martedì 18 novembre 2008

Io Prometeo Incatenato


Ieri sera abbiamo ricevuto il commento, l’originale è sotto l’articolo precedente, che vi riproponiamo qui sotto:


lunedì, novembre 17, 2008 10:50:00 PM ROBESPIERRE ha detto:

“ Il tratto rigoroso che ispira il mio pensiero potrà sembrare eccessivo, ma così non è, scrivo qui perchè finalmente trovo un luogo di libero confronto ove esprimere i miei pensieri che a volte non rendo pubblici per opportunità, per mera convenienza, per timidezza.
Questo forum che si è aperto sulla città di Paternò, e che moltissimi leggono, ve lo assicuro, ci fa sentire, a noi che non abbiamo il coraggio di esprimere le nostre opinioni, finalmente liberati da quel senso di oppressione e rassegnazione che viviamo. Una effimera soddisfazione sicuramente, ma se le coscienze popolari riusciamo a farle rimuovere, avremmo almeno dato un conributo di democrazia e civiltà.
Io sono un operatore della cultura, un insegnante se vogliamo essere più precisi, ed io, come molti miei colleghi ed anche professionisti con i quali ci confrontiamo quotidianamente, soffro per questa condizione di sub-cultura che pervade la città, ed è diventata endemica, come la peste.
Non abbiamo le palle per ribellarci a questo stato di cose, ad una classe dirigente disgraziata che oltre alla mala amministrazione, ha l'onore di rappresentare questa comunità. Uomini senza costrutto, senza sensibilità.
Chiamiamo le cose per nome. Che ci debba amministrare uno come Leone, che non conosco personalmente, ma dopo ciò che ho letto qui adesso ne ho coscienza e conoscenza per essermi puntualmente informato, ed anche bene vi assicuro, mi fa venire il disgusto di essere cittadino di Paternò. Ho analizzato da dove viene e ciò che fa. Ho riflettuto sulle notizie raccolte, come vive e chi frequenta. Non mi pare possibile che persone che abbiano una certa moralità possono stargli vicino. Persone che abbiano qualcosa da dire possano parlare con lui, che di cose da dire nè ha veramente poco o nulla. Il fatto stesso che il primo prurito avuto, una volta assunto (per interposta persona)l'assessorato ai servizi sociali, è stato quello di fare costituire una cooperativa composta da parenti. Questo è un fulgido esempio di rettitudine morale, sulla sua tracotanza, sorella dell'ignoranza, che i fatti fanno emergere. Ha persino il coraggio di dire alla stampa che non sa nulla di tutti questi fatti, una palese bugia che capirebbero anche i bambini, non ci vuole tanto a comprendere. Come se tutto fosse successo per caso, come se la cooperativa familiare ha vinto le gare per miracolo, ma proprio tutte poi, e per incanto dopo la sua estromissione dall'assessorato in questione (certo non potevano metterlo li dopo quelle porcherie che aveva combinato) ..... non ha vinto più nulla. Cose da pazzi, se non fosse vero.
E tutti zitti. La politica, il sindaco, i deputati, gli inquirenti, il popolo. Tutti muti. Omertosi. Una società che non funziona così. Cosa dovrei insegnare ai miei alunni se poi i risultati concreti sono questi? Gli idoli pagani che attraggono i giovani. Che non fanno più comprendere il discrimine tra il bene ed il male, la legalità e la delinquenza, la moralità e l'immoralità. Una mistura pericolosa.
Non lamentiamoci se la società è cattiva.
Ecco perchè mi sento di vestire i panni di Robespierre e del giacobino. Di fronte a questi fatti mi sono veramente indignato.
Farei volentirei un repulisti, se potessi, con ghigliottina e relativo periodo di "terrore", ma forse non ne ho il coraggio né l'attitudine. Occorrerebbe veramente una giustizia sommaria, un tribunale speciale dei Sanculotti, quando quella garantista non arriva a risultati accettabili e condivisibili. Questa società ha bisogno di esempi alti, e non di derive illecite, come se tutto fosse possibile, ed Il potere come obiettivo finale, coacervo di compromessi di ogni tipo, al di sopra della legge etica e morale.
Dobbiamo educare alla legalità, ghigliottinando se occorre, per eliminare chi da il cattivo esempio alle future generazioni, che dovranno poi amministrare questa nostra comunità.
LIBERTE, FRATERNITE, EGALITE ... e soprattutto
JUSTICE.
Mi devo calare nei panni di Robespierre, ed anche se finirò anch'io con la testa tagliata, come lui, almeno perirò dopo averne tagliato moltissime (historia magistrae vitae).
Un tributo che potrei pagare, solo dopo aver visto rotolare quelle di tantissimi nemici del popolo che crede nella democrazia che non c'è. Liberando così la città.
VIVE LA REVOLUTION”.

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Mi si accapona la pelle. Non si potrebbe aggiungere molto in effetti. Ma una sola considerazione vorrei farla.
Ciò che accade oggi è sempre la conseguenza di ciò che si è fatto nel passato, questa come regola che vale per tutto e per sempre.
Il moto della storia è un susseguirsi logico di cause ed effetti.

Di questi avvenimenti odierni, anch' io mi sento oggettivamente responsabile, nell’accezione giuridica di quello che significhi responsabilità civile oggettiva.
Una responsabilità senza colpa. Una responsabilità politica di avere contribuito alla creazione di alcuni mostri (e di questo ha ragione il nostro deputato) che adesso imperversano nel panorama politico cittadino.

La sindrome di Frankenstein.

O meglio ancora il mito di Prometeo: del credito e dell’amicizia che si prova verso il genere umano, che viene sostenuto, favorito, agevolato, ed alla fine si è puniti per aver dato tale fiducia agli uomini, fiducia che non meritano.

« Homines ab immortalibus ignem petebant neque in perpetuum eum servare sciebant; postea Prometheus eum in ferula tulit in terras hominibusque monstravit quomodo cinere obrutum servarent. Ob hanc rem Mercurius, Iovis iussu, deligavit eum in monte Caucaso ad saxum clavis ferreis et aquilam apposuit, quae iecur eius devoraret; quantum die ederat, tantum nocte crescebat. Hanc aquilam postea Hercules interfecit eumque liberavit. »
(da Igino Fabulae, 144)

ADESSO ASPETTIAMO SOLAMENTE ERCOLE !!!

1 commento:

  1. Certo se Ercole non tardasse ad arrivare tanti nè trarrebbero giovamento ( alcuni immeritatamente)), anche l'aquila che conosce il suo destino ed è irrequieta, soffre ed in cuor suo ( ma lui non sè nè rende conto) invoca che l'arrivo di ercole sia tempestivo, visto che il fato ha deciso per una triste fine, a dire il vero molto spesso il destino siamo noi a rendercelo così poco benevolo e siamo in alcuni casi così ottusi da non comprendere quando si oltrepassa la soglia degli altrui diritti e del quieto vivere. Andando a Prometeo c'è da dire che le colpe possono essere tante ma sicuramente è importante sempre rendersi conto degli errori commessi e non voltarsi indietro, d'altronte solo gli cretini non cambiano idea.

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