martedì 15 aprile 2008
LA STAMPA ESTERA SALUTA LA VITTORIA DI BERLUSCONI
Il New York Times, che definisce Berlusconi “l’eccentrico miliardario che già domina buona parte della vita pubblica”, mette in luce soprattutto le difficoltà che attendono il presidente del Consiglio in pectore, cioè “il cattivo stato dell’economia e la frustrazione perché l’Italia ha perso terreno rispetto al resto dell’Europa”. Questi problemi, scrive il quotidiano statunitense, non consentono di capire se Berlusconi sia stato eletto per affezione o perché considerato “il meno peggio dopo due anni in cui il paese è stato esposto alle intemperie da due anni di inazione da parte del fratturato governo di centro-sinistra”. Prodi viene citato come “uno dei meno emozionanti primi ministri che si ricordino”. Berlusconi “Wins Big in Italian Elections” è il titolo d’apertura del sito internet del quotidiano statunitense. Secondo cui il Cavaliere ha “vinto alla grande” segnando in questo modo un “rimarchevole ritorno al potere”. Con questa “forte vittoria”, scrive il giornale della Grande Mela, Berlusconi ha dimostrato di aver saputo “capitalizzare il generale malcontento sulla stagnante economia nazionale e l’impopolarità del governo guidato da Romano Prodi”. E riferisce le parole del leader del Pdl in collegamento telefonico con Porta a Porta una volta appresi i risultati: “Sono commosso, sento una grande responsabilità”. Il Washington Post sul proprio sito internet ospita un articolo di un’agenzia. Il titolo è però emblematico: “US Friend Returns to Power in Italy”, cioè “gli amici degli Stati Uniti tornano al potere in Italia”. In un altro pezzo, il quotidiano della capitale sottolinea che il Popolo della libertà dell’ “estroverso, fiammeggiante” Cavaliere ha imposto una “inaspettatamente dura sconfitta” agli avversari, quella “coalizione che aveva messo insieme gli scampoli del defunto governo Prodi”. E adesso - prosegue il quotidiano Usa - l’“infaticabile settantunenne” prenderà per la terza volta il timone dell’Italia. Come la gran parte della stampa estera, anche il Washington Post non manca di evidenziare le difficoltà che il nuovo governo si troverà ad affrontare in un paese che “soffre di una crescita economica vicina allo zero, un deficit impressionante e una crescente insofferenza dell’opinione pubblica nei confronti della classe politica”. Ma – nota il quotidiano Usa – Berlusconi, pur sottolineando i “mesi difficili, la grande responsabilità e i notevoli sforzi” che lo aspettano, ha “promesso di lavorare con l’opposizione per attuare riforme in grado di far ripartire l’economia, una collaborazione che richiederà il superamento dell’animosità delle ultime settimane della campagna elettorale”.
Nel tentativo di controllare il disavanzo, Prodi – scrive ancora il quotidiano statunitense – “è stato incolpato dagli italiani di aver alzato le tasse”, mentre Berlusconi ha promesso di ridurle. “E la gente gli ha dato fiducia”, ha commentato Marc Lazar, docente all’Istituto di Studi politici di Parigi citato dal Washington Post. che riporta anche il commento di Raffaele de Mucci, docente di scienze politiche alla Luiss di Roma, secondo il quale il leader del Pdl è riuscito a “parlare con successo al timore degli italiani per la perdita di potere d’acquisto dei loro salari e il disastroso accumulo d’immondizia a Napoli causato dal tracollo delle infrastrutture cittadine”. E seppure il Cavaliere nel resto d’Europa, “non è considerato con grande serietà, potrà recuperare credibilità moderando un po’ il proprio temperamento”. Nel riferire la vittoria di Berlusconi anche il Los Angeles Times identifica nelle “serie difficoltà economiche” del nostro paese il “tema prevalente tra molti elettori, a prescindere dagli schieramenti”. L’ampio margine della vittoria del Popolo della libertà – nota ancora il Los Angeles Times – suggerisce inoltre una “pungente condanna” della sinistra e dell’uscente amministrazione di centrosinistra di Romano Prodi. In questi ultimi mesi, gli italiani – spiega il quotidiano californiano – sono rimasti “attoniti” davanti allo “spettacolo di una decina dei più vari partitini in perenne contestazione all’interno del riottoso governo Prodi”. Un governo dove “un piccolo partito della coalizione alla fine ha fatto cadere il governo dopo solo 20 mesi e con tre anni d’anticipo”. ”. Il sito internet dell’Herald Tribune, infine, utilizza un pezzo preso da un’agenzia di stampa internazionale, ma invece di Berlusconi, la cui immagine domina le pagine degli altri siti, mette in bella mostra una grande foto di Umberto Bossi.
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