L'invito dell'Osservatorio era già una relazione. La Fondazione Curella lo aveva diramato, fissando la data per il 26 ottobre con il tema: "Sud: unica alternativa un volo low cost solo andata?". Laddove il punto interrogativo rappresentava solo un gesto di cortesia, nei confronti delle personalità che avrebbero partecipato alla riunione: ed avrebbe potuto essere adeguatamente sostituito da un punto esclamativo. La relazione lo ha poi documentatamente ed ampiamente confermato. Ha descritto il "flop" del Sud, la ripresa dell'emigrazione dei giovani verso il Nord continentale ed europeo, ha tracciato un quadro deprimente dell'occupazione ed individuato le carenze; ha, in sintesi, certificato l'abbandono del Sud da parte della classe dirigente romana e proiettato la mancanza di prospettive per questa grande parte del Paese. Per la Sicilia, in particolare, non si sono usati toni leggeri o sfumati. A cominciare dal grave errore della mancata realizzazione del Ponte, fino a concludere che "la Sicilia progressivamente rischia di allontanarsi dall'Europa, avvicinandosi sempre più al Nord Africa". "Mancano gli investimenti pubblici - ha spiegato Pietro Busetta, Presidente della Fondazione Curella - non arrivano quelli esteri e il debito pubblico fa si che le risorse usate per il Mezzogiorno siano insufficienti. Abbiamo confrontato Mezzogiorno e Paesi europei, il Mezzogiorno è addirittura ultimo". Ed è giunta puntuale la considerazione di Raffaele Lombardo, Presidente della Provincia etnea, quando, in sede di intervento, ha affermato: "Ormai è abbastanza chiaro: del Sud, alla politica romana ed agli ascari dei partiti nazionali, al di là degli schieramenti, non gliene frega niente. Ed è questo il motivo per cui non si vara un piano, almeno decennale, per il Mezzogiorno". Per Lumia, diessino, invece, la colpa va attribuita alla classe dirigente regionale, dal momento che solo "un esecutivo regionale serio, rigoroso, non piagnone, competente, può battere i pugni per reclamare gli strumenti e le risorse necessarie per rilanciare lo sviluppo dell'Isola e dimostrare che in Sicilia esiste una classe dirigente che sa far bene". Rinunciamo di buon grado a confutare la tesi dell'Onorevole Lumia, che tende a giustificare le gravissime colpe del potere centrale,. piangendosi addosso! Sono troppo evidenti, infatti, e tutti alla luce del sole, i rifiuti, i rinvii e le menzogne di un Governo romano-centrico, che ha voluto discriminarci e "punirci" per ragioni politiche. Sicilia Domani, da tempo, si domanda ormai quale reazione possa essere utilmente adottata per "costringere" un Governo, corrivo e rancoroso, a compiere il suo dovere nei confronti dell'"altra" Italia. Giungendo ad una conclusione, che non ha alternative: quella di contribuire a "mandare a casa" un Esecutivo, tanto pernicioso e dannoso per l'avvenire del Paese. |
giovedì 1 novembre 2007
IL "FLOP" DELLA POLITICA MERIDIONALISTA
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