
mercoledì 31 ottobre 2007
PRODI??? UNA BARZELLETTA

IL TERMOVALORIZZATORE A CATANIA

Si è fatta sempre più pressante la richiesta di realizzare uno dei quattro termovalorizzatori previsti a Catania, invece che a Paternò. L'Assessore Rotella, che ha compiuto un viaggio esplorativo a Brescia, al fine di verificare gli effetti dell'impianto di raccolta e smaltimento dei rifiuti di quella città, ha formalmente avanzato la proposta di realizzare a Catania una identica iniziativa. Che permetterebbe, tra l'altro, di non dovere trasportare i rifiuti urbani etnei fino a Paternò, realizzando una notevole diminuizione di costi. IL Sindaco Scapagnini si è recentemente dichiarato favorevole a questa ipotesi. Ci si augura che la Regione voglia ora farsi carico di questo progetto, che incontrerebbe, tra l'altro, il favore della città di Paternò, amministrazione e cittadinanza, poco disposta a ricevere nel proprio territorio anche i rifiuti della città di Messina, e a fare realizzare l'opera nella valle del Simeto. |
martedì 30 ottobre 2007

Due giorni di lavori a Giardini Naxos dedicati ad approfondire i temi della legalità e dello sviluppo nell'azione di governo ai vari livelli
Sei deputati nazionali, un senatore, 10 deputati regionali in Sicilia, tre assessori regionali, oltre 50 sindaci, 50 tra consiglieri e assessori provinciali, 800 consiglieri comunali e circa 40 presidenti di consigli comunali. Sono questi i numeri del Movimento per l'Autonomia siciliano: Leanza aprendo i lavori ha sottolineato "lo straordinario radicamento in appena due anni dalla sua fondazione del Mpa in Sicilia, una realtà assolutamente nuova dell'isola".
"Siamo presenti - ha ricordato - in tutti i 500 Comuni dell'isola e la nostra presenza è garanzia della salvaguardia dei cittadini siciliani, nel segno della legalità e del buon governo". Sulle future alleanze il segretario regionale del Mpa e vice presidente della Regione Siciliana ha ribadito che "saranno determinate non dagli schieramenti ma dai progetti reali e concreti in favore della Sicilia. Nessuno avrà sconti perché il Mpa non si alleerà mai con chi antepone gli interessi del partito a quelli della Sicilia". Per questo Leanza ha "stigmatizzato il comportamento dei parlamentari siciliani al Senato che hanno anteposto gli ordini di scuderia alle esigenze della Sicilia, come nel voto sul Ponte sullo Stretto".
Ai lavori a cui hanno dato il loro contributo, la studiosa del risorgimento italiano Angela Pelliciari che ha raccontato una storia "diversa" dell'Unità d'Italia, dello sbarco dei Mille e del Regno delle Due Sicilie e il professore Rosario Sapienza e numerosi rappresentanti istituzionali. Il leader del Movimento per l'Autonomia Raffaele Lombardo ha sottolineato invece l'importanza di sviluppare una presenza forte e diversa nelle istituzioni di una forza politica autonomista.
"Se noi pretendiamo dal governo nazionale -ha detto Lombardo - è anche giusto che la nostra classe dirigente sia anche intransigente e rigorosa nella gestione del governo locale. Siamo un partito di popolo che oltre ad avere l'ambizione di governare senza dovere rispondere a logiche superiori di partito abbiamo la pretesa di dire che è giunto il momento di riscrivere la storia della Sicilia e del Mezzogiorno che dall'Unità d'Italia in poi è stata fatta di torti subiti e di diritti negati".
L'eurodeputato ha ricordato che "da oltre sessanta anni viene violata la Carta Costituzionale nella parte relativa allo Statuto autonomistico rimasto in gran parte inattuato" e che "la politica energetica dovrà essere sempre quella convenienza e della sicurezza su rigassificatori, eolico e termovalorizzatori. Finora - ha detto Lombardo - abbiamo avuto solo uno sviluppo neocoloniale che dall'Unita d'Italia ci ha visti soccombere agli interessi forti dello stato nazionale. Ora questo deve finire perche ci siamo noi del Mpa che non consentiremo altri misfatti come quelli delle raffinerie".
Lombardo ha anche sottolineato "la coerenza della Lega che al Senato ha votato favorevolmente sul Ponte, frutto concreto dell'intesa alle ultime elezioni politiche con il Mpa". Infine il leader autonomista ha chiarito che il rapporto con "l'Udc siciliano è di alleanza e non di federazione" e ha rivelato che "deputati ed esponenti politici di altre regioni sono pronti ad aderire al Mpa".

On. Vito Scalia | | ||
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NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO! | |||
La ciambella avvelenata ce l'aveva confezionata quel simpaticone (si fa per dire!) di Di Liberto che, venuto in Sicilia e non ancora pago di avere fregato a Marinello il posto di deputato, aveva annunciato l'emendamento al decreto fiscale, con il quale si sarebbe provveduto allo "scioglimento" della Società dello Stretto. Si sarebbe così dovuto pagare 500 milioni di euro all'Impregilo, a titolo di penale, e si sarebbe pure fatto "un favore" a Francantonio Genovese, socio della Caronte, che gestisce le "carrette" private in quel braccio di mare. La notizia aveva soltanto allarmato i soliti. rompiscatole dell'MpA di Lombardo e allertato il.vituperato Presidente Cuffaro. Per il resto. tutti zitti! E mosca! Lo scioglimento della Società dello Stretto avrebbe significato il definitivo e "perenne" rifiuto del Ponte, la riduzione in cenere del progetto di massima e la severa. punizione di Prodi e dell'estrema sinistra nei confronti di una regione, i cui abitanti sono tanto "buzzurri ed ignoranti" da votare per il centrodestra. Con questi nobili sentimenti, la maggioranza di Governo si è apprestata a fare l'ennesimo regalo alla Sicilia!! Al Senato, però, le cose sono andate diversamente. Perché Di Pietro e i Senatori di Italia dei Valori, tutti tranne "l'acida" moglie di Dario Fo, hanno votato contro lo scioglimento, in uno con i Senatori di Rinnovamento liberale di Dini e, naturalmente, l'opposizione. E la ciambella è risultata cieca! Giustamente, il Senatore Giovanni Pistorio, dell'MpA, ha rivendicato la paternità di una battaglia, nel nome del buonsenso, della coerenza e dell'onestà politica. E Sicilia Domani, in questa occasione, esalta i valori dell'autonomia ed esprime la propria riconoscenza a Pistorio ed ai Senatori di Di Pietro e di Dini, che hanno sventato, con il loro gesto, un vile e proditorio attacco ad una Regione, la Sicilia, che rappresenta una insostituibile risorsa per tutto il Paese. |

Camera,Idv e Udeur votano con la Cdl
La proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sul G8 di Genova è stata bocciata in prima commissione della Camera. Con 22 voti contrari e 22 voti favorevoli la commissione non è riuscita ad affidare il mandato al relatore a riferire in aula. La Cdl, accorsa in massa a votare, ha salutato il risultato con un lungo applauso. Con l'opposizione hanno votato anche Idv e Udeur.
Nuova bufera nella maggioranza. Questa volta a non essere approvata alla Camera in sede di prima commissione, è stata la proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta sul G8 di Genova. La sinistra radicale insorge. "Un atto gravissimo, preferiscono insabbiare", dice Paolo Ferrero di Rc; secondo Paolo Cento deri Verdi, "dipietristi e mastelliani sono colpevoli di aver sabotato il programma dell'Unione".
Il ministro Mastella ironizza e commenta: "La commissione? Nel programma non l'ho vista". Caustico Di Pietro dell'Idv: "Volevano indagare solo sulla polizia, una giustizia a metà. Noi vogliamo una commissione che indaghi sia sui manifestanti che sugli abusi delle forze dell'ordine".
Positive, come era lecito supporre, le reazioni della Cdl. Maurizio Gasparri di An: "E' stata cancellata una irresponsabile iniziativa della sinistra per mettere sotto processo in Parlamento le forze dll'ordine. An si è impegnata particolarmente contro questa sciagurata ipotesi che dimostra come la sinistra non abbia a cuore la sicurezza, ma la difesa dei centri sociali e di altri gruppi di violenti.
Nonostante i tentativi di fare imbrogli durante le votazioni in commissione, la sinistra è stata sconfitta. I violenti del G8 vanno ricercati tra i gruppi di estremisti, non tra chi indossa la divisa".

Questa poesia di Trilussa, da cui Baglioni ha tratto una canzone, vale sempre la pena di ricordarsela.
Attualissima. È datata 1914.
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna :
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
Che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
Che se regge co’ le zeppe,
co’ le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili…
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.
Fa’ la ninna, cocco bello,
finché dura ‘sto macello:
fa’ la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So’ cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe’ quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
lunedì 29 ottobre 2007
BONDI: Noi interlocutori credibili dei cattolici

"Un uomo onesto politicamente e intellettualmente come Gerardo Bianco, verso il quale nutro una sincera e profonda ammirazione, ha ammesso (in una intervista rilasciata oggi al Quotidiano nazionale) che con il Partito democratico era inevitabile l’emarginazione dei cattolici e dei loro valori. È proprio cosi’, e noi di Forza Italia ci proponiamo di diventare sempre di piu’ interlocutori credibili di tutti quei cattolici che non intendono rinunciare a esercitare un ruolo nell’ambito politico al servizio del bene comune". Lo ha affermato Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia.
domenica 28 ottobre 2007

Di un traballante governo dc si disse che
era come il top di un bikini indossato da
una formosa ragazza: tutti si chiedevano
come facesse a stare su e tutti speravano che venisse
giù. Si potrebbe dire lo stesso di Prodi&co
se nel frattempo non si fosse diffuso il topless. Il
decreto collegato alla finanziaria è passato smentendo
le previsioni della vigilia. Così come sono
passate in cavalleria tante altre questioni che
sembravano esiziali per l’inquilino di Palazzo
Chigi. Brodino dopo brodino, il malato ha superato
le crisi senza spirare. Come mai? Ci aiutiamo
con una citazione di Jacques Bainville: “La
politica consiste essenzialmente nel prevedere.
L’esperienza è la sola tecnicità possibile della politica.
Non esiste una nuova politica. C’è la politica
e basta, fondata sull’esperienza storica, sulla
conoscenza degli uomini e dei popoli”. In parole
povere: Prodi conosce i suoi polli ed ha l’esperienza
sufficiente a tenere la barca a galla.
Non sono molti attualmente i politici in grado
di vantare la tecnicità prodista. E tocca aspettare
il “nuovo che avanza”. Oggi Veltroni sarà ufficialmente
investito della leadership del Pd. L’attesa
per quello che dirà (soprattutto sulla legge
elettorale) è grande. Al momento la parola d’ordine
è: silenzio, parla Walter. Probabilmente da
domani altre onde si abbatteranno sulla barca
governativa aggravando la già difficile situazione.
Le scommesse sono sul classico panettone:
chi lo mangerà a Natale? Nessuno, però, si azzarda
a fare previsioni. La confusione è grande ma
siamo sicuri che è anarchica? In occasione della
visita del Re sulla nave ammiraglia della flotta
borbonica, fu emanato un ordine di servizio che
prescriveva ai marinai che stavano a poppa di
correre a prua, a quelli sulla tolda di arrampicarsi
sulle sartie ed agli altri si scendere velocemente
dalle sartie. Il documento era intitolato “Facìte
ammuìna”. L’ammuìna (la confusione; per chi
non ha dimestichezza con la lingua napoletana)
era segno di attività dall’esterno vista come caotica
ma era il frutto di una tattica stabilita con sapiente
furbizia. E torniamo alla definizione di
Bainville laddove parla di “conoscenza degli uomini”.
Se succede che un Di Pietro o un Mastella
oppure un Ferrero facciano la faccia feroce (altro
proclama borbonico), chi li conosce trova il
modo di ricomporre. Se accade che un magistrato
indaghi sul premier e dintorni, scatta il “facìte
ammuina”: così fra una travagliata marmellata,
una sceneggiata che mischia Falcone, P2,
massoneria sanmarinese e ‘ndrangheta, e la regia
di showmen abili scalatori appoggiati da opinionisti
a gettoni, la brodaglia è servita.

Rihanna un seno a prova di gravità
Anche la cantante tra senza-reggiseno
Una new entry tra le star contro il reggiseno: dopo Victoria Beckham,Sharon Stone e Lindsay Lohan ecco che si aggrega anche la giovanissima Rihanna. La cantante è stata immortalata in un sexy abitino color prugna con una scollatura vertiginosa che non lascia dubbi sulla tenuta del suo décolleté. Così sodo e ben fatto che Rihanna non ha nulla da temere, nonostante tenga sotto controllo la situazione.
Per la a cantante balzata in testa alle classifiche con Umbrella sembra davvero un momento d'oro.

Il capitombolo del governo sul Ponte sullo Stretto di Messina è una vittoria del Movimento per l'Autonomia e una sconfitta della sinistra radicale e ideologica.
L'emendamento che avrebbe portato alla soppressione della società Ponte sullo Stretto, con conseguente inutile esborso per l'erario di oltre cinquecento milioni di euro, è stato bocciato. Il ministro Di Pietro si è sottratto all'abbraccio mortale dell'estrema sinistra psuedoambientalista e la Lega ha votato a favore dell'opera. Questi sono i fatti concreti della vicenda Ponte sullo Stretto, la cui realizzazione sembra finalmente tornare possibile: diciamolo con franchezza, è una vittoria del Movimento per l'Autonomia, che con la sua deputazione al Parlamento nazionale e il suo leader Raffaele Lombardo non hanno mollato la presa sul governo e la maggioranza, decisi più che mai ad affossare il Ponte per ragioni ideologiche, e non certo per dare alla Sicilia e alla Calabria altri fondi di cui non si ha traccia. Un successo che accresce l'imbarazzo di parlamentari siciliani della maggioranza che per non perdere ancora la faccia con la loro gente e la loro terra, sono stati costretti alla fuga o alla presa di distanza dal governo.
"Il Ministro Di Pietro -ha commentato Raffaele Lombardo- si è staccato dalla sinistra tutt'altro che ambientalista, che non contrasta i petrolieri e gli inquinatori e che esprime il ministro Pecoraro. Un ministro dell'Ambiente che non spende una parola e non prende posizione sull'uso del pet coke in Sicilia, né sui danni alla salute e all'ambiente prodotti dalle raffinerie".
Il leader del Mpa ha osserva inoltre che "la Lega Nord, fatto inimmaginabile prima dell'alleanza alle elezioni politiche con il Mpa, ha votato a favore del Ponte".
Per Lombardo, nel voto a Palazzo Madama, "é stata fondamentale la presenza in aula di un senatore del Mpa, Giovanni Pistorio, che ha sensibilizzato l'assemblea e al di là della logica degli schieramenti si è battuto, dialogando con tutti, a favore della Sicilia e del Mezzogiorno". "Facile immaginare - rileva il leader del Mpa - cosa accadrebbe se ci fosse una folta pattuglia di senatori autonomisti, cambierebbe le sorti della Sicilia e di tutto il Sud".
Lombardo infine ha auspicato che "ci sia presto un governo in cui la sinistra non sia ancora determinante come lo è stata fin ad ora, così che finalmente i lavori del Ponte possano avere inizio".
sabato 27 ottobre 2007


Montezemolo:Paese non e' governato
"No a leader Brambilla o Grillo"
"Questo governo non è in grado neanche di tagliare le cravatte di due centimetri. Non è in grado di tagliare nulla. C'è bisogno che il governo governi, che prenda delle decisioni. Questo Paese non è governato da 12 anni". E' l'allarme lanciato dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo che ha aggiunto:"Non sono contento di un Paese che vede il suo futuro di laedership con Brambilla o Grillo". La replica di Prodi: "Parole insensate".
Per il presidente degli industriali, che si dice stanco di aspettare ancora la modernizzazione e la sburocratizzazione del Paese ("mio nonno sperava in una nuova Salerno-Reggio Calabria. Mi chiedo se i miei nipoti la vedranno mai") l'Italia ha assoluto bisogno di "un governo che governi, che prenda delle decisioni, qualsiasi esse siano". Poi Montezemolo allarga il suo giudizio anche sui precedenti esecutivi tornando indietro di ben dodici anni. Quindi Silvio Berlusconi e prima di lui Massimo D'Alema e ancora Romano Prodi. "Il Paese non è governato. Da dodici anni è impossibile prendere decisioni di fondo". Lo sguardo di Montezemolo è però rivolto anche al futuro: "In questo paese dal 2004 c'è una campagna elettorale continua e ora siamo in piena campagna elettorale: vorrei chiedere con rispetto all'opposizione che ci dica, invece di soli annunci e proteste e dopo cinque anni di governo, cosa intende fare per il futuro del Paese".
''Abbiamo bisogno di una politica forte - ha continuato il numero uno di Confindustria - autorevole, in grado di pensare al futuro del paese, non solo alle elezioni del prossimo mese, come se fosse un modo per risolvere i problemi''. Luca Cordero di Montezemolo detta quindi la sua ricetta per la legge elettorale su tre obiettivi: avere una legge che consenta di ''scegliere chi mandare in Parlamento, perché le liste precotte sono un'umiliazione per i cittadini, di ottenere governabilità e di valorizzare le coalizioni, perché possano avere un minimo di coesione''.

una armata brancaleone che non riesce a decidere ne governare
Una maggioranza pericolante, rende gli alleati pericolosi. E così Romano Prodi, adesso si ritrova il «nemico» in casa, nell’emiciclo del Senato. Solo che non è uno solo, ma una galassia di gruppuscoli che si differenziano a turno, secondo il meccanismo della «defezione a rotazione».
Per esempio: «Da oggi ho le mani libere!», afferma con una dose di carattere e spavalderia Lamberto Dini, leader di un drappello di senatori, «i liberaldemocratici» raccolti intorno a lui. Che poi sono tre. Come tre sono i mastelliani. Come tre sono quelli della Svp. E come tre sono i senatori che seguono Willer Bordon (Roberto Manzione e l’ex pidicino Fernando Rossi). Non sempre sono gli stessi tre che mancano, ma in ogni voto al Senato, ormai, ne manca almeno un gruppo di tre, e per il Professore non è certo una bella cosa. Sono accadute anche cose fantastiche, come la meravigliosa trovata mastelliana di abbandonare i lavori. Un giorno Clemente è entrato in Aula dicendo ai giornalisti: «Ce ne andiamo, il gruppo se ne va». Poi però ha detto a uno degli altri due udeurrini: «Tu resta in Aula a controllare la situazione». Così, mentre lui e Nuccio Cusumano uscivano, il senatore Barbato non si muoveva. Solo Mastella, poteva conquistare titoli come «Il gruppo dell’Udeur lascia l’Aula» (amplificato dai quotidiani e dalle agenzie con un danno di immagine aggiuntivo) semplicemente andandosi a prendere un caffè con un collega.
Ma in realtà, è proprio questo meccanismo di defezione a rotazione che ha messo in crisi il sistema difensivo dell’Unione a Palazzo Madama, le prostate di ferro, il pugno duro con cui Anna Finocchiaro ha limitato al massimo le defezioni. Anche perché poi, ai terzetti dissidenti, si aggiungono anche «gli uno» che mancano ogni tanto: una volta manca Giulio Andreotti (e l’altra invece c’è), un’altra volta non c’è l’ex Rifondatore Fosco Giannini (giovedì rischiava di abbandonare i lavori per protesta contro un servizio sulla rivoluzione d’Ottobre del Tg2!), una volta può mancare uno dei senatori a vita, prima o poi mancherà Franca Rame, che da mesi esterna il suo crescente disagio e pre-annuncia le sue dimissioni dal Senato.

Sme, Berlusconi è innocente i giudici un po' meno: assolto dopo 12 anni
La Cassazione conferma l’assoluzione: il Cavaliere non ha mai corrotto i giudici contro De Benedetti. Il leader dell Cdl soddisfatto: "Mi è tornata la fiducia verso i giudici che non fanno politica". Dal teste Ariosto al caso Fininvest: così è crollato il teorema dei pm


Solidarietà, sì, al ministro Clemente Mastella. Però, «dovrebbe dimettersi», tuona Michele Santoro il Conduttore. «Gli attacchi di certi politici sono più pericolosi delle pallottole», attacca il gip Clementina Forleo, che poi denuncia di avere ricevuto pressioni «da colleghi e rappresentanti delle forze dell'ordine». |

Mi chiamo Federica D'Arienzo, ho 33 anni e per 4, fino al 30 settembre ho lavorato nella famosissima «Atesia», l'azienda di cui - nella puntata di Ballarò dello scorso 23 ottobre - l'onorevole Diliberto ha enfatizzato la stabilizzazione dei lavoratori. Come mai però non viene mai detto che si tratta di una finta stabilizzazione? Come mai io dopo 4 anni di lavoro 6 giorni su 7 con turno dalle ore 20.00-02.00, sono stata costretta ad andare via proprio quando mi proponevano questo bellissimo contratto a tempo indeterminato? Come mai l'onorevole Diliberto e i sindacati non hanno detto quale è stato il prezzo che hanno dovuto pagare i lavoratori di «Atesia»? Sia coloro che sono stati assunti che quelli che sono stati costretti ad andarsene?
Il nostro turno di lavoro era di 6 ore ed è stato ridotto a 4, i giorni lavorativi erano 6 e sono stati ridotti a 5, da 36 ore settimanali a 20 ore settimanali, da un turno fisso a delle turnazioni massacranti che ci impediscono di poter fare un altro lavoro a meno che non sia nelle vicinanze di «Atesia», da uno stipendio di 1000-1200 euro a uno stipendio di 550 euro! Vi rendete conto? 550 euro! Come si può chiedere a una persona che è già povera con 1000 euro di guadagnarne la metà? Come si può costringere una persona che per anni ha dato la propria professionalità a firmare un «verbale di conciliazione», ossia una «liberatoria», nella quale si rinunciava agli anni di lavoro precedentemente prestato in azienda, ai contributi mai versati da «Atesia», alle ferie non godute, alla maternità non goduta, alla malattia non goduta, rinunciare a ogni eventuale richiesta da parte del lavoratore nei confronti dell'azienda?
Io sono stata costretta a non accettare il contratto a tempo indeterminato perché non posso vivere con 550 euro al mese, ne spendo 250 per recarmi tutti i giorni da dove abito (Fiumicino) fino in «Atesia» (Cinecittà) perché sono 86 km al giorno! Pago un mutuo per una casa che ho comprato quando un lavoro serio ce lo avevo, di 725 euro al mese!
Fate due conti 725+250= 975 euro! Dove li trovo gli altri 425 per il mutuo se con le turnazioni che ci hanno dato non posso fare un altro lavoro? E non ci ho messo il costo delle bollette e della spesa per poter mangiare!Sapete che lavoro sto facendo ora? La prostituta per poter pagare il mutuo! Ma questo i sindacati e Diliberto lo sanno? Se non lo sanno fateglielo sapere.
Federica D.
Storie ordinarie nell'Italia di oggi
venerdì 26 ottobre 2007

Ieri è successo di tutto e solo all'idea di ricostruire i fatti mi deprimo. Temo una vostra reazione di disgusto e che gettiate il giornale nel cestino della cartaccia. Cari amici, non è colpa di Libero se la politica è a questo punto. D'altronde è giusto siate informati. Ricorriamo a un compromesso: cercherò di limitarmi all'essenza. In cambio, vi chiedo di resistere. Il governo è andato sotto a ripetizione. Prodi non ce la fa più a tenere unite le file. Oddio, è da tanto tempo che naviga a vista urtando uno scoglio dopo l'altro. Ma adesso la situazione è talmente grave da rasentare la comicità. Il Professore in certi momenti pare essere in procinto di buttarsi dal balcone per farla finita; e non sarebbe uno spettacolo da perdere. Però quando è esausto e la sua espressione manifesta sintomi d'impaz zimento, all'improv viso, non si capisce perché, Romano beve un bicchiere d'acqua - chissà cosa c'è dentro - e rientra in sé. Ritrova la calma e ricomincia lo slalom fra gli scogli. Se non mi fosse antipatico, giuro avrei per lui molta ammirazione.

"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato."
Anonimo

OCCORRE STACCARE LA SPINA AD UN GOVERNO SENZA VERGOGNA

Failla vs. Commercianti
Fai bene Failla!!! Ha torto solo chi si fa prendere per il culo.

(ANSA) - CATANIA, 25 OTT - "Con la società Ponte sullo Stretto restano in piedi anche i contratti stipulati, per questo quando presto torneremo al governo basterà semplicemente rifinanziare l'opera per realizzarla". Lo afferma il senatore del Movimento per l'autonomia, Giovanni Pistorio, commentando il voto a Palazzo Madama sulla Finanziaria.
L'esponente del Mpa sottolinea "l'importante spaccatura che si è aperta nella maggioranza che ha costretto il governo a prendere atto della volontà della maggioranza del parlamento".
"La verità - conclude il senatore Pistorio - è che molti sia nella maggioranza sia nel governo vivono con fastidio questa imposizione ideologica e prevaricatrice della sinistra radicale. E questo è l'ennesimo importante segnale della grave crisi strutturale del governo".

Allora Beppe Grillo. In passato hai scritto tante cose negative sul ponte sullo stretto.
Per coerenza parlaci del voto di oggi del partito Italia dei Valori del tuo amico Di Pietro, del quale faceva parte il famigerato sen. De Gregorio...
Attendiamo con ansia. Non avere paura dell'impopolarità..................... e non fare il demagogo solo quanto ti conviene.
giovedì 25 ottobre 2007
Il pieno appoggio del governo all'operato di Mastella dimostra che molti politici all'interno della maggioranza hanno interesse a che l'indagine "Why not" venga insabbiata.
In questi giorni si sta svelando la vera natura della sinistra italiana.
Dobbiamo ribellarci ai loro furti ai loro soprusi e a alle loro prepotenze.
SìGlobal
Sì Global ![]() |

LAURA ANTONELLI ASSOLTA DALL'ACCUSA DI SPACCIO DI DROGA E´STATA RISARCITA DAL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA CON LA SOMMA DI 108 MILA EURO
I MAGISTRATI CHE HANNO SBAGLIATO A GIUDICARE DEVONO PAGARE DI TASCA PROPRIA E NON SCARICARE SUI CITTADINI I LORO ERRORI
ANCHE LORO, COME TUTTI I COMUNI MORTALI DEVONO ASSUMERE LA RESPONSABILITÁ CIVILE DEI LORO ERRORI
ALTRIMENTI ANCHE LORO SONO "CASTA" !!!!
SPADA DI DAMOCLE 25.10.07 23:51 | |
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato che l' inchiesta Why Not deve andare avanti. Romano Prodi, presidente del Consiglio indagato, ha dato piena fiducia alla magistratura e elogiato Mastella.
Le rassicurazioni e gli attestati di fiducia stanno dando un nuovo impulso all’ex inchiesta di De Magistris.
In pochi giorni sono stati fatti enormi passi avanti:
- il 23/10 è stata fermata la perquisizione da parte dei Carabinieri della sede romana del Il Campanile dell’UDEUR. Il giornale di Mastella secondo l'accusa "sarebbe uno dei crocevia di truffe e finanziamenti illeciti a favore del’UDEUR" (Corriere della Sera 24/10/2007) e solo oggi la polizia giudiziaria si è presentata per chiedere l'elenco dei fornitori
- il 22/10 è saltato l’interrogatorio del supertestimone Giuseppe Tursi Prato, ex assessore socialista in carcere per concussione (che ha fornito informazioni su Mastella, Prodi e altri) e che non vuole più parlare (lo capisco)
- Caterina Merante, la testimone chiave dell’inchiesta, e la sua famiglia, sono sottoposte a continue minacce.
Gli atti dell’inchiesta “Why Not” sono stati prelevati dalla cassaforte della Procura di Catanzaro, trasferiti a Roma su un furgone. Il tribunale dei Ministri dovrà leggerli e valutarli. Dopo le leggi ad hoc anche i tribunali ad hoc. Bisogna ammetterlo sono dei grandi. Non bastava il trasferimento e l’avocazione. Per sicurezza meglio aggiungerci anche il tribunale.
Mastella ha dichiarato prima di ottenere la fiducia di Prodi in Consiglio dei ministri: “Voglio proprio vedere come fa Prodi ad accettare le mie dimissioni. Un minuto dopo dovrebbe dimettersi anche lui, dal momento che è indagato come me dalla Procura di Catanzaro...” (Corriere della Sera 24/10/2007).
L’uomo è un mito. Ha polverizzato tutti i suoi cloni on line con un comunicato stampa ufficiale del Ministero della Giustizia:
“Di Pietro attapirato: l’usciere di via Arenula conferma che è ignorante” L’usciere di via Arenula, dopo le dichiarazioni del ministro Di Pietro a Striscia la Notizia, conferma che l'ex Pm di manipulite "è ignorante e attapirato, e che non conosce il diritto..."
Il comunicato è stato rimosso nottetempo.
Nessun ministro della Giustizia era mai riuscito a tanto. La satira gli fa un baffo. I cloni del suo blog sono fuori gioco per sempre. Grande Mastella, come te non c’è nessuno. Verso l'infinito e oltre.