martedì 1 settembre 2009

MPA sì, MPA no. Il parere di Nicola Zitara


Caro Guglielmo Di Grazia,
neanch'io credo a me stesso, né mia moglie crede a me, non ne parliamo le figlie. Gli amici più ragionevoli sono perplessi, ma io credo di avere una responsabilità costituita dall'interesse delle popolazioni meridionali, la quale è più importante del candore del mio cognome. Oggi nel Meridione la crisi di rigetto dello stato unitario ha raggiunto un livello e una circolarità mai registrati. Non sono più gli addetti ai lavori che additano questa o quella malefatta, non sono i grandi strateghi del meridionalismo a suggerire che cosa fare, ormai è la gente comune che ha le scatole rotte. Lei accenna al concetto di nazione, ma dove sono leaders di questa nazione che alzano la testa da ribelli? Mezzecartucce, caro Di Grazia. Ora io non so se Raffaele Lombardo sia una cartuccia intera o se si sia sviluppata a metà, sta di fatto che raccoglie simpatie e, più numerose si fanno tali simpatie, tanto più naturalmente Lombardo dovrà agire secondo il numero di tali simpatie e non secondo i suoi numeri. Questa è la logica della democrazia; per quanto corrotta possa essere la nostrana classe politica esiste anche per essa un punto di non ritorno. Ci arriverà, non ci arriverà? Sull'augurio che ci arrivi io debbo giocarmi il mio buon nome. E se va male si comincerà d'accapo.

Cordialmente, Nicola Zitara

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Nicola Zitara è uno studioso meridionalista, autore di numerosi saggi tra cui "L'Unità d'Italia: nascita di una colonia" e "Memorie di quand'ero italiano". È uno dei principali esponenti della classe culturale meridionalista che vede nella rinascita di uno stato duosiciliano indipendente l'unica alternativa efficace alla risoluzione dei problemi del Sud.

Tema centrale del discorso, che egli porta avanti nella sua attività, è il concetto che l'unità d'Italia sia stata sostanzialmente un danno, se non la causa principale dei mali che affliggono il meridione, devastando un regno, quello delle Due Sicilie, nel periodo preunitario florido e avviato verso un equilibrato decollo economico-sociale. È attivamente impegnato in un'opera di divulgazione storico-politica tendente a contrastare la storiografia ufficiale, che egli considera capziosamente squilibrata in favore delle classi dominanti e dell'area geopolitica settentrionale.

Scrive di lui Bruno Cutrì nel libro Potere da spartire. Meridionalismo ascaro:


« Leggere gli scritti di Nicola Zitara è come vedere l’altra faccia della Luna. Dalla Terra non si vede, ma c’è ed è diversa da quella usuale. E per vederla bisogna fare uno sforzo titanico, pari a quello compiuto dalla NASA. Soprattutto bisogna eludere la congiura del silenzio che avvolge i suoi scritti ed i suoi pensieri guida.

Io l’ho fatto; avvalendomi dei miei mezzi di produzione tecnologici, ho impegnato la passione intellettuale per ritornare alle origini mediterranee e per ricostruire, in memoria elettronica, quella parte di realtà storica e culturale svanita nel rumore dei tromboni ufficiali.

Nicola Zitara mi ha guidato nei meandri della nazione meridionale, a cavallo della cosiddetta Unità d’Italia, ed ho scoperto l’altra faccia della Luna. »


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