domenica 12 giugno 2011

FORMAZIONE: LITE CONFINDUSTRIA - GOVERNO, piangono i lavoratori


Scritto da ADOMEX   
Domenica 12 Giugno 2011 10:40
qt sicilia
“Un settore che non serve a nulla” - affermai Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia - che in un’intervista a ‘Repubblica’ Palermo denuncia la formazione professionale siciliana e la riforma di che intende fare questo governo regionale. A parere di Lo Bello, “se i fondi Fas alla fine devono servire a liberare risorse per la formazione, alimentando così la solita politica clientelare e la solita cricca, allora è meglio tenerli a Roma”.
“Il governo ci dice che è stato tutto uno scherzo. La spesa – continua Lo Bello – non servirà a nulla, di certo non alle imprese. Il quadro è desolante, la verità è che si trovano risorse ingenti solo per continuare a garantire un settore che non serve, e che è invece un grande ammortizzatore sociale con i lavoratori in ostoggio della politica”.
L’assessore regionale Centorrino afferma invece di avere avuto contatti con le imprese, per individuare quelle professionalità di cui avrebbero bisogno le attività produttive siciliane.
Ma Lo Bello rincara: “Centorrino farebbe bene a dire qualcosa su questo ritorno al passato, con la regione che finanzierà tutto il Prof come negli anni scorsi. Noi non siamo antigovernativi: siamo indipendenti e quindi critichiamo quando le cose non vanno ed elogiamo le iniziative serie. Forse nel governo regionale c’è qualche nostalgico di un passato che vedeva una Confindustria docile e legata alla politica”.
Di certo la luna di miele tra il governo Lombardo e Confindustria sembra essere terminata. Prima le liti furibonde con l’assessore Venturi che di Confindustria è elemento di primo piano e che è stato inserito nelle giunta regionale proprio in virtù di un “patto” tra questa e Lombardo. Adesso la presa di posizione netta di Lo Bello che stigmatizza le “promesse” di salvaguardia di un settore alquanto discusso che è stato “un postificio” per la politica siciliana e che ha fatto arricchire quelli che in questo settore hanno puntato da anni, imprenditori, sindacati, enti.
Dall’altro lato vi sono tanti, circa ottomila, impiegati da anni in questo settore che soffrono l’instabilità dello stesso. Mesi senza stipendio, un futuro certamente incerto, il rischio di licenziamento immediato.
A nulla valgono i proclami senza che si affronti la situazione alla radice. Ecco come nei giorni scorsi hanno reagito le forze sociali che “si sono riuniti alla Presidenza della Regione il Governatore Lombardo, l’Assessore alla Formazione Professionale Centorrino, il Dirigente Generale alla Formazione Professionale Albert, i rappresentanti delle OO.SS. di Ugl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Cisl Scuola ed Cgil flc, i rappresentanti degli enti Forma e Cenfop.
Dopo due giorni di riunioni intense, l’Amministrazione Regionale apre uno spiraglio alla vertenza sindacale riconoscendo che i provvedimenti emessi sono spesso contradditori ed insufficienti. L’Amministrazione Regionale ha eccepito che il Prof 2011, finanziato al 70% del D.A. n. 5146 del 28 dicembre 2010, risulta insufficiente e carente. Pertanto preso atto di ciò, si è impegnata a fare le giuste integrazioni del servizio programmato e consequenzialmente economiche per dare la possibilità agli operatori di poter assicurare il servizio come per gli anni precedenti. Quindi è emersa la volontà amministrativa di integrare il Prof 2011 per il 100% del deciso per un importo pari a circa 260 milioni di euro. Si dovrà dare atto che le procedure di mobilità dovranno essere annullate e quindi tutti i verbali connessi, a far data dalla emissione di una deliberazione di giunta regionale, che dovrà essere prodotta da oggi.
Inoltre si è affrontato il problema del “parametro” che sarebbe dovuto essere “unico”, mentre nel D.A. n. 1668 del 6 maggio 2011 e nel DDG n. 2116 del 17 maggio 2011 si è trasformato nel “parametro massimo” rispetto ai costi finanziati del 2010. L’Amministrazione Regionale ha dichiarato che il parametro tornerà ad essere unico e che gli enti, che hanno un parametro inferiore a 135 euro costo/ora, dovranno completare i costi del personale accedendo all’albo unico ed al fondo di garanzia.
Per gli stipendi arretrati, l’Amministrazione Regionale ha dichiarato di voler concedere agli enti di formazione una sorta di compensazione tra debiti, per restituzioni di somme dovute nelle rendicontazioni, e crediti, per acconti e saldi non erogati, nei confronti della P.A. Il Dirigente Albert ha ribadito l’impossibilità di procedere ad erogazioni ed integrazioni di natura economica in espresso divieto della Corte dei Conti.
Dal I gennaio 2012 il Prof verrà interamente spostato dal bilancio regionale al FSE per un triennio rinnovabile per altrettanto tempo.
Per il Cefop, e gli enti in procedura di revoca dell’accreditamento, si stanno emettendo provvedimenti per lo spostamento di tutto il personale sul fondo di garanzia, in quanto è stato avviato lo stato di insolvenza nei confronti di questi enti.
Queste le soluzioni prospettate dal Governo alle forze sociali, che hanno incassato una Vittoria di Pirro tra i tanti dubbi che si rinnovano.
In primo luogo il prof 2011 dovrà essere integrato con ulteriori provvedimenti aggiuntivi per la c.d. fase III, cioè per il restante 30% escluso dalla programmazione e dal finanziamento. L’Amministrazione Regionale dovrà emettere un nuovo D.A. ed un nuovo DDG. Speriamo siano quelli definitivi.
Inoltre quale garanzia può offrire il diritto di prelazione del personale iscritto nell’albo unico e negli elenchi di mobilità a fronte dell’autorizzazione a nuove assunzioni, in violazione della leggi regionali nn. 24/76, 25/93, 04/03, delle deliberazioni di giunta regionale nn. 350/2010, 117 e 132/2011, ecc.
Gli stipendi degli operatori pregressi e giustamente rivendicati dalle OO.SS., in primis dall’Ugl Scuola, cadranno nel dimenticatoio e verranno persi, dato che non tutti gli enti hanno una situazione positiva di rapporto dare/avere nei confronti dell’A.R. Ci sembra un’eresia ignorare i precisi obblighi sanciti dalla legge regionale improntata al “principio della somministrazione” fino alla soddisfazione dell’intero contributo dovuto, garantito dalla legge regionale nn. 24/76 e 23/02, soprattutto per il pagamento degli stipendi al personale”.
Una situazione non di semplice soluzione, da un lato le forze produttive che giustamente stigmatizzano le soluzioni del Governo Regionale che sembrano ripercorrere un passato che non può essere più riproposto, dall’altro le forze sociali che, anch’esse giustamente, devono difendere l’occupazione di quanti hanno speso la propria professionalità in un lavoro che sicuramente però non ha formato le capacità che possano dare un contributo di innovazione professionale alla Sicilia del domani. Questa è lo stato dell’arte, con i lavoratori che da sette a quindici mesi non riscuotono lo stipendio, e sono circa ottomila come abbiamo detto prima, con i malesseri per tutte le famiglie interessate che non riescono più ad andare avanti.
I potenti  litigano, ma come al solito piange il più debole.

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