Siamo in grado di stabilire l'identità nazionale di Prodi: è romeno, nel senso di Ceausescu. Governa senza maggioranza, confida nella capacità di intortare gli italiani avendo le tivù e i giornali dalla sua. Gli auguriamo una fine molto migliore di quella del suo predecessore di Bucarest. Ha cercato di ingannarci. Ha detto ieri: «Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto e continueremo seriamente a vigilare e a fare in modo che questi atti non si ripetano più». Ma la realtà è più forte. Lo sbatte a terra. Vediamo perché. Prodi e Veltroni (anche Walter più che americano è transilvano, nonostante il buonismo) si vantano di aver provveduto ottimamente e per tempo all'emergenza connessa all'arrivo dei rom, con decreti e leggi, espulsioni e moratorie. Per il passato danno la colpa al governo Berlusconi. Inoltre i loro quotidiani di riferimento annunciano: «La destra dà la caccia ai rom» (L'Unità). La caccia alle signore di Roma e di altre parti d'Italia da parte dei criminali è stata incentivata da questi atteggiamenti "pseudo-buonisti" e dalla sconcertante demagogia dei tipi di cui sopra.
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