
Dal proprio sito web, l’Mpa dichiara “tempo scaduto per chiacchere e perdite di tempo della politica romana”. E annuncia “noi si comincia: per la nostra gente e per la nostra terra”. Prima tappa, l’assemblea congressuale siciliana dell’Mpa, fissata per domenica pomeriggio alle 16. Oggi Lombardo ha tenuto a ribadire i propri paletti: “Mi alleo con il Pdl se c’è l’Udc e mi alleo con l’Udc se c’è il Popolo della libertà”. Gianfranco Fini si augura “che il nodo della Sicilia possa essere sciolto quanto prima in modo positivo con un accordo non solo nel Pdl ma anche con l’Mpa”. L’impressione è che nello stato maggiore azzurro - al di là di pochissime sponde, seppure autorevoli, offerte in Sicilia a Micciché, leggasi Dell'Utri, altro che cuffarismo !!! - prevalga il medesimo auspicio. In virtù del quale il Cavaliere ha probabilmente esortato il presidente dell’Ars a fare un passo indietro. Magari ribadendogli l’offerta di un ruolo di primo piano nel governo nazionale in caso di successo alle politiche. Una prospettiva rispetto alla quale Micciché aveva di recente palesato distacco. Difficilmente ha cambiato idea. E l’irritazione odierna - uno stato d’animo che più di un osservatore siciliano delle vicende azzurre indovina nelle laconiche risposte date da Micciché ai cronisti dopo l’incontro con Berlusconi - sembrerebbe confermarlo. La riserva dovrà comunque essere sciolta in tempi molto brevi. Se da un lato al Cavaliere conviene ridurre le richieste di Lombardo, - magari anche attraverso le resistenze di Micciché, che potrebbero essere solo una pantomima - per un altro verso non può rischiare di mettere a repentaglio il decisivo premio regionale in Sicilia. E dunque ha molto interesse ad apparentarsi con l’Mpa sia nella regione, sia nella contesa nazionale. Anche a costo di uno strappo tutto interno a FI.
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