venerdì 28 maggio 2010

Sicilia, Lettera al Presidente Lombardo



Pregiatissimo Presidente della Regione Sicilia
Raffaele Lombardo

Quando ero una ragazzina e le ferrovie erano solo dello Stato, non mi capacitavo del perché avessimo in Sicilia carrozze del periodo postbellico, mentre nelle città del nord, come Bologna o Milano, si poteva viaggiare dentro comodi e modernissimi vagoni. E perché in generale i servizi del nord erano più efficienti e, secondo il linguaggio che si può avere a quell’età, giudicati da me più belli.
La bellezza, signor Presidente, è una componente essenziale del benessere. E se esistono bellezza e benessere, se ne può trarre solo guadagno.
A questa Sicilia va restituita e garantita bellezza e benessere, e occorrono persone disposte a battersi per questi valori.
Faccio parte di un’organizzazione, che vuole essere non soltanto ambientalista, ma che si propone con un progetto e obiettivi molto precisi, Rifiuti Zero.
Rifiuti Zero significa in primis che i rifiuti non sono roba da gettare via o peggio da bruciare, ma da riutilizzare. Significa che con una corretta gestione,  raccolta,  recupero e  riciclo, i rifiuti costituiscono una risorsa per il mondo occupazionale. Siamo in grado di dimostrarle che in Sicilia si creerebbero non meno di 15.000 nuovi posti di lavoro. Ma questo Lei lo sa bene.
Ed è per questo che Le scrivo per la seconda volta. Nella mia prima lettera, facevo leva sul Suo impegno politico autonomista, invitandola a non cedere alle lusinghe di quegli imprenditori del nord, i cui cognomi finiscono per Oni, Ini, Atti, che non a caso sono proprio gli stessi imprenditori che ci vogliono “impaccare” i loro modernissimi, “sicurissimi”, impianti di incenerimento. Loro sponsor e promoter, il sindaco Cammarata, la ministra siciliana Prestigiacomo, e in testa Berlusconi. Dopo la dichiarazione di quest’ultimo di qualche giorno fa, è accaduto qualcosa. Si è palesata la Sua disposizione difensiva.
Sono consapevole in quali brutte acque si trova, e da un punto di vista strettamente umano, non posso che comprendere la Sua ricattabile posizione.
Vede Pregiatissimo Presidente, a nome di tutti i siciliani, anche di quelli meno interessati e consapevoli, non posso che ringraziarla per averci concesso qualche minuto di illusione. Illusione che con un presidente autonomista, questa terra potesse mostrarsi come esempio di alternative ai dictat del Governo centrale. Mi riferisco alla possibilità  di lasciare che l’acqua venga ben gestita dai siciliani , che il ciclo dei rifiuti venga gestitoin maniera trasparente, funzionale e senza nuocere alla salute dei cittadini, e che mai si  costruiranno centrali nucleari e depositi di scorie che graveranno sulle generazioni future.
Attraverso la nuova legge regionale, si intravedeva la prospettiva di un cambiamento che avrebbe potuto dare delle grandi soddisfazioni alla terra di Sicilia, che avrebbe potuto essere apripista per lo sviluppo della strategia Rifiuti Zero a livello nazionale.
Tuttavia, con le sue ambigue dichiarazioni, si è riaperto il fronte. Persino Realacci, che una volta era ambientalista (o diceva di esserlo), oggi afferma che gli inceneritori ci vogliono.
Quelle dichiarazioni del presidente del Consiglio sono state da noi, sensibili alla questione, vissute come una dichiarazione di guerra. E Lei ha ritenuto di rispondere ufficialmente di non essere contrario alla produzione di energia elettrica, con altri metodi tecnologici. Era all’eolico, al solare e al fotovoltaico, al geotermico, tutte possibilità offerte generosamente dalla nostra terra, che si stava riferendo? Mi auguro di si.
Non si stava riferendo al metodo più dannoso, antieconomico e assurdo di produrre energia, costituito dalle varie forme di incenerimento dei rifiuti?
Se Berlusconi intenderà imporre ciò che è accaduto in Campania, troverà un fronte deciso di no. Abbiamo la legge approvata e il buon senso, dalla nostra parte. Anche questo Lei lo sa pure.
Ed io so che se, con un vero colpo di stato, si militarizzerà il territorio siciliano sotto l’egida della protezione civile (che paradosso), io sarò fra quelli che prenderà le manganellate sulla testa. E non le prenderò solo per i miei figli, ma anche per i Suoi, Pregiatissimo Presidente.
La mia delusione consiste nel pensare che dovrò attendere ancora molto prima di vedere questa terra amata e ricca di munificenze, come lo fu ai tempi dello Stupor Mundi, di quel Federico II di Svevia, che ebbe il coraggio di mettersi contro il potere papale.
Sono certa, signor Presidente, che Lei rifletterà e si renderà conto che ha ancora la possibilità di evitare di essere ricordato come uno dei tanti presidenti che questa terra ha dovuto subire.
Donatella Costa, Rifiuti Zero Palermo

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