venerdì 29 febbraio 2008
IL PROGRAMMA
Ci sono praticamente tutti i vertici del Pdl alla presentazione del programma elettorale. In sala sono presenti il leader di An Gianfranco Fini, il suo portavoce Andrea Ronchi, Giulio Tremonti, i leghisti Roberto Calderoli e Roberto Maroni, Raffaele Lombardo (Mpa), Mauro Cutrufo (Dca) e Alessandra Mussolini. Fini ha parlato brevemente prima con la Mussolini e poi, più diffusamente, con Tremonti. Sul podio campeggiano i tre simboli che rappresenteranno il centrodestra nella scheda elettorale: quello della Lega Nord (con la scritta "Bossi"), quello del Popolo della Libertà (con la dicitura "Berlusconi presidente") e infine quello del Mpa (con la scritta "Autonomia-Sud").
Solo dodici pagine, che contengono sette “missioni” per rilanciare la crescita dell’Italia e per riorganizzare la macchina-Stato. È “snello” il programma del Popolo della libertà che Silvio Berlusconi ha presentato alla stampa all’Auditorium di via della Conciliazione, a Roma. Una conferenza durante la quale il leader del centrodestra ha ricordato i danni del governo di Romano Prodi e ha accusato il centrosinistra di fare solo “promesse” e di aver presentato un programma “specchietto per le allodole”. Un documento copiato da quello del centrodestra, insomma, “ma in salsa statalista”. Dopo aver spiegato dettagliatamente i sette punti il Cavaliere ha poi voluto rassicurare i suoi: “Non sono vere le cose che si leggono, non candideremo veline o soubrette. Vogliamo portare in Parlamento persone oneste e che diano il loro contributo al paese”. Lunedì se ne saprà di più, quando cominceranno gli incontri e si cominceranno a decidere le candidature.
Qui di seguito riportiamo integralmente le 12 pagine del programma del PdL:
Prima missione: rilanciare lo sviluppo La nostra proposta per rilanciare la crescita dell’economia italiana si fonda su sei iniziative: un nuovo fisco per le imprese; infrastrutture, nuove fonti di energia e telecomunicazioni; lavoro; liberalizzazioni; sostegno al “made in Italy”; riorganizzazione e digitalizzazione della pubblica amministrazione. 1. Un nuovo fisco per le imprese • detassazione di straordinari, premi e incentivi legati a incrementi di produttività; • graduale e progressiva detassazione delle “tredicesime” o di una mensilità; • versamento IVA dovuto solo dopo il reale incasso della fattura; • rimborsi IVA in tempo commerciale (da 60 a 90 giorni), per lasciare liquidità nelle imprese; • eliminazione di adempimenti burocratici e fiscali superflui e costosi; • riforma degli studi di settore, partendo dalle realtà economiche territoriali e coinvolgendo anche i Comuni; • graduale e progressiva abolizione dell’IRAP, a partire dall’abolizione dell’IRAP sul costo del lavoro e sulle perdite; • graduale e progressiva riduzione dell’IVA sul turismo. 2. Infrastrutture, nuove fonti di energia e telecomunicazioni • Rilancio e rifinanziamento della “Legge Obiettivo” e delle Grandi Opere con priorità alle Pedemontane lombarda e veneta, al Ponte sullo Stretto di Messina e all’Alta velocità ferroviaria; • coinvolgimento delle piccole e medie imprese di costruzione nella realizzazione delle Grandi Opere; • promozione e incentivazione della raccolta differenziata e della realizzazione di termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nelle regioni deficitarie; • rilancio del trasporto aereo, con la valorizzazione e lo sviluppo degli “Hub” di Malpensa e di Fiumicino; • partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione; • incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili: dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani; • realizzazione dei rigassificatori già autorizzati;
• diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito; • completamento del processo di liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni e diffusione della larga banda su tutto il territorio nazionale; • regole europee nel settore dei media: pluralismo e concorrenza, valorizzazione delle produzioni europee, completamento del passaggio alla tecnologia digitale. 3. Lavoro • Incremento delle tutele, delle garanzie e dei controlli in materia di sicurezza sul lavoro anche attraverso incentivi per le imprese; • obiettivo della piena occupazione per trasformare la flessibilità di ingresso nel mondo del lavoro in opportunità di stabilità del rapporto e di crescita professionale, eliminando alla radice il fenomeno della precarietà; • attuazione della Legge Biagi per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro e per realizzare una maggiore inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne, anziani e disabili; • riforma degli ammortizzatori sociali secondo i principi contenuti nel “Libro Bianco” del professor Marco Biagi; • completamento della “Borsa lavoro” per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. 4. Liberalizzazioni • Liberalizzazione dei servizi privati e pubblici per migliorare il rapporto qualità/prezzo a favore dei consumatori a partire dal carico delle bollette; • liquidazione delle società pubbliche non essenziali; • difesa dei consumatori generalizzando e rafforzando il principio di “portabilità” dei rapporti con le banche, proposto dal Governo Berlusconi. 5. Sostegno al “Made in Italy” • Interventi sull’Unione Europea per ridurre la regolamentazione comunitaria, per difendere la nostra produzione, contro la concorrenza asimmetrica che viene dall’Asia (dazi e quote); • sperimentazione della certificazione obbligatoria del “Made in Italy”; • legge sui distretti industriali, sulle filiere produttive e sulle reti d’imprese; • sviluppo dell’agricoltura: salvaguardia degli interessi italiani in Europa, difesa e valorizzazione del prodotto italiano mediante l’indicazione obbligatoria dell’origine geografica, contenimento dei costi di produzione (anche con la stabilizzazione del regime fiscale e previdenziale agricolo), valorizzazione dei prodotti tipici, riduzione dei passaggi dal campo alla tavola dei prodotti agricoli, diffusione di mercati gestiti direttamente dai produttori agricoli. 6. Riorganizzazione e digitalizzazione della P.A. • Sviluppo del piano di riorganizzazione e di digitalizzazione della pubblica amministrazione avviato durante il Governo Berlusconi per raggiungere i seguenti obiettivi: considerevoli risparmi nel costo dello Stato, accesso dei cittadini agli uffici pubblici per via telematica, maggiore trasparenza e certezza delle procedure; • passaggio dall’archiviazione cartacea a quella digitale. Seconda missione: sostenere la famiglia, dare ai giovani un futuro La famiglia è al centro del nostro programma; per noi la famiglia è la comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna; e per sostenere la famiglia noi proponiamo: meno tasse, una casa per tutti, migliori servizi sociali, mettere i giovani in condizione di costruire il loro futuro. 1. Meno tasse • Totale eliminazione dell’ICI sulla prima casa, senza oneri per i Comuni; • graduale e progressiva introduzione del “quoziente familiare” che tiene conto della composizione del nucleo familiare; • abolizione delle tasse sulle successioni e sulle donazioni reintrodotte dal governo Prodi; • graduale e progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo in attuazione dei principi contenuti nella Legge delega per la riforma fiscale del governo Berlusconi; • graduale e progressiva tassazione separata dei redditi da locazione; • rilevazione sul territorio dei redditi delle abitazioni, ai fini della formazione del catasto; • rafforzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale già contenute nella legge finanziaria del 2006 del governo Berlusconi.
2. Una casa per tutti • “Piano casa” per costruire alloggi per i giovani e per le famiglie che ancora non dispongono di una casa in proprietà attraverso lo scambio tra proprietà dei terreni e concessioni di edificabilità. Ogni Regione determinerà i criteri di assegnazione su cui costruire le graduatorie; • piano di riscatto concordato con le Regioni a favore degli inquilini di alloggi pubblici; • riduzione del costo dei mutui bancari delle famiglie, rendendone conveniente la ristrutturazione da parte delle banche; • graduale e progressiva detassazione degli investimenti in riscaldamento e difesa termica delle abitazioni e degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei; • fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e/o ristrutturazione; • stabilizzazione delle norme fiscali (IVA + Imposte dirette) sui lavori di ristrutturazione edilizia; • “Legge Obiettivo” per i quartieri svantaggiati e le periferie delle grandi aree metropolitane, con agevolazioni agli interventi di riqualificazione urbana e il finanziamento di progetti infrastrutturali. 3. Migliori servizi sociali • Reintroduzione del “bonus bebé” per sostenere la natalità; • graduale e progressiva riduzione dell’IVA su latte, alimenti e prodotti per l’infanzia; • sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata; • assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate, estesa fino al 18° anno di età per garantire il diritto/dovere all’istruzione; • prosecuzione del piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso fondi pubblici e detassazioni; • graduale e progressivo aumento delle pensioni più basse; rafforzamento della previdenza complementare e avvio sperimentale di nuove mutue sociali e sanitarie; • attuazione del piano straordinario del Governo Berlusconi per le persone non autosufficienti (disabili, anziani, malati gravi) di concerto con il mondo delle autonomie e del privato sociale; • utilizzo delle Poste italiane per servizi sociali a domicilio, a favore dei cittadini in coordinamento con i Comuni;
• stabilizzazione del “cinque per mille” e sua applicazione a favore di volontariato, non-profit, terzo settore, ricerca; • revisione del sistema di assistenza sociale in base al principio di sussidiarietà, dando un maggior ruolo ai Comuni e garantendo la libertà di scelta tra i vari servizi offerti dal pubblico, dal privato e dal privato sociale; • riforma del libro primo del Codice Civile, per riconoscere il ruolo fondamentale assunto nella nostra società dal “terzo settore”; • rilancio del ruolo di prevenzione e di assistenza dei consultori pubblici e privati e, d’intesa con le Regioni, individuazione delle risorse finanziarie necessarie a garantire credibili alternative all’aborto per la gestante in difficoltà; • esclusione di ogni ipotesi di leggi che permettano o comunque favoriscano pratiche mediche assimilabili all’eutanasia. 4. Dare ai giovani un futuro • Sperimentazione di un periodo “no tax” per le nuove iniziative imprenditoriali e professionali dei giovani; • introduzione di un credito d’imposta per le imprese che assumono giovani e che trasformano contratti temporanei in contratti a tempo indeterminato; • “bonus locazioni” per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti; • garanzie pubbliche per i “prestiti d’onore” e per il finanziamento d’avvio a favore di giovani che iniziano la loro attività di impresa; • graduale progressiva totalizzazione dei periodi contributivi; • ripresa in ogni settore di attività del sistema delle mutue che, con sostegno pubblico e privato, garantiscano ai giovani assistenza sociale e sanitaria in caso di non lavoro e di bisogno, sul modello storico delle “Casse edili”. Terza missione: più sicurezza, più giustizia Sicurezza e tutela del cittadino sono priorità assolute e saranno affrontate con interventi urgenti ed incisivi.
Una giustizia lenta ed inefficiente, oltre che essere fonte di disuguaglianza e di tensioni sociali, crea ostacolo alla crescita economica del Paese. Provvedimenti legislativi immediati e di sistema debbono trovare attuazione per ridare al cittadino la fiducia nello Stato. 1. Più sicurezza • Aumento progressivo delle risorse per la sicurezza; • maggiore presenza sul territorio delle forze dell’ordine ed incremento della polizia di prossimità, dei poliziotti e dei carabinieri di quartiere per rafforzare la prevenzione dei “reati diffusi” (furto in appartamento, furto d’auto, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, etc); • incentivi per installazioni di sistemi di sicurezza nei pubblici esercizi; • iniziativa del Governo italiano in sede di Unione Europea affinché non si attuino più sanatorie indiscriminate per i clandestini; • apertura di nuovi Centri di permanenza temporanea per l’identificazione e l’espulsione dei clandestini; • contrasto dell’immigrazione clandestina, attraverso la collaborazione tra governi europei e con i paesi di origine e transito degli immigrati; • contrasto all’insediamento abusivo di nomadi e allontanamento di tutti coloro che risultino privi di mezzi di sostentamento legali e di regolare residenza; • precedenza per l’immigrazione regolare ai lavoratori dei paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti, impediscono la partenza di clandestini dal proprio territorio e accettino programmi comuni di formazione professionale negli stessi paesi; • conferma del collegamento stabilito nella Legge Bossi-Fini fra permesso di soggiorno e contratto di lavoro e contrasto allo sfruttamento illegale del lavoro degli immigrati; • incentivi alle associazioni, alle scuole e agli oratori per la conoscenza della lingua, della cultura e delle leggi italiane da parte degli immigrati; • lotta al terrorismo interno ed internazionale, anche attraverso lo stretto controllo dei centri collegati alla predicazione fondamentalista; • tutela dell’ordine pubblico dagli attacchi alla legalità dei vari “disobbedienti” e aumento delle pene per i reati di violenza contro le forze dell’ordine; 2. Più giustizia • perfezionamento dell’azione intrapresa nella legislatura 2001/2006 dal Governo Berlusconi, con il completamento della riforma dei codici, la definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti e l’attuazione dei principi enunciati dalle sentenze della Corte Costituzionale, non ancora trasposti in atti legislativi; • attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggiore tutela delle vittime e degli indagati; • aumento delle risorse per la giustizia, con un nuovo programma di priorità nell’allocazione delle risorse: più razionalità nelle spese, più investimenti nell’amministrazione della giustizia quotidiana, a partire dalla giustizia civile; • garanzia della certezza della pena, con la previsione che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta ed esclusione degli sconti di pena per i recidivi e per chi abbia commesso reati di particolare gravità e di allarme sociale; • inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne; gratuito patrocinio a favore delle vittime; istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare; • costruzione di nuove carceri e ristrutturazione di quelle esistenti; • rafforzamento della distinzione delle funzioni nella magistratura, come avviene in tutti i paesi europei; confronto con gli operatori della giustizia per una riforma di ancor maggiore garanzia per i cittadini, che riconsideri l’organizzazione della magistratura, in attuazione dei principi costituzionali; • limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali al contrasto dei reati più gravi; divieto della diffusione e della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, con pesanti sanzioni a carico di tutti coloro che concorrono alla diffusione e pubblicazione; • riforma della normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini; • completamento della riforma del Codice di Procedura Civile con snellimento dei tempi di definizione ed incentivi alle procedure extra giudiziali. Quarta missione: i servizi ai cittadini. Sanità, scuola, università, ricerca, cultura e ambiente. Daremo agli italiani servizi pubblici degni di un Paese europeo, innovando nel campo della sanità, della scuola, dell’università, della ricerca e nella tutela dell’ambiente.
1. Sanità • completamento del piano del Governo Berlusconi per l’eliminazione delle liste d’attesa; • incentivazione del rinnovamento tecnologico delle strutture ospedaliere e della realizzazione di nuove strutture, in particolare al Sud, in accordo con le Regioni; • trasparenza nella scelta dei manager nelle aziende pubbliche sanitarie, con graduatorie che valorizzino il merito e la qualificazione professionale; • riforma della Legge 180 del 1978 in particolare per ciò che concerne il trattamento sanitario obbligatorio dei disturbati psichici; • attuazione della legge contro le droghe e potenziamento dei presidi pubblici e privati di prevenzione e di recupero dalle tossicodipendenze. 2. Scuola, università, ricerca e cultura • Ripresa nella scuola, per gli alunni e per gli insegnanti, delle “3 i”: inglese, impresa, informatica; • difesa del nostro patrimonio linguistico, delle nostre tradizioni e delle nostre culture anche per favorire l’integrazione degli stranieri; • attuazione per la prima volta in Italia del disposto dell’articolo 34 della Costituzione: “I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”; • commisurazione degli aumenti retributivi a criteri meritocratici con riconoscimenti agli insegnanti più preparati e più impegnati; • libera, graduale e progressiva trasformazione delle Università in Fondazioni associative, aperte ai contributi dei territori, della società civile e delle imprese, garantendo a tutti il diritto allo studio; • rafforzamento della competizione tra atenei, premiando qualità e risultati; • realizzazione dei “Fondi dei fondi” per finanziare gli investimenti in ricerca sul modello di quanto realizzato in Francia; • inserimento graduale e progressivo della detassazione degli utili reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica; • legge quadro per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza) e per promuovere la creatività italiana in tutti i campi dello spettacolo, dell’arte e della multimedialità; • promozione delle “cittadelle della cultura e della ricerca”, con il concorso del pubblico e dei privati, per lo studio delle eccellenze italiane e lo sviluppo di piani e strategie per la valorizzazione delle produzioni tradizionali.
3. Ambiente • Introduzione della destinazione di un “5 per mille” per l’ambiente; • legge obiettivo per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e la tutela del paesaggio, nel rispetto delle autonomie territoriali, attraverso la demolizione degli ecomostri e il risanamento degli scempi arrecati al paesaggio italiano; • promozione di azioni coordinate di valorizzazione del territorio attraverso la programmazione negoziata con le Regioni, anche per ottimizzare l’utilizzo dei fondi europei relativi ai beni culturali e al recupero dei centri storici; • realizzazione di strumenti di tutela del suolo e delle acque per una razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei disastri idrogeologici, fatte salve le competenze regionali; • aggiornamento della Legge 157/92 secondo gli indirizzi europei in materia di attività venatoria. Quinta missione: il Sud Noi vogliamo un’Italia che finalmente superi, attraverso un impegno straordinario, il drammatico divario tra Nord e Sud, realizzando una politica che valorizzi la responsabilità dei territori e metta a frutto tutte le energie presenti nel Paese. • Piano decennale straordinario concordato con le Regioni per il potenziamento, completamento e realizzazione delle infrastrutture: porti, reti stradali e autostradali, alta capacità ferroviaria, Ponte sullo stretto, in modo da formare un sistema logistico integrato; • creazione di zone e porti franchi; • “Leggi Obiettivo” speciali concentrate su turismo e beni culturali, agroalimentare e risorse idriche, infrastrutture e logistica, poli di eccellenza per la ricerca e l’innovazione; • realizzazione di un piano strategico di riconversione dell’industria chimica pesante (impianti petrolchimici e centrali termoelettriche) ispirato alle nuove tecnologie; • pieno e tempestivo utilizzo dei fondi comunitari attraverso nuove intese istituzionali di programma; • realizzazione della Banca del Sud secondo il progetto del Governo Berlusconi;
• federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di sviluppo (fiscalità compensativa) a favore delle aree svantaggiate; • contrasto alla criminalità organizzata; piano di emergenza per la sicurezza e la legalità. Sesta missione: il federalismo La riforma del Titolo V della Costituzione ha posto le premesse per avviare un ampio processo di trasferimento di poteri dal centro alla periferia. Per il riconoscimento di una effettiva autonomia delle Regioni e degli enti locali occorre realizzare il federalismo fiscale, che comporta il trasferimento di risorse finanziarie dal centro alla periferia, a parità di spesa pubblica e di pressione fiscale complessiva. • attuazione al disposto dell’articolo 119 della Costituzione, assegnando agli enti territoriali le più idonee fonti di finanziamento, trovando il giusto equilibrio tra autonomia, equità ed efficienza; • approvazione, a tal fine, da parte del Parlamento della proposta di legge “Nuove norme per l’attuazione dell’art. 119 della Costituzione”, adottata dal Consiglio Regionale della Lombardia il 19 giugno 2007; • garanzia della massima trasparenza ed efficienza nelle decisioni di entrata e di spesa, così da permettere il controllo della collettività sulle politiche fiscali e di spesa delle amministrazioni locali; • garanzia che la perequazione riduca ma non annulli le differenze di capacità fiscale, fermo il principio costituzionale di giusto equilibrio tra solidarietà ed efficienza, premiando i comportamenti finanziari virtuosi e le regioni con una minore evasione fiscale. Settima missione: un piano straordinario di finanza pubblica Questo programma si estende sull’intero arco della prossima legislatura e sarà integralmente realizzato entro il suo termine. Cinque anni sono un periodo di tempo sufficientemente lungo per graduare l’avanzamento progressivo degli interventi che ci impegniamo a realizzare. In ogni caso ci è ben chiaro che la realizzazione del nostro programma è sottoposta a 3 vincoli esterni essenziali:
a) il vincolo costituito dalla crisi economica in atto nel mondo ed in Italia. Una crisi che può aggravarsi e che in questi ultimi due anni è stata irresponsabilmente ignorata o sottovalutata dal Governo Prodi; b) il vincolo imposto dagli impegni di trattato europeo, impegni che l’Italia ha assunto e che il nostro prossimo Governo intende rispettare. Come è stato già fatto nel periodo del nostro governo caratterizzato da una congiuntura economica negativa che ha portato la Germania e la Francia – ma non l’Italia – sulla soglia delle “sanzioni” europee; c) il vincolo costituito dall’attuale instabile equilibrio dei conti pubblici italiani. In questi termini, gli interventi attuativi del presente programma saranno comunque progressivamente e responsabilmente realizzati in funzione dell’andamento dell’economia e nel rispetto dei criteri di rigore nella gestione del bilancio pubblico. Non facciamo e non promettiamo miracoli. In ogni caso non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini. Non aumenteremo dunque la pressione fiscale. Anzi ci sforzeremo di ridurla. Fermo l’obiettivo di contrasto e di recupero dell’evasione fiscale. Il nostro impegno sarà all’opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell’apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili). In parallelo a questi interventi di carattere ordinario, pensiamo comunque che sia possibile e necessario un piano di ristrutturazione straordinaria della nostra finanza pubblica. Un piano articolato come segue. Dentro la struttura della nostra finanza pubblica, come si è via via formata in questi ultimi trenta anni, noi vediamo emergere 5 punti caratteristici essenziali: a) l’attivo è superiore al passivo. Il patrimonio pubblico (circa 1.800 miliardi di euro) è in specie superiore al debito pubblico (circa 1.500 miliardi di euro); b) tutto il passivo è collocato come debito pubblico sul mercato, mentre la parte di attivo che potrebbe essere collocata e valorizzata sul mercato, fatta da azioni, aziende, immobili, crediti, diritti di concessione, etc. (fino al 40% del totale, fino a circa 700 miliardi di euro) è ancora in mano pubblica; c) simmetricamente, il grosso del risparmio privato è direttamente ed indirettamente investito in passività (ed in specie in titoli del debito pubblico) e non in attività; d) mentre quasi tutto il debito pubblico è del governo centrale (dello Stato), il grosso del patrimonio pubblico che può essere collocato e valorizzato sul mercato – circa i due terzi del totale – è dei governi locali (Regioni, Province, Comuni). Da ultimo, mentre il governo centrale (lo Stato) tende a privatizzare, molti Governi locali seguono il processo opposto tendendo a pubblicizzare; e) mentre quasi tutto il prelievo fiscale è centrale (dello Stato), la parte crescente della spesa pubblica discrezionale è locale (di Regioni, Province, Comuni). La nostra proposta è un grande e libero patto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori ed investitori. Un patto che: - realizzi il federalismo fiscale solidale, di cui all’art.119 della Costituzione; - riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota corrispondente di patrimonio pubblico, offrendo a risparmiatori ed operatori economici maggiori e migliori opportunità di investimento. Gli effetti finali attesi sono: la riduzione del debito pubblico; un minore costo del debito pubblico residuo; una maggiore trasparenza, una maggiore responsabilità ed efficienza della spesa pubblica; la riorganizzazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione, il rilancio dell’economia. Solo su questa base, non aumentando le tasse sul reddito, sulla casa, sul risparmio, sulle partite IVA, ma abbattendo la manomorta del debito pubblico, l’Italia può ripartire. L’effetto positivo cumulato atteso è stimabile in termini di 1 punto di prodotto interno lordo di minore spesa pubblica corrente e di 1 punto di prodotto interno lordo di maggiore crescita. Tutte le ipotesi di intervento di finanza pubblica presenti in questo programma sono ampiamente coperte, grazie alla somma degli effetti del piano straordinario e ai risultati della nostra azione contro l’evasione fiscale condotta con la riforma delle esattorie, mediante l’effettiva partecipazione dei Comuni all’accertamento, il potenziamento dell’amministrazione finanziaria, il progetto della riforma dal basso e non dall’alto degli studi di settore.
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