giovedì 6 marzo 2008
BERLUSCONI STATISTA
Berlusconi dà il suo “placet’”alla ipotesi che il leader di An Gianfranco Fini, in caso di vittoria elettorale del centrodestra possa presiedere la Camera e ribadisce che Giulio Tremonti ha la “competenza ed esperienza necessari” per tornare ad essere ministro dell’Economia, mentre per il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini indica il ruolo di ministro degli Esteri senza escludere quello di titolare del Viminale. L’ultimo da cui ti aspetteresti la parola ‘sacrifici’ è Berlusconi, l’uomo delle promesse mirabolanti, dell’ottimismo più sfrenato. Eppure l’ha detta. Ieri sera da Vespa. Perché ‘i miei concittadini debbono sapere che siamo già in profonda crisi, una crisi non solo italiana ma mondiale’. E chi si candida a guidare il Paese ‘non può fingere di non sapere che siamo in una situazione del genere’. Sacrifici, dunque. Stringere la cinghia. Il Cavaliere si avventura su terreni ignoti, assume il tono grave dell’uomo di Stato, accetta perfino di farsi includere tra gli anziani (‘All’età che ho, sono un matto ad assumermi la responsabilità di presidente del Consiglio...’). Qualcuno dell’entourage sostiene che è la sua vera trovata, concepita apposta per stupire e catturare l’attenzione, più ancora dei contratti con gli italiani e dei disegnini col pennarello sulla lavagna (tutto ‘déjà vu’ dal 2001). ‘Dimezzare gli addetti alla politica. Eliminare le province. Combattere l’assenteismo incredibile nei ministeri’, nossignori, a chiederlo non è Beppe Grillo, né quel Di Pietro che vuole tagliare il grasso della politica: stavolta chi denuncia gli impiegati romani fannulloni (‘Si prendono il 39 per cento di vacanze oltre quelle dovute, mentre a Milano il tasso è del 27’), chi vuole bloccare il turnover nella pubblica amministrazione (‘Per 8 pubblici dipendenti che se ne vanno, ne deve essere assunto uno solo’), chi addirittura dichiara guerra agli evasori (‘Puntiamo a recuperare una somma pari a 2 punti del Pil nell’ultimo anno di governo’) è lui, Berlusconi. Addio sorriso a 32 denti, l’ora grave della recessione mondiale impone serietà e pure qualche marcia indietro, come su Alitalia. Sì, lui resta sempre convinto che meglio sarebbe una cordata nostrana, nel qual caso ‘lo Stato potrebbe dare, eccezionalmente, per un periodo transitorio, un contributo’. Però Berlusconi riconosce che pure una ‘public company con Air France e Klm può andar bene, purché resti identificabile come compagnia di bandiera’, nel senso di esporre il tricolore sugli aeroplani. Il Cavaliere che si emenda, si corregge, anche questa una novità. Mai più garantire l’impossibile: nel futuro contratto con gli elettori ci sarà ‘solo quello che realizzeremo al 100 per cento’, il resto verrà declassato a ‘direzione di marcia’. Subito la detassazione degli straordinari e subito pure l’abolizione dell’Ici, un sollievo per le famiglie da 4 miliardi di euro. Garanzia che ‘mai metteremo le mani nelle tasche della gente’. Ma il taglio alle tasse? Forse, dipende. ‘Cercheremo di ridurre la pressione fiscale sotto il 40 per cento, per le tredicesime si vedrà se potremo intervenire quest’anno’. L’intenzione c’è, sono i soldi che mancano. E il Cavaliere non vuole più apparire piazzista di sogni. Né complice della Casta. ‘Nel Pd hanno messo in lista le segretarie, i portaborse, i figli di...’. Di nuovo, no, non è Nanni Moretti fustigatore dei costumi a sinistra. E’ il Caimano in persona che si lancia perfino in una reprimenda contro il fiore all’occhiello di Veltroni, quel Calearo imprenditore anche lui, passato all’altra sponda: ‘Un ambizioso che ha sempre confessato di voler fare politica’. Del resto, Walter dietro l’immagine non ha nulla, ‘è un bravo comunicatore, punto e basta, nella sua vita ha fatto solo quello, insieme a Rutelli svolge con grande abilità il compito di far dimenticare il disastro di Prodi’. Veltroni ‘faccia tosta’. Veltroni che ‘sembra aver vissuto sulla luna’. Veltroni che fa ‘della bugia il suo mestiere’... Può sembrare una raffica di insulti, forse lo è, ma a fin di bene, garantiscono in via del Plebiscito. Perché Silvio si sente ‘tranquillo’ sui 10 punti di vantaggio, considera ‘irrealistico’ il pareggio, liquida come ‘favola’ un governo Draghi, già si sente in grado di promettere la presidenza del Senato all’opposizione (‘Vedremo come si comporta’) e della Camera a Fini (‘Ci terrebbe con una certa determinazione’). Però teme, Berlusconi, che il Pd si afflosci come un soufflé, ‘c’è stato un rallentamento del consenso verso di loro’, nei prossimi giorni prevede che andrà perfino peggio a Veltroni per colpa della par condicio televisiva, il rischio è che ne possa profittare Casini per rilanciare il centro. Non sia mai: gli attacchi diretti a Veltroni servono per tener vivo il ping-pong, nella speranza che la campagna resti un affare privato tra loro”.
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