Leggiamo due agenzie, che ci arrivano oggi, sulla polemica a distanza tra il poeta-coordinatore Bondi del PdL, che di poesia ne fa proprio poca, ed il Presidente Raffaele Lombardo.
Stavolta facciamo prima la critica e dopo la cronaca di ciò che è accaduto in questo tentativo assai grottesco di rendere conformi le libertà individuali di sistema.
Ma cosa arreca prurito ad alcuni esponenti del PdL? L’ansia di omologazione diremmo. La paura della Libertà di pensiero risponderebbero altri.
Nessuno ha pensato quando fu approvato lo sbarramento del 4% anche alle Europee, che questa modifica di legge non era finalizzata ad assicurare governabilità con la riduzione frastagliamento partitico. Bensì solo un ulteriore atto di arroganza rivolto alla smania di cancellazione della partecipazione democratica di chi non è berlusconiano, anche se alleato ma non suddito. In Europa, lo sappiamo tutti, non si governa con i numeri del parlamento, quindi la ragione dello sbarramento è solo quella di cancellare chi è diverso.
Nessuno allora si curò di ascoltare i lai di coloro i quali guardavano con preoccupazione la prospettiva di una cancellazione dal sistema politico nazionale.
Nessuno diede ascolto alle giuste istanze che provenivano dai c.d. partiti minori e/o territoriali e/o regionali.
Nessuno ricorda che la nascita de La Destra fu incoraggiata proprio da Berlusconi, il quale partecipò al congresso fondante della stessa, per fare lo sgambetto a Fini che non voleva essere anche lui omologato nel PdL, ma che alla fine cedette, e Storace & C. mollati dopo essere stati illusi.
Tutto normale questo?
Certamente il ruspante Bondi parla così come parlerebbe qualsiasi altro che vive, ha vissuto, è stato inventato nell’humus berlusconiano (scordandosi la genesi comunista), secondo il vangelo azzurro da 15 anni a questa parte. Nessuno pensi in maniera diversa rispetto al pensiero dominante del capo che tutto pervade, e tutti penetra. Il PdL è nato per omologare tutti e nessuna digressione è tollerata, e le preferenze non ci sono per conformare i deputati e telecomandarli. Perfino l’idea di non fare candidare nessuno dei leaders del PdL alle prossime europee , appare in sintonia con tutto ciò. Basta solo LUI ed il resto non conta. Insomma, come detto, un solo uomo al comando.
L’aspetto più goffo, in tutto questo, è che perfino tale ridicolo copione, i “capetti” locali, di ogni dove, persino dei luoghi più remoti del nord-africa siciliano orientale, tentano di assimilare ed applicare alla location di pertinenza, ma quasi mai ci riescono, non sono di certo Berlusconi, che è arrogante, ma di qualità ne ha.
Adesso, però, qualcosa di nuovo e di eccezionale è venuto fuori rispetto ad una sceneggiatura già programmata e scritta.
La capacità e la caparbietà di uno come
Ma veniamo adesso al botta e risposta.
Queste le due dichiarazioni di Bondi la prima e la replica di Lombardo la seconda:
1. "Nell'ultimo periodo, il partito autonomista non ha rispettato gli accordi assunti in sede di elezioni politiche e regionali, quando noi appoggiando Lombardo contribuimmo in maniera fondamentale alla sua elezione alla presidente della Regione Sicilia dopo che fu stabilito che l'Mpa si sarebbe presentato con propri esponenti al Sud". Lo afferma in un'intervista al 'Corriere della Sera' il ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. "Hanno deciso di presentare proprie liste alle amministrative in autonomia dal Pdl anche al Centro e al Nord, alla provincia di Milano addirittura corrono da soli con un loro candidato - prosegue - Sono in corso trattative per un'alleanza con Storace e i pensionati per superare la soglia del 4%, e in molte realta' le liste dell'Mpa stanno raccogliendo fuoriusciti da Fi e An".
"E' una violazione degli accordi - prosegue Bondi - Per questo faremo una verifica molto attenta per arrivare a un'intesa seria e rigorosa. Esigiamo risposte convincenti - sottolinea Bondi - Noi riconosciamo il valore di un accordo con un movimento autonomista, ne abbiamo appena siglato uno storico con l'Union Valdotaine per le Europee, ed e' chiaro che a loro non verrebbe in mente di presentarsi contro di noi in altre regioni...". Riguardo poi al referendum Bondi spiega che "tutte le consultazioni sono da rispettare soprattutto da parte di un parlamentare, quindi andro'. Ma votero' no o mi asterro', perche' il referendum e' inutile visto che la politica ha gia' realizzato quanto il quesito si propone, e cioe' la formazione di un bipolarismo fondato su due schieramenti opposti".
Con l'Udc, prosegue Bondi, "vogliamo mantenere un confronto aperto, senza chiedere abiure e rispettando la scelta dell'autonomia". "Anche se non mi sono piaciute affatto le critiche mosse da Casini al presidente Fini, critiche immotivate e fuori luogo per chi si definisce moderato e che non rappresentano un buon viatico al confronto - precisa Bondi - dico comunque che, con pazienza e lungimiranza, dobbiamo lavorare perche' si arrivi in futuro a una forma di alleanza che e' naturale per due partiti che condividono i valori del Ppe e che, come e' successo ultimamente, in Parlamento arrivano spesso anche a convergenze costruttive". "Sempre nello spirito di tessitura paziente, anche alla Lega secondo me - conclude - va proposto un passo avanti: un rapporto federativo".
2. "Sorvolo sugli epiteti, mi fermo allo spirito del patto, ma con tutto il rispetto, puo' esprimersi Berlusconi piuttosto che Bondi perche' il patto e' sempre stato costruito e coltivato dal Cavaliere in persona. Siamo una piccola forza, ma abbiamo avuto l'onore sempre di dialogare senza intermediari". Dalle colonne del 'Corriere della Sera' il presidente della Regione Sicilia e leader dell'Mpa,
"Bondi -prosegue Lombardo- non sa" che il patto con il centrodestra "fu stretto quando fummo invitati personalmente da Berlusconi per le elezioni comunali di Catania. E allora noi salvammo Berlusconi che, a parte Veneto e Lombardia, aveva perso tutte le Regioni. La risalita comincio' con l'elezione di Scapagnini, determinata dal nostro 30 per cento. Scatto' allora un patto personale che non romperemo. Puo' romperlo Bondi se vuole e se ne ha il potere".
Quanto alle contestazioni relative alle alleanze strette dall'Mpa con La Destra di Francesco Storace, "non e' la stessa persona -si chiede il governatore della Sicilia- che faceva il ministro della Sanita' nel Governo Berlusconi? Ora sarebbe il diavolo? Noi ci siamo ritrovati da Caltanissetta a Potenza e cosi' via con candidati del Pdl schierati senza che nessuno ci dicesse niente. Non vorrei apparire arrogante, ma nemmeno remissivo. Lealta' assoluta al capo (della coalizione alleata n.d.r.) -conclude Lombardo- ma non siamo ragazzini che si fanno intimidire".
chi è l'emoulo di Bondi a Paternò?
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