venerdì 18 gennaio 2008

Governo sempre più debole, cresce l’attesa di un’exit strategy


(VE) L’interim della Giustizia assunto dal premier Romano Prodi non chiude il dossier aperto dalle dimissioni di Clemente Mastella da Guardasigilli. La questione del conflitto tra politica e magistratura - simboleggiata all’interno della coalizione di maggioranza dal duello senza esclusione di colpi tra Mastella e Antonio Di Pietro - resta aperta. E si intreccia con il dossier legge elettorale, reso ancor più incandescente dal via libera della Consulta ai tre quesiti referendari. Sul versante della riforma elettorale le fibrillazioni attraversano entrambi gli schieramenti: il no di Silvio Berlusconi alla bozza Bianco, accompagnato da un giudizio positivo sul referendum e da un appello a Walter Veltroni per un ritorno al “Vassallum”, ha scosso le altre forze dell’opposizione. Quanto al centrosinistra, le fibrillazioni sono ormai endemiche. Non solo sulla legge elettorale. Nella maggioranza, la soluzione soft del caso Mastella escogitata da Prodi ha lasciato l’amaro in bocca a molti - non solo a Di Pietro. Il governo resta assai debole. E Mastella, nel garantire un appoggio esterno all’esecutivo, avverte che d’ora in poi farà valere con più libertà di movimento e maggiore convinzione il proprio peso, decisivo al Senato. Molti - non solo nel centrodestra - appaiono alla ricerca di una via d’uscita da una situazione politico-istituzionale fragilissima. Nessuno, però, ha ancora individuato un percorso sufficientemente condiviso. E la suspense che accompagna gli sforzi volti a definire un’exit strategy cresce di giorno in giorno.

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