA della SOACO, ancora in carica per effetto della sentenza, il quale adotta il provvedimento senza consultare il Consiglio di Amministrazione che avrebbe dovuto deliberare. Che dire, non occorrono commenti. Sappiamo solo, pare, che vi siano denunce alla Procura della Repubblica competente per i fatti accaduti.

 Ecco dove sbaglia Castiglione, nell'inadeguatezza dell'azione politico-amministrativa e nella pervicacia nel difendere l'indifendibile.  Qualcosa ci sarà che fa di Politino una persona da attenzionare, forse le proprie “amicizie particolari"? Forse interventi esogeni rispetto al mondo della politica e dall'associazionismo? Ovvero, viene premiato per il fatto che ha sfrattato dalla Confesercenti di Catania  l’Associazione Antiraket Addiopizzo, ente che lotta la mafia con la propria faccia e con enorme responsabilità personali? A chi risponde Politino al di la della propria appartenenza politica, atteso che assume questi atteggiamenti "anti-antimafia"? Bisognerebbe sapere, indagare, vivisezionare la vita e le opere del direttore della Confesercenti, nell'interesse della collettività, degli imprenditori associati, ed anche suo, atteso che non abbia nulla da nascondere. 

Oramai questa classe dirigente berlusconiana ci ha abituati a tutto ciò. Dal Bunga Bunga nazionale al Politino locale. 
Esempi della pericolosa deriva etico-morale cui siamo sottoposti e che viviamo oggi, inesorabile e degradante,  fatti dei quali nessuno parla, all'interno di un atteggiamento che tende a far confusione, a confondere il popolo, sulla qualità degli uomini e dei fatti a loro ascritti.


Qui di seguito riportiamo due commenti di due signori, tratti da un comunicato stampa dello scorso novembre trovato sul sito di Addiopizzo:

• mario - 17/11/2010 @ 22:11
Cari amici di Addio pizzo puo' darsi vi sfugge che in questa operazione e' coinvolto il vostro ex padrone di casa della confesercenti di catania e cioe' Salvo Politino cercate su google i rapporti che lo stesso ha avuto con il boss Di Dio.
Ora mi chiedo puo' darsi che il boss Di Dio abbia detto a Salvo Politino di buttarvi fuori?
Sempre in gamba ed andate avanti con forza, prima o poi il male cede il passo al bene.

• Salvo F. - 18/11/2010 @ 23:11
Caro Mario,non ci è sfuggita la notizia pubblicata dagli organi di stampa
quindi, semmai, la tua domanda andrebbe girata ai vertici nazionali e regionali dell’associazione rappresentata dal signor Politino.

E che il Signore ci assista.

domenica 24 ottobre 2010

Sicilia, Catania, Politica - Questuare e Politica

Salvo Pogliese - Daniele Capuano - Castiglione e Rotella 

Nel commentare la “risoluzione Castiglione”, la chiamiamo così perché degna di autorevolezza tanto quanto quelle delle Nazioni Unite (sic !),  che prevede il ritiro delle deleghe ai due assessori del MpA sedenti nella giunta della Provincia di Catania con motivazioni del tutto personalistiche poco attinenti alla politica, non possiamo tralasciare gli aspetti più inverosimili del new look grossolano della politica siciliana (anche italiana).
Iniziamo da questo fatto, politicamente mortificante ed ingiustificabile sotto l’aspetto etico-politico, per aprire al ragionamento sulla deriva dozzinale che l’azione politica ha assunto da tempo, che definiremmo inzuppata solo da personalismi, sullo sfondo dell’utilità ad personam. Questa, oggi, è regola indiscutibile che fa muovere equilibri, adesioni, sostegni e partecipazioni, partendo dai consigli di quartieri fino alla Camera Alta della Repubblica.
Castiglione, non poteva sottrarsi a tale inadeguata regola, diventata il credo dei mediocri, e non poteva sottrarsi proprio perché, a prescindere dal vanto delle cene berlusconiane cui partecipa, fa parte della stessa ridda, ritenuto erga omnes uno dei tanti che zampettano in politica, senza grande statura da statista autoreferenziale. Ah ! se non ci fosse il suocero, come dicono anche i più vicini…ma torniamo al nostro ragionamento.
A sostituire i due uscenti autonomisti, sarà, per il momento solo uno, tale Mimmo Rotella, uomo dell’eterna ricerca di poltrone e di scorte. Rotella, anch’esso autonomista fino ad oggi, candidato alle regionali ultime nella lista del MpA, ha ben pensato che è meglio una poltrona nell’ente inutile della provincia che nulla, saltando quindi da uno schieramento all’altro,  quantomeno c’è l’autista e la macchina blu, oltre che qualche fotografia nei media. Quanto ci costa questa politica del futile.
Castiglione, con questa operazione, riunirebbe sotto le proprie schiere la celeberrima Comunità di Piero Capuana, padre di Daniele, assessore provinciale in carica, altro personaggio che non essendo stato candidato  a sindaco di Motta nelle schiere autonomiste per ritorsione approda alla corte del presidente della provincia che lo mantiene al posto di assessore designato in illo tempore dal MpA.
Una Comunità religiosa (?) che produce però effetti concreti in termini di voti anziché pensare allo spirito e fa proprio al caso della compagine firralelliana che si fonda sulla gestione delle prebende alla guisa degli antichi signori feudatari del medioevo, che si affacciavano la mattina distribuendo i resti dei banchetti alla plebe, ma il filetto lo avevano già mangiato loro.
Castiglione e Firrarello hanno bisogno di fare turn-over tra le proprie fila, tra chi va per delusione e chi viene per interesse e la comunità di Capuana che porta diverse migliaia di consensi ottenuti con le “preghiere”  è utilissima, salvo poi perderla come qualche anno addietro, se non ne viene soddisfatta la famelicità
Orbene, questa è la regola che oramai viene applicata nella politica degli eletti dal popolo. Il tanto esagerato “do ut des” …e del popolo ce ne fottiamo. Ma su questo si fonda il potere che non può prescindere, non può essere scevro del consenso e dai voti. Una contesa a levare e mettere, ad accrescere le schiere di “clientes”, un rubamazzetto senza fine senza nessun sussulto morale ad amministrare in nome e nell’interesse per il popolo.
Ma esistono anche casi al contrario, che cambiano non per prendere ma perché non hanno preso.
Il deputato regionale Salvo Pogliese per esempio, finiano da sempre, nemico (di gruppo) dei larussiani siciliani, era in procinto di essere nominato assessore nel governo regionale Lombardo/bis, l’accordo era stato consumato, il vestito pronto ed anche la cravatta, se nonché Fini da lo stop al Presidente della Regione e sceglie diversamente, a fare l’assessore ci va Nino Strano, forse ritenuto più idoneo alla carica. Ma Pogliese primo degli eletti nel PdL catanese con 20.000 preferenze, un plebiscito di “voto libero”, non ci sta. Non solo cambia baracca e si affida ai nemici interni del ministro della difesa anche ad essere l’ultimo dei sodali, ma adesso è diventato perfino l’alfiere della battaglia anti Lombardo, del quale negli anni passati era stato collaboratore da assessore alla provincia di Catania, lo si vede quotidianamente sulle TV locali a chiosare sulla politica del governo regionale in un accanimento inusuale.
Questa è la potenza della poltrona, mancata in questo caso. Eppure qualche osso che cade dal desco governativo si accontenterebbe di ghermirlo. Chi è rappresentante del popolo, e questi lo è più degli altri con 20.000 preferenze, non può certamente affidare la propria azione politica alla ricerca di un posto al sole, ma dovrebbe con coscienza svolgere l’incombenza che gli elettori gli hanno affidato, quello del legislatore solo  nell’interesse del popolo siciliano.
Finiamola qui questa nostra interpretazione, sarebbe oltremodo noioso per chi legge scendere nei particolari piccanti, aspettiamo solo le reazioni, qualora avessero gli argomenti, per continuare a particolareggiare i fatti che sono numerosi, l’inside new’s è essenziale, per capire e fare capire.

lunedì 11 ottobre 2010

Politica in Sicilia. Pubblichiamo la dichiarazione del dr. Domenico Sgnorelli a seguito dell'intervista su S dell'on. Torrisi





"Nell'ultimo numero di S l'avv. on. Torrisi Salvo per la seconda volta insinua su una presunta mia immoralità. Orbene, vero, io sono immorale nel credere che l'amicizia sia un sentimento, la politica un interesse, con una differenza tra il sottoscritto ed l'on torrisi , che il mio interesse per la politica si fonda esclusivamente come atto gratuito e senza fini, al contrario di chi fa lo scala vertici."

TORRISI E FRISENNA

In merito all’intervista rilasciata dall’avvocato onorevole Salvatore  Torrisi su ESSE, rilevato il richiamo alla mia persona e al partito politico in cui milito, mi preme precisare, in ordine ai fatti,  che incontrai l’avvocato Torrisi nel mese di giugno e non dieci giorni prima l’arresto del Frisenna, verificatosi, come ben ricorderà l’avvocato Torrisi, nel mese di novembre 2008. In quell’occasione, discutemmo con l’on.le Torrisi dei problemi in agricoltura e delle possibili azioni parlamentari in materia.

Precisato quanto sopra, si aggiunge che il sottoscritto non ha avuto e non ha difficoltà a riconoscere il rapporto di amicizia, immutato, con Carmelo Frisenna e la moglie.
Quest’intervista, piuttosto,  è l’ennesimo tentativo, infondato e mal riuscito, dell’avvocato Torrisi di collegare l’immagine della sinistra ad una vicenda in cui i protagonisti sono ben altri, lontani dalla appartenenza politica e culturale alla quale il sottoscritto appartiene con orgoglio.
Evidentemente, l’avvocato Torrisi, nonostante i suoi innumerevoli incarichi politici, non ha ben chiaro il sentimento dell’amicizia, distinto dalla comunanza di interessi, o forse “ad alti livelli” i due piani si sovrappongono, tanto da non consentirne la distinzione.
In ogni caso, questi continui riferimenti non possono che compiacere il  sottoscritto che, contrariamente all’esponente politico, interpretato da Nino Frassica nel film Baarìa, non ha bisogno di accattare  da esponenti del fronte politico opposto citazioni del proprio nome.

PATERNO’08/10/2010                                                                 
                                                                                                        DOTT. (TALE) DOMENICO SIGNORELLI
                                                                                                         COORDINAMENTO REGIONALE S.E.L.

sabato 11 settembre 2010

Sicilia, Politica - Firrarello lo statista



Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Antonio Siscaro (Mpa), presidente della VII° Municipalità di Catania: “Bronte è una cittadina “pedemontana” popolata da 20 mila persone, mentre nell’ottava municipalità di Catania (San Leone/Rapisardi) vivono 28 mila cittadini. Se Bronte risente della crisi del mondo agricolo e della flessione del mercato delle costruzioni, i quartieri popolari di Catania sono la più evidente cartina al tornasole della crisi economica globale: registrano il più alto tasso di disoccupazione, di microcriminalità, di dispersione scolastica, di “caduta” del livello dei servizi pubblici, in ogni settore.
L’intervento di Pino Firrarello, in effetti aiuta a comprendere come l’interesse politico possa prevalere sempre e comunque sull’interesse comune. Al punto di distorcere la realtà ed usare le proprie ragioni di parte come grimaldello contro le – legittime – azioni di governo.
Il sindaco di Bronte getta benzina sul fuoco del disagio sociale. Ricorda, ma forse gli pare di ricordare, che nel lontano 1989 il governo Andreotti – proprio mentre a lui accadeva di essere andreottiano – abbia disseminato di precari “articolisti” le amministrazioni pubbliche siciliane. Ma il tempo è passato. E mentre Pino Firrarello – che non ha mai smesso il metodo andreottiano di fare politica – oggi è comodamente seduto a palazzo Madama, lui indica come responsabile del disagio del precariato il governo regionale.
Nelle città la disoccupazione aumenta in modo vertiginoso, esplode la violenza, aumentano le rapine, le scuole pubbliche lasciano a casa decine di migliaia di precari, ma la colpa non è della Gelmini o di Tremonti, ma del governo regionale…
La verità è che questa legislatura, dopo 15 anni di immobilismo, è stata la prima in cui si è dato corpo a un progetto di riforme. Gli sprechi, lo sfascio, i disservizi sono il “patrimonio negativo” che i siciliani hanno ereditato dalla generazione politica di cui Pino Firrarello è uno degli ultimi esponenti. La scommessa sta nell’aver puntato, senza esitazioni, su ciò che di buono e risanabile c’è all’interno della pubblica amministrazione. E su quello si sta provando a costruire. Andando contro la forte “resistenza” di chi sui benefici, sulle rendite di posizione, sull’immobilismo, ha costruito il suo potere economico e politico.
In Sicilia pochi hanno avuto il coraggio di impedire che la “sacca” del precariato si ampliasse. Nessuno aveva avuto il coraggio di “imporre” una vera riforma del ciclo dei rifiuti. E a questo proposito giova segnalare che la legge sui rifiuti – ad oggi – non presenta alcun problema di interpretazione giuridica. Incontra – invece – la ferma opposizione, ma è cosa diversa, di chi a diverso titolo è responsabile della nascita e dell’esistenza del sistema che ha portato al disastro finanziario i comuni e la stessa regione, anche con operazioni probabilmente criminali: questo riferiscono le cronache giudiziarie con costante periodicità a proposito di termovalorizzatori.
Mai un governo aveva varato una riforma della burocrazia che obbligasse i dirigenti pubblici alla trasparenza di tutti gli atti. E anche in questo caso gli unici oppositori di questa norma sono tutti i soggetti per decenni hanno operato e prosperato all’ombra dell’impunità e della protezione del “politico” di turno.
E’ innovativo un governo che costringe i comuni a farsi carico delle proprie scelte, annunciando che saranno commissariati quelli inadempienti. Ed è “rivoluzionario” un governo che affonda il bisturi della riforma in tutte le sacche di malcostume e malaffare della sanità pubblica.
Per non parlare dell’agricoltura, a cui sono state dedicate tutte le risorse disponibili, concordandone la destinazione direttamente con chi in campagna vive e lavora. Probabilmente non è abbastanza. E certamente la crisi del sistema non aiuta a verificare gli effetti positivi di queste riforme. Anche perché il governo nazionale non è certamente stato amico della Sicilia: attendiamo ancora lo sblocco dei fondi Fas e assistiamo quotidianamente al tentativo di “scaricare” sul Mezzogiorno i problemi nazionali, dalla Tirrenia a quello della gestione dell’Anas e della rete autostradale.
Bisognerebbe poi far sapere anche al sindaco Firrarello, che il disimpegno automatico dei fondi comunitari è stato abrogato definitivamente, il 16 giugno scorso, dalla Commissione e dal Consiglio europeo: causa dei ritardi nella spesa dei fondi 2007/2013, da parte di tutti gli stati e di tutte le regioni d’Europa. Ritardi dovuti alla complessa e laboriosa chiusura della contabilità del programma 2000/2006.
La Sicilia non ha ancora perso un solo centesimo e ha utilizzato i fondi Jeremie e Jessica proprio per venire incontro, con un fondo di rotazione di 200 milioni di euro, alle esigenze finanziarie degli enti locali e della piccola e media impresa.
Che Pino Firrarello non apprezzi questo tipo di governo è nelle cose. Che si atteggi a statista, è probabilmente eccessivo. Anche perché, in trasparenza, dietro i suoi sincopati “ragionamenti” politici, si intravede con evidente chiarezza il disperato tentativo di fornire risposte, forse anche giustificazioni, agli interessi “perduti” che animano la sua quotidiana azione politica.”.

venerdì 30 luglio 2010

Sicilia Politica: Lombardo e i movimenti tellurici



Ho letto con interesse lo scambio di interventi tra Nicola Cipolla e il Presidente Raffaele Lombardo sulle pagine de Il Manifesto, scaturiti da un mio articolo del 13 luglio in cui individuavo nella particolarità del laboratorio politico siciliano una sorta di “buon segnale” di cambiamento per le prospettive dell’intero Paese.
Alla luce degli avvenimenti di questi ultimi giorni, la mia convinzione si rafforza.
Il 21 luglio l’intervento di Nicola Cipolla invitava a guardare a quanto accade in Puglia, piuttosto che “correre appresso a Lombardo”. Il giorno dopo giungeva puntuale la risposta dello stesso Lombardo che, pur condividendo la cronistoria dei fatti raccontati da Cipolla, non ne accettava il punto di vista troppo “ideologico”, a suo dire. E in ultimo, un nuovo articolo di Cipolla (manifesto del……) metteva in relazione antitetica la situazione siciliana con quella pugliese, chiedendosi se non fosse meglio individuare in Sicilia altri riferimenti politici.
Sulla vicenda di Vendola in Puglia e sul parallelismo avanzato da Cipolla, mi sono tornate alla mente le parole di Bertolt Brecht: “sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.
Nella crisi politica e sociale che stiamo vivendo, infatti, sembra proprio che la “sinistra” non possa fare a meno di eroi, di salvatori e di leader carismatici dai poteri taumaturgici, capaci di attuare riforme e migliorare la società, dimenticando un passato strutturato da un meccanismo circolare di responsabilità e di partecipazione tra base e gruppi dirigenti
Mi chiedo allora se non se ne possa davvero fare a meno.
Anche perché il caso di Vendola è ben diverso dal caso Lombardo.
Il primo, infatti, è frutto di una forte volontà popolare ed elettorale tutta pugliese, che ha proiettato il confermato Presidente alla ribalta regionale e nazionale, tanto da spingerlo a proporsi come futuro leader dell’intera coalizione di Centro-Sinistra. Vendola è persona gentile, garbata e passionale al tempo stesso. (Si sa, le passioni a volte inducono in errori; sempre meglio, a mio modesto parere, coltivarle che rimuoverle o sopprimerle.) È un “eroe”? Non credo lui si senta tale. Ma, se lo è, lo è per delega, in quanto i pugliesi si sono cimentati in un’azione eroica collettiva, abbattendo pregiudizi di ogni sorta, facendo del loro presidente uno strumento di azione politica. È questa la vera forza di Nichi Vendola.
Il caso siciliano, invece, denota elementi di forte contraddizione all’interno della compagine elettoral-governativa che vanno necessariamente colte e coltivate; sempre che la sinistra ponga la propria azione in un quadro di prospettiva. È questo l’aspetto più affascinante che mi ha personalmente colpito: le contraddizioni di una situazione politica che può essere foriera di una grande stagione di riforme. In quanto a Lombardo, spero che la sua determinazione, risulti sufficiente a stabilizzare i “movimenti tellurici” in atto in un nuovo assetto e convinca i siciliani  a condividere e definire un percorso per il futuro della Sicilia e per il riscatto dell’intero Mezzogiorno.


domenica 18 luglio 2010

Sicilia, la "cricca" dei servizi sociali non è solo Catania


“Plauso per l’iniziativa intrapresa dagli organi inquirenti della




Procura di Catania in merito all’inchiesta sui servizi sociali del
Comune. Una impietosa fotografia di come la burocrazia e la cricca
degli affari lucravano alle spalle dei più deboli con uno
spregiudicato senso di impunità, mentre alcuni politici lucravano voti
e consenso elettorale: queste le dichiarazioni a caldo degli on.li
senatore Pino Firrarello e deputati Vincenzo Gibiino, Pippo Palumbo e
Salvo Torrisi.
Quanto si apprende dall’indagine in corso, appare, tuttavia, ancora
marginale rispetto a quanto è avvenuto negli anni passati ed agli
attori reali dello scempio. I parlamentari auspicano che al più presto
l’azione della Procura incida fortemente sulla verità estirpando
definitivamente uno dei cancri di questa città.
Gli on.li, continuando, stigmatizzano su alcune leggerezze nella
pubblicazione di dati e nomi apparsi sui quotidiani: nessuna delle
persone che risultano indagate a vario titolo sono in staff della
segreteria del senatore Firrarello, il sindaco di Misterbianco non è
del Pdl, la moglie del deputato Arcidiacono non lo è più da anni e
soprattutto non lo era più al momento dei fatti.”
firmato
On.li senatore Pino Firrarello, deputati Vincenzo Gibiino, Pippo
Palumbo, Salvo Torrisi.

Questo il comunicato stampa che ieri ha diffuso parte del PdL Catanese, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra ... e con Paternò come la mettono?

sabato 17 luglio 2010

La Politica Siciliana, Lombardo traccia la linea


Due punti fermi sono imprescindibili

di Raffaele Lombardo



Da stamattina mi sto occupando di problemi del governo regionale:dall’emergenza rifiuti, a cominciare dalla ottimizzazione dell’ufficio del commissario, alla ricerca di soggetti attuatori fino al fotovoltaico in agricoltura, compreso un approfondimento sul nuovo piano energetico per passare ad una ricognizione sui temi della sanità che ho fatto con Massimo Russo e per concludere con un approfondimento sulla concessione delle autostrade che l’Anas dovrebbe riaffidare.
Finalmente ho trovato un momento per la lettura dei giornali e mi sono reso conto di come oggi siano fioriti commenti, analisi e deduzioni sull’incontro con il Presidente del Consiglio, interventi tuttiper niente disinteressati e talvolta ispirati da un programma di disinformazione tendente a seminare zizzania e a confondere le idee.
Allora desidero precisare che in questi due anni travagliatissimi di governo regionale due sono i punti fermi che sono emersi e caratterizzano la prospettiva.
Il primo è che il rapporto di dialogo, di confronto e poi di collaborazione con gli uomini del Partito Democratico è stato fondamentale, a partire dalla riforma sanitaria che ci ha impegnato dall’autunno del 2008.
Il secondo è l’irreversibile inconciliabilità con le posizioni assunte dal Popolo delle Libertà, che da oltre un anno a questa parte boicotta, non escludendo colpi bassi di ogni tipo, l’azione di governo.
Sul resto si può discutere ma questi due punti, per la mia responsabilità di Presidente della Regione, sono imprescindibili.
Per il resto chiunque si può incontrare con chi vuole, di giorno o di notte, alla luce del sole o clandestinamente, ma se la nostra azione legislativa e di governo è sostenuta da un processo riformatore orientato allo sviluppo della Sicilia, alla creazione di benessere e di opportunità di lavoro, all’affrancamento dai mille condizionamenti e dalle mille dipendenze, sarebbe grave che si stesse dietro a commenti, analisi, deduzioni, ricostruzioni fantasiose e maligne che vanno prese per quello che sono: squallidi e indegni tentativi di nuocere non solo al cambiamento ma alla Sicilia stessa.

giovedì 15 luglio 2010

Laboratorio Sicilia visto da Il Manifesto

(del 13 luglio 2010, pag. 10)

Che la Sicilia sia sempre stata laboratorio della politica, per la verità qua c’è solo questa che alimenta il sistema, dopo gli scippi unitaristi di 150 anni fa, la ragione è semplice, la genialità di un popolo che si arrabatta per sopravvivere viene fuori per genetica ma anche per disperazione. Ecco che finalmente irrompe Lombardo, il quale avrebbe potuto comodamente governare l’Isola ricalcando le orme di chi lo ha preceduto, non ci sta. Non ci sta per indole, non ci sta perché gli manca l’inclinazione del servo che occorre per essere “azzurro”, non ci sta per affrancare la propria terra, riscattarla, rivendicare un secolo e mezzo di torti subiti. Una terra libera deve essere pari alle altre realtà del paese.
Ed ecco come per magia esce dal cilindro magico mesi di convergenze riformiste. Proprio quando Micciché sembra voler volare verso la sua più grande aspirazione, la Presidenza della Regione più speciale d’Italia, Raffaele lo mette di fronte al bivio. Adesso bisogna scegliere o si aderisce ad una stagione di riforme e autonomismo siciliano, all’interno di un progetto che parte dalla porzione più meridionale d’Italia, oggi per stabilizzare una maggioranza ed un governo di quel che resta della legislatura, oltreché, in prospettiva, per varare l’alternativa terzo polista italiana. Proprio così. Il Lombardo ter era solo il preludio per ciò che era in cantiere e nelle menti di alcuni leader  per il dopo Berlusconi. Una alleanza che vede il PD di D’Alema, l’API di Rutelli, L’UDC di Casini, Generazione Italia di Fini ed il Movimento del Governatore Siciliano e che dovrebbe stabilizzarsi  per procedere insieme fino alle prossime elezioni sia regionali sia nazionali e realizzare l’alternanza politica che non sia una accozzaglia pur di vincere.
E Micciché, adesso, messo di fronte alle scelte che fa? Rinnega Berlusconi e Dell’Utri , ovvero si allontana dal potere reale che risiede a Palazzo d’Orleans? Certo non è più il cartaro della politica isolana, anzi qualcuno che ha fatto bene i conti non lo vuole nemmeno tra i piedi frustrando in siffatto modo le sue aspirazioni di grande leader  del Sud. Lui sa, però, che lasciato solo si farebbe ammazzare, prima da Alfano, sua antico pupillo, poi da Schifani, poi da Firrarello e dal genero di lui Castiglione.
Progetto ambizioso questo dell’alleanza riformista nazionale, forse difficile, ma intrigantemente catto-comunista di storica memoria o meglio democristianamente sinistrorso, che darebbe una spallata decisiva al potere berlusconiano e nordista .

Ma torniamo subito in Sicilia. Finora Lombardo ha tirato a campare per due anni, avversato da subito dai propri alleati elettorali, da qualcuno in verità, ha fatto qualche riforma scomoda ed importante, tagliando interessi inverosimili costruiti con sapiente illiceità dai predecessori  e che tanti guai gli hanno portato, politici senz’altro, giudiziario-politici forse. A ogni buon conto adesso si deve governare con un programma ampiamente condiviso, con una maggioranza solida che va verso la stessa direzione, con un Governo che governi e con una alleanza che programmi l’azione politica per il futuro.
Lombardo e Fini, innamoratissimi tra loro e ideologicamente "sinistrorsi" convinti, sembrano adesso avere verso il Cavaliere lo stesso sentimento, sapendo benissimo che, sia l’uno che l’altro, chi prima e chi dopo, si trovano in testa alla lista dei predestinati al macello politico. Lo sanno benissimo Lombardo e Fini che un ulteriore abraccio con Silvio sarebbe loro letale, per cui la strada sembra inevitabilmente segnata, quella che avevano ordito assieme ai leaders sopracitati, prima delle elezioni regionali. Ma la mancata sconfitta di Berlusconi, anche e soprattutto grazie alla Lega che adesso tiene sotto assedio il PdL, spostando l'asse degli interessi verso nord e relegando il co-fondatore del PdL Fini ad un ruolo secondario, ha fatto slittare il progetto.
Adesso però la Sicilia chiama, non può più essere rimandata la decisone in ordine ad una ferma maggioranza che porti al rilancio dell'Isola, che sia anche di prospettiva politica, dove insieme realizzare punti programmatici qualificanti e dove scegliere insieme anche il successore di Lombardo per tentare l’abbattimento della politica del Governo Nazionale del PdL, che oramai anche l’italiano medio considera tradimento e mortificazione, ma che in passato tanti consensi ha regalato al centrodestra, che naviga tra veline, escort, appartamenti acquistati ad insaputa di potenti acquirenti, dei tanti troppi “affair” di stato, dei ricatti, delle minacce, dei falsi dossier confezionati per screditare candidati non graditi alla Cupola e della nuova P3, in una china irreversibile in cui avidità e delirio di onnipotenza trascinano questa lacerata democrazia italiana.