domenica 30 maggio 2010
La crisi degli stati è l'ultimo atto di una politica economica mondiale
Tre giorni di tregua sui mercati finanziari possono dare l'illusione che il peggio sia alle spalle nella crisi dei debiti sovrani. Ammesso che la Germania si renda finalmente conto che l'euro e l'Unione europea sono conquiste imprescindibili e che i paesi a rischio varino davvero misure efficaci per contenere i deficit di bilancio, resta comunque il peso dei debiti pubblici a condizionare l'economia e una ripresa già stentata. E per quanto le autorità americane cerchino di minimizzare i pericoli di un contagio, il virus ce l'hanno già in casa, perché anche negli Stati Uniti il debito pubblico supererà il 100% del Pil fra qualche anno (senza contare i 6.300 miliardi di $ in carico alle agenzie di mutui).
La crisi degli stati è l'ultimo atto di una cultura del debito montata negli ultimi trent'anni tra le aziende, le banche, le famiglie e le istituzioni pubbliche. E non essendoci più nessuno che può salvare gli stati, la fine del ciclo non può che prevedere il trasferimento degli oneri sui cittadini e sulle imprese. Insomma sull'economia. Per un decennio sarà questa la «nuova normalità» teorizzata da Bill Gross, numero uno di Pimco, per i paesi avanzati. Per quanto si possa rendere meno dolorosa la nuova cura, l'economia crescerà meno che nel passato. E per quanto, questa volta, vi siano i paesi emergenti a far da locomotiva, la nuova normalità si farà sentire sulle borse occidentali e sui mercati obbligazionari.
La crisi dei debiti sovrani ha nuovamente minato la fiducia dei mercati, come era avvenuto nella recente crisi del credito. Ma ha anche reso più stringente lo scenario che s'è delineato. Le strane cadute di Wall Street nell'ultima mezz'ora in diverse sedute, come pure quell'improvviso tonfo del 6 maggio scorso, non sono probabilmente delle esasperazioni tecniche create solo dagli algoritmi del trading ad alta frequenza. Forse qualcuno sta forzando la situazione e saggiando il ribasso. Perché una borsa, che era salita fino a un massimo dell'80% dal marzo 2009, scontava gli scenari tipici delle rapide riprese economiche degli ultimi trent'anni, ma non quello più dimesso di una nuova normalità.
Walter Riolfi
venerdì 28 maggio 2010
Sicilia, Lettera al Presidente Lombardo
Pregiatissimo Presidente della Regione Sicilia
Raffaele Lombardo
Quando ero una ragazzina e le ferrovie erano solo dello Stato, non mi capacitavo del perché avessimo in Sicilia carrozze del periodo postbellico, mentre nelle città del nord, come Bologna o Milano, si poteva viaggiare dentro comodi e modernissimi vagoni. E perché in generale i servizi del nord erano più efficienti e, secondo il linguaggio che si può avere a quell’età, giudicati da me più belli.
La bellezza, signor Presidente, è una componente essenziale del benessere. E se esistono bellezza e benessere, se ne può trarre solo guadagno.
A questa Sicilia va restituita e garantita bellezza e benessere, e occorrono persone disposte a battersi per questi valori.
Faccio parte di un’organizzazione, che vuole essere non soltanto ambientalista, ma che si propone con un progetto e obiettivi molto precisi, Rifiuti Zero.
Rifiuti Zero significa in primis che i rifiuti non sono roba da gettare via o peggio da bruciare, ma da riutilizzare. Significa che con una corretta gestione, raccolta, recupero e riciclo, i rifiuti costituiscono una risorsa per il mondo occupazionale. Siamo in grado di dimostrarle che in Sicilia si creerebbero non meno di 15.000 nuovi posti di lavoro. Ma questo Lei lo sa bene.
Ed è per questo che Le scrivo per la seconda volta. Nella mia prima lettera, facevo leva sul Suo impegno politico autonomista, invitandola a non cedere alle lusinghe di quegli imprenditori del nord, i cui cognomi finiscono per Oni, Ini, Atti, che non a caso sono proprio gli stessi imprenditori che ci vogliono “impaccare” i loro modernissimi, “sicurissimi”, impianti di incenerimento. Loro sponsor e promoter, il sindaco Cammarata, la ministra siciliana Prestigiacomo, e in testa Berlusconi. Dopo la dichiarazione di quest’ultimo di qualche giorno fa, è accaduto qualcosa. Si è palesata la Sua disposizione difensiva.
Sono consapevole in quali brutte acque si trova, e da un punto di vista strettamente umano, non posso che comprendere la Sua ricattabile posizione.
Vede Pregiatissimo Presidente, a nome di tutti i siciliani, anche di quelli meno interessati e consapevoli, non posso che ringraziarla per averci concesso qualche minuto di illusione. Illusione che con un presidente autonomista, questa terra potesse mostrarsi come esempio di alternative ai dictat del Governo centrale. Mi riferisco alla possibilità di lasciare che l’acqua venga ben gestita dai siciliani , che il ciclo dei rifiuti venga gestitoin maniera trasparente, funzionale e senza nuocere alla salute dei cittadini, e che mai si costruiranno centrali nucleari e depositi di scorie che graveranno sulle generazioni future.
Attraverso la nuova legge regionale, si intravedeva la prospettiva di un cambiamento che avrebbe potuto dare delle grandi soddisfazioni alla terra di Sicilia, che avrebbe potuto essere apripista per lo sviluppo della strategia Rifiuti Zero a livello nazionale.
Tuttavia, con le sue ambigue dichiarazioni, si è riaperto il fronte. Persino Realacci, che una volta era ambientalista (o diceva di esserlo), oggi afferma che gli inceneritori ci vogliono.
Quelle dichiarazioni del presidente del Consiglio sono state da noi, sensibili alla questione, vissute come una dichiarazione di guerra. E Lei ha ritenuto di rispondere ufficialmente di non essere contrario alla produzione di energia elettrica, con altri metodi tecnologici. Era all’eolico, al solare e al fotovoltaico, al geotermico, tutte possibilità offerte generosamente dalla nostra terra, che si stava riferendo? Mi auguro di si.
Non si stava riferendo al metodo più dannoso, antieconomico e assurdo di produrre energia, costituito dalle varie forme di incenerimento dei rifiuti?
Se Berlusconi intenderà imporre ciò che è accaduto in Campania, troverà un fronte deciso di no. Abbiamo la legge approvata e il buon senso, dalla nostra parte. Anche questo Lei lo sa pure.
Ed io so che se, con un vero colpo di stato, si militarizzerà il territorio siciliano sotto l’egida della protezione civile (che paradosso), io sarò fra quelli che prenderà le manganellate sulla testa. E non le prenderò solo per i miei figli, ma anche per i Suoi, Pregiatissimo Presidente.
La mia delusione consiste nel pensare che dovrò attendere ancora molto prima di vedere questa terra amata e ricca di munificenze, come lo fu ai tempi dello Stupor Mundi, di quel Federico II di Svevia, che ebbe il coraggio di mettersi contro il potere papale.
Sono certa, signor Presidente, che Lei rifletterà e si renderà conto che ha ancora la possibilità di evitare di essere ricordato come uno dei tanti presidenti che questa terra ha dovuto subire.
Donatella Costa, Rifiuti Zero Palermo
venerdì 14 maggio 2010
Sicilia: La nuova stagione dei veleni di Palermo
Di Pietro Orsatti
Ha riaperto il teatro dei pupi. Ma il puparo chi è? In Sicilia si sta verificando una serie di eventi politici e giudiziari che ci proiettano al clima di alcuni decenni fa, alle stagioni dei veleni che travolsero procure, giunte regionali e comunali, apparati dello Stato negli anni a cavallo della stagione stragista.
Partiamo dalla non notizia, dal trappolone in cui è caduto il quotidiano La Repubblica. Come è stato possibile che giornalisti esperti e il principale quotidiano italiano siano caduti in un errore clamoroso come dare per buona una notizia, poi rivelatasi falsa, come la richiesta di arresto del governatore Raffaele Lombardo? E chi ha preparato questa polpetta avvelenata? E perché? Ovviamente dare una risposta a queste domande è, ora, impossibile. Di sicuro c’è stata una fonte, ritenuta credibile, che ha fornito un’indiscrezione dall’interno del palazzo di giustizia di Catania. Una fonte crediamo autorevole, probabilmente la stessa che aveva già dato la notizia un mese fa, sempre ai giornalisti di Repubblica, del dossier elaborato dai Ros dei Carabinieri che indicavano le presunte relazione di Lombardo, di suo fratello parlamentare e di un cospicuo numero di politici locali con alcuni esponenti della criminalità organizzata. Chi abbia armato la mano della fonte di cotanta bufala è per ora un mistero, ma se andiamo a vedere i risultati diretti del non scoop di Repubblica ci accorgiamo che non solo Raffaele Lombardo esce rafforzato dalla vicenda, ma che di conseguenza si rafforzano anche la componente finiana del Pdl e il Pd siciliano che ora sostengono il governo della Regione. Un po’ meno Miccichè nonostante anche lui appoggi l’inventore del Mpa. La sua vicinanza a Dell’Utri pesa troppo in questa fase, come pesa la guerra in corso all’interno del Pdl siciliano con l’area che fa riferimento a Schifani e Alfano. Quindi, se la fuga di notizie (o meglio di non notizie) voleva colpire Raffaele Lombardo il risultato finale è stato l’opposto. Di caduti, però, ce ne sono stati e parecchi, come ha scritto nei giorni scorsi Sebastiano Gulisano proprio in queste pagine. Dai due giornalisti e dal loro giornale alla procura di Catania dopo che è emersa la spaccatura interna e i conflitti fra procuratore e suoi pm, dall’informazione in generale a quella non dichiarata alleanza fra la vecchia Udc di Cuffaro e l’area Schifani del Pdl. E fin qui può bastare.
Ma è davvero tutto qui? Tutto si risolve in questa vicenda di “bufale”, mala informazione, soffiate pilotate? Oppure l’obiettivo vero è un altro? Per esempio Palermo. Si, Palermo, i suoi palazzi dei veleni, i poteri mai risolti o quantomeno svelati, le inchieste sulla stagione delle stragi, sugli intrecci fra politica e affari e mafia, sulla trattativa fra pezzi dello Stato e Cosa nostra e sugli equilibri innominabili che quella trattativa avrebbe creato. Non solo quindi il palazzo della Regione, le stanze dei poteri e degli affari impronunciabili su sanità, rifiuti, appalti. Il can can delle bufale e mezze bufale su Raffaele Lombardo, potentissimo catanese salito al trono dell’Ars potrebbe essere solo una battaglia periferica, quasi una scaramuccia per scoprire le carte sul tavolo. Chi sta con chi e perché. Ma la guerra potrebbe essere per altro. Per Palermo.
Perché a Palermo da poco più di un anno l’aria è cambiata. E il primo segnale arrivò immediatamente, con la polpetta avvelenata nel gennaio del 2009 diretta al procuratore Messineo. Quella fuga di notizie (anche qui con protagonista La Repubblica) sul presunto coinvolgimento in mezze storie di mafia di un parente acquisito del procuratore era solo l’inizio, il primo avviso di una guerra che si sta davvero iniziando a combattere in questi giorni.
martedì 11 maggio 2010
Sui rifiuti abbiamo fatto saltare affari miliardari per la mafia
Le azioni del Governo che presiedo e dell’Assemblea Legislativa Regionale, seguite alla Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 18 luglio 2007, che bocciava la gara dei termovalorizzatori, meritano di essere riconsiderate.
Così l’abolizione dell’Agenzia dei Rifiuti votata a scrutinio segreto dall’A.R.S. a fine 2008. E la delibera di Giunta dell’aprile 2009 in cui si disponeva che “il possibile subentro dell’Amministrazione regionale ai raggruppamenti affidatari non comportasse l’automatico riconoscimento dei danni per oltre 300 milioni da loro pretesi”.
La nuova Legge e il nuovo Piano Rifiuti e forse ancor più la delibera che dispone il riesame della procedura di affidamento adottata il 18 marzo scorso e trasmessa alla Procura della Repubblica di Palermo il 22 marzo.
Se è vero che si trattava del più grosso “affare” del secolo, le cui dimensioni superano i 5 miliardi di euro; se è vero che certa “politica” e la mafia vi si sono incontrati e alleati.
Se è vero che il Governo che presiedo e la politica che lo sostiene lo hanno di fatto smantellato affidando le competenti valutazioni alla Magistratura; c’era e c’è da aspettarsi ogni tipo di reazione anche tra quelle che possono apparire inimmaginabili.
Se fosse vero, com’è vero, quanto precede, sarebbe quanto meno plausibile rileggere i fatti di questi ultimi mesi: composizione dei Governi, ridefinizione delle maggioranze, divaricazioni nei Partiti, prese di posizione, minacce ed aggressioni mediatiche e non solo.
Ne ero consapevole quando nel dicembre scorso previdi e lo dichiarai in Aula, che contro di me sarebbe stato scatenato un attacco politico, quindi un attacco mediatico giudiziario, senza nulla, infine, escludere.
Ecco perché ho chiesto di anticipare a stasera la comparizione dinanzi alla Procura di Palermo in qualità di persona informata dei fatti. Per assicurare pieno e incondizionato, il doveroso contributo all’accertamento della verità.
Forse, senza neppure accorgecene, siamo entrati in un gioco più grande di noi.
Quel che conta è che i siciliani possano vivere, costi quel che costi, la stagione dell’affrancamento dai mille sfruttamenti e imboccare la via dello sviluppo.
Raffaele Lombardo
Raffaele Lombardo
150° dello sbarco. Lombardo snobba Marsala, Salemi, Schifani e La Russa
maggio 2010| Invia l'articolo | Stampa |
Lombardo non partecipa alla manifestazione marsalese e, anche se non è stato ufficialmente comunicato, c’è da supporre che questa defezione sia stata dettata dalla necessità di far “evidenziare” , in un momento di euforia garibaldina, il proprio dissenso alla storiografica ufficiale “dogma” falso e costruito con l’assistenza di quanti, per mero interesse, si sono prestati a scrivere menzogne e falsità.
Un atto politico che ogni siciliano dovrebbe apprezzare al di là di ogni considerazione sulla situazione politica regionale, perché Lombardo, a differenza di tanti politici pseudo sicilianisti, questa volta ha agito da “Siciliano” e coerente con i suoi doveri istituzionali imposti dallo stato italiano, ha presentato a Napolitano il benvenuto in terra di Sicilia senza partecipare al teatro che tanti politici, desiderosi di visibilità, hanno messo su per il presidente italiano.
Insomma, un bon ton istituzionale, niente più, messo in atto in territorio neutro così da poter “eludere” , fatto non secondario politicamente, il contatto ravvicinato con il Ministro della Difesa La Russa e il presidente del Senato, Schifani.
Il monumento era stato eretto all’altezza della banchina curvilinea, luogo che gli storiografi ufficiali hanno individuato come area dello sbarco.
Ebbene, poiché da 5 anni la banchina curvilinea è abbandonata a se stessa, l’amministrazione ha coperto le vergogne con dei drappi pensato bene di spostare la base del monumento che reca il cippo con le iscrizioni, e
piazzarlo, per comodità del presidente italiano, proprio al centro della grande banchina utilizzata dalle navi passeggeri e che nel 1860 non esisteva neanche, e coperto con drappi colorati la “vergognosa situazione della banchina”.
A Marsala, Napolitano ha visto solo una zona della città “truccata” e falsa. La realtà è quella che anche oggi si è vista in tutta la città non interessata dalla visita. Ma questa Marsala è impresentabile e quindi “è stata opportunamente” tenuta fuori dal salotto truccato …
Se solo avesse percorso 50 metri da Palazzo VII Aprile, avrebbe potuto
vedere parte della città vera e non falsa. I gabinetti pubblici, puzzolenti e malandati, erano proprio vicino a lui.
E la stazione ferrovia non è stata da meno. Per l’occasione è stata “truccata” e profumata e sono stati ridipinti i cartelloni.
A conti fatti, questo teatro risorgimentale, costerà alle casse cittadine molto
di più dei 350 mila euro di cui tanto si parla. E’ probabile che il costo finale sarà oltre 700 mila euro. In compenso l’ipocrisia di stato è andata in onda.
Anche questa è sana amministrazione.
Michele Santoro
Lega Nord: «Il call center resti in Lombardia No al call center del centro siciliano di Paternò»
MILANO - In merito ai call center della sanità lombarda, è intervenuto il capogruppo regionale della Lega Nord, Stefano Galli.
"Sono assolutamente contrario – afferma Galli – al trasferimento di tutta l'attività dei call center di prenotazione sanitaria al di fuori dei confini regionali. La Lega Nord esprime la propria contrarietà al raddoppio del call center di Paternò in Sicilia con la conseguente chiusura di tutti i centri di prenotazione situati in Lombardia e la perdita del posto di lavoro di centinaia di lombardi. Si tratta di una questione che avevamo sollevato già nella scorsa legislatura, ma ora, grazie anche alla maggior fiducia accordataci dagli elettori, deve essere chiaro che certe "porcate", per dirla alla Calderoli, non verranno più tollerate. Basta con le marchette ai soliti noti. Le attività di Regione Lombardia, call center compresi, devono rimanere sul nostro territorio e creare posti di lavoro per i lombardi. Se vogliamo mantenere l'eccellenza – continua Galli – che sta tanto a cuore a Lega e PDL, i call center di prenotazione sanitaria devono restare in Lombardia, pena iniziative drastiche a livello politico da parte del gruppo Lega Nord in Regione".
lunedì 10 maggio 2010
Sicilia, Paternò - IL PHARAONE E' NUDO
A FURIA DI CIUCCIARE GLI SI SON RISTRETTE LE POCHE "PALLE" CHE AVEVA
( per questo post tutti i commenti saranno sottoposti al vaglio della censura)
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Un anno fa avevamo pubblicato questa vignetta che aveva suscitato tanta reazione, perfino una audizione presso Sua Maestà affinché intercedesse e facesse smorzare la satira che tanto fastidio suscitava.
Adesso con questa anteprima criptica iniziamo la campagna di primavera.
La nostra tribù disotterra l'ascia di guerra ci dipingiamo in viso i colori della battaglia, usciamo dalla riserva indiana ......... e chi ha più filo da tessere .... TESSA, accussì finisci sta farsa.
sabato 8 maggio 2010
giovedì 6 maggio 2010
Sicilia, Il PdL ed i suoi servi
"Apprendo dai media di un incontro nelle prossime ore tra me, alcuni esponenti cosiddetti lealisti e il Presidente Silvio Berlusconi. Bene, me ne rallegro! Solo che hanno dimenticato di avvisarmi. Ma in fondo, che volete che sia? Capisco che possa da taluni essere considerato un dettaglio informarmi di una riunione, cui si dà per certo la mia stessa presenza. Pazienza, me ne farò una ragione. Per fortuna, ci sono le televisioni e i tg a tenermi l’agenda e ad informarmi dei miei impegni.
Però, mi domando: qualcuno ha avvisato il Presidente? O forse gli si vuol fare una bella improvvisata, stile siculo, guantiera di dolci e bottiglia di vino in mano? Magari, perchè no, andare sotto Palazzo Grazioli, citofonare e dire: “Presidente, ci apra, siamo noi, quelli del Pdl siciliano, Sicilia, noi, quelli leali ribelli, lealisti sleali…insomma siamo noi, ci apra”. Ma si, proprio una bella improvvisata! Non vorrei, però, che sia un pò troppo per il Presidente, impegnato, com’è, a risolvere questioni nazionali ed internazionali della massima importanza. A pensarci bene, almeno lui, è meglio che lo avvisino.
Oppure, non sarà mica una specie di sketch, mandato in onda dal tg regionale? Qualcosa mi riporta alla mente una gag dei nostri bravissimi Ficarra e Picone: chiederò a Staffsud di cercarla e metterla on line, così ci facciamo altre due belle risate. Alla prossima".
Gianfranco Micciché
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Proprio così, c'è da farsi veramente due belle risate. La farsa che ci propinano quotidianamente quelli del PdL cosiddetto lealista che affamati ed assetati (questo mi ha affermato un loro deputato regionale) non ci stanno più con la testa e guardano Lombardo come quello che prima gli ha tagliato i viveri e poi tolto lo sgabello da sotto il culo.
Hanno un atteggiamento acido, anzi, hanno molta acidità che gli perfora lo stomaco, non riescono più a vivere tranquilli, ed ogni giorno fanno esternazioni, che definirei sfoghi, lai, direbbe padre Dante.
Soprattutto Castiglione, il Presidente delle Provincia di Catania, tutti i giorni a lamentarsi.
Traditori, farabutti, scorretti, questi i temi giornalieri .... voleva farlo proprio lui il Presidente della Regione, e Micciché a prenderlo per il culo ... come avrete di certo letto sopra.
Adesso si rivolge al proprio dante causa, il ministro Alfano, come quei scolaretti che adiscono il maestro per qualche torto subito in classe.
Gli brucia proprio il fatto che nonostante il proprio arroccamento e l'opposizione decisa, le leggi in Parlamento passano e la finanziaria regionale che avrebbe dovuto essere il day-after è stato invece il trionfo di chi vuole governare la Sicilia ed andare avanti a prescindere dalle formulette partitiche.
Il tutto mentre Berlusconi se ne fotte e sta a guardare, tanto.............
Ai poveracci, non bastano nemmeno i gastroprotettori (per loro), e si abbarbicano su ogni cosa che emerge, ogni pelo gli pare una trave, e giù querele (a Lombardo) per avere detto in Parlamento ed in "mondovisione" ciò che tutti sapevano per averlo letto sulla stampa periodica e su atti riservati (ma che dalle nostre parti di riservato non vi è nulla), facendo a nostro avviso un autogol per più motivi, non ultimi quelli di fare riparlare, con documentazione alla mano stavolta e con dovizia di particolari inediti, di una vicenda dolorosa per la comunità che vi è coinvolta, Paternò in questo caso, trascinata nella melma non da chi ne ha parlato pubblicamente (Lombardo) bensì da chi l'ha usata in modo malverso (il PdL locale e non). Non ha certo colpe il cronista ma l'autore del misfatto, mi pare.
Ed io che sbaglindo li avevo definiti camerieri di un solo padrone, LUI, non è così, questi sono servi perché non hanno nemmeno la dignità professionale che hanno i camerieri, i quali vengono pagati e ai quali si porta rispetto all'interno di regole contrattuali ma loro non sono in questa condizione, sono SERVI.
Continuate nell'avversione nei confronti di una storia che vi travolgerà, quella della rivoluzione democratica di una Sicilia che ha bisogno del riscatto definitivo, non asservita a nessun servo del padrone romano.
Noi rimaniamo all'interno della riserva indiana ad osservare il vostro fallimento, ridendo di voi, anche, e non solo, per come vi tratta Gianfranco Micciché, senza nessun freno inibitorio, con schiettezza e chiarezza, vi conosce molto, molto bene ... ma io ancor meglio !!!
martedì 4 maggio 2010
mercoledì 28 aprile 2010
L'ASCARISMO CONTRO LA SICILIA

Dal BLOG di Gianfranco Micciché:
La notiziache che alcuni parlamentari siciliani, cosiddetti "lealisti", hanno presentato al Ministro Tremonti un'interpellanza urgente (dai contenutivolutamente allarmistici e tendenziosi),tecnicamente per sapere se la Regione Siciliana abbia rispettato nel 2009 il patto di stabilità, praticamente per tentare ancora una volta di mettere il bastone tra le ruote al governo regionale, mi ha colto un pò di sorpresa, rispetto agli appelli degli ultimi giorni, invocanti il dialogo e l'unità.
Se queste sono le premesse del dialogo e dell'unità, credo proprio che non si vada da nessuna parte! Su che cosa dovrebbe vertere il dialogo? Sul modo in cui far cadere l'inviso governatore catanese? Sulla strategia da mettere in atto per sovvertire la volontà dei siciliani e portarli di nuovo alle urne o, peggio ancora, costringerli a un governo di Sinistra? Su che cosa vogliono costruire l'unità? Su azioni pseudo politiche, come quest'ultima, volte non ad indirizzare e determinare la politicaregionale (come dovrebbe convenirsi al maggior partito della coalizione), bensì a sopprimere il nemico? Su una cruenta guerra di potere, che rischia di lasciare sul campo milioni di vittime siciliane?
Invocare strumentalmente l'intervento del Ministro Tremontimi pare l'azione meno costruttiva e meno elegante che questi deputati potessero compiere: meno costruttiva per la nostra terra, che ha bisogno, oggi, di un bilancio che rimanga fuori dall'agone di una sterile politica-litigiosa e consenta concretamente alla Regione diproseguire nell'opera di risanamento delle finanze, dopo sessant'anni di sprechi e scelte scriteriate; meno elegante, perchè equivale all'ennesimo tentativo di consegnare a squallide logiche ascariste l'immagine e il destino della Sicilia.
E' una storia che si ripete! Vendersi agli altri, per svendere la propria gente, al prezzo modico di una presidenza o di un ministero o di chissà che cosa. Un film già visto altre volte, un remake proiettato in tutte le sale dell'Isola; e i siciliani qui, a fare, malgrado loro, da spettatori e a pagare il biglietto ... altro che se lo pagano!
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Dopo il disegno di legge costituzionale sulla sfiducia al presidente della regione, ora questa ennesima porcata. Scrivevo un paio di post fa, che la scelta è tra il farsi cacciare o il mandarli a quel paese. Berlusconi propabilmente cercherà di mantenere tutti nello stesso ovile, e dal suo punto di vista ci può stare. Ma guardiamo la realtà: Come si può pensare di continuare a fare politica con questa banda di masnadieri, che graziati dal bacio di re Silvio, continuano a perpetrare danni a quest’isola, pur di rimanere abbarbicati ad una sedia romana, che occupano in maniera indegna. e siccome dire alcuni è generico mi facio carico di scrivere i nomi degli Ascari in questione:
PAGANO ALESSANDRO – primo firmatario
FONTANA VINCENZO ANTONIO
MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA
GIBIINO VINCENZO
GERMANA’ ANTONINO SALVATORE
TORRISI SALVATORE
GAROFALO VINCENZO
PALUMBO GIUSEPPE
GIAMMANCO GABRIELLA
a questi si aggiungono altri 25 parlamentari di altre regioni, che firmano per spirito di corpo senza magari leggere quello che firmano.
Non vi è dubbio che Pagano, conosce bene gli artifizi contabili di cui parla, considerato che da Assessore regionale al Bilancio ne ha sicuramente autorizzati alcuni, ivi compresi quelli di cui parla. Sulla questione del fondo di quiescenza, se avessero avuto la pazienza di attendere la formulazione dei documenti di bilancio e la finanziaria per il 2010 avrebbero trovato le risposte cercate. Il che dimostra che sono in malafede e votati a fare danno. l’interpellanza è del 13 aprile e annunciata il 21 in aula.
Che altro dire? UNA VERGOGNA contro il POPOLO SICILIANO
venerdì 23 aprile 2010
Il Partito del Sud sempre più indispensabile
“Oggi, più che mai, è indispensabile che ci sia un Partito del Sud“. Questa la conseguenza che trae Raffaele Lombardo dalla lite tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, avvenuta ieri durante la direzionale nazionale del Pdl.
Infatti, avendo “Fini posto anche il tema dell’appiattimento del Pdl rispetto alla Lega e alle sue politiche”, ciò dovrebbe portare lo spostamento del baricentro dell’azione del governo verso il Mezzogiorno.
In quest’ambito s’inserisce il Partito del Sud, “unico strumento che serve a compensare lo strapotere obiettivo della Lega, che fa bene il suo mestiere per il Nord”, indispensabile “per equilibrare i due piatti della bilancia”.
martedì 20 aprile 2010
Sicilia, Paternò - L’avvocato di Lombardo: “Mai detto che Torrisi è colluso con la mafia”
“Con molta sofferenza intendo esprimere il mio disappunto sul contenuto diffamatorio nei miei confronti dell’intervento del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo”. Lo afferma Salvatore Torrisi – deputato del Pdl e componente della commissione Antimafia – in una lettera inviata oggi al presidente dell’Ars, Francesco Cascio e al presidente dell’Antimafia, Giuseppe Pisanu. Torrisi fa riferimento alle dichiarazioni rese all’Ars dal governatore siciliano lo scorso 13 aprile e annuncia che si rivolgerà alla magistratura. “Non comprendo affatto – spiega Torrisi – la ragione per la quale egli mi abbia indicato, offendendo gravemente la mia onorabilità. Mi riferisco al passaggio in cui per il solo motivo di avere trattenuto rapporti d’ordine politico con un certo Frisenna (già consigliere e assessore al Comune di Paternò) dovrei essere considerato contiguo alle sue private e dubbie frequentazioni con ambienti mafiosi. Chiarisco e sottolineo che non appartengo né a certe ‘menti raffinate’ né, tanto meno, sono politicamente tanto potente. Dunque, ritengo altamente lesivo verso la mia persona e la mia immagine – sia politica che morale – tali dichiarazioni”. “Pertanto – si legge nella missiva – contro le diffamazioni del presidente Lombardo non ho altra scelta che rivolgermi alla magistratura”.
“I riferimenti all’onorevole Salvo Torrisi citate nel suo intervento in aula dal presidente Raffaele Lombardo, erano riferite a contenuti testuali di intercettazioni con l’esponente di Forza Italia Carmelo Frisenna, peraltro abbastanza note anche perché pubblicate da un periodico locale a Catania”. Lo afferma l’avvocato Carmelo Galati, in qualità di legale del presidente della Regione Siciliana. “Nella fattispecie, come si può evincere chiaramente dal resoconto stenografico – osserva il legale – il presidente Lombardo si è limitato a ricordarne l’esistenza senza fare alcun riferimento, né diretto né indiretto, a presunte collusioni con ambienti mafiosi dell’onorevole Torrisi”.
“I riferimenti all’onorevole Salvo Torrisi citate nel suo intervento in aula dal presidente Raffaele Lombardo, erano riferite a contenuti testuali di intercettazioni con l’esponente di Forza Italia Carmelo Frisenna, peraltro abbastanza note anche perché pubblicate da un periodico locale a Catania”. Lo afferma l’avvocato Carmelo Galati, in qualità di legale del presidente della Regione Siciliana. “Nella fattispecie, come si può evincere chiaramente dal resoconto stenografico – osserva il legale – il presidente Lombardo si è limitato a ricordarne l’esistenza senza fare alcun riferimento, né diretto né indiretto, a presunte collusioni con ambienti mafiosi dell’onorevole Torrisi”.
domenica 18 aprile 2010
Sicilia, Raffaele Lombardo e Paternò Caput Mundi
Noi non ci siamo meravigliati. Da più di un anno i media scrivono le stesse cose che il Presidente Lombardo ha detto martedì scorso al Parlamento Siciliano. Certo la platea è stata diversa, tutta Europa ha ascoltato. Certo l’autorevolezza del Presidente della Regione fa assumere alle notizie un peso specifico diverso. Ma i temi sempre gli stessi, Paternò, e questo non può smentirlo nessuno, da tempo definita da noi crocevia della politica provinciale ed oltre, CAPUT MUNDI .
Abbiamo scritto fiumi di parole su questa ridente ( sic ! ) cittadina alle falde dell’Etna, abbiamo stigmatizzato l’azione politico-amministrativa a volte facendo le pulci agli atti amministrativi e criticato aspramente l’azione dell’amministrazione comunale. Non è successo nulla. Ci guardano con superiore supponenza. E a parte qualche macchina data alle fiamme, qualche minaccia di morte, qualche anonimo volantino di insulti ( ma l’anonimo è stato beccato per stupidaggine ), il nulla. Nessun risultato da parte degli inquirenti e soprattutto nessuna reazione dei cittadini, nessuna replica dell’opposizione ( qualora ce ne fosse alcuna ), solo l’assoluto asservimento intellettuale … di tutti, per timore o per amore, o forse per interesse.
Adesso questa sedicente classe dirigente paternese, dopo l’esposizione dei fatti da parte di Lombardo, reagisce, come se queste cose non le sapesse meglio di lui, e reagisce cercando di trascinare l’opinione pubblica sullo sdegno in una difesa della città, non hanno altri argomenti.
“Paternò non è Corleone” – dicono – “non si può criminalizzare una comunità”. Ma nessuno potrebbe lontanamente paragonare Paternò a Corleone, lo spessore era o è diverso, nella cittadina etnea vi sono solamente aborti. Aborti di criminalità organizzata (nel senso che ci tentano ma non ci riescono nemmeno), aborti politici, aborti imprenditoriali ed aborti sociali.
E poi di certo Lombardo non credo abbia voluto criminalizzare genericamente la città di Paternò.
E poi di certo Lombardo non credo abbia voluto criminalizzare genericamente la città di Paternò.
Una città sventurata, caro Presidente, ove altri e non Lombardo vengono a mietere consensi consistenti, costituiscono lobby di potere, la usano per fini diversi e personali senza nessun vantaggio per la stessa comunità, dove i cittadini si abbrutiscono sempre più.
Ma di ciò il POPOLO non si indigna !!!
Consenso drogato per perpetuare il potere personale di questa classe dirigente (quello citato da Lombardo è solo la punta dell’iceberg), gestione disinvolta e particolare del territorio, esercizio della malamministrazione del settore dei servizi sociali.
Siamo noiosi e ripetitivi, lo sappiamo bene, ma qui, qualunque cosa succeda (ma non succede mai nulla) la musica è sempre la stessa.
Dei terreni del Termovalorizzatore se ne stanno occupando gli inquirenti, della gestione dell’urbanistica ce ne occuperemo più avanti, ma come spesso ci capita vorremmo riparlare oggi della annosa “questio” Servizi Sociali.
Si, ancora una volta, ma che volete, ce ne danno motivo.
I Fatti: qualche settimana fa abbiamo appreso dalla stampa una denuncia pubblica di un sindacalista (sempre lo stesso per la verità ) che diffidava l’amministrazione a voler iniziare senza ulteriori indugi il servizio di assistenza domiciliare agli anziani, giacchè per contratto lo stesso avrebbe dovuto iniziare entro dieci giorni, ma ahimé erano passati già un paio di mesi e non si capiva come mai la società che si era aggiudicata la gara, per sorteggio, non si era ancora presentata provocando l’interruzione del servizio. E l’amministrazione anziché revocare l’aggiudicazione e scorrere la graduatoria, così come avrebbe dovuto fare ha aspettato sine die la Cooperativa Azione Sociale di Caccamo.
A quel che registriamo, che emerge, che ci riferiscono soprattutto, un motivo serio ci sarà.
La Cooperativa AZIONE SOCIALE Soc. Coop. Sociale a.r.l. ONLUS, il cui presidente risulta essere Luigi Baratta, è una società qualificata, almeno da ciò che affiora dal sito della cooperativa stessa, quindi sarà stato questo il motivo di tanta attesa?
Ci dicono però le malelingue che nelle more dell’assunzione dell’incarico e a seguito delle pressioni sindacali e della stampa una serie spasmodica di telefonate partivano dall’utenza telefonica dell’assessore ( così ci dicono) verso il numero del segretario particolare di un importante uomo politico catanese, del PdL ( ci dicono ), ma la verifica di tutto ciò è di una semplicità indiscutibile, basterebbe che gli inquirenti controllassero le utenze in questione, anche solo i tabulati, ed ecco che ciò che ci sussurrano (ma noi non sappiamo se credere a questa grossa dabbenaggine) assumerebbe certezza e concretezza.
Delle domande ci sorgono tout court:
1. - Perché l’amministratore in questione, anziché revocare la gara per inadempienza sui tempi, telefona per sollecitare la cooperativa a prendere servizio?

3. -Cosa centrerebbe quest’ultimo e cosa ha a che fare con una cooperativa di Caccamo?
Tante voci si rincorrono, forse la cooperativa non aveva ancora la centrale operativa prevista per bando e per la quale era stato dato un punteggio?
E la sede sociale attesa dove e come è stata individuata? Chi è la responsabile locale nominata per lo svolgimento del servizio e come è stata scelta?
E la sede sociale attesa dove e come è stata individuata? Chi è la responsabile locale nominata per lo svolgimento del servizio e come è stata scelta?
Sarebbe a questo punto interessante una replica dell’assessore Cancelliere, che smentisca tali notizie di corridoio. Restiamo quindi in attesa di questo e dei riscontri oggettivi da parte degli inquirenti su tutti i pettegolezzi che ci hanno raccontato, sulle telefonate impertinenti e non pertinenti, se non altro, per fugare il sentore della poca trasparenza dell’azione amministrativa del Comune di Paternò. Ovvero questi hanno la patante di onorabilità permanente, come ha dichiarato qualcuno, e non possono essere “mascariati “ in alcun modo?
Guardatevi la propria gobba (ce l’hanno..... ce l'hanno) prima di guardare quella degli altri.
Noi di notizie ne abbiamo un archivio intero e non vorremmo pubblicarle tutte, anche perché non basterebbero secoli ad una al giorno e ci toglierebbe tutto il tempo per il nostro lavoro … anche se toglie il malaffare di torno.
Ah!!! Dimenticavamo la ghigliottina .... a noi tanto cara
sabato 10 aprile 2010
Sicilia, Lombardo e l'inchiesta. Chi gioca al tavolo della politica?
Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, stamani è stato sentito dai magistrati della procura di Catania. Durante l'incontro il presidente Lombardo, che non si e' avvalso dell'assistenza di legali, ha chiarito la sua 'assoluta estraneita' alle propalazioni contenute negli articoli di stampa oggetto della fuga di notizie'
"Ho trovato magistrati attenti e disponibili - ha spiegato Lombardo - a cui ho riferito tutte le circostanze utili alle verifiche in corso. Ho fornito altresi' elementi precisi e circostanziati a cominciare dalle farneticanti accuse del sig. Avola, che non ho mai conosciuto, affermazioni che mi vedono parte offesa per il reato di calunnia che contestero' a qualsivoglia altro soggetto mi dovesse chiamare in causa impropriamente".
"Ai magistrati - ha continuato Lombardo - ho fornito, altresi', elementi specifici che si pongono come una plausibile chiave di lettura della vicenda nella quale sono indebitamente coinvolto e di cui rendero' conto pubblicamente, perche' ciascuno possa farsi un proprio autonomo convincimento. Ho avuto modo di confutare nel merito gli addebiti contenuti in notizie di stampa, in quanto durante la mia azione politica e in tutta la mia vita ho sempre contrastato l'illegalita', e quella mafiosa in particolare e gli interessi ad essa sottesi, come peraltro dimostrano incontrovertibilmente le mie azioni di presidente della Regione Siciliana. Infine - ha concluso il presidente Lombardo - ho ribadito ai magistrati la mia piena e totale disponibilità, qualora ne ravvisino l'opportunita', a fornire ogni ulteriore elemento utile alla loro azione".
Il procuratore ha sottolineato che il presidente della Regione Siciliana "ha ribadito la sua assoluta estraenità a qualsiasi contaminazione riconducibile a rapporti con esponenti mafiosi". "Ha illustrato in particolare - ha concluso il procuratore D'Agata - le scelte e le iniziative antimafia che con rigore sono state assunte dal governo regionale fin dall'insediamento del governatore Lombardo".
E proprio sulle riforme del Governo Lombardo sapremo nei prossimi giorni i retroscena coperti, quelli che hanno portato il Governatore a dire basta alla realizzazione di mega-interessi oscuri a danno del popolo siciliano.
Sanità, Eolico, Formazione, sono tre questioni oggetto di riforma che Lombardo ha sensatamente affrontato e sui quali si è frantumata la coalizione. Proprio così. Nei mesi scorsi avevamo affermato che le contestazioni sul Governo Lombardo non sono solo politiche, bensì attengono agli interessi che esso vanifica e portano ad uno scontro senza precedenti, di avversione personale nei confronti di colui il quale, per la prima volta nella storia siciliana, ha spazzato via i coacervi oscuri della macchina regionale, continuando imperterrito sulla strada delle riforme radicali malgrado tutto.
Non abbiamo dimenticato i Termovalorizzatori. Abbiamo solamente lasciato per ultima la questione più importante.
Da mesi oramai gli inquirenti scavano sulla faccenda, ed alcune indiscrezioni sostengono che siano arrivati a scoperchiare fatti che coinvolgerebbero non solo vertici del precedente establishment regionale (politici e funzionari della passata amministrazione)ma soprattutto personaggi politici e non, amministratori locali di Catania e provincia, mettendo alla luce fatti nuovi quanto gravi ed intrecci che accomunano loschi figuri ad insospettabili notabili della politica.
Forse proprio per questo qualcuno di essi, approfittando delle posizioni di potere ricoperte, ha fatto in modo che venissero pubblicate, con tanto e tale clamore, le notizie, certamente enfatizzate, dei rapporti segretati apparse qualche settimana fa sul quotidiano “La Repubblica”?
Nessuno aveva interesse a farlo se non questi.
Distrarre la pubblica opinione e fuorviarla, bruciare le strategie degli inquirenti e spostare l’asse verso Lombardo che aveva fatto saltare l’affare spazzatura?
E’ un’ipotesi poco peregrina atteso che ci troviamo in una terra dove i giocatori seduti al tavolo della pubblica amministrazione non sono solamente i politici, dove la controinformazione è asservita a questi poteri forti che da sempre hanno dominato l’isola, che è arretrata sempre più, poteri che Lombardo cerca con ogni mezzo di lottare, pagando anche questi prezzi, nella speranza di non pagare quello più alto.
Queste sono certamente riflessioni poco innocenti. Noi di “pelo antico”, che sappiamo leggere oltre ciò che appare, cerchiamo di non fare solo scarna cronaca giornalistica, ma entriamo dentro la notizia, rendendo trasparente ciò che si vuole offuscare, LA VERITA', anche pagando costi.
A PENSAR MALE SI FA PECCATO MA MOLTO SPESSO CI SI INDOVINA (Giulio Andreotti).
martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
LOMBARDO: “ABBIAMO COMBATTUTO LA MAFIA, COME NEI TERMOVALORIZZATORI”
Durissima presa di posizione del Presidente della Regione Raffaele Lombardo in merito alla notizia dell’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa. In una dichiarazione pubblica, Lombardo ha dichiarato: “replico a questa pattumiera di notizia di oggi dicendo molto chiaramente che si tratta di notizie paradossali fino ad essere ridicole, la cui matrice circa la diffusione –ne sono convinto anch’io- è politica. Io non ho mai avuto a che fare, trattato neppure indirettamente, con uomini della mafia, tanto più con questo signor Aiello o l’ altro che mi attribuiva le visite in un bar, si chiama Avola, con una macchina che non ho mai guidato, che non ho mai visto neppure come è fatta. Dico ancora che non solo io non ho fatto nessun affare con i boss, ma io non faccio affari da mille euro a un miliardo di euro con chicchessia, boss o imprenditori limpidissimi. Alla Regione gli affari sono banditi per quanto riguarda me e per quanto riguarda il mio ruolo. Dico ancora che concretamente noi abbiamo combattuto la mafia e i suoi affari, dall’energia fino ai termovalorizzatori, dove la mafia è infilata fino ai capelli. E dico ancora che io mi rivolgerò e mi rivolgo alla magistratura, a cui ovviamente offro tutta la mia disponibilità e mi rivolgo anche alla magistratura e non ad altri, non evoco né complotti né congiure, perché mi querelo e mi costituisco parte civile contro chicchessia osi – pentito, collaboratore, quant’altro- dichiarare il contrario”. Il suo legale, avv. Carmelo Galati, ha precisato: “In questo momento noi abbiamo soltanto delle indiscrezioni giornalistiche. E’ stato confermato dal Procuratore della Repubblica di Catania dott. D’Agata, autorevolmente, che le notizie sono state propalate con motivazioni o comunque attraverso canali politici, non sappiamo se in atto vi sia un’indagine a carico del Presidente della Regione On. Lombardo, poiché non è pervenuto allo stesso nessun avviso di garanzia, quindi allo stato non siamo in condizione di poter stabilire nulla, si tratta solo di capire se nel prossimo futuro queste notizie, indiscrezioni, anticipate dai giornali, da un giornale in particolare, abbiano o possano avere effetti a danno del Presidente, il quale si tutelerà in tutte le sedi”. |
venerdì 26 marzo 2010
Sicilia, Paternò: Servizi Sociali - ZERO TITULI - parte terza
E siamo alla terza (ma non ultima) puntata dell'ultima grana dei servizi sociali di Paternò.
Chi non abbia seguito le prime tre puntate è pregato di rileggerle cercando in questo sito "ZERO TITULI" , avrete una cronistoria puntuale di ciò che è accaduto in quella che noi definiamo la cloaca maxima del Comune di Paternò, ci tediamo ancora una volta a farne il sunto, vorremmo andare avanti con le nostre valutazioni circa la condotta politica di soggetti del PdL locale che da anni gestiscono questo settore importante per le fasce deboli, per quei cittadini che hanno più bisogno di assistenza pubblica di altri, ma che negli anni tante inchieste, provvedimenti giudiziari e processi hanno prodotto sottolineando la malaamministrazione, e che i vertici di quel partito, ancora, come sempre negli ultimi anni, difendono l'indifendibile anzicché qualificare gli interventi, e che adesso passano al contrattacco con la disinformazione mendace.
Abbiamo riportato sopra due articoli tratti dai quotidiani La Sicilia (quello a sinistra) del 25 marzo e del Giornale di Sicilia (quello a destra) del 23 marzo e li abbiamo anche letti, per scoprire che l'assessore al ramo cerca di arrabbattarsi per non affogare.
Ma Assessore come puoi fare certe affermazioni smentite da documenti ufficiali vuoi proprio mettere la mortadella avanti gli occhi dei cittadini per non fare vedere ciò che hai combinato, anche se in una tua dichiarazione su la Sicilia, ti discolpi, dando la colpa ai funzionari, dicendo che il politico (che saresti tu, ma noi abbiamo tanti dubbi in merito) da solamente gli indirizzi e che i funzionari fanno il resto.
Come sai perfettamente che la lettera del sindacato che denunziava le irregolarità è antecedente alla gara e cioè del 31 gennaio, è possibile che tu non l'hai proprio letta? Abbiamo dubbi, anche perchè avresti potuto bloccare la gara in qualsiasi caso.
Come certamente sei a conoscenza di ciò che ha scritto l'Ufficio Provinciale del Lavoro circa quali titoli occorrono per espletare la professione di assistenza igienico personale alla persona, abbiamo perfino pubblicato il documento su questo sito, lo abbiamo inviato agli organi tutori Regionali e Giudiziari che ti assicuro si attiveranno.
Affermi: "Se ci fosse qualche irregolarità perché non presentare prima un apposito ricorso anziché parlare adesso. La legge richiede come qualifica quella di operatore socio sanitario, mentre per il personale che non avrebbe tale titolo la normativa specifica che sono sufficienti almeno tre anni di esperienza nel settore». (Giornaledi Sicilia del 23.03.2010)
Me ti rendi conto di ciò che dici oppure è una difesa strenua di una posizione indifendibile. Della questione se n'é parlato sin da subito, ne è stata investita l'opinione pubblica, anche tu lo sapevi perchè hai letto la lettera, gli articoli, hai perfino stigmatizzato pubblicamente il comportamento del sindacalista (così ci riferiscono testimoni) e adesso mendacemente dici di saperlo solo ora? E poi quale sarebbe la normativa specifica in virtù della quale basterebbero tre anni di esperienza? Affermazioni risibili, che nascondono un nervosismo inusitato rispetto chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica in modo asettico senza preservare né sacche di privilegio alcuno né ALTRO.
Onorevole Torrisi, tu che hai la responsabilità politica più alta in questa città, non ti accorgi che le scelte che fai (O CHE HAI FATTO) non ti rendono, e se fino adesso non te ne sei accorto OGGI non hai più alibi, MANDALI A CASA, non solo non sono bravi politici ed ancor pessimi amministratori, ma non sanno nemmeno comunicare ovvero fare ammenda degli errori che commettono, dovrebbero andarsene per sempre e chiedere perdono alla Città.
Prima Gennaro (Leone) , poi Frisenna, adesso Cancelliere, ma non se ne può più.
Proporrei di chiamarli SERVIZI ASOCIALI, che ne dici?
Vi raccomando rileggetevi le altre due puntate per memoria ..... ZERO TITULI :-)
A BIENTOT
P.S. - Noi ci attiveremo presso la Regione per avere contezza e certezza di ciò che è accaduto e che accade.
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