lunedì 19 gennaio 2009

Paternò (Catania): O LA SOLUCION O LA REVOLUCION

Cambiare le radici del sistema.

La cosa positiva che riscontro in questo momento di gravissima crisi politica-istituzionale-morale che sta travolgendo tutti gli aspetti democratici di una cittadina di provincia, anche se popolosa, ma assediata da sottoproletariato culturale smisurato, è la ripresa del dibattito.

Sotto la spinta dello sdegno recente e per capire realmente la storia degli ultimi anni e con quale qualità è stata governata Paternò, si ravviva il confronto politico che da molto tempo era totalmente estinto, resistevamo solo noi della “riserva indiana”, come ci definiscono alcuni rampolli del potere.

Ma anche questo non basta. La politica volente o nolente ci pervade ed invade quotidianamente, entra con prepotenza nelle nostre case, compie scelte che noi subiamo, concretizza interessi, in nome del bene pubblico, a noi estraneo.

Il pericolo è la disaffezione alla politica, l’estraneità per forza o disamore, l’indifferenza diffusa che porta la società alla nausea ed al rigetto che genera governanti che, privi di controllo, di critica ed di opposizione, ci tiranneggiano. Questo è lo sbocco naturale del fenomeno dell’antipolitica.

Controllo sul governo ed informazione, sono le armi con le quali si può istituire nel nostro paese la democrazia vera, e restituire al popolo ciò che non ha mai posseduto, l’accesso compiuto e totale all’informazione, quella autentica, non mediata dal “potere” che ci propina la propria verità. Questa la condizione necessaria affinché si possano poi compiere le scelte ed esercitarne il diritto in piena libertà e consapevolezza. Costituire il contropotere del governo, in forma civile e democratica.

Il popolo deve assumersi le proprie responsabilità senza piagnistei o condizionamenti per bisogno, costituendosi cittadinanza attiva. Tutto il resto sono solo maldicenze, ostilità, pazzie, eccitazioni inutili, arnesi da provincialazzi, insolenti e sprizzanti inutile odio e guasto livore, o psicopatici ispiratori degli schizzi di letame sui newmagazine locali.

Noi crediamo al Sindaco Failla e al Deputato Torrisi quando affermano che il Comune non ha subito nessun condizionamento mafioso, ma da qui a dire che l’amministrazione è stata fulgido esempio di trasparenza e liceità, ne corre.

Un esempio per tutti, la gestione “particolare” dei servizi sociali. Una storia che si trascina da anni e nella quale nessuno è intervenuto a mettere ordine. Ora al di là dell’inchiesta che ha avviato la magistratura per ravvisarne i reati commessi, dei quali molti sono documentati, pur in forte ritardo, con conseguenti responsabilità morali nei confronti del popolo che deve averne tempestiva conoscenza in conseguenza delle scelte che ha compiuto o che deve compiere, qui si chiede alla politica che governa la città, se non ha notato quantomeno motivi di inopportunità, o di mancanza di etica elementare negli atti che sono stati fatti e dei quali si parla oramai da anni. Che potrebbero travolgerli.

Questo è solo un esempio, che vuole però essere sintomatico di un malessere più grande che c’è e che ammorba la politica cittadina.

Il dibattito su mafia e politica non deve distrarre la pubblica opinione dalla qualità  dell’amministrazione, che può essere tanto quanto pericolosa, ma che deve essere concorrenziale. E il governo cittadino non può contrabbandare il fatto, che pur esente da condizionamenti malavitosi,  la propria azione amministrativa sia limpida. Non lo è, a volte, neppure nella individuazione degli uomini di governo o “sottogoverno” che vengono ricoperti, come dice qualche lettore che ci scrive, sulla base di scelte amicali a prescindere dalla meritocrazia. Una comitiva di amiconi non può essere la classe dirigente di una città complessa ed importante come Paternò. Ma ancora qualcuno, seppur intelligente, non si rende conto che prima o poi verrà sepolto dallo sdegno pubblico a causa di queste.

Noi qui prepariamo le basi per una rivoluzione meritocratica “Vaste programme” , prendendo a prestito  una frase di Charle De Gaulle, qualcuno deve pur iniziare e noi siamo disposti a contribuire, qualcun altro, completerà l’opera assumendo compiti di governo, se il popolo gliene darà merito.

Pensiamo alto, siamo creativi, liberi, indipendenti dagli schieramenti, se raccogliamo sia da destra e da sinistra coloro i quali ragionano come noi, compiremo una azione valorosa e rivoluzionaria, in contradditorio o in collaborazione anche con quanti oggi governano la città, non bisogna escludere nessuno, anche se loro lo fanno. Estranei ma non indifferenti. Poi le battaglie elettorali sono altra cosa.

11 commenti:

  1. secondo me tu non sei di destra, occorre una revisione?

    RispondiElimina
  2. no mi pare autonomo o per l'autonomia personale o militante

    RispondiElimina
  3. adomex ma comu parrunu disficili sti figghi da cumacca, iu na l'haiu caputu mai cuccu si ma macari su l'avissi caputu minni stei futtennu tantu sugnu sicuru ca nun si cu iddi!!!

    RispondiElimina
  4. Se vuoi puoi unirti a noi siamo una comitiva specializzata in revolution abbiamo davvero bisogno di persone coraggiose come te.I PePPini che sono nella nostra compagnia nulla hanno a che fare con quelli odierni.

    RispondiElimina
  5. L'indifferenza ormai fa parte della societa',ai miei tempi ad esempio le donne lottavano al pari degli uomini per essere riconosciute come parte integrante della societa',aiutavano i soldati a combattere per un mondo piu' giusto e libero dall'oppressione dei tiranni,adesso altro che azioni valorose o rivoluzionarie!Le donne della nostra terra hanno dimenticato cosa vuol dire combattere e hanno infangato la memoria svendendosi e piegandosi al potere.
    Accettando di essere umiliate e disarmate serve tra i servi.Svegliatevi donne che accettate i compromessi dei padroni riappropiatevi della dignita' perduta è una nuova primavera fiorira' nella nostra citta' defraudata dai tiranni.

    RispondiElimina
  6. adomex vorrei capire perchè sul tuo blog attaccano sempre l'on. come se fosse la causa di tutti i guai di questo "martoriato" paese, chi ti invia i commenti e tu stesso siete sicuri di non aver commesso degli errori, certi "mostri" sono stati votati non li ha eletti l'on, quindi ognuno di noi assumiamoci le nostre responsabilità.

    RispondiElimina
  7. la rivoluzione è già in atto e solo i tonti non l'hanno capito, la soluzione è inequivocabilmente unica : failla dimettiti...viva la rivoluzione... viva il popolo...

    RispondiElimina
  8. la solucion una sola: a pompa a spadda e u roundup!!

    agricoltore.

    RispondiElimina
  9. Immagino che l'on. che dice "pro verità" (sua) sia il deputato Salvo Torrisi. Io posso rispondere per quel che mi riguarda, i lettori sono liberi di pensarla come vogliono, in democrazia ognuno può esprimere i propri pensieri, c'è il limite della decenza e delle falsità. Io non faccio nessun attacco, non lo farei comunque, ma ritengo che la sua responsabilità, stante la carica ricoperta, sia oramai oggettiva rispetto allo schieramento politico cui fa parte. Lo dissi qualche mese fa su queste stesse pagine che adesso la sua era una sfida per cambiare il sistema e la classe dirigente, in quanto quella che c'era era mediocre, squallida e non aveva il diritto di amministrare questa città. Poi sappiamo bene come si veicolano le campagne elettorali e come si determinano gli eletti per cui adesso nn veniamo a dire che è il popolo che sceglie. Badiamo bene a fare le liste, che invece di scegliere i personaggi in base al solo peso elettorale cerchiamo di immettere il discrimine della qualità.
    Poi le critiche vanno metabolizzate, non devono essere prese come attacchi alla persona.Anche il Grillo parlante dava fastidio a Pinocchio, però diceva il vero, anche per il suo bene. Tranne che si abbia la presunzione di essere i depositari unici della verità, allora ilcaso è grave e va curato immediatamente prima che sia troppo tardi.

    RispondiElimina
  10. Gentile Adomex leggendo il vostro blog mi sono accorto con piacere che spesso e volentieri fate delle rivisitazioni storiche e che particolarmente a cuore vi sta la storia dei nostri cugini transalpini e soprattutto quella relativa alla rivoluzione francese che indubbiamente ha cambiato il modo di pensare dell'umanità intera, ciò però non ha coinvolto tutti gli uomini allo stesso modo poichè alcuni di essi ancor oggi, vivono non l'epoca moderna con tutte le ideologie che si sono susseguite e che non sto qui a citare per non tediare nessuno, ma sono rimasti all'epoca di altri francesi o antenati di essi e precisamente all'epoca di Brenno e dei suoi Galli, il quale risultando vittorioso contro i Romani pose la sua enorme spada su un piatto di una bilancia ( truccata) e si fece pagare a peso d'oro il riscatto e la non distruzione di Roma. La storia viene studiata affinchè oltre a sapere cosa e chi ci ha preceduti, è utile per non commettere gli errori del passato e trarre saggezza dagli avi; dimenticavo di completare la leggenda che circola intorno a Brenno ed i suoi Galli
    come detto sopra non solo usava per pesare l'oro dei Romani una bilancia truccata, ma quando i Romani si accorsero dell'inganno e protestarono pesantemente, per risposta Brenno prese la sua enorme spada e la mise sulla bilancia in modo che i romani mettessero piò oro per eguagliare il peso e pronunciò la famosa frase "Vae victis" che letteralmente significa Guai ai vinti. Trovo un'analogia grandissima con quello che sta accadendo alla nostra classe dirigente locale, la quale essendo più volte stata trovata ( alcuni ) con le "mani dentro la marmellata" in cambio di vergognarsi e allontanare coloro i quali hanno ancora le mani "unte" non solo li fiancheggiano ma li fanno continuare a mangiare pane, burro e soprottutto "marmellata", l'unica differenza con Brenno che io colgo è quella che quest'ultimo vinse dopo sei anni una sanguinosa guerra contro gli odiati romani, i "nostri politici" hanno solo vinto le elezioni e sono stati eletti dal loro stesso popolo che gli chiede di ben amministrare nell'interesse della collettività.

    pepito spezzeguti

    RispondiElimina
  11. Bravo adomex hai centrato il problema i nostri governanti sono come pinocchio,i grilli parlanti li calpestano,non accettano consigli,sicuri del loro operato vanno avanti,incauti si fanno impiccare dal gatto e la volpe nel campo dei miracoli,si fanno manovrare da mangiafuoco nel suo teatro dei burattini,e affiancano la carovana che li porta irrimediabilmente nel paese dei balocchi.Ma in questo caso la conclusione della favola è diversa,mentre pinocchio alla fine comprende i propri errori rimediando e quindi diventa bambino i nostri governanti o cosi'e se vi pare,rimangono asini imprigionati per sempre nel paese dei balocchi.

    RispondiElimina

IN QUESTO BLOG I COMMENTI SONO LIBERI