venerdì 6 giugno 2008

ELEZIONI PROVINCIALI 2008 CATANIA: NOI SCEGLIAMO DI SPERARE


«Pacatamente e serenamente» non sembra vero l’aver iniziato ( e poi continuato) così la campagna elettorale.
Nei suoi intenti …… quello di poter tranquillamente sostituire, in un futuro molto prossimo, un sistema, quello lombardiano, che ha occupato sistematicamente il potere, ma con una visone alternativa a quella. Una visione moderna, veloce, efficiente dell’amministrazione pubblica.
Il piano è concepito bene.
Dopotutto, Giuseppe Castiglione, è un politico molto accorto nel tradurre i sentimenti del paese, di una società che muta, e quindi, in un clima antipolitico quasi nauseante, il modo sotteso usato per riprendere le redini di un’opinione pubblica lacerata, sembra funzionare.
Nessuna spina, in questo clima quasi surreale di questa campagna elettorale.
Questo passaggio, di certo epocale per la nostra politica, non sarà però indolore.
Si dovrà decidere su come interpretare il nuovo che avanza, su come rendere dinamica e snella l’amministrazione provinciale, appesantita da interventi che sono serviti solamente al lancio di una parte politica .
Si dovrà decidere se avere un carrozzone inutile, di parata e clientela, ovvero avere uno strumento di coordinamento di sistema degli Enti Locali. Un Ente intermedio volano di sviluppo e lavoro. Si dovrà sacrificare e tagliare qualche spesa (inutile). Un’impresa a dir poco titanica, perché ogni decisione su qualsiasi riforma inciderà notevolmente sul ceto politico.
Certo le intenzioni odierne (del Presidente Castiglione) sono molto più che buone, ed il senso civico che aleggia, fa avvertire quasi la voglia di emettere suoni gutturali provenienti dall’esofago, al fine di smuovere un’apatia buonista quasi palpabile. Le buone maniere, di solito, implicano il combattimento su regole ed accordi (in questo caso già siglati ben prima delle elezioni) , ma è inevitabile che qualcosa prima o poi debba andar storto, nel senso che la buona amministrazione si scontra di certo con la visione “accomodante” della piccola politica.
L’impresa insomma è mastodontica. Il nuovo Presidente deve prendere tutto sulle sue spalle, non può fare altrimenti. Per riuscire nell’impresa occorrerebbe essere statisti. Diffidare troppo ci farebbe assomigliare ai grillanti mentre, il troppo ottimismo, ci farebbe invece assomigliare ai cani di Pavlov. Ragion per cui, noi scegliamo di sperare.

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