domenica 26 ottobre 2008

FEDERALISMO SOLIDALE PER LA VERA UNITA' DEL PAESE

Una mattinata davvero interessante quella trascorsa al quartiere fieristico di Messina.
Un workshop qualificato che oltre al Presidente Lombardo ha visto partecipare l'on. Luciano Violante e il ministro Roberto Calderoli.
Tema: “Il federalismo solidale per una vera unità del paese”.
Parte Calderoli, illustra il disegno di legge, assicura che il ragionamento fatto è stato condiviso dalla conferenza stato-regioni, ma che ad ogni buon conto si terrà conto dei vari suggerimenti che verranno fuori dai confronti con tutti i soggetti politici di maggioranza ed opposizione. “Una riforma dello Stato che parte da questo progetto, ma che deve essere completato dal federalismo istituzionale, dalla riforma del Parlamento e dei suoi regolamenti. Il disegno di una nuova organizzazione dello Stato, che implica una revisione della vita di tutti i cittadini e che deve essere condivisa dalla maggior parte dei rappresentanti del popolo”. Apertura quindi.
Apertura che è subito ripresa da Luciano Violante che con repertorio appassionante e forbito, ma chiaro, si dice d’accordo col ministro Calderoli. “La riforma oltre che legislativa deve essere anche culturale, una condivisione – afferma Violante- che deve essere metabolizzata dai cittadini. Cambia l’impostazione sociale che va avanti da più di duecento anni. Un Nord che assumeva manodopera dal Sud, per produrre, produzione che il meridione consumava. Adesso si è invertita la tendenza. Il sud non fornisce più la manodopera che è extracomunitaria, fornisce cervelli di tanti giovani strappati alla Sicilia, che nella maggior specie sono sostenuti dalle famiglie per sopperire al surplus di spese occorrenti. Una inversione di tendenza. La riforma federale è necessaria perché il mondo è cambiato, solo così si potrà unire e tenere unito il paese”.
Raffaele Lombardo riprende temi soliti che in questi mesi ha più volte messo in risalto, gli insediamenti petrolchimici che tante complicazioni ambientali hanno causato alla Sicilia e nulla hanno restituito in termini economici, eludendo l'art. 37 dello Statuto; passa alla lotta alla criminalità organizzata; alle soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti e ai termovalorizzatori, per i quali si dovrà rifare la gara; al rapporto con gli istituti di credito che lucrano in Sicilia ed investono al nord, rilanciando la istituzione di una banca del sud, alla ricontrattazione con le società che gestiscono i mega centri commerciali; alla fiscalità di vantaggio che attirerebbe insediamenti produttivi internazionali che darebbero lavoro ai giovani siciliani, e trasformare la Sicilia nella regione più ricca d'Europa nel giro di 10 anni; al ponte sullo stretto, meraviglia tecnologica, opera del nuovo corso siciliano, che si completerebbe con le infrastrutture stradali e ferroviarie ad esso per forza di cose collegate; finendo alla applicazione, reale e concreta, dello Statuto autonomistico, vera risorsa siciliana, che finalmente potrà trovare applicazione appena realizzato il federalismo.
Ed affonda il colpo, “Torno da Napoli dove un artigiano di fama mondiale fornitore della real casa dei Borbone del Regno delle Due Sicilie, incontrandomi mi ha dato un opuscolo dove sono contenuti i primati che il meridione ha avuto rispetto al paese Italia, un vero elenco di progresso scientifico, industriale, culturale, e per finire anche economico. Pensate che le riserve auree conservate nei Banchi nazionali erano in Italia 668 milioni di lire oro, patrimonio di tutti gli Stati italiani. 443 milioni erano custodite nel Banco di Napoli e nel Banco di Sicilia, nel Regno delle due Sicilie. Tesoro che è stato espropriato e portato al Nord dopo la conquista dei Savoia, e che servì a finanziarne l’industrializzazione, a spese del meridione”.
La storia è necessaria per comprendere quale debito ha il resto del paese verso un meridione che oggi viene tratteggiato come parassita ed assistenzialista, una perequazione necessaria che deve trovare adesso riscontro con il federalismo.
“E poi –continua Lombardo- se di crescita dobbiamo parlare, la Sicilia potrà crescere con numeri percentuali a due cifre, tanto ci hanno fatto rimanere indietro. Dopo saremmo noi la parte trainante del paese, perché il resto non potrà crescere più di adesso. Dobbiamo essere virtuosi però, riformare il sistema Regione, senza tenere conto delle resistenze di chi vuole ancora mantenere privilegi, clientele, di chi cerca di resistere a riforme obbligatorie, senza le quali non si va da nessuna parte. Come la riforma della Sanità, avversata da qualche sciocco per non perdere propri vantaggi. Una avversione che non giunge dall’opposizione, piuttosto dagli alleati, i quali fanno raccolta di firme, apposizioni di manifesti, accusandoci in mala fede. Questa è una riforma necessaria senza la quale non potremmo rientrare dal debito, rimanendo così esclusi dalla ripartizione del FSN. Approfittando nel contempo per fare emergere le eccellenze. Dobbiamo riuscire tagliare le tante teste dei tanti vice-re che ammorbano la Sicilia con sacche di privilegi di pochi, e che vengono pagati da tutti i cittadini. Nessuno può fermarci né farci recedere da questi intendimenti che sicuramente sono pericolosi per noi e scomodi per tutti questi, per i grandi gruppi finanziari-speculatori, per le multinazionali che finanziano i partiti, per la criminalità organizzata. Nessuno potrà dirmi sono il tuo capo e devi fare così. Ho un solo padrone. Il Popolo Siciliano. Ed opererò esclusivamente nell'interesse dello stesso, e chi mi conosce sa perfettamente che è difficile che cambi idea. Il Movimento per l'Autonomia ha questo fine, quello di liberare la politica siciliana, di non avere condizionamenti che risiedono altrove e che possano essere da ostacolo agli interessi dell'isola. IO sono arrivato al culmine, potrei non ricandidarmi più, e dedicarmi alla mia azienda agricola, ma adesso questo processo non lo fermo".
Parole forti, coraggiose, che Violante incoraggia: “Non possiamo non essere d’accordo con il Presidente Lombardo, questa è la strada giusta da percorrere per il riscatto del popolo siciliano e che noi del PD dobbiamo sostenere. La Sicilia lo merita, anche perché è stata la culla della democrazia del dopoguerra e che ha insegnato la politica al resto del paese”.
E’ stata la festa dell’Orgoglio Siciliano.

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