domenica 27 gennaio 2008
Sicilia, totonomine: spunta la Prestigiacomo, in pole Lombardo
Le dimissioni di Salvatore Cuffaro, previste da mesi come lo stesso governatore ha ammesso, avvengono in un momento molto difficile per la politica siciliana e, soprattutto, per la sinistra. Il toto candidato alla carica di presidente della giunta regionale è partito da tempo, ma mentre nella Cdl i giochi sembrano fatti, il Partito democratico deve fare i conti con una situazione molto più frammentata, al proprio interno, e con gli alleati. Cuffaro sarà determinante per la scelta del candidato di centrodestra e farà valere tutta la sua forza elettorale e politica perché a succedergli sia Raffaele Lombardo. Il presidente della provincia di Catania ed eurodeputato, pur avendo lasciato l’Udc tempo fa per insanabili contrasti politici con l’ex segretario Marco Follini, ha mantenuto intatto il suo rapporto con il presidente della Sicilia che ha continuato ad appoggiare con il suo nuovo partito l’Mpa, il Movimento per le autonomie. Lombardo può anche contare sui buoni rapporti con Silvio Berlusconi e con settori consistenti di FI. La sua candidatura potrebbe essere ostacolata soltanto da quella di Gianfranco Micciché, l’ex coordinatore di FI e attuale presidente dell’Assemblea siciliana. Ma la probabile concomitanza con il periodo in cui si svolgeranno le elezioni politiche nazionali e l’aspettativa di un successo del centrodestra fanno pensare che Micciché sceglierà di ritornare a Roma, questa volta per fare il ministro. Altri forti candidati all’orizzonte il centrodestra non ne ha, anche se Micccichè ha ipotizzato la discesa in campo di Stefania Prestigiacomo: "In questi giorni mi sono reso conto di volere a Cuffaro più bene di quanto non pensassi”, ha dichiarato al nostro blog, “escludo categoricamente – ha aggiunto -la mia candidatura a presidente. La Sicilia ha bisogno di una persona giovane e che abbia già dimostrato di essere capace di governare, integra e con la voglia di lavorare tanto. Meglio se donna. Io non so se Stefania Prestigiacomo sia disponibile. Comunque se non fosse Stefania dovrebbe essere una identitica a lei”. Quanto alla sinistra la situazione è molto più problematica.
Rita Borsellino ritiene che la sinistra le debba offrire una seconda chance. Battuta due anni fa da Cuffaro chiede di potersi candidare ma trova fortissime resistenze all’interno del Pd e fra i partiti minori del centrosinistra. Nel Pd, soprattutto fra i settori degli ex democristiani, che poi rappresentano la maggioranza, la sorella del magistrato ucciso dalla mafia non trova molti alleati: la considerano troppo giustizialista e di non avere un appeal politico tale da attirare i voti degli ex democristiani, indispensabili per vincere. Contro la Borsellino si schiera apertamente Leoluca Orlando del partito di Antonio Di Pietro. Anche lui chiede una rivincita - fu sconfitto anche lui sette anni da Cuffaro - ritenendo che le condizioni siano mature per battere il centrodestra ammaccato, secondo lui, dalla vicenda Cuffaro. Il Pd, una vota scartata per la sua indisponibilità la candidatura di Anna Finocchiaro, il capogruppo al Senato, a questo punto e dovendo scegliere in fretta perché la campagna elettorale sarà molto breve, avanza la candidatura di Francantonio Genovese, attualmente segretario del Pd isolano. Con agganci nel mondo imprenditoriale molto vasti, l’ex sindaco di Messina - grazie ai voti anche dell’Mpa di Lombardo - si ritiene possa rappresentare la discontinuità e pescare molti voti fra gli elettori di centro. Tranne che Sergio D’Antoni, l’ex segretario della Cisl, non decida di fare il grande passo e puntare sul governo della Sicilia. Fino ad oggi nonostante le sollecitazioni ha sempre risposto negativamente, ma se dovesse ritenere che elezioni politiche nazionali non saranno favorevoli al centrosinistra, questa volta potrebbe forse scommettere su un suo impegno nell’Isola.
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