lunedì 10 marzo 2008

SONDAGGI ED INTERPRETAZIONI, MA LA STORIA SEMBRA SCRITTA


“Non è così difficile vincere, siamo sotto di tre o quattro punti”, diceva l’altro giorno D’Alema in comizio. Solo qualche secondo dopo si è capito che non si riferiva all’Italia, ma alla regione in cui parlava, la Puglia, e il “vincere” era riferito alla prospettiva di “battere il centrodestra al Senato”, dove il calcolo del premio è regionale. Il ministro degli Esteri parlava ricordando che quella regione ha già riservato sorprese, ma dimenticava di segnalare che in molti casi le sorprese sono arrivate da quei partiti che oggi sono avversari del suo. Insisteva sul tema rendendo palese quello che è il vero pensiero del Pd: non una rimonta favolosa, “alla Camera è un’altra cosa” ammetteva lo stesso D’Alema, lì il premio è nazionale, e il ministro degli Esteri è sempre stato convinto che l’alleanza centrodestra-Lega è molto difficile da battere. Viceversa, non sarebbe irrealistico per il Pd tentare la conquista di alcune regioni di frontiera, dando per scontata la sconfitta in quelle - Lombardia, Veneto e anche Piemonte - in cui nemmeno se tutti gli imprenditori si candidassero nel partito di Veltroni gli equilibri a favore del centrodestra potrebbero essere modificati. Altre, come Liguria, Lazio, Campania, Puglia, Marche, diventano invece, nella valutazione degli strateggi del Pd - regioni che possono essere contese al centrodestra. Ed è lì che si concentreranno gli sforzi del partito nato dalla fuzione di Ds e Margherita, che sta inseguendo la prospettiva di un pareggio: vittoria scontata del Pdl alla Camera, sostanziale pari e patta al Senato. Obiettivo che comunque, in base agli ultimi sondaggi, non sembra però a portata - l'ultima rilevazione pubblicata sul sito di REPUBBLICA segnala una distanza di 4,5 punti tra i due schieramenti a vantaggio del centrodestra, contro i sette punti di margine che il Pdl conserva alla Camera).

La speranza di D'Alema, e di Veltroni, è che al Senato il Pdl venga messo in difficoltà dalla concorrenza di Francesco Storace e di Pierferdinando Caisni. Anche il Pd però si trova in una situazione analoga, dovendo scontare la concorrenza di Sinistra arcobaleno e dei socialisti di Boselli.
Insomma, in Italia, a differenza della Spagna dove il bipartitismo si è rafforzato ulteriormente, bisogna ancora fare i conti con i piccoli. E forse non è un caso se la vittoria di Zapatero, che ha ridotto la sinistra da cinque a due seggi, viene plaudita anche dalla Sinistra arcobaleno, che probabilmente aspira ad averne almeno cinquanta.

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