Riflettevo sulle modalità della scelta dei candidati alle politiche che si terranno il 13 aprile, e mi è sovvenuto che a nulla vale fare ragionamenti sull’opportunità di candidare uno o un altro esponente di partito. A nulla vale cercare di dare un percezione accurata all’esposizione del “politically correct” che abbiamo, invano, tentato in questi giorni, contattando i potenti della terra che detengono LA FALCE del discrimine, che stabiliscono gli eletti e i peones.
Non parlo solo dei comitati centrali, che tanto ricordano i bei tempi passati dei soviet supremi, ma anche quelli più recenti della “democrazia centralizzata” teorizzata dal vecchio P.C.I. (almeno il voto di preferenza dei singoli candidati veniva indirizzato, ma c’era, adesso neppure questo), parlo anche delle guerriglie tra seconde, terze e quarte fila di connotazione meramente locale, che per prendere la corriera del successo e lucrare posti per parenti, famigli e parvenue asserviti, che per contare deputati in più rispetto all’avversario, mettono in campo teorie fantasiose ed incredibili che nulla hanno a che fare con il servizio al territorio e che nulla hanno a che fare con la giusta e legittima ricerca del consenso. Democrazia, ovvero potere del popolo. Vero, ma se accettiamo che nessuno fa campagna elettorale eccetto Berlusconi, Fini, Casini, Veltroni, Dalema, Bertinotti , gli altri solo yes man, possono anche andare alle Bahamas, non so se a depositare i soldi dell’evasione fiscale, ma certamente a prendere il sole, tanto la campagna elettorale la fanno i leaders. Ma lo ha anche affermato il divino Silvio:”bastano solo 30 parlamentari per lavorare gli altri devono solo alzare la mano”. Va tutto benissimo. Aspettiamo solo di vedere la graduatoria delle varie liste, poi le commenteremo.
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