domenica 2 marzo 2008
ALLA STRETTA FINALE
È l'ultima stretta prima della presentazione di liste e apparentamenti e ieri, a sorpresa, è spuntata la notizia che Berlusconi avrà accanto al suo anche il simbolo dello scudocrociato. Proprio quello della vecchia Dc, finito, nessuno sa come, nelle mani del mitico Pino Pizza, che, come spiegavano ieri a Via del Plebiscito “di per sé non vale manco mezzo voto, ma il suo simbolo potrebbe portarci almeno un 1 per cento”. Per lo più rosicchiato all'elettorato nostalgico casiniano. Ha capito subito l'aria che tirava, il signor Pizza, e ha puntato la sua fiche sul cavallo dato per vincente. E dire che pochi mesi fa, quando ancora il governo Prodi era in sella, Pizza si dava un gran daffare con l'amico Angelo Rovati per traghettare, grazie al suo solito simbolo, qualche centrista dalle parti dell'Unione, onde rimpolpare in numeri in Senato. D’altronde anche nel 2006 Pizza aveva puntato sul cavallo dato per vincente, e si era schierato con il centrosinistra, portando in Parlamento un unico senatore, Pietro Fuda, reso celebre dal rapido passaggio sotto le insegne di Agazio Loiero e da un emendamento che si era fatto ad personam, una sorta di colpo di spugna ad hoc su reati contabili che costrinse il governo, quando la cosa emerse, a varare un decreto correttivo della Finanziaria. Fini ha accolto Pizza, ma ha stoppato Mastella, che secondo il Cavaliere avrebbe potuto essere candidato con la Dc. Così come ha bloccato ogni apparentamento con la Destra di Storace, sul quale anche Berlusconi aveva dei dubbi, per il rimbalzo negativo che un simile connubio avrebbe potuto avere a livello anche internazionale. Fatto sta che però una “desistenza” al Senato con la Destra sarebbe assai gradita: nel Lazio, sia Storace che Buontempo controllano un bel pacchetto di voti, che potrebbero servire ad aggiudicarsi un premio di maggioranza assai in bilico per il centrodestra. Avance in questo senso sono arrivate dal Pdl, con la promessa di candidare qualche senatore in cambio della non presentazione delle liste, ma per ora è tutto bloccato. Un premio di maggioranza che potrebbe risultare esiziale per l'altro fronte, il Pd, è invece quello della Campania. Fu lì, nella regione di Bassolino e De Mita, che nel 2006 si vinsero le incertissime elezioni. Già allora la Campania sembrò per molte ore persa, poi miracolosamente venne recuperata. Stavolta sarà più dura: se la rottura con De Mita è stato il tentativo di dare un segnale di rottura con una certa politica locale, ora il rinvio a giudizio di Bassolino ributta tutto in altissimo mare. E dai veltroniani arrivano ormai prese di distanza esplicite dal Governatore: il pressing per le dimissioni è cominciato. Niente da fare, invece, per la Destra di Storace: Berlusconi ha imbarcato il simbolo della Lega al Nord, dell'Mpa al Sud, della Dc in giro per l'Italia, ma non vuole il suo.
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