Quanto pesa la vicenda Alitalia sulle intenzioni di voto degli elettori? A giudicare dalla determinazione di Berlusconi, che ne sta facendo il volano della propria campagna, e dalle reazioni del Pd, pare che sia destinata a pesare parecchio. E a sinistra il fronte della diffidenza di fronte al “bluff” berlusconiano inizia a incrinarsi. Anche perchè all'improvviso, il Cavaliere si è trovato a giocare di sponda con la Confindustria “nordista” e persino con i sindacati che, Cgil in testa, hanno tuonato contro i “ricatti” di Air France. Lasciando il Pd a dibattersi con le mani legate, perchè Veltroni non si può mettere esplicitamente contro il governo che ha cercato e avallato la trattativa con i francesi. “Sarei felicissimo se ci fosse un soprassalto di energie dalle forze produttive, finanziarie e industriali italiane”, dice oggi al Corriere Francesco Rutelli. Il vicepremier, ora candidato sindaco di Roma, ammette che trattare in esclusiva con Air France è stato un errore: “Un limite”, dice, ricordando di aver sollecitato il governo in Consiglio dei ministri a “tenere aperta la competizione”. E Rutelli picchia duro su Padoa-Schioppa e, indirettamente, sullo stesso Prodi. Accusandoli di aver buttato una patata bollente tra le gambe del Pd nel momento più sbagliato, in piena campagna elettorale: “Sul timing della trattativa e sulla sua gestione politica è meglio stendere un pietoso velo”. Anzi, è “roba da masochisti” aver deciso di giocare la partita con Spinetta a poche settimane dal voto, e “che in aprile si sarebbe votato avrebbero dovuto saperlo anche i ministri che non si candidano alle elezioni”, come TPS. E come il premier Prodi. Se non è un’esplicita accusa di boicottaggio ai danni di Veltroni e del suo tentativo di rimonta, poco ci manca. Il timore è che il “bluff” berlusconiano possa non rivelarsi tale, che qualcosa si stia davvero muovendo e che dietro fantasiose e patriottiche “cordate” italiane possa manifestarsi l'interesse (più credibile in termini industriali) di altri soggetti: come Lufthansa, insinua oggi La Stampa. Di certo, Berlusconi si è ritagliato un ruolo da salvatore della Patria, ed è riuscito a riappaiare l'immagine di un governo che non fa gli interessi degli italiani con quella del nuovo candidato premier. Un risultato non da poco, in vista del 13 aprile.
domenica 23 marzo 2008
ELEZIONI: CENTROSINISTRA CONTRO CENTROSINISTRA, ALITALIA TIENE BANCO, E IL BANCO SALTA
Quanto pesa la vicenda Alitalia sulle intenzioni di voto degli elettori? A giudicare dalla determinazione di Berlusconi, che ne sta facendo il volano della propria campagna, e dalle reazioni del Pd, pare che sia destinata a pesare parecchio. E a sinistra il fronte della diffidenza di fronte al “bluff” berlusconiano inizia a incrinarsi. Anche perchè all'improvviso, il Cavaliere si è trovato a giocare di sponda con la Confindustria “nordista” e persino con i sindacati che, Cgil in testa, hanno tuonato contro i “ricatti” di Air France. Lasciando il Pd a dibattersi con le mani legate, perchè Veltroni non si può mettere esplicitamente contro il governo che ha cercato e avallato la trattativa con i francesi. “Sarei felicissimo se ci fosse un soprassalto di energie dalle forze produttive, finanziarie e industriali italiane”, dice oggi al Corriere Francesco Rutelli. Il vicepremier, ora candidato sindaco di Roma, ammette che trattare in esclusiva con Air France è stato un errore: “Un limite”, dice, ricordando di aver sollecitato il governo in Consiglio dei ministri a “tenere aperta la competizione”. E Rutelli picchia duro su Padoa-Schioppa e, indirettamente, sullo stesso Prodi. Accusandoli di aver buttato una patata bollente tra le gambe del Pd nel momento più sbagliato, in piena campagna elettorale: “Sul timing della trattativa e sulla sua gestione politica è meglio stendere un pietoso velo”. Anzi, è “roba da masochisti” aver deciso di giocare la partita con Spinetta a poche settimane dal voto, e “che in aprile si sarebbe votato avrebbero dovuto saperlo anche i ministri che non si candidano alle elezioni”, come TPS. E come il premier Prodi. Se non è un’esplicita accusa di boicottaggio ai danni di Veltroni e del suo tentativo di rimonta, poco ci manca. Il timore è che il “bluff” berlusconiano possa non rivelarsi tale, che qualcosa si stia davvero muovendo e che dietro fantasiose e patriottiche “cordate” italiane possa manifestarsi l'interesse (più credibile in termini industriali) di altri soggetti: come Lufthansa, insinua oggi La Stampa. Di certo, Berlusconi si è ritagliato un ruolo da salvatore della Patria, ed è riuscito a riappaiare l'immagine di un governo che non fa gli interessi degli italiani con quella del nuovo candidato premier. Un risultato non da poco, in vista del 13 aprile.
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